17/02/2004: Per una campagna astensionista contro la borghesia europea


Per una teoria ed una prassi adeguate ai tempi della rivoluzione
EUROPPOSIZIONE!

Il doppio rapporto tra tendenza storica alla socializzazione della produzione e l'appropriazione privata del prodotto unito al nesso tra sovrapproduzione nella metropoli imperialista e ciclo planetario di diffusione capitalista rappresenta il cuore di una moderna strategia anticapitalista, delle forme e dei tempi della rivoluzione proletaria.
E' in questo quadro teorico, in questa doppia dialettica, nella sua assimilazione profonda, che inseriamo la nostra odierna battaglia di "EUROPPOSIZIONE!", non intesa come moralistico rifiuto o come tentativo di iniezioni di "cristiana socialita'"verso un' "europa che non ci piace".
La nostra e' e sara' una lunga lotta contro un processo costitutivo economico-militare storicamente determinatosi, che oggi subisce l'accelerazione frutto della fine del mondo bipolare e trova nella riproposizione della "costituzione europea" la forma unitaria della propria contraddittoria centralizzazione politica.
Piu' che ad improbabili "stemperamenti" e ad utopistiche "regole", la nostra lotta tenta di cogliere nel moto proprio di composizione del blocco imperialista le proprie intrinseche contraddizioni e quindi, dialetticamente, le nostre convenienze, in primis la formazione e la contaminazione migratoria di centinaia di milioni proletari europei.
Cosi' come oggi la borghesia del vecchio continente esprime la necessita' storica di adeguamento del proprio stato imperialista sovranazionale ai vincoli imposti dalla competizione pluripolare, il proletariato europeo deve dotarsi dell'attrezzatura che gli permetterra'di trasformarsi da "classe in se" in coscienza ed organizzazione di "classe per se"; l'attuale collegamento con la memoria, la storia e le strutture del movimento rivoluzionario in via di connessione e' un primo, importante passo in questa direzione.
Ci vorra' tempo, e metodo.
Questo lavoro di riduzione del gap tra teoria e prassi, tra insorgenti bisogni di classe ed organizzazione autonoma proletaria, sta' impegnando gli sforzi della nostra generazione di militanti; ci potranno essere ritardi ed incertezze dovuti ad insufficienze e repressioni, ma e' un lavoro ormai avviato che interseca il profondo movimento reale, di cui la campagna "EUROPPOSIZIONE"e' parte integrante.

ATTACCHINI MAI!
Contrariamente a quanto pomposamente annuncia nelle proprie carte costituzionali, la democrazia parlamentare, forma politica attualmente piu' diffusa dell'oppressione statuale borghese, convive con una crescente quanto incosciente disaffezione verso i propri moduli di funzionamento; se da una parte si nutre delle ideologie della delega e della partecipazione, dall'altra registra uno scollamento stabile tra governanti e governati, tra eletti ed elettori, espresso da un astensionismo fisiologicamente assorbito e mutuato nell'altra ideologia del voto come scelta di "diritto e non solo dovere".
Non e' questa una novita' nel panorama mondiale in cui minoranze di votanti decidono coalizioni governative per tutti, ma rappresenta comunque un elemento intrinseco di contraddizione, contro cui si cerca di correre ai ripari, anche a livello Europeo, con le proposte di "voto agli immigrati"(….l'unico diritto funzionale che forse gli verra' garantito….).
Il tasso di astensionismo endemico alle democrazie borghesi, assolutamente compatibile con il sistema in quanto attraversato da un generico, interclassista e spesso qualunquistico rifiuto intriso di individualismo piccolo borghese, rischia di cominciare a collegarsi tendenzialmente, e per ora solo in forma episodica e disorganizzata, ad altri rifiuti, ad altre esplosioni contro il palazzo, ad altre collere meno compatibili e direttamente influenzate dall'attuale corso della ristrutturazione sociale Europea.
Il moto profondo della "scissione operaia", la riproposizione forte della questione salariale come ineguale divisione della torta prodotta, il rumore sordo dei blocchi e degli scioperi "selvaggi", la riduzione degli spazi per "dialoghi e concertazioni" che tendono a divenire scontro tra interessi nella stessa "societa' civile": e' una miscela esplosiva effetto di una sorta di scarnificazione dei rapporti di forza tra le classi, frutto dell'emersione della cruda realta' dei fatti, depurata dalle mediazioni materiali di un welfare-state al ribasso e del suo "diritto" tanto virtuale quanto truffaldino.
L'incrocio tra l'endemicita' della disaffezione di massa e l'attuale ciclo di lotte di classe contro la ristrutturazione Europea e le sue "regole"rappresenta un pericolo ed un ostacolo oggettivo al cammino, gia' intimamente contraddittorio, dell' Unione Europea, alla formazione del proprio parlamento sovranazionale, alla propria centralizzazione politica.
Contribuire alla demistificazione cosciente degli istituti "rappresentativi"borghesi, esplicitare l'imbroglio del "diritto"per i poveri e gli sfruttati, far vivere il rifiuto del voto nelle lotte proletarie, dare prospettiva ed organizzazione a chi non e' piu' "rappresentato"ne' a destra ne' a sinistra: questo e' il senso profondo del nostro astensionismo, nel solco della battaglia storica di separazione, anche estetico-lessicale, del movimento rivoluzionario dall'imputridimento democratico borghese.

