24/08/2004: Germania: proteste, in 100.000 contro governo


BERLINO - 23 Agosto 2004 -- Un nuovo lunedì di proteste contro il governo rosso-verde: anche oggi, come ogni lunedì da settimane, decine di migliaia di persone sono scese in piazza in tutta la Germania per contestare la riforma del mercato del lavoro del governo del cancelliere Gerhard Schroeder.
Partita in origine all'est, in particolare da Lipsia dove 15 anni fa presero le mosse le dimostrazioni che portarono in breve alla fine del regime Ddr e al crollo del Muro di Berlino, la protesta si è presto allargata a tutta la Germania: oggi 140 città hanno annunciato cortei in tutto il paese.
Da lunedì in lunedì il numero dei partecianti è sempre cresciuto: lo scorso sono stati centomila e per oggi ne erano attesi molti di più. A Berlino cortei di dimostranti, promossi da sindacati, postcomunisti e l'organizzazione no global Attac, si sono dati appuntamento stasera fin sotto la sede dei verdi e della Spd, i due partiti della maggioranza di governo a Berlino.
Le proteste sono dirette contro il pacchetto di riforme sociali del cancelliere Schroeder denominato 'Agenda 2010', in particolare quelle relative al mercato del lavoro, dette Hartz IV (dal top manager che le ha messe a punto della Volkswagen, Peter Hartz), che prevedono in sostanza la fusione dei sussidi disoccupazione e sociali con conseguenti tagli negli assegni e sgravi per lo stato.
Della protesta a est, dove la disoccupazione è quasi doppia rispetto a quella nazionale, circa il 17% contro il 10%, profitta maggiormente il partito erede di quello comunista della ex Ddr, la Pds, accreditata negli ultimi sondaggi al 7% in caso di elezioni federali.
Nelle prossime settimane sono previsti una serie di appuntamenti elettorali in Germania, e lo scontento per le leggi Hartz peserà sicuramente sul voto, soprattutto a est: il 5 settembre le regionali nella Saar (a ovest), il 19 in Sassonia e Brandeburgo (est) e il 29 le comunali nel Nord-Reno-Vestfalia, il Land occidentale più popoloso della Germania e tradizionale roccaforte Spd, dove il partito teme ora il peggio.
L'adesione nel pomeriggio (le dimostrazioni vanno avanti anche stasera) era alta: solo nella piccola Gera (in Turingia, a est), secondo prime stime, 3mila persone sono sfilate per il centro. Altre 1200 si sono radunate a Schwerin, altre 2500 a Zwickau, 1000 a Plauen. Proteste ci sono state anche nel capoluogo della Sassonia, Dresda, ma anche a ovest, ad esempio a Bochum. Ovunque, massiccia la mobilitazione.
La protesta contro le riforme Hartz ha indotto anche il leader Spd Franz Muentefering ad annunciare oggi sulla Bild che il partito non userà più l'espressione Hartz perchè associata a troppi equivoci: «dobbiamo far capire alla gente che si tratta invece di combattere la disoccupazione cronica, questo è il messaggio». Per controbilanciare l'effetto psicologico negativo di Hartz, e preoccupato di una penalizzazione alle elezioni, Muentefering ha anche proposto l'introduzione di un salario minimo per i lavoratori.
Probabilmente nessuna delle due proposte, passate le elezioni, diventerà realtà: il portavoce governativo Bela Anda ha già precisato oggi che il governo continuerà a usare il concetto Hartz a dispetto della fama. Uno studio dell'ufficio di statistica e di sociologi reso noto oggi a Berlino, il 'Datenreport 2004', evidenzia peraltro un grande divario ancora, nel 14/o anno dell'unificazione, fra tedeschi dell'est e dell'ovest. Un tedesco dell'est su due non considera la democrazia la migliore forma di stato e per il 76% il socialismo è un'idea buona che è stata realizzata male.
A ovest invece l'80% accetta il sistema democratico della Bundesrepublik. L'unificazione, annotava oggi la Sueddeutsche Zeitung, è sempre una storia di successo ma i tedeschi non sono ancora unificati e il lavoro da fare è ancora tanto.





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