14/01/2005: BOLIVIA


I SINDACATI VINCONO LA GUERRA DELL'ACQUA A EL ALTO. FORTI TENSIONI A SANTA CRUZ
Il governo boliviano ha reso noto che rescinderà il contratto con la società Aguas de Illimani, filiale della società francese Suez-Lyonnaise de Eaux, che nei giorni scorsi aveva deciso un aumento del 23% del prezzo dell’acqua potabile a El Alto, popolosa città non distante da La Paz, provocando l’indizione di uno sciopero generale al quale ha aderito tutta la popolazione, circa un milione di persone. La situazione rischia però di radicalizzarsi poiché il governo, per rescindere il contratto, dovrà far ricorso alla legge, mentre la società ha annunciato di non avere alcuna intenzione, nel frattempo, di rinunciare al forte aumento, che rischia di mettere in ginocchio la maggior parte della popolazione, il 70% almeno della quale vive sotto la soglia di povertà. Sale la tensione anche a Santa Cruz, dove la causa della proclamazione di 48 ore di sciopero generale sono legate, in questo caso, all’aumento del prezzo dei combustibili, già tra i più cari del Sudamerica in uno dei paesi più ricchi di idrocarburi (tutti nelle mani delle multinazionali straniere) della regione. Alla fine dell’anno il governo aveva annunciato l’aumento del prezzo del gasolio del 10% e del diesel del 23%: un vero collasso per le tasche degli abitanti di Santa Cruz, visto che è proprio in questa città di circa un milione di persone, 1.000 chilometri a sud-est di La Paz, che viene consumato il 60% del diesel di tutto il Paese, soggetto a una vera emorragia di combustibili a causa del mercato nero. Secondo Evo Morales, deputato e capo del Mas, il Movimento al socialismo, oltre che leader dei ‘cocaleros’, l’unica soluzione all’attuale crisi sono “le elezioni”. Il presidente della Repubblica Carlos Mesa, secondo Morales diventato “il peggior nemico del popolo boliviano”, è al governo dal 17 ottobre 2003, quando una sanguinosa rivolta popolare provocò la caduta del suo predecessore, Gonzalo Sánchez de Lozada.

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