24/01/2004: Volantino ditribuito durante il presidio del 23 gennaio a Genova


Lavoratori di Trenitalia? Sicuri? Di essere licenziati.

- I viaggiatori lamentano ritardi e scarsa pulizia sui treni di Trenitalia e annunciano forme di protesta clamorose come lo "sciopero del biglietto", la Regione multa Trenitalia per i numerosi e continui disservizi, ma quando sono i lavoratori a parlare, ferrovieri coscienti e scrupolosi, che portano testimonianze di ordinarie carenze, ripetutamente segnalate e mai prese in considerazione, che denunciano trascuratezza laddove dovrebbe essere prestata la massima attenzione - nell'ambito cioè della sicurezza - ECCO CHE SCATTANO I PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI.
Quest'estate era toccato al capotreno di Genova Fabrizio Acanfora, sospeso per 10 giorni per aver scritto una lettera al giornale in cui sosteneva le proteste dei cittadini e manifestava la totale disponibilità del Personale di Bordo nel cercare di trovare una
soluzione a problematiche ben conosciute dai lavoratori stessi, i primi interessati a migliorare la qualità del servizio e quindi, indirettamente, del proprio lavoro.
Ora altri colleghi, due macchinisti e due capitreno, rispettivamente di Savona, Alessandria, Imperia ed Acqui, hanno subito un provvedimento ancora più duro: il licenziamento per aver (secondo la paradossale accusa di Trenitalia) messo a repentaglio la sicurezza della circolazione nel denunciare - udite! udite! - le precarie condizioni di sicurezza nelle quali sono costretti a lavorare e della circolazione stessa.
Tutto quanto è stato ripreso dalla trasmissione Report, andata in onda lo scorso ottobre, e gli stessi giornalisti Rai sono stati a loro volta denunciati da Trenitalia.
E mentre i telefoni cellulari continuano a non prendere in galleria, i telefoni di servizio sulle linee sono spesso inutilizzabili se non inesistenti, interi tratti di linea continuano a essere completamente disabilitati, gli incidenti (anche quelli mortali, ricordate il capotreno Bandiera e il macchinista Bessone?) sono sempre più
frequenti e la privatizzazione galoppa, la dirigenza di Trenitalia, privata nelle sanzioni e pubblica nei bilanci, per la quale 626 è soltanto un numero a tre cifre, cerca di mettere a tacere le voci dei propri dipendenti, quelli responsabili, coscienti, che hanno a cuore la sorte di un'azienda che al primo posto deve (o dovrebbe) garantire la mobilità dei cittadini e la sicurezza del trasporto ferroviario.
Per questo, nonostante i silenzi e l'immobilismo di sindacati confederali (che da tempo sapevano dei procedimenti intentati nei confronti dei colleghi e, come al solito, hanno preferito aspettare e stare a guardare), pretendiamo IL RITIRO IMMEDIATO DEI LICENZIAMENTI.
La Regione, attraverso il Presidente Biasotti, si è già attivata affinché tali provvedimenti siano revocati; un'interrogazione parlamentare in merito è stata avviata in questi giorni; noi chiediamo alle altre Istituzioni, ai giornalisti e ai cittadini di
manifestare la propria solidarietà nei confronti di questi lavoratori coraggiosi.
I NOSTRI COLLEGHI DEVONO RIENTRARE NEI LORO POSTI DI LAVORO, SUBITO!

Rete Ferrovierinlotta
Genova, 23 gennaio 2004

http://www.autprol.org/