18/01/2005: Comunicato ETA


Traduzione del testo del comunicato di ETA relativo alla proposta di negoziato lanciata da Batasuna
Documento: Testo integrale del comunicato di ETA - 16/01/2005
Fallimento del Quadro Autonomistico

La situazione politica attuale non è altro che il fedele riflesso della cornice creata 25 anni fa dalla Spagna con l'obiettivo di mantenere Euskal Herria segregata e sotto il suo dominio. La strategia dello Statuto basata sulla frattura si trova esaurita. La configurazione che pretende di essere una prigione per tutto un paese piccolo e minoritario si trova attualmente in crisi, e con ciò, la Costituzione spagnola che la sostiene. Benché non lo riconosceranno, sanno che lo strumento destinato a garantire l'unità della Spagna e la divisione di Euskal Herria è rotto e non ha rimedio alcuno.
Allo stesso modo, la lotta promossa dalla sinistra indipendentista basca per anni sta cominciando a dare i suoi frutti. In questi ultimi 25 anni, ha pagato caro il suo tentativo di mantenere aperta la porta della libertà. È per ciò che la debilitazione politica della strategia che punta sulla divisione e frattura di Euskal Herria deve considerarsi come una vittoria politica della sinistra indipendentista basca, avendo abbattuto con ciò un gran muro, un ostacolo durante il tragitto del paese verso la libertà.
Le posizioni politiche si stanno rivedendo, apparendo con ciò nuove proposte politiche. perfino la più immobilista delle posizioni ha cominciato a camminare, tentando, in quel modo, di essere credibile ad occhi della cittadinanza. Negli ultimi due decenni precedenti non era stata mai tanto chiara ed urgente la necessità di un cambiamento di rotta nell'ambito politico attuale.
Una volta sepolto lo Statuto de La Moncloa s'è aperta una nuova opportunità. La base di questa, oggi come ieri, viene dal riconoscimento del diritto di autodeterminazione, da un piano che tenga in conto Euskal Herria nella sua totalità. Della consultazione sul loro futuro di tutti i cittadini di Euskal Herria verrà la soluzione. Lì sta la strada che, in consenso, tutti dobbiamo incoraggiare; quella è la strada proposta dalla sinistra indipendentista basca e per la quale sta lavorando.
Cammino angusto fra rovi, ma l'unico che ritiene che il nostro paese possa avere futuro, l'unico che implica con sé la speranza per il nostro paese.
L'oppressione e gli attacchi non hanno fine.
In questo crocevia, chi fa che cosa?
Gli Stati continuano ad attaccare il nostro paese, come unica risposta contro un paese che desidera prendere la parola. Con l'asfissiante presenza delle forze armate, o espandendo il terrore nelle caserme della Guardia Civil, utilizzando le più selvagge delle torture, arrivando perfino a violentare i suoi cittadini. E tutto ciò col silenzio complice di chi ha la vergognosa protezione dei politici che non fanno altro che guardare da un’altra parte. In quello stato di oppressione, raccoglie maggiore gravità la politica di dispersione che condanna a morte i carcerati baschi ed i loro parenti, una politica che giorno per giorno continua a causare il dolore di chi la subisce, come è rimasto dimostrato dagli ultimi incidenti, soprattutto dopo la morte di Karmele Solaguren. Malgrado i concittadini baschi abbiano alzato la voce in un migliaio di occasioni - come il recente esempio per le strade di Bilbao - la politica vendicativa che trascina verso la disperazione i combattenti baschi rapiti segue il suo corso. Dietro quella politica di repressione si trova la volontà di ricattare ed attaccare Euskal Herria. Noi baschi dobbiamo mostrarci fermi davanti a questa situazione; bisogna procedere alla pressione sociale, affinché i diritti dei carcerati siano rispettati. Spagna e Francia stanno progettando una strategia unita contro Euskal Herria, come ci dimostrano le riunioni che entrambi gli Stati stanno portando a termine. Due Stati contro un paese. Un paese che lotta per il suo attaccamento alla vita. Euskal Herria deve rispondere come popolo, dobbiamo avanzare unendo le nostre forze come un unico paese. Quella è la strada che ci fortificherà nel futuro. Nell’ottobre del 2004, gli Stati oppressori si affrettarono ad annunciare la loro vittoria dopo anni di operazioni poliziesche. Si sono dimenticati di Amaiur e Bergara, si sono dimenticati di Santoña. Si dimenticano che questo paese imparò a camminare tempo addietro, e benché ETA non rappresenta il popolo, è il popolo quello che crede ad ETA. Sembra che non abbiano imparato niente del passato e si impegnano a portare a termine sterili strategie repressive. Che non si sbaglino, il conflitto non avrà fine fintanto che i diritti del nostro paese non siano riconosciuti e garantiti. L'unico modo per cui i nemici di Euskal Herria non firmino più Domuit Vascones ingannevoli è ottenere la libertà della stessa Euskal Herria. A conti fatti, continuano senza dare risposta alle basi del conflitto. Tuttavia, il dibattito politico aperto in relazione al futuro del nostro paese è significativo e di gran profondità, poiché albergano in esso i diritti spettanti al nostro paese, come il diritto di autodeterminazione e la nostra capacità di decisione.
Nuovo quadro politico: non più inganni!
