03/04/2004: Solidarietà agli arrestati del 1° aprile
Agli organi di stampa
Agli interessati
Ieri, giovedì 1 aprile, è partita l’ultima operazione repressiva contro militanti rivoluzionari, un’azione che ha investito l’Italia, il Belgio e la Turchia. In Italia sono stati arrestati militanti rivoluzionari turchi e tra gli italiani, tre militanti del Campo Antimperialista. A loro va tutta la nostra solidarietà. Agli arresti e alle perquisizioni si aggiunge, come di norma, la campagna di stampa che principalmente dovrebbe fare passare le azioni repressive come “lotta al terrorismo”, e i militanti rivoluzionari come “terroristi”, così come nel nostro paese nel secolo scorso fascisti e nazisti chiamavano “bandito” chi resisteva contro la loro dittatura infame. La dittatura che oggi opprime le masse popolari italiane e meno infame per un solo motivo: la classe dominante del nostro paese ha avuto una lezione dura dalla Resistenza, nel 1945, una lezione che non ha dimenticato e che nemmeno le masse popolari hanno dimenticato. Per questo la borghesia nostrana si astiene (per ora) dal manifestare appieno la sua tendenza al fascismo. Lo stesso non vale per lo Stato turco, che adotta misure repressive chiaramente fasciste, denunciate pubblicamente dalla stessa stampa borghese. Nel dicembre del 2003 a Firenze si è tenuto un Simposio Internazionale contro la Tortura e l’Isolamento Carcerario, promosso dalla Tayad, l’associazione che difende i diritti del prigionieri politici turchi. Il Simposio ha avuto il patrocinio del Comune di Firenze e della Regione Toscana, si è svolto a Palazzo Vecchio e all’Auditorium della Regione Toscana, è stato sostenuto da varie forze politiche istituzionali che hanno preso la parola a sostegno dei diritti del prigionieri politici turchi. Le istituzioni locali e i partiti istituzionali che allora hanno preso la parola sono tenuti a intervenire contro la campagna di criminalizzazione in corso, campagna in cui si allude anche all’organizzazione di convegni internazionali quali lo stesso Simposio come una delle attività “terroristiche” che si imputano ai compagni turchi e ai compagni italiani
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