ASTENSIONISTI SEMPRE!
La caratterizzazione attuale dello storico sviluppo capitalistico e' quella della globalizzazione competitiva pluripolare tra blocchi continentali; una caratterizzazione che, rendendo sempre piu' evidente la determinazione economico-commerciale delle linee di politica governativa locali, rappresenta per noi una conferma della visione materialistica dei rapporti sociali.
Questa forma specifica di mondializzazione capitalista, che impone vincoli e patti di stabilita' alle ratifiche parlamentari, scolora nella semplice dislocazione topografica le vecchie ed ormai ideologiche divisioni tra "destra e sinistra", ridotte da un lato a semplici notai di decisioni prese altrove, dall'altro a "lobby"organizzate di interessi in concorrenza tra frazioni di classe dominante.
Ne deriva che le dispute e le possibili alternanze governative, nel quadro del processo costitutivo continentale in corso, sono relative non alla direzione storicamente determinata, ma alla tipologia, alla velocita', al grado di concentrazione e di allargamento dell'entita' sovranazionale nascente; in sostanza, mutuate e colorite nelle salse "politiche" di appartenenza, c'e' un sostanziale accordo di massima per rafforzare il ruolo Europeo nel mercato mondiale, attraverso il potere monetario, l'autonomia militare, la centralizzazione politica.
Rispetto a questa realta' crediamo sia giunto il momento di apportare alcune modifiche comportamentali relative al classico approccio tattico del movimento rivoluzionario riguardo i parlamenti e le elezioni; crediamo che questa epoca possa essere contrassegnata dalla mutazione del nostro attegiamento dall'utilizzo tattico della tribuna parlamentare (….. comunque sempre e solo come sede di denuncia e lotta! ) ad un rifiuto di prospettiva, strategico, politico, motivato dall'analisi, attivo nel senso che preluda ad altre forme di intervento e lotta.
La diffusione mondiale del modo di produzione capitalistico sta imponendo le sue leggi e le sue regole, svuotando progressivamente il ruolo di parlamenti e coalizioni politiche, rendendoli inservibili e dannosi per il proletariato; non c'e' piu', e sempre meno ci sara', una convenienza, sia pure tattica, nella partecipazione a qualsivoglia competizione elettoralistica.
Per questo, i nostri sforzi, oltre che nella denuncia del carattere virtuale e truffaldino di ogni elezione, dovranno concentrarsi in indicazioni e in pratiche diverse dalla "delega"che riportino la lotta, l'azione diretta, l'iniziativa di classe al primo posto nel percorso costitutivo materiale dell'autoorganizzazione proletaria.