Nel frattempo, la sinistra indipendentista basca ha lanciato una proposta per aiutare ad ottenere una soluzione del conflitto. Allo stesso modo in cui il Parlamento della Comunità Autonoma Basca si è mostrato disposto a cominciare un processo che ha come obiettivo consegnare al paese la parola. I passi compiuti dalla sinistra indipendentista basca hanno dato i loro frutti, hanno aperto un nuovo quadro politico insegnando una posizione di gran maturità e responsabilità politica. Hanno cercato di entrare nei dettagli, sono stati messi fuorilegge, ma hanno risposto con il grande valore richiesto dal momento, di fronte ai politici professionali le cui bocche si riempiono della parola democrazia.
La risposta ricevuta, il tradimento in chiave parziale e di insulto. Insulto, perché hanno cercato di deformare e seppellire la proposta dalla sua nascita. In questo momento chiave del quale Euskal Herria è protagonista, Che interessi hanno promosso il disprezzo recentemente mostrato? A beneficio di chi? Quelli che presentano ETA come un ostacolo al dare la parola al paese sono istigatori di un doppio inganno: inganno perché mentono al paese; ed inganno perché con quell'affermazione pretendono di occultare la loro nulla volontà e capacità di risolvere il conflitto. Che rimanga ben chiara la grave responsabilità nella quale incorreranno coloro che pretendano di rispondere con una nuova frode alla situazione che ora si presenta. Allo stesso modo non ci sorprendono le affermazioni dei mandatari spagnoli e dei partiti succursalisti, ci sembrano scarse ed irresponsabili le dichiarazioni manifestate da alcune istituzioni politiche di Euskal Herria, poiché tutte si incentrano sullo sminuzzare gli obiettivi indipendentisti baschi, applaudendo dette attuazioni. Nella prima pagina di quella posizione si trova il PNV. Col suo atteggiamento non fa altro che stringere il vincolo che lega Euskal Herria con la Spagna, guidati da un ignorante interesse economico e politico: da poco abbiamo visto Ibarretxe e Catania di MCC mano nella mano col re della Spagna, per la vergogna di tutti gli indipendentisti baschi. O Imaz ed Ariztondo, in piena posizione provocatoria ed arrogante verso la sinistra indipendentista basca. L'altro viso della loro relazione con la Spagna è l'esclusione e la politica di isolamento contro la sinistra indipendentista basca. Le due facce della stessa moneta. Senza rendersi conto che con quella posizione retrograda tutti risultiamo perdenti.
Chi fa che cosa? Chi apre la porta della speranza e chi cade nella rete di malvagie congetture politiche. Chi per mezzo del consenso e chi per mezzo della pugnalata nella schiena. Chi con l'onesta intenzione di superare il conflitto politico e chi cercando la mera benedizione di Parigi e Madrid. Chi costruisce e chi esige la redenzione.
Nel frattempo che il fumo non accechi in buona fede gli occhi degli indipendentisti baschi e progressisti. Che i poteri esecutivi presenti nei partiti politici, che i perversi interessi parziali, che le bugie e le offese e che niente né nessuno facciano tacere la voce del paese. Sta lì la questione. La strada verso la pace non potrà essere deviata dalle chimere poliziesche e da altre invenzioni simili. Presto o tardi, la saggezza del popolo finisce per giudicare sempre il bugiardo.
Euskadi Ta Askatasuna, in relazione alla nuova cornice politica e la Dichiarazione firmata in ottobre, apportando il suo punto di vista col fine di superare il conflitto che affronta Euskal Herria con Spagna e Francia, vuole comunicare quanto segue:
- Che vede con buon occhio la Proposta Alternativa per una Risoluzione Democratica presentata nel Velodromo di Donostia-San Sebastián. ETA pensa che, dopo l'Alternativa KAS e l'Alternativa Democratica, questo è l'apporto più solido che si è presentato per superare il confronto tra Euskal Herria e gli Stati.
ETA, da parte sua, mostra la sua totale disposizione ad intraprendere un processo che porti alla soluzione del conflitto. ETA crede che queste sono le chiavi che dovrebbero tenersi in conto in un processo che implicasse la risoluzione di ciò:
- La risoluzione del conflitto arriverà solo come risultato di accordi, negoziazioni e dialoghi.
- L'unico modo di superare il conflitto è il principio di un ampio processo di dialogo che abbia come oggetto la firma di un accordo principale.
- I due principi basilari della proposta dovrebbero essere i seguenti: le soluzioni del presente (garantire il rispetto di tutti i diritti basilari di Euskal Herria) e le opportunità del futuro (garantire una situazione nella quale siano possibili tutte le opzioni per Euskal Herria).
- È indispensabile rispettare la decisione che prenderà Euskal Herria.
- Affinché la parola e la decisione di Euskal Herria siano rispettate, è imprescindibile che l'insieme della cittadinanza abbia l'opportunità di partecipare ad un processo come quello indicato.
Corrono tempi nei quali la parola deve essere presa. Questo è l'invito che con totale onestà e rispetto offre Euskadi Ta Askatasuna a tutta la cittadinanza basca. La decisione sul futuro spetta ad ogni cittadino, senza nessuna pressione né limite. Allo stesso modo, ETA invita tutta la sinistra indipendentista basca e tutta Euskal Herria in generale a continuare lavorando e lottando per raggiungere una situazione autenticamente democratica, basata sul rispetto dei diritti che spettano come popolo ad Euskal Herria. Infine, Euskadi Ta Askatasuna desidera inviare il più affettuoso dei suoi saluti a tutti i carcerati politici baschi rapiti nelle prigioni della Spagna e Francia, soprattutto in questi momenti nei quali lottano per i diritti che appartengono loro. La dignità e l’impegno che giorno per giorno dimostrano è esempio per tutti noi.

Euskal Herria, gennaio di 2005

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