06/12/2004: C.O.R. : Costruire l'inchiesta. Ultime pietre nella costruzione della cosiddetta inchiesta sulle COR: ingegneri, geometri, muratori e manovali.
Le Cor
"Nel loro documento programmatico scrivono: 'Siamo una organizzazione di proletari comunisti, anarchici e antimperialisti che hanno colto che il divisionismo settario è la causa della debolezza del fronte rivoluzionario nei confronti del padronato e della sbirraglia'. Colpisce l'età media degli arrestati: 25 anni. E' una leva giovane che teorizza il superamento degli steccati ideologici tra le varie componenti eversive: 'Ideologismo, dogmatismo e settarismo hanno portato una divisione corpuscolare all'interno della componente comunista extra-parlamentare legale. La nostra critica oggettiva va anche all'ala legalitaria anarchica e così pure a quella nostrana antimperialista." (6)
L'impegno degli inquirenti
"'…l'impegno è stato di massimo livello. Non abbiamo avuto nessun tipo di parsimonia né sul fronte degli uomini - poliziotti e carabinieri che hanno lavorato per circa un anno giorno e notte - né sull'utilizzo delle strumentazioni tecniche'" (7)
" Su Frediani dunque si concentrano le indagini della Digos. Il giovane viene pedinato 24 ore su 24." (8)
" William Frediani…. da un mese e mezzo era pedinato giorno e notte dalla Digos che non lo perdeva d'occhio. E i carabinieri, allo stesso tempo, stavano seguendo i movimenti di altri due giovani" (11)
"Lo studente .. è stato pedinato giorno e notte. Ogni volta che usciva da casa, senza che lo sapesse, i suoi movimenti venivano monitorati: la polizia lo ha pedinato ovunque, anche al supermercato, al punto che un investigatore butta lì, come una battuta, la frase 'sapevamo anche cosa mangiava'."
Si ricorda l'accusa di aver appiccato il fuoco al portone di Giovanna Fusco: forse durante un attimo di distrazione dei pedinatori che lo seguivano giorno e notte e durante il periodo di non funzionamento della telecamera posta davanti casa.
Puntualità negli arresti
"Nel giorno della relazione dei Servizi sulla politica informativa e della sicurezza, i magistrati di Pisa arrestano tre militanti delle COR" (6)
"La relazione dei servizi è stata consegnata proprio mentre a Pisa finivano in manette William Frediani, Giuseppe Bonamici e Francesco Gioia" (15)
Conferma dell'ipotesi dei servizi segreti (con contraddizioni)
"Le Cor, secondo la relazione degli 007, rivelano 'una discreta potenzialità di contaminazione, in grado di trovare terreno fertile nel panorama attuale dell'eversione, caratterizzato dall'assenza di gruppi fortemente strutturati sotto il profilo ideologico e organizzativo e da un diffuso microterrorismo di ispirazione prevalentemente anarchica. L'ipotesi di una possibile 'contaminazione' tra esperienze anarcoinsurrezionaliste e della sinistra antagonista radicale di matrice comunista ha trovato ieri, con gli arresti di Pisa, una prima conferma. Uno dei tre militanti delle Cor, pur avendo un trascorso di destra, dopo essere transitato per il circolo anarchico 'Il Silvestre', che sembra essere la fucina delle Cor, era approdato alle Carc, i Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo" (6)
"E' partito dall'estrema destra negli anni del liceo, ha fatto una capriola finendo nei gruppi dell'estrema sinistra, ed è poi approdato nelle file del neoribellismo di marca ambientalista e anarchica". (8)
" Il fulcro sarebbe dunque il Silvestre, come si è sempre sospettato?"
"Tutti gli arrestati sono attivisti noti da anni o partecipanti alle iniziative di questo Circolo, che si presenta come ecologista ma in cui gravita anche un gruppo che si definisce anarchico, gli Incontrolados e dove nascono due pubblicazioni episodiche, Terra Selvaggia e Mamora". (1)
Associazione a delinquere
"..per i magistrati di Pisa, le Cor non sono un'associazione sovversiva: ai suoi militanti sono stati contestati solo reati di associazione a delinquere e di fabbricazione di ordigni esplosivi… 'Le Cor - scrive il gip - non sono una organizzazione terroristica od eversiva in quanto pacificamente non connotata da finalità di terrorismo e nemmeno da chiare finalità di eversione dell'assetto democratico e pluralista dello Stato, ma soltanto un'associazione a delinquere volta alla commissione di una pluralità di reati di danneggiamento e di minaccia grave posti in essere anche mediante violazioni della normativa in materia di armi'". (6)
"La procura di Pisa non ha mai ipotizzato l'associazione terroristica o eversiva come tutti si aspettavano. In quel caso il fascicolo sarebbe passato automaticamente alla procura di Firenze, competente sulle organizzazioni terroristiche operanti in Toscana. E forse il timore di dover cedere un lavoro di anni svolto in silenzio, prima di raccoglierne i frutti, ha spinto gli inquirenti pisani ad essere particolarmente cauti nella formulazione dell'ipotesi di reato" (9)
"difficile pensare che il terrorismo, in questa vicenda, non c'entri nulla. Il documento programmatico delle Cellule di offensiva rivoluzionaria è stato spedito anche alla brigatista Nadia Desdemona Lioce nel carcere di Sollicciano: ' La nostra ambizione è costruire un'organizzazione che sia anello di congiunzione delle componenti rivoluzionarie comuniste combattenti, anarchiche, insurrezionali e antimperialiste. Ci piace ricordare la definizione che si dettero le Brigate Rosse: gruppi di proletari che hanno capito che non serve a niente minacciare a parole e di tanto in tanto esplodere in uno sciopero, ma hanno capito anche che i padroni sono vulnerabili nelle loro persone, nelle loro case…' (9)