IL PRINCIPIO POLITICO DEL NOSTRO ASTENSIONISMO STRATEGICO ATTIVO DI CLASSE
Oltre le scelte di carattere teorico generale, oltre le conseguenze relative all'analisi strategica del ciclo capitalistico, il principio politico del nostro astensionismo e' rintracciabile nella lotta contro l'Europa dei padroni, contro chi utilizza le correnti euroscettiche per scaricare sull'avvento dell'Euro le mancate corresponsioni e le fallite promesse alle proprie clientele elettorali, contro chi, piu' "realista del re", tifa per una U.E. piu' forte, unita, autonoma, spacciandola in salsa cristiano-sociale.
L'EUROPPOSIZIONE incrocia la propria battaglia di fase contro il blocco imperialista Europeo con la campagna astensionista contro i 2 poli elettorali in lizza il 13 giugno, egualmente servi e vincolati ad esami e patti di stabilita' di Bruxelles.
Accomunati da intime contraddizioni e da lotte intestine, la gara tra i due poli elettorali si esprime nella sfida su quale sia la compagine piu' "figlia"dell'Europa; probabilmente, lo sono ambedue, sia come espressione degli agglomerati politici costretti dal maggioritario, sia nelle trasversali versioni sperimentative di cooperazione economico-territoriale nella Euroregione mitteleuropea del nord-est; lo sono ambedue, nell'accordo di fondo su pensioni, concertazione, flessibilita' lavorativa, contenimento salariale, ristrutturazione-riduzione del welfare-state.
Il centro-destra contiene al suo interno l'eterno mugugno leghista, che vede progressivamente scendere il proprio appeal secession-federalista mano a mano che cresce l'integrazione economica d'area con la locomotiva renana.
Il centro-sinistra, affollato da scapigliati intellettuali girotondini e dalla loro "antipolitica"qualunquista, oberato dalle esigenze di sistemazione di 5 (cinque!) liste elettorali comunque aggrappate all'icona prodiana, allunga i propri artigli su consistenti settori no/new-global, utilizzando in questo la solita, eterna ed ondivaga desistenza di rifondazione "comunista" che, ormai attraversato il guado dell'abbandono del marxismo, approda sulle rive dell'ultimo partitone della sinistra europea.
Una considerazione a parte merita questo "calderone-evento"che fonde una sorta di "eurocomunismo" con le attuali capriole ideologiche catto-zapatiste di stampo no-global, oscillanti tra l'utopica aspirazione ad un "parlamento globale"e la piu' realistica "pressione dal basso"per un'Europa "modello si societa' e valori".
In sostanza, questo confuso cartello elettoralistico "di sinistra alternativa",tenta di utilizzare il conveniente patrimonio antiamericano del "nostro" blocco continentale in espansione, per portare una messe di voti alle prossime europee.
Allineato e coperto, anche il partitone Europeo "di lotta e di governo"corre il 13 giugno nei vari poli-coalizioni elettorali regionali; in Italia, rifondazione "comunista"sfoglia i petali delle margherite di centro-sinistra, ma alla fine dara' il proprio contributo ( turandosi il naso, ovviamente….) all'agognato ribaltone contro Berlusconi.
Il nostro astensionismo sara' dentro le lotte, gli scioperi e le riflessioni operaie contro gli effetti della concentrazione Europea.
La nostra campagna politica astensionista puo' avere un effetto dirompente e raggruppante l'anticapitalismo perche' entra oggettivamente in rapporto materiale con un profondo proletario vissuto, con un istintivo rifiuto dell'imbroglio parlamentaristico, in rotta di collisione con euroscetticismi statuali e protezionismi tribali, in alternativa a liste e partiti topograficamente diversi, ma uniti dalla loro appartenenza alla classe borghese ed alla sua Europa.

DIFFONDI L'ASTENSIONE
COSTRUISCI L'AUTOORGANIZZAZIONE
RAFFORZA L'EUROPPOSIZIONE!
13/14 FEBBRAIO 2004
APRIAMO LA NOSTRA CAMPAGNA POLITICA NAZIONALE

Gennaio 2004
Comitato cittadino
ROMA

http://www.autprol.org/