29/01/2005: Il Movimento contro la guerra e la elezioni in Iraq
1) Elezioni sotto occupazione
Il complesso dei media che invocano le elezioni in Iraq è ben avviato. I conduttori delle televisioni USA stanno trasmettendo in diretta da Baghdad, descrivendo con il fiato sospeso i preparativi dell'esibizione di domenica 30 gennaio 2005 della cosiddetta democrazia.
È importante enfatizzare le circostanze nelle quali queste elezioni stanno per essere tenute. Più di 150.000 militari statunitensi occupano il paese, pattugliando le strade con le armi puntate contro i civili Iracheni. L'Iraq si trova sotto stato di emergenza e di assedio, con i poteri polizieschi in piena espansione e il coprifuoco.
Queste sono elezioni sotto la minaccia delle armi, che avverranno con la supervisione dell'Ambasciatore USA John Negroponte. Negroponte ha messo insieme un impressionante curriculum vitae come brutale esecutore della politica USA attraverso l'assassinio, i rapimenti e la tortura. Negroponte ha prestato servizio come Ambasciatore USA in Honduras durante il periodo 1981-1985; un periodo durante il quale l'Honduras era la piattaforma di lancio da cui l'amministrazione Reagan conduceva le sue aggressioni contro i popoli del Nicaragua, El Salvador, e Guatemala. Le atrocità, condotte dietro alle quinte dagli USA, e che sono state condannate dalla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja, includevano rapimenti, stupri, saccheggi, la tortura e l'assassinio dei sospetti dissidenti. Documenti prodotti dalla Commissione Inter-Americana sui Diritti Umani in Honduras hanno dimostrato che Negroponte aveva sovrinteso all' allargamento di un campo scuola e di una base militare in territorio Honduregno, dove gli USA addestravano i terroristi della Contra, e dove l' esercito segretamente deteneva, torturava e giustiziava i dissidenti sospetti.
Questo è il personaggio che l'amministrazione Bush avrebbe la pretesa che noi ritenessimo adatto a portare la democrazia all'Iraq!
Ad assisterlo saranno due organizzazioni, con base negli USA, dotate di una lunga lista di elezioni manipolate e di brogli elettorali all'estero, a difesa e alla conservazione degli interessi del sistema delle imprese degli Stati Uniti, l'Istituto Nazionale Democratico per gli Affari Internazionali
(NDI) e l'Istituto Internazionale Repubblicano (IRI).
Queste organizzazioni, sono entrambe collegate nell'impegno della copertura di piani per insediare regimi favorevoli agli USA all'estero, e perciò hanno ricevuto più di 80 milioni di dollari $ per le attività politiche in Iraq.
Entrambe le organizzazioni hanno lavorato in stretta collaborazione con la Fondazione Nazionale per la Democrazia e con l'Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale, gruppi usati da molto tempo dalla CIA per operazioni sotto copertura all'estero. Ad esempio, sono state implicate nell'orchestrare il colpo di stato fallito e i ripetuti referendum in Venezuela, nel tentativo di abbattere il Presidente Hugo Chavez, eletto democraticamente dal popolo.
Queste elezioni in Iraq vengono condotte sotto la canna dei fucili, controllate da un criminale di guerra, e allestite da organizzazioni che fanno capo alla CIA. Pretendere che tutto questo abbia qualcosa a che fare con la democrazia è
oltraggioso. Il popolo Iracheno ha ben individuato tutto ciò, soprattutto
i residenti all'estero, il 90% dei quali non si è assolutamente preoccupato di andare a registrarsi per il voto di domenica.
Allora, qual'è lo scopo di queste elezioni fasulle? In realtà tutto è rivolto verso l'opinione pubblica USA, che in modo crescente è disillusa della guerra. L'unico intento di queste elezioni è di fornire legittimazione all'occupazione, di marginalizzare il movimento di resistenza, e di creare un'illusione di progresso. Le elezioni, come l'ipocrita trasferimento dei poteri, non cambieranno fondamentalmente nulla in Iraq. Il 31 gennaio, il giorno dopo le elezioni, più di 150.000 militari USA occuperanno ancora stabilmente l'Iraq, le camere di tortura di Abu Ghraib tranquillamente saranno piene di prigionieri Iracheni, e il funzionario della CIA Iyad Allawi sarà ancora il dittatore designato dagli Stati Uniti.
