03/06/2004: PERQUISIZIONI ELETTORALI CONTRO UN COMPAGNO DEL CPO GRAMIGNA
3 giugno 2003: a seguito di una campagna stampa forcaiola che, per due vetrine rotte alla sede elettorale della Destro, ha sbattuto il “mostro” Gramigna in prima pagina, questa mattina polizia e Digos hanno compiuto 5 perquisizioni a nome di un compagno operaio: nella sua abitazione e in quella della madre, nella fabbrica dove lavora, al Centro Popolare Gramigna e alla sede del Centro di Documentazione “Comandante Giacca” e dell’Associazione “Nicola Pasian”.
Hanno sequestrato materiale di propaganda, computer, arnesi da lavoro al Gramigna (un’ascia per tagliare la legna!!!), effetti personali di ogni tipo del compagno.
Ci risamo. La trafila è sempre la stessa. Prima orchestrano una campagna di diffamazione a mezzo stampa che coinvolge, non occorre dirlo, tutto il ceto politico padovano nel condannare le “violenze”, poi procedono con perquisizioni e intimidazioni che hanno il preciso obiettivo di fare terra bruciata attorno ai compagni del Gramigna e di tutta l’area in cui il centro popolare si riconosce: l’area che raccoglie i compagni del foglio comunista Rivoluzione, del comitato per il diritto alla casa, gli studenti e gli operai. La partita più sporca l’hanno giocata andando direttamente nella fabbrica del compagno, dove svolge l’attività di delegato sindacale, colpendo la sua figura di avanguardia di lotta tra gli operai.
Perquisizioni elettorali. L’attuale giunta, per continuare a difendere gli interessi di banchieri, grandi immobiliari, affaristi senza scrupoli di ogni tipo e per tentare di riguadagnarsi la poltrona, ha costruito una vera e propria caccia alle streghe attorno a due vetri rotti, gridando all’attentato e sciorinando valanghe di fango contro una realtà che resiste da oltre 15 anni a innumerevoli tentativi di sgombero, a denunce, processi, perquisizioni.
Poco hanno da scandalizzarsi lor signori di partiti e partitini vari del centrodestra e del centrosinistra quando si sono sempre distinti nell’uso della violenza dello stato per attaccare i disoccupati di Napoli, i portuali di Genova e di Melfi, per fare un bagno di sangue contro chi ha protestato a Genova contro i potenti del mondo. Gli stessi signori si sono subito sentiti pronti quando l’imperialista americano ha chiesto il loro più squallido servigio per sganciare tonnellate di bombe sulle popolazioni della ex-Iugoslavia, dell’Afganistan, dell’Iraq.
A prescindere da chi sia stato, due vetrine rotte sono solo un piccolissimo risarcimento alle migliaia e migliaia di persone che muoiono sotto i colpi della rapina imperialista nel sud del mondo, ai lavoratori che prendono manganellate gratuite a fronte di richieste di diritti e salario più che legittimi.
Il problema vero è che, nell’attuale fase di crisi e di guerra mondiale strisciante, i padroni e i loro lacché non dormono tranquilli. Qui la situazione nelle fabbriche, nelle scuole, negli ospedali, nei quartieri sta facendosi incandescente e la rabbia operaia si sta organizzando sempre più in maniera autonoma dai pompieri sindacali. L’esempio di Melfi è eclatante e non è, né resterà l’unico.
Sul fronte esterno, in Iraq, Palestina, Afghanistan le masse popolari non si bevono le menzogne di finte “svolte” democratiche e continuano la loro guerra popolare di lunga durata contro l’occupante.
In questa situazione, per i padroni è di vitale importanza scavare la terra sotto i piedi a tutte quelle realtà autonome dalla borghesia che costruiscono ogni giorno lotta e resistenza contro i piani criminali dei guerrafondai imperialisti, contro i patti infami per il lavoro, per i diritti alla sanità, all’istruzione, contro la precarietà su tutti i fronti, a fianco ai popoli che lottano per la propria libertà e di tutti gli uomini e le donne che continuano la loro battaglia per l’emancipazione da questo sistema di barbarie da dietro le sbarre di una galera.
Chi costruisce, passo dopo passo, la possibilità del superamento di questa società e della cacciata di questa classe criminale al potere, che nella violenza contro gli operai e contro i popoli oppressi ha la sua arma principale, va isolato, denigrato e, quando possibile, eliminato. Questo vuole fare la borghesia con le sue operazioni repressive contro i comunisti, gli anarchici, gli antimperialisti e questo è ciò che sta accadendo anche qui a Padova.
PIENO APPOGGIO ALLA LOTTA DEL CPO GRAMIGNA E DEI SUOI MILITANTI!
TRASFORMARE OGNI AZIONE REPRESSIVA IN RAFFORZAMENTO DELLA SOLIDARIETA’ DI CLASSE!
IL 4 GIUGNO TUTTI A ROMA CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA E IL SERVO BERLUSCONI!
Le compagne e i compagni del foglio per la ricostruzione del partito comunista
Rivoluzione: rivoluz@libero.it, Via Varese, 10 – 35138 Padova
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