30/03/2004: Genova 28 Marzo 1980 , il proletariato non dimentica


Un mese fa, circa, "Il Corriere Mercantile"venduto in abbinamento a "LA STAMPA", ha pubblicato una serie di aberranti servizi sul massacro di quattro compagni compiuto dai carabinieri del generale Dalla Chiesa il 28 Marzo 1980 in via Fracchia a Genova. Questi articoli, nei quali il massacro veniva ovviamente mistificato e spacciato come "conflitto a fuoco", sono stati barbaramente accompagnati da diverse fotografie dei compagni uccisi, seminudi, i volti e i corpi riversi nel loro stesso sangue.
E' inevitabile chiedersi perchè, a distanza di 24 anni, la borghesia si accanisca con rinnovata rabbia e ferocia cotro la memoria di Lorenzo Betassa, Riccardo Dura, Annamaria Ludman e Piero Panciarelli. La risposta la troviamo nello scenario complessivo che si delinea oggi davanti ai nostri occhi, nella realtà che viviamo ogni giorno. La crisi economica che il sistema capitalistico sta attraversando costringe la borghesia ad intensificare gli attacchi contro il proletariato e le masse popolari, senza più nessuno spazio di mediazione. L'inasprimento dei livelli repressivi passa per il peggioramento delle condizioni di vita dei rivoluzionari prigionieri con strumenti quali l'art. 41 bis e per l'utilizzo sempre maggiore delle "forze dell'ordine" nel regolare conti e contrasti tra borghesia e proletariato.Lo dimostrano gli scontri degli operai dell'ILVA a Genova davanti alla prefettura, la presenza di reparti di polizia davanti alle rimesse degli autoferrotranvieri in alcune città del nord Italia durante i recenti scioperi non addomesticati dai sindacati di regime e in generale la crescente risposta in termini di "ordine pubblico" che i padroni danno alla lotta di classe nelle diverse forme in cui si sta esprimendo in questa fase. E' innegabile il riconoscimento, da un lato, della radicalità delle forme di lotta che sono in atto oggi (blocchi stradali, autostradali, delle ferrovie, scioperi ad oltranza nonostante le precettazioni ecc...), dall'altro dell'estensione della lotta ai diversi settori delle masse popolari (sanità, scuola, ecc...).
La Resistenza delle masse popolari sviluppatasi ad oggi continuerà a svilupparsi, con avanzate e arretramenti, in un percorso segnato da una situazione oggettiva di crisi del sistema della borghesia alla quale la borghesia stessa, cerca con ogni mezzo di porvi rimedio.
La paura della borghesia è rappresentata dalla possibile ricomposizione della classe, dei suoi diversi settori, dal fatto che potenzialmente la classe possa andare oltre le lotte rivendicative, dal passaggio (citando LENIN) "dalla classe in se alla classe per se". E questa ricomposizione e questo passaggio, storicamente, possono avvenire solo sul terreno politico.
Gli aberranti articoli, le atroci fotografie che ritraggono i compagni trucidati in un lago di sangue sono pèroprio l'espressione più bieca della guerra di sterminio fisico e psichico che la borghesia imperialista attua nei confronti di coloro i quali si pongono l'obbiettivo di ricomposizione di classe.
A DISTANZA DI 24 ANNAI IL PROLETARIATO NON DIMENTICA QUELLA ORRENDA STRAGE E TUTTI I COMPAGNI CADUTI COMBATTENDO LA BORGHESIA E I SUOI ATROCI CRIMINI.

Alcune compagne e compagni Genova


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