16/06/2004: Il diritto alla casa è per tutti. Contro la violenza razzista nessun passo indietro
La notte del 31 maggio, verso le ore 3, la polizia ha fatto irruzione in un appartamento in via Falterona, (zona S.Siro) occupato, meno di un’ora prima, da una famiglia rom composta da madre, padre e tre piccoli. Le forze dell’ordine hanno immediatamente prelevato i tre minori facenti parte della famiglia; uno di loro ha dieci mesi ed è ancora in fase di allattamento.
Di fronte all'opposizione dei genitori è scattata la violenza dei poliziotti. Il padre è stato percosso più volte, ma è stata la madre a subire i danni più gravi: il referto dell’ospedale Sacco parla di una gamba fratturata e di ferite allo zigomo.
I bambini invece sono stati presi in custodia dal Tribunale dei Minori e spostati in una qualche comunità, luogo tuttora sconosciuto.
Come al solito la notizia si commenta da sé; siamo di fronte all’ennesimo episodio di violenza razzista, contro le famiglie rom residenti a Milano; violenza che ha subito una ulteriore accelerazione dopo lo sgombero di via Adda, con ulteriori sgomberi e deportazioni (Barzaghi, Affori, Capo Rizzato). Si tratta evidentemente di una campagna che da una parte cerca di criminalizzare la popolazione zingara e dall’altra di ghettizzarla definitivamente in qualche nuovo lager, quale ad esempio quello costruito appositamente in via Barzaghi, per internare i reduci dello sgombero di via Adda.
Nello stesso senso vanno le dichiarazioni del Prefetto Ferrante che, dopo aver permesso un intervento militare senza precedenti contro gli occupanti di via Adda, vorrebbe istituire un affitto per quelle famiglie rom dichiarate regolari, costrette a vivere in un qualche campo nomadi, con il controllo permanente delle forze dell’ordine. Ecco la loro integrazione: imprigionati perché rom in cerca di una casa in cui vivere!
Chi non ci sta deve essere brutalmente represso.
E’ evidente che tutte le azioni delle istituzioni vanno nella direzione di ripulire la città dai settori sociali più scomodi e incontrollabili, per esempio quelli inutili ai fini elettoralistici, ma pericolosi perché cominciano a contrapporsi attivamente a chi ne vuole cancellare la storia e la cultura e, allo stesso tempo, lo fanno in nome di un diritto che non appartiene solo a loro come il diritto alla casa.
E’ questa la logica che ha prodotto lo sgombero di via Adda e la violenza della notte del 31 maggio contro Nadia e i suoi figli.
E’ contro questa logica che reclamiamo a gran voce giustizia e quindi la restituzione immediata dei 3 bambini sottratti con la forza dalle braccia della madre.
Su una battaglia del genere dovrebbe schierarsi tutta la Milano lavoratrice e democratica, non solo perché è giusto ma anche perché vincerla sarebbe un passo avanti per tutti quelli che lottano contro Berlusconi e il suo governo.
E’ a quella parte di città che ci rivolgiamo invitandola a sostenere le iniziative per la liberazione dei tre minori e gli obiettivi della campagna “via Adda non si cancella”.
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