"E' lo stesso sostituto procuratore Antonio Di Bugno, nella sua richiesta di arresto al gip, a spiegare che il 'primo documento chiarificatore' apparso per la prima volta il 4 giugno 2004 e firmato congiuntamente dalla cellula toscana e romana, nel quale si incitava alla ripresa della lotta armata, non ha avuto alcun riflesso sull'attività del gruppo. Le azioni poste in essere successivamente a quel documento - scrive il pm al gip che dovrà decidere sulla richiesta di arresto - che volevano essere una dura risposta all'azione repressiva abbattuta sui compagni Perondi, … 'svelano appieno l'inconsistenza operativa di quel programma che è rimasto, come era prevedibile e auspicabile, nel limbo delle velleitarie ambizioni di questa organizzazione criminale. Il tutto si è ridotto nello spedire per lettera delle minacce'. La dimostrazione, secondo il pm, arriva dal fatto che le Cor si preoccupano di sottolineare la loro attenzione per il rischio di un eventuale coinvolgimento di persone e abitazioni diverse da quelle avute di mira, 'preoccupazione che smentisce l'inizio di una fase di lotta armata e guerriglia urbana'". (9)
"… la Procura esclude l'ipotesi di 'terrorismo ed eversione' preferendo contestare l'associazione a delinquere, perché il 'programma' non metterebbe in 'pericolo' le istituzioni." (14)
"Per il PM Antonio Di Bugno …. il documento programmatico delle COR inviato al Il Tirreno di Livorno con cui le Cellule di Offensiva Rivoluzionaria tentarono il salto di qualità non era che 'una macedonia culturale politico-ideologica senza un filo logico, che poteva aver maggiore apparenza di serietà, ma nessuna novità. Accusavano la stampa di volerli appiattire sul cliché delle Br…'" (1)
Si continua a costruire il personaggio-chiave
"e' il Frediani, comunque, il personaggio-chiave di questo nuovo capitolo sull'eversione toscana. Sembra sia lui il vero capo del circolo 'Il Silvestre' alias Cellule di Offensiva Rivoluzionaria ed appare decisamente interessante il suo percorso politico. E' partito dall'estrema destra negli anni del liceo, ha fatto una capriola finendo nei gruppi dell'estrema sinistra, ed è poi approdato nelle file del neoribellismo di marca ambientalista e anarchica". (8)
"Un capo, lasciano capire gli inquirenti. Forse, addirittura il capo. (21)
Il parere del PM. "E' un gruppo criminale senza vertici, che si sviluppa orizzontalmente per aggregazione momentanea e spontanea …" (1)
Compagni di classe
"E così la Digos, analizzando gli iter scolastici e universitari di alcune 'vittime' … si sono resi conto di un particolare 'inquietante': per un certo periodo .. tre (poi diventati quattro) avevano frequentato la stessa classe al liceo classico" (8)
"Uno era stato in classe con esponenti della destra finiti nel mirino"(1)
"… Giovanna Fusco, (sua ex compagna di classe)" (13)
"SOLIDARIETA'. «Willy siamo con te». Dato che in questo momento non abbiamo altro modo di comunicare con te, vogliamo comunque esserti vicini esprimendoti il nostro affetto. I tuoi compagni di classe ed amici del liceo ricordano la tua sensibilità, generosità, disponibilità e la solidarietà
che hai sempre dimostrato verso chiunque. Anche per queste qualità, che hai mantenute invariate negli anni, ci auguriamo di poterti riabbracciare presto. Laura Bellucci, Elisa Ciabatti, Alessia Gambassi, Irene Del Chicca, Graziella Ripoli, Sara Benedetti e altri amici del Liceo 'Galilei' sezione B" (22)
La verità dei reali compagni di classe (quelli dei registri): solo Mannocci è stato nella stessa classe e per pochi giorni.
Le prove decisive
"…per Frediani e Gioia - contro i quali ci sono prove decisive" (1)
Che naturalmente non vengono spiegate nell'articolo. Si noti come interpretazioni arbitrarie e labili indizi diventino prove decisive, senza specificare niente.
La sola "prova decisiva" contro Frediani e Gioia, ovvero l'intercettazione ambientale
"Gli investigatori avrebbero infatti raccolto le prove di una loro precisa responsabilità e diretta partecipazione all'attentato del 5 aprile scorso quando venne data alle fiamme l'auto del presidente provinciale di An, Marco Meucci" (21)
Ecco la prova decisiva da cui si evince anche l'accusa di fabbricazione, detenzione e trasporto di materiale esplosivo.
"Frediani: 'Facciamo stasera la cosa?'. Gioia: 'Quando questa sera?'. F. 'Si va a piedi, l'unica cosa è quella lì'. G. 'Se c'hai il motorino a casa quanto ti ci vuole a prenderlo'.
'Da questa conversazione - spiega il gip - si evince come i due indagati avrebbero dovuto quella sera compiere un'azione certamente illecita in quanto non avevano intenzione di utilizzare la vettura del Gioia (ndr: sic!) che è stata parcheggiata in Piazza San Silvestro ma piuttosto un altro mezzo di trasporto che era da loro stato individuato in un motorino'. Il gip ritiene quindi valida la ricostruzione dei fatti del pm in base ai quali il Frediani avrebbe utilizzato per raggiungere la casa del Meucci il ciclomotore della fidanzata…" (7)
La sola "prova decisiva" contro Bonamici e Gioia
"Dalla conversazione telefonica intercettata il 7 giugno scorso, cioè dopo gli arresti in flagranza di …., emergono anche i commenti degli indagati dopo aver visto la televisione. Giuseppe Bonamici telefona al Gioia e dice: 'Ho visto ora il tg, dicono…arrestato un cascinese per questa storia qui e poi dice … le Cor fanno capo al Silvestre, figurati!'. E dopo aver affrontato altri argomenti: ' Ora come gruppo siamo proprio sputtanati capito? Hanno detto al tg che facciamo capo al Silvestre, capito?'. ' Il gruppo che sarebbe stato sputtanato dalla notizia riportata in televisione - spiega il gip - non può che identificarsi nelle cor'." (7)
La "prova decisiva" sulle lettere minatorie
"1) Dall'esame della cifra '3', facente parte degli indirizzi apposti sia sulle buste con cui furono spedite alcune rivendicazioni […] sia sulla busta con cui fu spedita la lettera di minaccia a Logli Gino (..) è emerso, confrontandole con la medesima cifra facente parte delle date manoscritte sui due ritagli di stampa sequestrati [al Frediani] che tutti quei caratteri grafici provenivano 'da un medesimo parametro ideativo'. Detto 'parametro ideativo' appare riferibile al Frediani in quanto la raccolta degli articoli di stampa fotocopiati era stato[a] curata personalmente dal medesimo indagato.
