26/06/2004: PERCHE' CACCIARE I COMUNISTI DAI COBAS?


All'ospedale Spallanzani di Roma si è verificato un fatto allarmante per il movimento sindacale di base e per tutto il movimento antagonista e antimperialista in generale: tre lavoratrici e un lavoratore, avanguardie riconosciute della lotta contro la privatizzazione e la militarizzazione dell'ospedale, sono state/i espulsi (contro i dettami dello stesso statuto Cobas) per mano dell'"esecutivo" nazionale della Confederazione Cobas! Motivo? Incompatibili (sic) perché comunisti appartenenti al FP-rpc e ai CARC!
Nulla di personale, è stato riferito, ma improvvisamente il sindacato "di base" Cobas si scopre "incompatibile" con il comunismo e comportandosi da "partito" (non comunista!) ritiene inaccettabile tenere tra le proprie fila quattro comuniste/i che, fuori dal sindacato, lavorano alla ricostruzione del partito comunista.
Per l'"esecutivo" Cobas si può essere militanti del prc, dei ds, dei verdi ma non del FP-rpc o dei CARC per non essere espulsi dal sindacato Cobas!
Forse questa sporca operazione dell'esecutivo nazionale Cobas non sorprenderà molti, ma è in ogni modo necessario rifletterci sopra, giacché tra le fila dei sindacati di base e alternativi come nella base dei sindacati di regime, vi sono migliaia di lavoratori e decine di avanguardie di lotta che credono realmente nella possibilità di un cambiamento dello stato di cose esistenti, e che sicuramente non si sentono rappresentati da "dirigenti" che anziché difendere i loro reali interessi di classe si vendono, si accordano e raggiungono compromessi con una controparte fatta di affaristi, sfruttatori e guerrafondai.
Il Cobas, quindi, è un sindacato di base o un'organizzazione politica?
Dato che quando si chiede la trattenuta in busta paga ai lavoratori si presenta come sindacato di base, come tale dovrebbe comportarsi, se non si vogliono prendere in giro i lavoratori stessi, anche se poi "esecutivi" nazionali utilizzano le deleghe sindacali per operare da organizzazione politica ed epurare militanti comunisti. Infatti, c'è da porsi una domanda: anche se i "vertici" del sindacato "di base" Cobas sono contro il partito e contro il comunismo cosa c'entra questo con l'attività sindacale che un sindacato "di base" dovrebbe svolgere nei posti di lavoro e che, nel caso in questione, i militanti espulsi hanno svolto, instancabilmente, per anni? Evidentemente c'entra parecchio se anche l'"antagonista" esecutivo nazionale dei Cobas, accusando i quattro lavoratori dello Spallanzani di vari reati "politici" (in sostanza di identità e appartenenza politica), sono arrivati ad epurare i comunisti dal sindacato, sulla scorta, e peggio anche, dei loro colleghi della CGIL e del Sin Cobas!
Ma ancora, ci si domanda, le quattro avanguardie di lotta espulse dai Cobas, erano o no effettivamente rappresentative sia del Cobas Spallanzani, sia della lotta che da anni è instancabilmente sostenuta in ospedale? Si! Erano e sono rappresentativi non solo del Cobas Spallanzani, eletti con i voti dei lavoratori iscritti o meno al Cobas, ma erano e sono riconosciuti, sia da tutti i lavoratori dell'ospedale, sia dagli stessi nemici (direzione, sindacalisti corrotti e opportunisti vari), come i più determinati nella resistenza e nella lotta per la difesa del Sistema Sanitario Pubblico! Questo riconoscimento, non formale, è dato dalla grande solidarietà, oltre che partecipazione alle lotte, ricevuta sistematicamente dai lavoratori dentro e fuori l'ospedale, e dai più meschini e sporchi attacchi portati a queste avanguardie dalla direzione, dai sindacalisti corrotti e da qualche opportunista vario.
Le lotte di anni, che hanno visto protagonisti i lavoratori comunisti oggi espulsi dai Cobas, sono state lotte che hanno messo al centro gli interessi delle masse popolari e che per questo hanno dato molto fastidio a tutti i potentati, di destra o di "sinistra", che invece avevano il ben pagato compito di abbattere le conquiste storiche del Servizio Sanitario Pubblico. Era consuetudine vedere questi potentati appoggiati dai soliti sindacalisti di regime e da qualche altro servo dei servi. Oggi, con non troppo stupore, accade che a tali signori si accodano gli "antagonisti" dell'esecutivo nazionale Cobas, rispondendo, evidentemente, non certo alle esigenze e alle richieste dei lavoratori dell'ospedale, ma a quelle del commissario straordinario Perrone Donnorso e/o a quelle provenienti dall'"alto" di alcuni centri di potere, per il controllo sociale, vista la coincidenza di espulsioni di comunisti e di avanguardie di lotta dai sindacati (sia di "regime" sia "alternativi").
Tralasciando, per ora, le denigrazioni contenute nel "comunicato" della Confederazione Cobas sanità diffuso via internet e non inviato al Cobas Spallanzani, è bene invece affrontare le falsità sfacciatamente contenute nello stesso. Non solo il Cobas Spallanzani con i suoi quattro militanti espulsi, non ha mai strumentalizzato politicamente la sigla Cobas né ha mai voluto né potuto utilizzare strutture e strumenti del Cobas nazionale, ma in tutti questi anni ed in particolare nel corso di tutta la lotta contro la chiusura della Pediatria di malattie infettive, contro la militarizzazione/privatizzazione dello Spallanzani, il sindacato Cobas Spallanzani non ha ricevuto nessun supporto dall'"esecutivo" nazionale Cobas sanità né dalla Confederazione Cobas tutta (anche se qualcuno con la lotta dello Spallanzani, ci si è fatto bello).
