10/01/2005: resistenza in iraq
Comunicato ufficiale del Consiglio Consultivo dei Mujahidin di Fallujah su due mesi di lotta
Tratto dal Resoconto della Resistenza Irachena sugli eventi di Lunedì 3 gennaio 2005
Il Consiglio Consultivo dei Mujahidin di Fallujah ha emesso un comunicato ufficiale riguardante la natura ed i risultati dei combattimenti avvenuti in città tra gli occupanti e la Resistenza, tra il 6 novembre 2004 ed il 2 gennaio 2005. Il comunicato ufficiale, una copia del quale ha ottenuto Mafkarat al-Islam, spiega le ragioni della ritirata delle forze della Resistenza dai quartieri settentrionali della città e dal quartiere di Al –Askari, nella zona orientale della città. Fa anche un resoconto delle perdite statunitensi e britanniche, così come di quelle subite dalla Resistenza.
Il comunicato ufficiale afferma che la ritirata delle forze della Resistenza irachena da zone della città, faceva parte di un piano della dirigenza militare, diretto ad attirare le truppe d’occupazione negli stretti vicoli e strade del centro abitato, dove carrarmati e veicoli blindati potevano essere circondati. Lo scopo era distogliere il bombardamento aereo pesante degli Stati Uniti da Fallujah. Tale bombardamento aveva reso impossibile ai combattenti della Resistenza rimanere sul terreno aperto ed ai margini della città. D'altra parte era anche più facile attaccare carrarmati e veicoli blindati USA all’interno della città, dove era anche possibile per i tiratori scelti iracheni abbattere soldati USA uno dopo l’altro.
Il comunicato ufficiale afferma che nessun combattente della Resistenza si è ritirato o scappato dalla battaglia. Piuttosto, la Resistenza aveva adottato una tattica del tipo “colpisci e corri” dove la “corsa” era stata pianificata per attrarre i soldati USA dietro i combattenti, in luoghi dove avrebbero potuto essere nuovamente “colpiti”, questa volta mortalmente.
Il comunicato ufficiale fa un resoconto finale delle perdite tra le forze d’occupazione fino al 2 gennaio 2005, come segue:
1. Più di 6.500 soldati statunitensi uccisi e più di 700 feriti.
2. Più di 425 soldati britannici uccisi e circa 325 feriti.
3. Un gran numero di americani e britannici catturati, alcuni dei quali uccisi durante tentativi di fuga.
4. Più di 1.350 carrarmati e veicoli blindati distrutti.
5. Circa 800 Humvees e relativi equipaggi distrutti.
6. 41 aerei, compresi 3 velivoli da combattimento, abbattuti.
7. Sequestrate 200 armi leggere e di media potenza USA, così come centinaia di lanciarazzi, baionette, bussole, giubbotti anti-proiettile, e mappe riservate delle posizioni degli occupanti nella provincia di Al-Anbar.
Circa le perdite della Resistenza, il comunicato ufficiale afferma che 721 combattenti sono stati uccisi, inclusi fratelli arabi combattenti provenienti da Arabia Saudita, Siria, Giordania, Egitto, Tunisia, Iemen, Qatar, Kuwait, Algeria, e Sudan. Inoltre sono stati feriti altri 215, ma la maggior parte di loro si è ristabilita ed ancora una volta è tornata in assetto di guerra.
Il comunicato ufficiale critica e condanna la TV satellitare Al-Jazeera, che chiama “TV del silenzio”, e la stazione satellitare della TV Al-Arabiyah che, dice, ha preferito fare la cronaca dei combattimenti dalla parte del nemico, piuttosto che della Resistenza. Lo stesso vale per tutte le altre stazioni, afferma il comunicato. Non solo, ma quelle stazioni hanno trasmesso immagini della sofferenza degli abitanti di Fallujah, le lacrime dei suoi bambini nei campi dei rifugiati, i lamenti delle sue donne per la perdita dei figli, ma hanno archiviato senza mostrare alcune scene dell'eroismo dei combattenti della Resistenza di Fallujah, che avrebbero destato un senso d’orgoglio nei loro figli. Quelle stazioni, trasmettendo ciò che l’America volle e desiderò, nei fatti ne sono diventate portavoce. Secondo il comunicato, l'unica eccezione sono stati certi siti web, che descrissero in internet l'eroismo ed i trionfi della Resistenza.
Il comunicato assicura che gli uffici d’informazione delle organizzazioni della Resistenza vogliono distribuire fotografie e filmati che mostrano la Resistenza in lotta contro le forze d’occupazione. Promette anche che nei prossimi giorni ci saranno altre operazioni della Resistenza su ogni palmo del territorio iracheno.
Tradotto dall’arabo in inglese da Muhammad Abu Nasr,
membro del consiglio editoriale di The Free Arab Voice
http://www.autprol.org/