….
Giova, peraltro, aggiungere che, anche qualora non si volesse acceder alla conclusione che precede, si dovrebbe, comunque, ritenere che il Frediani avesse ricevuto, a conferma della sua appartenenza alla COR, i documenti sequestrati da colui che aveva proceduto alla loro raccolta nonché alla compilazione dei relativi documenti minatori.
….
2) fra le lettere manoscritte di minacce sono riconducibili alla grafia del Frediani quelle dirette a….
In proposito deve essere aggiunto che anche le altre lettere minatorie appaiono scritte con la stessa mano grafica;
3) la lettera "n" facente parte degli indirizzi apposti sulle buste contenenti le lettere di minacce a …. evidenziano qualitativamente una corrispondenza con la grafia di … [la ragazza di Frediani], anche se non del tutto sufficiente dal punto di vista quantitativo, in considerazione delle poche buste riportanti quel tipo di lettera "n", per giungere ad un giudizio di sicura attribuibilità.
Del resto se le lettere erano state scritte dal Frediani appare verosimile che gli indirizzi fossero stati apposti dalla sua fidanzata".
Ordinanza N. 2505/04 R.G. GIP (Ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari)
La Procura si appella contro i domiciliari
Attualmente solo Alessio Perondi - il primo ad essere preso - si trova al carcere Don Bosco. Gli altri sono tutti ai domiciliari: più precisamente quattro in luoghi diversi dal domicilio e gli ultimi presso la loro abitazione. Ma è proprio contro questa misura - concessa dal gip Leonardo Degl'Innocenti - che intende ricorrere la Procura di Pisa. L'ufficio dei PM titolari dell'inchiesta - il procuratore Enzo Iannelli e il sostituto Antonio Di Bugno - ha annunciato che predisporrà tempestivamente, già da domani, gli atti per appellarsi al Tribunale del Riesame di Firenze. Secondo la procura di Pisa - che aveva inoltrato le richieste di custodia cautelare già da dieci giorni - esistono motivi di 'rilevante pericolosità' degli ultimi tre soggetti arrestati tali da richiedere e giustificare ampiamente la necessità della custodia cautelare in carcere. (5)
"' Crediamo che l'unica misura da adottare in questo caso sia la custodia cautelare in carcere' - ha spiegato il magistrato [Di Bugno]. 'L'emissione da parte dei giudici per le indagini preliminare degli arresti domiciliari a tutti gli indagati è decisamente un provvedimento che si discosta dalla nostra linea di azione e di pensiero… non siamo stati né seguiti né compresi e proprio per questo motivo faremo immediatamente appello al Tribunale del Riesame di Firenze'. Per gli inquirenti non è chiaro la diversa misura cautelare applicata a tutti gli indagati. perché Alessio Perondi è l'unico ad essere rimasto in carcere mentre gli altri hanno avuto dai gip una misura cautelare meno restrittiva. 'William Frediani e Francesco Gioia sono sullo stesso piano di Alessio Perondi' - ha sottolineato il sostituto procuratore pisano - 'i primi due sono responsabili dell'attentato incendiario all'auto di Marco Meucci, l'altro invece di quello alla costituenda caserma dei carabinieri di Navacchio'. (7)
I difensori
"i difensori degli arrestati sono comunque pronti a dare battaglia ritenendo 'tutte da dimostrare' le tesi accusatorie del pubblico ministero" (5)
"'Le accuse formulate dalla Procura sono tutte da dimostrare: una cosa sono le ipotesi, una cosa sono i fatti e le prove' Così l'avvocato Massimo Focacci…'Secondo il PM le COR sarebbero un nucleo formatosi all'interno de Il Silvestre, ma non è così: si tratta di due storie distinte e separate'" (5)
E finalmente: "Le COR sono Frediani"
Secondo gli investigatori della Digos le Cor sono William Frediani. O viceversa. Secondo quanto emerso dalle indagini sarebbe proprio il ventisette studente di Lettere… la 'mente' del gruppo eversivo… Ma come si è arrivati all'identificazione di quello che è ritenuto il 'capo' delle Cor? Con una paziente e minuziosa attività investigativa, usando una metodologia classica. … E così la Digos, analizzando gli iter scolastici e universitari di alcune 'vittime' .. si sono resi conto di un particolare 'inquietante': per un certo periodo i tre (poi diventati quattro) avevano frequentato la stessa classe al liceo classico. E tra i loro compagni c'era anche un personaggio - appunto William Frediani - che ha destato sospetti: da simpatizzante di frange dell'estrema destra. con il passare degli anni, infatti si era spostato all'estrema sinistra per poi sposare gli ideali anarcoinsurrezionalisti, come il suo amico Francesco Gioia con il quale - come sostengono gli investigatori - mise a segno il 5 aprile scorso l'attentato incendiario all'auto di Marco Meucci, segretario provinciale di An. Rogo scoppiato a Calci, paese dove abita [Ndr: abitava] l'ex fidanzata di Frediani, che ironia della sorta è parente di Giacomo Mannocci [Ndr: Marco Meucci]. Su Frediani dunque si concentrano le indagini della Digos. Il giovane viene pedinato 24 ore su 24. E' lui - come confermerebbe anche la perizia calligrafica, l'autore delle (numerose) lettere di rivendicazione delle 'imprese' delle Cor inviate ai giornali. Un'attenzione - quella del Frediani nei confronti dei mass media - testimoniata anche dal ritrovamento, tra le sue carte, di un'accurata, poderosa e aggiornatissima rassegna stampa sull'attività delle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria. (8)
"Si apre il carcere per Frediani" (11)