2) Il Popolo Iracheno aveva già espresso il suo voto, "Contro l' Occupazione!".
Il popolo dell'Iraq aveva già espresso la sua volontà; senza ombra di dubbio si è opposto all'occupazione del proprio paese. La maggioranza del popolo Iracheno desidera che le truppe degli Stati Uniti se ne vadano e non ritiene che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna debbano essere coinvolti nella partecipazione alle elezioni in Iraq, e questo secondo diversi sondaggi.
Molti hanno già assegnato il loro voto contro l'occupazione colonialista, unendosi alla resistenza insurrezionale estesa a tutta la nazione. Il comandante dei servizi di spionaggio del regime fantoccio in Iraq, Generale Mohamed Abdullah Shahwani, ha ammesso che la resistenza annovera ora più di 200.000 combattenti.
La resistenza è costituita da forze molto differenti fra loro, con obbiettivi e ideologie differenti. Ma queste sono unite dalla determinazione di liberare il loro paese dall'occupazione Statunitense.
Il diritto dei popoli ad opporsi con le armi all'occupazione è un diritto fondamentale riconosciuto dalle leggi internazionali e dalla Convenzione di Ginevra. Il popolo dell'Iraq ha il diritto di rivoltarsi e combattere contro l' occupazione del proprio paese, contro la tortura della propria gente, e contro il bombardamento dei propri insediamenti civili. Il popolo dell'Iraq ha anche il diritto di aspettarsi la solidarietà di tutti coloro che si oppongono alla guerra criminale. Non è compito del movimento contro la guerra di discutere delle ideologie o delle tattiche della resistenza; il nostro compito è di dimostrare solidarietà con i resistenti e di mettere in atto ogni cosa possibile per assisterli nella loro impresa di porre fine all'occupazione della loro terra.
3) Quale futuro per il movimento contro la guerra?
Le elezioni fasulle non taciteranno la resistenza Irachena. È importante ricordare che nei mesi seguiti all'ultimo periodo in cui gli USA hanno tentato di assegnare una "faccia Irachena" all'occupazione, con l'impostura del trasferimento di poteri e dell'insediamento di Iyad Allawi come dittatore fantoccio, la resistenza si è allargata, è diventata più sofisticata e più radicata.
Come si sviluppa la resistenza, così noi negli USA abbiamo l'obbligo di non essere scoraggiati da queste false elezioni o di programmare "tabelle di marcia". Noi dobbiamo sostenere subito il popolo Iracheno e sollevare alta la sua richiesta: l'immediato, completo, senza condizioni, ritiro di tutte le forze di occupazione degli Stati Uniti.
Dobbiamo organizzare una lotta unitaria per porre fine all'occupazione. Ora questo è diventato molto più importante che in precedenza. George W. Bush ha messo in evidenza nel suo sermone di insediamento che intende continuare nella sua impresa di guerra infinita e globale. Noi dobbiamo respingere questa invocazione alla guerra con determinazione rinnovata e con l'unità.
Il movimento contro la guerra globale invita a proteste di massa nei giorni 19 e 20 marzo. Negli USA, la Coalizione "Le Truppe Fuori Subito" sta organizzando dimostrazioni locali e regionali per domandare la fine dell'occupazione, con una convergenza di massa regionale in Central Park, a New York, per il 19 marzo. L'International Action Center, partecipando alla Coalizione "Le Truppe Fuori Subito", chiama a raccolta tutte le organizzazioni progressiste e contro la guerra a scendere insieme nelle strade nei giorni 19 e 20 marzo per esigere: "Le Truppe Via Immediatamente!"
19 marzo 2005
Troops Out Now! Le Truppe Fuori Subito!
Corteo su Central Park nella città di New York
Manifestazioni Regionali in tutti gli Stati Uniti e in tutto il Mondo
The International Action Center
http://www.autprol.org/