28/09/2004: LA PROPAGANDA E LA GUERRA
La guerra è portatrice di atrocità.
Se queste atrocità ci sembrano troppo allora dobbiamo fermare la guerra.
La guerra è violenza indiscriminata: i bombardamenti ed i raid aerei e terrestri degli eserciti invasori, americano, italiano, inglese, polacco, ecc..,uccidono anche qualche miliziano ma per la maggiore come sempre sono i civili a morire. Ci raccontano di aver trovato un "covo di miliziani fedeli al temibile Al Sadr", o al "terrorista Al Qualcosaltro". Chi ci dice che non sia una montatura come quella delle fantomatiche "armi di distruzione di massa"?
Chi ci dice che quei miliziani non sono civili che hanno deciso di impugnare le armi contro l'aggressione democratica, come i nostri partigiani hanno fatto contro l'aggressione fascista e nazista?
Le aggressioni, le invasioni, che siano naziste o democratiche, parlano un solo linguaggio: BOMBE, SANGUE, CAPITALE.
Se quello che ci mostrano in TV è terribile (e ricordiamo che la spettacolarizzazione della tortura in Iraq è cominciata con le immagini del carcere di Abu Graib, in cui i militari americani, con la complicità di più alte cariche, davano sfoggio di quali aberrazioni porta con sé la guerra), lo è altrettanto ciò che viene nascosto, travisato o che si tenta di far dimenticare.
8 anni di guerra Iraq Iran (necessaria ai nemici occidentali e mediorientali della rivoluzione iraniana) con 300.000 morti irakeni;
bombardamenti USA ONU contro Saddam nel 1991 con centinaia di migliaia di morti;
750.000 morti per la repressione dell'insurrezione irachena, affidata a Saddam Hussein dai suoi nemici del giorno prima, USA e ONU;
sempre grazie a USA e ONU, 1 milione di morti per i 10 anni di embargo "contro il dittatore";
Ed ora ancora invasione delle truppe della coalizione...
A fronte di questo genocidio, che inevitabilmente riporta a quello palestinese, tutto il resto ci appare sfuocato.
E invece si tenta di occultare questo genocidio sbattendoci in faccia certe particolari atrocità che ci toccano da vicino e ci rendono ancora più difficile districarsi tra la miriade di voci e di smentite, di deliri e di certezze su chi e perché. Il sequestro e Ia minaccia della decapitazione delle due ragazze italiane che lavorano per "Un ponte per Baghdad" sono incomprensibili.
Lo sono anche per una parte di quella stessa popolazione che è scesa in piazza per chiederne la liberazione e a cui i nostri governi infliggono oppressione e morte.
La propaganda dei soldati/portatori di pace è stata invece sbugiardata dagli attentati contro i convogli militari, le ambasciate ed i quartier generali degli occupanti e contro la polizia irachena; i sabotaggi degli oleodotti, le raffinerie ed i trasporti commerciali; gli scioperi generalizzati. Tutto ciò rivela la coscienza della guerriglia irachena della natura dell'occupazione.
Questi insorti meritano tutta la nostra solidarietà. Quella che si combatte in Iraq, è lotta di liberazione nazionale daglí eserciti invasori ma ci scalda e ci anima perché è lotta di classe contro l'oppressore, sia questo iracheno, americano o italiano.
SOLIDARIETA'AL POPOLO IRACHENO IN LOTTA!
VIA LE TRUPPE DALL'IRAQ!
ALCUNI INTERNAZIONALISTI
http://www.autprol.org/