"Contro di lui, gli investigatori avrebbero raccolto le prove che gli attribuiscono l'attentato all'abitazione di Giovanna Fusco, rivendicato dalle Cor [Ndr: si tratterebbe del ciclomotore che risultava spostato rispetto ad un precedente sopralluogo e con il motore ancora tiepido. Si tratta dunque di una "prova" che scaturisce da una forzatura di interpretazione - poteva essere nadato dovunque - e basata sulla sensibilità tattile di chi è intervenuto]. Il giovane appartenente alle Cor è anche accusato di propaganda sovversiva per la rivendicazione dell'attentato a Giovanna Fusco via e-mail. Frediani si era recato presso la biblioteca del centro Maccarrone [Ndr: come faceva sempre] e da un computer aveva inviato l'e-mail di rivendicazione [Ndr: interpretazione dei fatti supposta o immaginata; chi lo pedina non le vede al computer]. Pertanto, ieri pomeriggio alle 16,30, due pattuglie della Digos e altrettante del reparto operativo dei carabinieri si sono recate presso l'abitazione di William Frediani … dove il giovane si trovava agli arresti domiciliari dal 30 luglio scorso" (11)
"In mattinata William Frediani, Francesco Gioia e Giuseppe Bonamici avevano fatto scena muta. All'interrogatorio di garanzia svoltosi a Palazzo di Giustizia davanti al gip Luca Salutini (che ha sostituito il collega Leonardo Degl'Innocenti), infatti, i tre giovani aderenti al gruppo narco-insurrezionalista 'Il Silvestre' si erano avvalsi della facoltà di non rispondere" (13)
"Le indagini di carabinieri e polizia si erano concentrate fin dall'inizio sul Frediani ma la conferma ai sospetti è arrivata il 29 luglio scorso - giorno precedente all'arresto di Frediani e di altri due militanti del «Silvestre», Giuseppe Bonamici e Francesco Gioia - con la rivendicazione dell'attentato alla posta elettronica di alcuni quotidiani: il «Corriere della Sera», «Repubblica», «Libero», al «Tirreno» di Pisa, Livorno e Massa e al giornalista di Repubblica Vittorio Zucconi.
Nell'arco di poco gli investigatori sono stati in grado di risalire al computer da cui era partito il messaggio di rivendicazione, dalla biblioteca provinciale Centro Maccarone. All'ora in cui è partita la e-mail Frediani si trovava proprio nella biblioteca."
I contatti con l'Islam: Il Corano e Forattini.
Titolo: "William Frediani ha portato in carcere una copia del Corano.
Sottotitolo: "Gli investigatori lo ritengono un vero e proprio 'pericolo pubblico'. Ha una vasta e variegata biblioteca "
Inizio articolo: "In carcere con il Corano. A portare il sacro testo dell'Islam in una cella del Don Bosco è stato William Frediani, 28 anni, lo studente pisano di lettere - un «pericolo pubblico» lo ha definito ieri un investigatore - ritenuto la 'mente' delle Cellule di offensiva rivoluzionaria finito venerdì pomeriggio dietro le sbarre … (2)
"Quando i carabinieri e poliziotti sono andati a prenderlo - per eseguire l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Luca Salutini (in cui viene accusato di danneggiamenti, incendio e attività sovversiva) - gli hanno detto di prepararsi una borsa con indumenti ed effetti personali, ma lui ha risposto: "Non importa, porto solo questo", e ha mostrato appunto il Corano." (2)
Titolo: "Il militante COR in carcere con il Corano" (3)
Inizio articolo: "Sarà il Corano a fare compagnia in carcere a William Frediani…. Quando i carabinieri sono andati a prelevarlo a casa per trasferirlo in carcere, lo studente ha voluto portare via solo il libro sacro dell'Islam. I militari gli hanno detto di prepararsi una borsa con indumenti ed effetti personali ma la sua risposta è stata: "Non importa, porto solo il Corano". Il particolare è stato reso noto dal comandante del Nucleo Operativo dei carabinieri di Pisa, il maggiore Remo Robazza"
(3)
"Dal mese di maggio si innesta sull'indagine una proficua collaborazione con la polizia, che stava seguendo la pista di Frediani (il giovane si è portato in carcere un libro del Corano: ndr). E questo porterà all'arresto congiunto polizia-carabinieri dello studente (che si è portato in carcere un libro del Corano; ndr) (4)
"'William Frediani? Un pericolo pubblico. Una persona glaciale, che quando è stata prelevata a casa per andare ha preso solo una copia del Corano'. Parla uno degli investigatori che indaga sulle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria" (ndr. Anonimo l'autore dell'articolo. Tentativo di rendere anonimo l'informatore, il cui nome dovrebbe essere ormai chiaro a tutti) (8)
Poi, in un trafiletto sul Tirreno (ma non sulla Nazione e gli altri), la smentita ufficiale:
"In cella con Corano e Inferno per preparare un esame. William Frediani sta preparando un esame di letteratura per l'università. E' questo il motivo per cui ha scelto di portare in carcere il Corano. Tant'è vero che ha portato con sé anche l'Inferno di Dante. L'esame che Frediani sta preparando prevede l'individuazione e lo studio all'interno del capolavoro dantesco dei possibili richiami del Corano. Nessun legame o quant'altro delle Cor con il mondo islamico. Un elemento che viene confermato dalla stessa Digos che … non ha mai riscontrato alcun collegamento con la comunità islamica" (18)
Feroce satira di Forattini: è qui la base degli amici di Bin Laden (13)
PISA - La nostra città legata da vincoli di amicizia e complicità addirittura con Bin Laden, lo sceicco del terrore, il nemico giurato degli Usa e dei loro alleati. E' quanto traspare, in maniera fin
troppo esplicita, dalla vignetta che Giorgio Forattini … ha firmato per l'ultimo numero di Panorama.
