12/01/2005: Vogliamo mettervi al corrente di quello che accade in questo carcere.


Questo non è un carcere, bensì un lazzaretto dove il Dap parcheggia tutti gli ammalati gravi in attesa che muoiano e se non muoiono da soli ci pensa qualche dottore compiacente a sostituire la terapia ai pazienti detenuti, così muoiono prima.

“I troppi morti di Secondigliano”

Qui i detenuti muoiono ad un ritmo impressionante, tra l'insofferenza ed il menefreghismo del personale medico, proprio coloro che sono preposti alla tutela e alla salvaguardia della salute dei detenuti.
L'ultimo decesso avvenuto in questo carcere fu il 22 corrente mese, ma in precedenza ce ne fu un altro il 2\3 sempre di dicembre.
Il paziente detenuto che morì il 2 o 3 dicembre si lamentava col dottore del reparto C.D.T. che gli faceva molto male al petto.
E questo andò avanti per diversi giorni, finche un bel giorno questo giovane 22enne lo trovarono morto.
.Mentre l'ultimo deceduto 22.12.04 fu trovato morto sdraiato sul pavimento nudo in una cella di punizione dove era stato tradotto dopo aver protestato per la mancanza di terapie.
Queste alcune delle persone morte in questo carcere, ma sono molti i morti, solo che non sappiamo i nomi.
Questi i nomi dei morti di cui siamo venuti a conoscenza: Racco Francesco, Rosmini Diego e Albanese Francesco.
Sarebbe stato sufficiente che venissero ricoverati in ospedale e queste persone oggi sarebbero vive. C'è stata proprio la volontà di questa Direzione a voler far morire queste persone, perché l'art. 11 dell’ordinamento penitenziario prevede che in caso di pericolo di vita il Direttore può trasferire un detenuto in ospedale e poi informa le autorità competenti.
Tra l'altro il Racco Francesco morì principalmente per colpa del dirigente sanitario
che gli cambio la terapia, e quindi Francesco chiese al dottore perché gli cambiavano la terapia, il dottore gli rispose che qui comandano loro, pertanto sanno loro che terapia dargli. Dopo qualche giorno Francesco Racco morì.
In Italia dal codice di penale è stato tolto l’articolo che prevedeva la pena di morte, è stato tolto dal codice ma di fatto la pena di morte esiste ancora!
Le esecuzioni avvengono in un altro modo ma sempre di condanne a morte si tratta ed è inutile che il ministero della giustizia si giustifichi dicendo che si tratta di suicidi o di morti naturali.
Questi sono gli stralci di una lettera
spedita dal carcere di Secondigliano a fine dicembre 2004


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