21/01/2005: Repressione a Massa: Decreti Penali di Condanna per 18 compagni


Il giorno 31 dicembre 2005 la magistratura massese saluta il nuovo anno con una operazione repressiva”pirotecnica”, a 18 compagni vengono recapitate altrettante sentenze di condanna che prevedono il pagamento di multe che vanno dai 500 ai 2850 euro di multa per ovviare alle pene detentive che vanno dai 15 giorni ai 2 mesi e mezzo di carcere. Queste condanne vengono inflitte per alcuni compagni (10) perché ritenuti dalla magistratura colpevoli di danneggiamenti alla sede di A.G. di via Ghirlanda avvenuti nel Marzo del 2003 all’indomani dell’uccisione di un compagno a Milano da parte di una squadraccia di fascisti, mentre per altri di loro la condanna riguarda l’occupazione della comune.
Queste condanne sono state inflitte usando un procedimento inquisitorio palesemente antidemocratico.
Le persone condannate sono state processate a loro insaputa senza aver avuto nessuna possibilità di avvalersi di una qualsiasi difesa legale.
Nessuno di loro ha potuto esprimere in alcun modo la propria posizione rispetto ai fatti a loro contestati.
L’estrema provocazione oggi è lo spettro del carcere inflitto per una condanna avuta senza processo.
Quello che è inquietante e pericoloso e il fatto che per il danneggiamento di via Ghirlanda vengono ancora una volta colpiti quei giovani studenti, quei lavoratori e operai che oggi rappresentano le avanguardie del movimento di resistenza delle masse popolari, ovvero quelli che hanno affiancato gli operai durante l’occupazione del casello autostradale di Carrara, quelli che organizzano il movimento studentesco, quelli che hanno liberato un posto abbandonato ai rovi e alle siringhe per farne un centro di aggregazione sociale, quelle persone che credono fortemente e si riconoscono quindi nei valori e negli ideali che la resistenza ha espresso, sono quelle persone che oggi sostengono , promuovono ed organizzano il movimento di resistenza popolare che va crescendo sempre di più con l’incedere catastrofico della crisi generale nella quale il sistema capitalistico annaspa senza speranza.
Denunciamo l’utilizzo persecutorio che il tribunale fa del decreto penale di condanna andando così di fatto a legittimare l’opera repressiva dei carabinieri e della questura già da anni colpevoli protagonisti di inquisizioni antipopolari atte a fiaccare il movimento di resistenza popolare ed a isolare e criminalizzare le sue avanguardie.
L’elenco è interminabile.
Dalle provocazioni e gli interrogatori che il sindaco di Massa di allora Pucci definì degne Pinochet avvenute il 6 novembre 1998, agli attacchi alla libertà di stampa attuati contro il foglio comunista “rossoinformazione”, dalle perquisizioni a danno dei militanti dei C.A.R.C. nel 2002 che criminalizzarono la libertà di associazione politica, alle condanne per l’occupazione del casello di Carrara,le condanne per la Comune, il pestaggio degli ultras da parte della celere durante l’ultimo derby e le relative condanne sono lampanti esempi di quanto l’opera degli apparati repressivi mira a soffocare qualsiasi forma di aggregazione spontanea ed autonoma delle masse popolari.
Vogliamo oggi ricordare il pestaggio di donne,anziani e bambini che fu perpetrato in piazza Aranci ai tempi dell’esplosione della Farmoplant e dire che questo tipo di repressione va via via affinandosi nella persecuzione politica che ci ricorda quella avvenuta negli anni 20.
Questa persecuzione si avvale come allora dei servi fascisti, perché fascisti sono quelli che forniscono le testimonianze false per il teorema inquisitorio dei Carabinieri.
Sono fascisti e li abbiamo smascherati più di una volta.
Basta ricordare la volta che volevano inneggiare alla repubblica di Salò di fronte alla sede dell’A.N.P.I.
Sono gli stessi che promuovono e fomentano quindi la mobilitazione reazionaria mascherati da democratici, nel frattempo nella nostra città i fascisti oltraggiano i nostri monumenti alla resistenza con le svastiche, devastano le sedi sindacali indisturbati ed impuniti.
Questa è la deriva della democrazia dei padroni,lo stato di diritto che vale solo per gli sfruttatori,gli affamatori e i mafiosi.
Per questo chiediamo a tutti i partiti politici, le associazioni, i movimenti, i singoli cittadini sinceramente democratici la solidarietà che rafforzi la lotta contro la persecuzione politica e difenda la libertà di espressione e di associazione.
Nel sessantesimo anniversario della vittoria della Resistenza sul fascismo – 1945-2005 – rispondiamo alla persecuzione promovendo i valori e gli ideali che animarono la Resistenza quei valori e quegli ideali di rinnovamento e progresso che la Resistenza ha introdotto o rafforzato nel nostro paese (dal diritto di voto alle donne al diritto di sciopero), per smascherare le concezioni e i valori reazionari che la destra ha ripescato e riproposto; propagandiamo i valori e le concezioni necessari per la rinascita del movimento comunista e per la riscossa delle masse popolari contro la borghesia imperialista: gli sfruttatori, i mafiosi, i razzisti che oggi sono rappresentati dalla banda Berlusconi al governo e da tutti i suoi lacchè.

Comitato di Solidarietà con i condannati di via Ghirlanda




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