La scena non lascia dubbi: il principe del male è ritratto in una grotta, il suo nascondiglio segreto. Barba lunga e turbante, in una mano il mitra e nell'altra un telefono cellulare che squilla. L'anonimo interlocutore è proprio un pisano e dice: «Pronto, compagno Bin? Qui Pisa. Quand'è che ti decidi a far fuori Berlusconi?». E lui, freddo e cinico, risponde: «Come e quando lo decido io, compagni! Io vi pago solo per segnalarmi i suoi spostamenti». Dunque, Pisa come base di amici fidati e sodali di Bin Laden. La vignetta è satira, ma la matita pungente di Forattini ha lasciato comunque il suo segno. Perché proprio Pisa? Lo abbiamo chiesto direttamente a Forattini: «E' semplice. In questi giorni su tutti i giornali - spiega dalle vacanze - si è parlato dei gruppi e delle frange anarco-insurrezionaliste che a Pisa hanno trovato un terreno fertile per svilupparsi. Nella vostra città è da sempre attiva una grossa attività 'gruppettara' contraria agli Usa e ai loro alleati e quindi amica di Bin Laden e di chi predica il terrorismo. Nuclei eredi delle Br o che in qualche modo ad esse si ricollegano inneggiando alla lotta armata con proclami di vario segno». Un giudizio severo che, anche se reso mediante una vignetta satirica, non mancherà di far discutere.
Senza prove perché "E' stata un'indagine faticosa: non usavano telefoni e si muovono quasi sempre a piedi" (3)
«L'indagine non è stata facile - ha spiegato un investigatore - perché queste persone vivono in modo maniacale, non usano cellulari, fanno poche conversazioni telefoniche e soprattutto organizzano contropedinamenti quando si spostano per capire se sono seguiti». (2)
"E' stata un'indagine lunga, faticosa e difficile - ha dichiarato il comandante del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Pisa, il maggiore Remo Robazza - Queste sono persone che vivono in maniera quasi maniacale, non usano telefoni, si muovono soltanto a piedi o in bicicletta e si contropedinano da soli" (3)
"Da molti mesi - spiega il maggiore Robazza - eravamo sulle tracce di questo gruppo. Un'indagine particolarmente difficoltosa, anche perché la maggior parte di questi ragazzi non ha telefonino, si sposta senza auto, insomma bisogna fare i conti con comportamenti non convenzionali, e anche molto sospettosi." (4)
Ed invece:
"Non hanno mai usato troppe precauzioni i giovani del Cor. Mentre i brigatisti parlavano soltanto con i cellulari di organizzazione e buttavano via le schede prepagate per non farsi scoprire, loro si chiamavano dai telefoni di casa. Sin troppo sicuri, forse convinti che alla fine non sono queste le cose che contano" (10)
Pericolo pubblico, ovvero come arrestare e offendere senza conoscere
William Frediani, 28 anni, lo studente pisano di lettere - un «pericolo pubblico» lo ha definito ieri un investigatore - ritenuto la 'mente' delle Cellule di offensiva rivoluzionaria finito venerdì pomeriggio dietro le sbarre … (2)
"E' un pericolo pubblico - ha detto di Frediani il maggiore Robazza - lui è il responsabile degli attentati incendiari all'auto di Marco Meucci e all'abitazione di Maria Giovanna Fusco…" (3)
L'obbiettivo sventato
"Le Cor avevano già individuato il prossimo obiettivo: il dottor Luciano Bassi, medico legale di Pisa che fu incaricato delle perizie sulla morte di Marcello Lonzi, avvenuta nel 2003 quando era detenuto a Livorno. Nei suoi confronti, ritiene il gip, il gruppo stava svolgendo un'attività 'istruttoria' preliminare a un atto dimostrativo: ' Si può ritenere che l'attività minatoria del gruppo nei confronti del dottor Bassi - spiega il gip Leonardo Degl'Innocenti nell'ordinanza di custodia … - nel momento in cui avessero superato la fase preparatoria, come tale non punibile, fosse finalizzata al compimento di atti di danneggiamento'. Sui muri dell'istituto di medicina legale, ripercorre il gip, sono apparse diverse scritte contro il dottor Bassi e sulla morte del detenuto il 5 e il 9 luglio scorso, al circolo Il Silvestre di Pisa si sono tenute diverse riunioni, sfociate poi nella manifestazione, il 10 luglio scorso, davanti al carcere di Livorno. Nel corso di un'attività di pedinamento è poi emerso che il 14 luglio il Frediani e il Gioia si erano recati con il motorino ad Antignano, luogo di residenza del dottor Bassi. Così come il 22 luglio scorso il Frediani si era recato presso l'istituto di medicina legale di Pisa e aveva preso le targhe delle auto parcheggiate intrattenendosi per oltre due ore sul posto. E nel corso di un pedinamento è stata sequestrata della documentazione buttata via dal Frediani dove c'era un volantino a firma 'anarchici e anarchiche di via del Cuore', in cui era leggibile parte dell'indirizzo del dottore". (7)
La fuga di Gioia
"Francesco Gioia è fuggito dagli arresti domiciliari… Si è scatenata la caccia all'uomo di carabinieri della compagnia di Cecina, reparto operativo dell'arma di Pisa, Digos e squadra mobile pisana…. posti di blocco sono stati organizzati in tutte le strade intorno a Rosignano, un elicottero dei carabinieri si è alzato in volo sorvolando al costa tra Pisa e Rosignano, poliziotti sono stati sguinzagliati nel centro di Pisa e nei dintorni. La foto di Francesco Gioia è sul cruscotto di tutte le auto pattuglie delle forze dell'ordine. Una caccia che al momento non ha dato i suoi frutti…. La tesi più accreditata è che sia scappato a piedi. Motorino e auto sono al loro posto. E non avrebbe neanche preso i soldi. La prima possibilità è la fuga in treno. La stazione non è lontana…. Ma Gioua avrebbe dovuto passare vicino alla caserma dei carabinieri… Un rischio alto. In secondo luogo, Gioia potrebbe essere salito su un autobus verso Rosignano o verso il mare. Da lì cambiare destinazione di cui non si esclude la stessa Pisa. E' forse la via di fuga più attendibile. Ma Francesco Gioia potrebbe anche essere risalito verso la variante" (15)
"E' scappato perché era terrorizzato, perché temeva che le accuse contro di lui sfociassero in una condanna…. Secondo la famiglia … questi sono i motivi che avrebbero spinto alla fuga … Francesco Gioia. Anche se lui, davanti alla magistratura e alla propria famiglia, 'ha sempre dichiarato la sua innocenza e quella dei suoi amici'" (15)
"Francesco aveva paura di finire in carcere. E' stato abbastanza tranquillo finché sabato non ha saputo che William Frediani era stato portato in prigione - spiega il nonno … - e siccome Francesco sosteneva che William non aveva fatto nulla di male, si deve essere convinto che rischiava anche lui di finire in prigione" (19)
"Cor, forse già in Francia il militante evaso"
"Potrebbe già essere oltre il confine, forse in Francia, Francesco Gioia, il giovane di 25 anni, arrestato il 30 luglio nell'ambito dell'inchiesta sulle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria. (9)
Francesco Gioia scrive dalla latitanza (25)
Sentenza del Tribunale del Riesame di Firenze: carcere da subito.