Non è stato fornito da questi signori nessun supporto, né "politico-sindacale", né semplicemente sindacale, né economico come del resto non è stato fornito MAI nessun sostegno morale o pratico nelle numerosissime iniziative di lotta interne o esterne all'ospedale; invece si sentiva provenire dall'ambito dell'"esecutivo" nazionale Cobas soltanto borbottii di fastidio e qualche lamentela sulla "eccessiva combattività " (sic) del Cobas Spallanzani!
In quanto a "scorrettezze", poi, basti segnalare quanto accaduto il 15 dicembre 2003 (appena due mesi prima della decisione di espulsione comunicata poi solo oggi, fine maggio) quando il vertice della federazione Cobas sanità si incontrava bellamente con l'amministrazione al completo dello Spallanzani (Donnorso, Squarciane, Ippolito, Noto, Bussone e forse il vice commissario straordinario tal colonnello dei carabinieri Maiella "responsabile" delle relazioni sindacali), questo mentre le lavoratrici e i lavoratori con i propri rappresentanti erano nel pieno della lotta contro l'amministrazione Donnorso (al soldo della coppia Berlusconi/Bush), vergognosamente e apertamente appoggiata dalla Cgil e dalle RdB interne, ed erano sottoposti ad ogni tipo di attacco e vessazione anche con la miriade di procedimenti disciplinari (Melfi docet), con l'annullamento fascista di ogni tipo di agibilità sindacale (assemblee, trattative, informazione, aula sindacale ed altri diritti).
A questo incontro l'"antagonista" vertice Cobas sanità ci si recava senza preventivamente interpellare i lavoratori del Cobas Spallanzani né i legittimi rappresentanti e senza successivamente informarli dei contenuti dell'incontro stesso, venne riferito soltanto che in seguito sarebbe stato fornito il verbale redatto dalla segreteria dell'amministrazione, a tutt'oggi di quel verbale non c'è traccia ma esiste, invece, la lettera ufficiale di espulsione delle quattro avanguardie a firma dell'esecutivo nazionale Cobas sanità ed inviata formalmente al fascistoide "direttore generale" Donnorso. Niente male come sindacato di base che agogna ad un mondo di "liberi e uguali"!
Niente, forse, di cui stupirsi, se la "strumentalizzazione" di cui accusano il Cobas Spallanzani è l'adesione e la partecipazione all'Assemblea nazionale contro la repressione del settembre 2003 a Napoli, che vide la partecipazione di organismi politici ma anche sindacali di varie città d'Italia. Troppa politica, meglio incontrarsi con i distruttori del servizio sanitario pubblico. che coerenza, signori.
Queste sommariamente e sostanzialmente le "gravi" responsabilità che sono addebitate alle quattro avanguardie comuniste dall'esecutivo nazionale Cobas. Niente male! Peggio dei vertici del sindacato di regime CGIL!
Se a qualcuno potrà sembrare ancora incredibile questa storia, farà bene a riflettere sulla verità di tale vergognosa operazione, probabilmente la verità è proprio nella politica, nella politica che (una parte) dei vertici dei Cobas hanno sposato per essere "liberi ed uguali" dentro le compatibilità del sistema capitalista, "incompatibili" con i comunisti e con la storia del movimento operaio e delle sue conquiste, compatibili con i massacratori dei diritti delle masse popolari, con coloro che perseguitano le avanguardie di lotta. Per i lavoratori più avanzati è ormai scontato che per conquistare una società diversa, anche un'utopistica società di "liberi ed uguali" è necessario abbattere la società divisa in classi, il capitalismo. Sostenere concezioni di "indifferenza" dello scontro di classe è smascherarsi dell'opportunismo, dell'interclassismo e del tradimento degli interessi dei lavoratori che guida certi "esecutivi" sindacali:
Il padrone uguale all'operaio!?
L'oppressore uguale all'oppresso!?
L'occupante uguale all'occupato!?
Neanche più il papa propugna una concezione tanto "idealista" ed indifferente!
Continua ad aver ragione Antonio Gramsci che odiava gli indifferenti e invitava a prender parte, ad essere "partigiani"!
In ultimo, infine, ci si domanda: tale epurazione rafforza o indebolisce (unica nel panorama romano e laziale) l'importante lotta per la difesa del Sistema sanitario pubblico per la difesa degli interessi dei malati, anche bambini, contro la militarizzazione e la speculazione?
Indubbiamente aiuta gli interessi degli speculatori e dei guerrafondai, al di là di ogni diversa opinione politica sul comunismo o sui "liberi ed uguali". Chi si presta allo sporco gioco dei padroni e dei potenti deve pagarne il prezzo: le lavoratrici e i lavoratori dello Spallanzani esprimono tutto lo sdegno verso coloro che travestiti da "compagni", sostengono con il loro operato antidemocratico le politiche di attacco e repressione degli interessi di tutti i lavoratori, questi sì non liberi ma uguali nel dover subire questo bel sistema sociale. Ma come sempre è successo in questi anni, i lavoratori con le loro avanguardie, risponderanno con ancora maggior forza e determinazione, giacché gli interessi dei lavoratori possono esser difesi solo dagli stessi lavoratori organizzati.

LA PAROLA AI LAVORATORI!
LE DECISIONI LE PRENDANO I LAVORATORI!

Lavoratrici e lavoratori dell'(ex) Cobas Spallanzani
Roma, giugno 2004

http://www.autprol.org/