27/08/2004: BASTA UNA SCINTILLA A INCENDIARE UNA PIAZZA NON BASTA UN PROCESSO A SPEGNERE LA LOTTA


Sabato 5 giugno una scintilla ha incendiato piazza delle erbe e molti ragazzi sono insorti contro lo squadrismo delle forze dell’ ordine, che con cariche tanto violente quanto premeditate hanno tentato di disperdere un presidio contro la repressione elettorale.
Un presidio organizzato per ricordare ai nostri politicanti che mentre loro facevano le vittime e parlavano di terrorismo per due vetri rotti, da oltre un anno in Iraq, con il pieno appoggio dello Stato italiano, si sta consumando il massacro di migliaia di innocenti. Le menzogne dei giornali locali e in maniera particolare de IL MATTINO di Padova, che è arrivato al punto di censurare articoli ai propri giornalisti ritenendoli troppo “di parte”, hanno dipinto i compagni del gramigna come i soliti facinorosi, giustificando i pestaggi della polizia come legittima risposta a quella che avrebbe potuto essere una manifestazione pericolosa.
Dunque perfettamente in linea con la dottrina Bush della guerra preventiva, anche la violenza dello Stato, contro ogni forma di resistenza popolare, è diventata preventiva.
Se da una parte la lotta al “terrorismo” è diventata sinonimo di repressione di ogni forma di opposizione e diversità culturale ( in particolar modo verso gli arabi), dall’ altra la legittimità concessa a partiti come Forza Nuova è sinonimo di aggresssioni e accoltellamenti di compagni o semplici simpatizzanti della sinistra.
Con la repressione e i processi lo Stato e suoi servi pensano di mettere la parola fine alle tensioni sociali che si sono manifestate con forza durante l’ultima campagna elettorale, così come con il rincoglionimento mediatico e televisivo pensano di prevenire la ribellione dei proletari ad una vita segnata dalla precarità.
Ma si sbagliano! Gli autoferrotranvieri e gli operai di Melfi, rafforzando l’autonomia della classe lavoratrice dal controllo delle istituzioni e del sindacato, hanno segnato la strada da seguire per cambiare i rapporti di forza.
La resistenza dei popoli alla guerra imperialista e allo strapotere delle multinazionali, le rivolte nelle carceri di mezzo mondo( 4000 palestinesi sono in sciopero della fame ) per chiedere condizioni di vita umane, sembrano voler ricordare ai padroni del mondo che LA SICUREZZA O E’ PER TUTTI O NON E’ PER NESSUNO.

Il 23 settembre inizieranno i processi contro i compagni che hanno costruito o sostenuto il presidio del 5 giugno in piazza delle erbe,
facciamo appello a tutti quelli che fanno dell’antifascismo uno stile di vita, per creare un ampio fronte di solidarietà con tutti gli imputati.

RESISTERE NON E’ CRIMINE MA UNA NECESSITA’
I SERVI DEL DENARO SONO I VERI TERRORISTI !!


CPO GRAMIGNA via retrone Pd


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