Il tribunale del riesame ha dato ragione al pm Antonio di Bugno che aveva presentato appello contro la decisione del gip sugli arresti domiciliari agli ultimi due presunti esponenti delle Cor finiti in carcere, William Frediani … e Francesco Gioia … [Ndr. Si ricorda che Francesco Gioia invece di finire ingiustamente in carcere preferì la fuga]. Intanto la città continua ad essere tappezzata di scritte contro la procura, vergate nottetempo con vernice nera e firmate con sigle anarchiche." (24)
Sentenza di Firenze (Moroni/Maresca/Rocchi), ovvero ciò che è immaginabile e futuro diventa reale e presente.
"..in primo luogo l'evasione dagli arresti domiciliari da parte del Gioia e la sua attuale irreperibilità dimostrano che il giudizio sulla sua personalità e pericolosità era stato troppo benevolo, non solo in relazione alla mancata prefigurazione del pericolo di fuga, ma anche alle ulteriori esigenze cautelari di cui all'art. 274 cpp (dovendosi dare atto che attualmente è ignota l'attività dell'indagato, se cioè egli si sia limitato a nascondersi o si sia attivato per proseguire nell'attività delittuosa o per incidere sulle indagini in corso); in secondo luogo, quanto al Frdiani, la nuova ordinanza, questa volta applicativa della misura più grave della custodia in carcere, relativa ad un ulteriore episodio di danneggiamento e alle conseguenti rivendicazioni, mostra ancor più chiaramente la pericolosità del soggetto, dedito stabilmente [Ndr: è accusato di due soli fatti] ad azioni di questo tipo e, soprattutto, sorretto da convinzioni ideologiche ben più pericolose ed estreme di quelle fino a questo momento espresse dalle COR, [Ndr: si ricorda che Frediani era stato dipinto sui giornali come il capo delle COR e quindi come estensore dei documenti. Evidentemente per Firenze quando scriveva i documenti si moderava. Oppure non è le COR] convinzioni che mostrano l'adesione convinta alla lotta violenta [Ndr: Da quale documento che si è dimostrato scritto da Frediani si deduce questo?] di classe di radice comunista che - si potrebbe dire: inevitabilmente - prevale sull'ispirazione anarchica [Ndr: mah!]; infine ulteriore elemento davvero preoccupante è la scoperta [Ndr: Scoperta? Bastava chiederlo] che sia il Gioia che il Frediani erano iscritti e frequentavano regolarmente [Ndr. come centinaia di altre persone] il Tiro a Segno Nazionale di Pisa , esercitandosi frequentemente con pistole di calibro 22: fatto di per sé del tutto lecito, ma che suscita notevolissime preoccupazioni in ordine alla possibilità che i due indagati, immersi in ideologie farneticanti e via via sempre più sganciati dalla realtà, [Ndr: Da dove ricavano questo? Hanno sentito il PM?] potessero trasformare l'hobby della pistola in modalità operativa.
D'altro canto la debolezza argomentativi dell'ordinanza del GIP appellata dal PM emergeva giùà anche prescindendo dalle sopravvenienze ora evidenziate, proprio in relazione alla capacità del Frediani e del Gioia di progettare ed eseguire le azioni di danneggiamento e le successive rivendicazione. Se ciò vale già con riguardo all'attentato ai danni del Meucci Marco oggetto dell'imputazione di cui al capo B, fatto davvero grave e ampiamente dimostra [Ndr: Dunque, nemmeno loro hanno letto gli atti! O si riferiscono a quella incomprensibile intercettazione ambientale?] ancor di più vale [Ndr qui inizia il processo alle intenzioni] con riguardo all'attività preparatoria svolta nei confronti del dr. Luciano Bassi.
Per quanto concerne quest'ultimo episodio non è davvero condivisibile la convinzione del GIP secondo cui "le considerazioni che precedono consentono di ritenere che l'attività minatoria sopra descritta effettuata nei confronti del dr. Bassi Luciano fosse .. finalizzata al compimento di atti di danneggiamento": il fatto che in precedenza, solo atti di danneggiamento fossero stati eseguiti non permetteva di giungere ad una previsione così ottimista, escludendo l'eventualità che il Bassi potesse essere colpito in un momento in. cui si tentava un'escalation delle azioni; il pericolo di un'azione contro la persona del Bassi (e non solo contro le sue proprietà) derivava anche dai motivi che lo avevano posto all'attenzione degli indagati, vale a dire la sua presunta "responsabilità" in relazione alla morte di un soggetto in carcere avvenuta poco tempo prima: come poter escludere che un'evento tragico come la morte di Lonzi Marcello inducesse gli indagati a vendicare la sua memoria con un'azione violenta sulla persona?
