15/12/2003: Immigrati, occupazione a Treviso


CHI SEMINA SGOMBERI RACCOGLIE OCCUPAZIONI
Che l'avidità fosse in questo pio territorio il movente ultimo dell'esistenza, e che in suo nome qui si fosse disposti a qualunque atto di arroganza, lo si sapeva da tempo; ma si sapeva anche che "contadino ha cervello fino" perché sapeva guardare più in là nel tempo: invece, qui nel trevigiano, si osservano amministratori pubblici, imprenditori di varia risma, politici di tutti i colori, professionisti della carità, religiosa e laica, fare a gara di stupidità sulla questione delle abitazioni per i lavoratori immigrati. Nessuno escluso, sono interessati solo al loro vantaggio politico ed economico.
La questione ha del banale se non fosse però drammatica per chi la subisce: gli immigrati non possono essere utili solo nelle fabbriche dove producono la ricchezza di Treviso e poi, finito il turno, scomparire nel nulla. Come tutti, anche loro hanno bisogno di una casa. Se il razzismo dei proprietari di case impedisce loro di prenderne in affitto, se gli affitti sono troppo alti per i salari di tutti i lavoratori, se in degradanti dormitori-prigione (a pagamento) non ci vogliono giustamente stare, se le case popolari - costruite coi contributi dei lavoratori - vengono svendute ai privati e, solo per questa ragione, non ci sono alloggi nemmeno per quegli italiani che ne avrebbero bisogno, l'unica alternativa per gli immigrati è ovvia: devono occupare edifici vuoti o case sfitte. O accogliere l'invito del senatore leghista-nazista Stiffoni a farsi bruciare nei forni crematori.
Il 18 novembre, con una imponente operazione che ha visto impiegati centinaia di poliziotti e carabinieri e decine di mezzi - vi siete mai chiesti chi paga tutta questa gente? Mentre vi tagliano pensioni, sanità, fondi per la scuola? - 130 immigrati sono stati sgomberati da 2 posti occupati a Casier e a Treviso, dove vivevano da 1 anno e mezzo senza dare fastidio a nessuno. Siccome sono risultati tutti regolari e siccome non è stata prevista dal Prefetto nessuna sistemazione alternativa, sono stati costretti a dormire per strada e trovare provvisorie soluzioni di fortuna, non senza problemi perché quattro persone sono state ricoverate in ospedale per assideramento.
Nei giorni successivi una piccola parte di questi immigrati sgomberati ha trovato un tetto occupando due edifici dismessi a Treviso e a Mogliano. Nonostante le dichiarazioni spettacolari di M21 e sindaco di Mogliano, nonostante il disinteresse dell'amministrazione leghista di Treviso e di tutti quegli imprenditori ingrassati sfruttando gli immigrati, nonostante l'ipocrisia delle amministrazioni di centro-sinistra dei comuni della provincia (Preganziol e Casier in testa), nonostante gli sforzi di far dimenticare dei giornali locali, nonostante centinaia di alloggi vuoti della Curia siano rimasti ancora una volta inutilizzati, nonostante le squallide illusioni di fine emergenza di tutti questi, il disagio per la maggior parte degli immigrati sgomberati era rimasto.
Oggi, 14 dicembre, è stato occupato a Treviso uno stabile inutilizzato in viale Brigata Marche, per dare finalmente un tetto a tutti gli sgomberati, dimenticati e rimasti senza casa. Come in passato si è sperimentato concretamente che l'unica arma è costituita dalla solidarietà tra gli sfruttati e dall'azione diretta.
Lottiamo per case dignitose, basta con le baracche e gli strozzini, con la gente buttata per strada in pieno inverno. Tappiamo la bocca agli sproloqui nazistoidi dei coglioni di turno, ai terroristi - quelli veri - giudici e giornalisti che cercano di criminalizzare le lotte sociali, da quelle degli immigrati per la casa, a quelle dei tranvieri per il rinnovo del contratto.
Solo la lotta paga, nessuno senza casa!


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