12/03/2004: Dichiarazione di 2 prigioniere politiche cilene sull’8 marzo
Siamo lottatrici sociali perché abbiamo vissuto l’orrore di una dittatura.
Come prigioniere politiche non possiamo dimenticarci di una data così emblematica per le donne, che nella storia s’è trasformata in un simbolo di lotta. In questo 8 marzo vogliamo ricordare le battaglie di quelle donne che hanno lottato per le rivendicazioni salariali per poi morire, ovvero le 129 donne morte nell’incendio di Chicago.
Noi siamo 2 donne e madri, rinchiuse in una cella, all’interno dell’ospedale della Gendarmería cilena. Io Oriana sono la figlia di un prigioniero politico che è stato ammazzato, ho 5 figli e sono in carcere da 11 anni. Sto sollecitando la libertà condizionale o l’indulto, ma non ottengo alcuna risposta dalle autorità. Io Elizabeth ho 2 bambine, la più grande è figlia di un militante del MIR ammazzato durante uno scontro con le forze speciali. Sono in carcere da 4 anni, sono stata condannata senza aver avuto accesso ad alcun tipo di difesa legale; ho richiesto l’indulto, ma mi è stato negato.
Noi siamo parte della generazione degli anni 80 guidata da quella storia di lotte che non possiamo lasciare alle nostre spalle. Sono nostre lotte, in cui come donne cilene abbiamo svolto un ruolo fondamentale.
Noi prigioniere politiche siamo donne che abbiamo lottato contro una dittuatura che ha portato 17 anni di terrore, fame, persecuzione, tortura e morte per ottenere una vera Democrazia per tutto il nostro popolo. Ed invece, in piena “democrazia” ci troviamo incarcerate da questo governo traditore, nel quale noi come lottatrici sociali non abbiamo mai creduto. Il tempo ci ha dato ragione considerando che il ricco è sempre più ricco ed il povero sempre più povero. Noi siamo prigioniere politiche di questa pseudodemocrazia e per questo continuiamo a lottare e a levare in alto la nostra voce.
Ci appelliamo alle organizzazioni popolari, dei diritti umani, ai familiari e agli amici, alla solidarietà internazionale e al popolo cileno affinché si mobilitino per ottenere la libertà di tutte e tutti i e le prigioniere/i politiche/ci, perché la disuguaglianza non è finita e c’è ancora molto da fare.
La memoria non può essere cancellata
Avanti con tutta la forza della storia
Prigioniere Politiche
Oriana Alcayaga e Elizabeth Nuñez
http://www.autprol.org/