In definitiva la misura richiesta dal P.M. nei confronti del Frediani e del Gioia era sicuramente adeguata alla loro operatività in momenti recenti, ai loro stretti legami, alla violenza delle rivendicazioni e, inoltre, allo stato delle indagini ancora in corso che facevano temere inquinamenti probatori."
In definitiva non è stato vagliato un solo indizio. Il giudizio del Tribunale di Firenze è unidirezionale, secondo una linea già tracciata. Si analizzano fatti nuovi (uno lecito e uno immaginato) per comminare una carcerazione preventiva.
Melius abundare quam deficere: Dopo 3 mesi di carcere preventivo, altri 45 giorni
Frediani resta in carcere altri 45 giorni (26)
Ancora sulla repressione a Pisa
Motivi della proroga della custodia cautelare (N. 2505/04):
"Non occorrono particolari parole [Ndr sic!] per evidenziare l'estrema gravità delle esigenze cautelari che militano nei confronti del Frediani, quali illustrate nel provvedimento coercitivo adottato a suo carico da questo Ufficio il 6 agosto 2004 [Ndr: incendio al portone Fusco e rivendicazione: ossia motorino tiepido e visita al Centro Maccarrone], che deve qui intendersi integralmente richiamato , e quali anche indirettamente condivise dal Tribunale della Libertà di Firenze nel provvedimento che riformava in pejus, sulla base della ritenuta estrema pericolosità dell'indagato, la misura degli arresti domiciliari applicata allo stesso Frediani nell'ambito di altro procedimento.
basterà solo ricordare che l'attuale indagato rappresenta uno degli elementi di spicco, se non addirittura il principale ispiratore ideologico dell'associazione sovversiva [Ndr: Errore? L'associazione è "pacificamente" delinquenziale] denominata Cellule di Offensiva Rivoluzionaria resasi responsabile di un elevato numero di attentati incendiari, e altri minori reati, commessi a Pisa e a Roma nell'arco di quasi un anno.
Può aggiungersi che milita 4 carico del Frediani anche l'esigenza di impedirne la fuga. prospettiva quest'ultima resa estremamente concreta dai notori appoggi anche internazionali di cui usufruiscono gli aderenti al movimento anarchico, dei quali si è del resto avvalso anche il di lui complice Gioia Francesco, evaso dagli arresti domiciliari e da allora resosi latitante.
Quanto alla pendenza di accertamenti istruttori particolarmente complessi, questo Giudice non può che fare richiamo alle considerazioni che lo hanno indotto a prorogare, con provvedimento in data 7.9.2004, la custodia cautelare degli indagati Galante, Laudi, Somma e Ragusa (anch'essi militanti delle C.O.R.), vale a dire- alle numerose indagini (dattiloscopiche, genetiche, informatiche concernenti ben 486 corpi di reato tempestivamente disposte già da luglio / agosto dal P.M.,
alcune delle quali concernenti direttamente la posizione dell'odierno indagato, come le indagini sul materiale informatico trovato in sua disponibilità volte a ricercare riscontri alla tesi accusatoria che lo vuole materiale estensore del messaggio e-mail oggetto dell'odierno provvedimento cautelare.
E' appena il caso di notare che la sufficienza a fini cautelari degli indizi di accusa raccolti a carico dell'indagato non esclude la rilevanza di ulteriori acquisizioni probatorie nei suoi confronti.
E ancora, che sussiste l'esigenza di accertare, mediante le complesse investigazioni di cui si è fatto cenno, se nel reato di propaganda sovversiva oggetto dell'attuale procedimento abbiano concorso col Frediani altri militanti delle C.O.R., la cui individuazione finirebbe ovviamente per riversarsi sulla posizione probatoria di questi (arg. da Cass. 22.2.1996 n° 5640 nonché da Cass. Sez. Un. l1.9.2001 n° 33541)".
E dopo tanto parlare, senza novità alcuna, la procura scredita le sue affermazioni
Il PM mi sono confuso:
Cor, associazione sovversiva, ma solo per tre (23)
Le reazioni politiche
La soddisfazione del Sindaco di Pisa
"Avevo chiesto a nome dell'intera città una svolta nelle indagini. Lo stillicidio degli attentati e il rituale delle rivendicazioni erano diventate uno spettacolo indegno per Pisa. Restiamo in attesa degli sviluppi dell'inchiesta perché la posizione di ciascuno sia chiarita. Ma spero proprio che si sia chiusa una vicenda che ha avvelenato per un lunghissimo anno la vita della nostra comunità" (5)
"Il sindaco Fontanelli intanto ha espresso soddisfazione per il lavoro della Procura 'che si è mossa nella giusta direzione'" (16)
"Pieno appoggio e ringraziamento per l'azione svolta dalla procura e dalle forze dell'ordine è espresso dal sindaco, Paolo Fontanelli, che a più riprese, in questi mesi, durante lo stillicidio degli at tentati firmati dalle Cor, aveva sollecitato gli investigatori e chiesto il massimo impegno per arrivare a risultati concreti e chiudere i conti con un fenomeno che «avvelena la vita democratica e alimenta paure e inquietudini e che è semplicemente indegno per una città come Pisa». Il sindaco plaude ai risultati raggiunti e concorda con la procura, la quale contesta a tutti e tre gli arrestati la partecipazione all'associazione a delinquere Cor e a due di loro - Gioia e Frediani - anche il reato di fabbricazione, detenzione e porto di ordigni esplosivi." (5).
Altre forze politiche
Forza Italia: "Adesso tutta la città spera che l'incubo sia finito". "'Speriamo che l'incubo sia finito. Certo, ci si poteva muovere più in fretta ed evitare che le COR mettessero a segno così tanti attentati' dice il consigliere comunale di Forza Italia Mariano Tramontana: 'Carcere o arresti domiciliari? La procura sa evidentemente quello che fa'" (5)
"Larga soddisfazione fra le forze politiche di centrodestra dopo gli arresti… 'Ci congratuliamo con le forze dell'ordine e la magistratura - ha affermato il consigliere regionale di alleanza nazionale Achille Totaro - per l'arresto compiuto nei confronti delle Cor…' Totaro ora si augura che 'il tribunale del riesame di Firenze accetti la proposta della procura della repubblica di pisa di trasformare gli arresti domiciliari in detenzione in carcere. Questi delinquenti hanno usato la violenza per intimidire chi non la pensa come loro e rischiavano di commettere attentati che avrebbero potuto mettere a repentaglio la vita di uomini e militanti di An in Toscana…' Concorda il capogruppo del partito di Fini a Palazzo Panciatichi, Maurizio Bianconi: 'Siamo soddisfatti che l'opera di investigazione abbia dato questo esito. A questo punto l'efficienza delle forze dell'ordine speriamo serva a scoraggiare questi mascalzoni. E' noto che se c'è la certezza dell'impunità i fenomeni criminosi dilagano, se invece questa certezza diminuisce e viene infranta, se farla franza è sempre più raro, allora può servire da deterrente'. Anche Lorenzo Zirri, capogruppo di Forza Italia in regione si è congratulato con le forze dell'ordine… 'plaudiamo all'operazione che è stata portata avanti, le indagini sono state importanti, adesso speriamo che si restituisca serenità al confronto pilitico… '. Zirri invita poi a non dare giudizi affrettati: 'Siamo garantisti fino in fondo, riponiamo piena fiducia nell’operato della magistratura'.." (7)
An, Marco Meucci esprime «soddisfazione per gli arresti compiuti nell'ambito delle indagini sulle Cor. Ci auguriamo che alle indagini e agli arresti seguano conseguenze serie e adeguate alla gravità dei fatti, i quali si inseriscono in una precisa strategia eversiva. Allo stesso modo speriamo che
sulla vicenda venga fatta piena luce individuando i responsabili materiali e morali affinchè gli episodi che ci hanno riguardato come vittime non abbiano a ripetersi». E a chi sottolinea «la presunta passata militanza di uno degli arrestati all'estrema destra» Meucci ricorda che «questi fenomeni di violenza non sono altro che la punta dell'iceberg dell'intolleranza politica contro la
destra a Pisa. E' un atteggiamento che ricorda quello degli anni '70 quando delitti contro gli esponenti della Destra venivano falsamente e forzatamente ascritti a inesistenti faide interne.
Ringraziamo le forze dell'ordine per il lavoro diretto a garantire che a Pisa si creino condizioni di vita democratica normale».
"' Grazie signor giudice di aver restituito la libertà ad un giovane terrorista!'. Sconcerto e rabbia nelle parole di Virgilio Luvisotti, consigliere regionale di Alleanza nazionale, alla notizia della fuga di Francesco Gioia… 'Ci sono precise responsabilità in questa fuga - afferma Luvisotti - e la città pretende delle spiegazioni da parte di chi ha ritenuto non pericoloso questo individuo, rigettando la richiesta di carcerazione del pubblico ministero Antonio Di Bugno e del procuratore capo Enzo Iannelli. Come possiamo continuare ad avere fiducia nella giustizia pisana se il metro di giudizio è questo? E' accettabile che lo straordinario lavoro di investigazione delle Forze dell'ordine, con l'appoggio della magistratura, finisca per essere vanificato da decisioni così deleterie per l'inchiesta in corso? Quello che è accaduto è sconcertante e purtroppo prevedibile e solo un'ennesima prova di efficienza degli inquirenti potrà portare, mi auguro nel più breve tempo possibile, in carcere questo giovane. Una fuga che dovrebbe a questo punto far cambiare idea a chi lo aveva giudicato un soggetto non pericoloso'" (12, 18)
Bibliografia
(1) Tirreno 31 luglio 2004 (Candida Virgone)
(2) Nazione 8 agosto 2004
(3) Il Giornale 8 agosto 2004 (Simona Giuntini)
(4) Tirreno 8 agosto 2004 (Luciano Donzella)
(5) Nazione 1 agosto 2004 (Guglielmo Vezzosi)
(6) La Stampa 31 luglio 2004 (g.ru)
(7) Il Giornale 31 luglio 2004 (Simona Giuntini)
(8) Nazione 3 agosto 2004 (
(9) Il Giornale 10 agosto 2004 (AMoll)
(10) Corriere della Sera 5 agosto 2004 (F. Sar)
(11) Tirreno 7 agosto 2004 (Giovanni Parlato)
(12) Nazione 10 agosto 2004
(13) Nazione 7 agosto 2004 (Guglielmo Vezzosi)
(14) Manifesto 6 agosto 2004 (Alessandro Mantovani)
(15) Tirreno 9 agosto 2004 (Giovanni Parlato e Barbara Antoni)
(16) Tirreno 1 agosto 2004 (Scuglia)
(17) Giornale 7 agosto 2004 (Antonella Mollica)
(18) Tirreno 10 agosto 2004
(19) Nazione 9 agosto 2004 (L.F.)
(20) Tirreno 3 agosto 2004 (Giovanni Parlato)
(21) Nazione 31 luglio 2004 (Guglielmo Vezzosi)
(22) Nazione 6 agosto 2004
(23) Nazione 2 dicembre 2004
(24) Tirreno 3 settembre 2004 (Candida Virgone)
(25) Nazione 3 novembre 2004
(26) Tirreno 16 novembre 2004 (Giovanni Parlato)
Comitato contro la repressione
http://www.autprol.org/