15/12/2003: Volantino distribuito dopo le cariche e gli arresti del 12 dicembre a Parma


CONTRO LO STATO DI POLIZIA
Le cariche della polizia del 12 dicembre, in occasione della triste fiaccolata leghista contro la proposta di voto agli immigrati ma, soprattutto, per cercare di radicarsi nella ricca Parma dove non contano un cazzo, sono un ulteriore segnale del pesante clima repressivo che si è instaurato in Italia da almeno un anno. Da un lato, assistiamo ad un'aggressività militare sempre più imponente a danno delle popolazioni di paesi da sempre sudditi economici degli imperialismi più forti (U.S.A. e Europa), dall'altro vediamo formarsi un vero e proprio fronte interno di guerra finalizzato a reprimere chi non si conforma alle nuove regole di vita imposte da una crisi economica strisciante che ormai nemmeno la stampa ufficiale riesce più a nascondere (vedi ad esempio la crisi della Fiat e quella del gruppo Parmalat).
Cariche così violente e indiscriminate della polizia, oltretutto a difesa della peggiore spazzatura neofascista, a Parma non si vedevano da decenni.
Allo stesso modo, anche rivedere dopo quasi vent'anni i carabinieri davanti alle fabbriche metalmeccaniche, anche in Emilia, in occasione dei picchetti e degli scioperi contro la crescente precarietà e flessibilità introdotte nel mondo del lavoro, rende evidente la nuova tendenza in atto.
Questa nuova tendenza, si manifesta nell'uso crescente delle forze dell'ordine e della repressione giudiziaria con lo scopo di intimidire quote sempre più ampie di proletari che esprimono in mille modi un disagio economico ed esistenziale, isolandone le componenti più combattive e coscienti.
Vanno lette in questo senso le leggi speciali sugli stadi, la nuova legge sulle droghe, l'enorme impiego della videosorveglianza, la repressione di militanti politici e sindacali (vedi le centinaia di perquisizioni avvenute in tutta Italia negli ultimi mesi e a luglio anche a Parma), le campagne di disinformazione e criminalizzazione della stampa ufficiale e della televisione volte a creare un clima di tensione ed allarmismo con cui giustificare lo stato di polizia.
Tornando alla giornata del 12 dicembre - tra l'altro anniversario della strage di stato del 1969 in cui esplose una bomba in piazza Fontana a Milano uccidendo 16 persone - la sbirraglia locale, aiutata per l'occasione da funzionari della Digos e celerini di Bologna, si sono distinti per lo zelo con cui hanno più volte caricato a freddo in presidio.
Il bilancio è di vari feriti e due arrestati, Andrea e Massimo, di cui il primo (arrestato in "flagranza differita" prevista dalle leggi speciali sugli stadi) è detenuto nel carcere di via Burla, e il secondo è ricoverato all'ospedale, entrambi denunciati per resistenza, oltraggio, danneggiamenti.
E' ormai evidente che non può bastare semplicemente dare una spallata all'attuale governo di centro destra riponendo le proprie speranze su un eventuale governo di centro sinistra perchè entrambi si pongono gli stessi obbiettivi e, semmai, ciò che li distingue sta nei metodi per conseguirli (vedi la riforma delle pensioni, la precarizzazione del lavoro, le rifforme della scuola, la repressione).
Le imponenti manifestazioni degli ultimi anni, da Genova 2001, ai vari controvertici, al movimento contro la guerra hanno sicuramente mostrato una crescente opposizione popolare al peggioramento delle condizioni di vita e alla svolta militarista italiana. E' anche vero però che occorre interrogarsi sull'efficacia di un pacifismo pacificato volto più a domandare che a pretendere, dove spesso la rappresentazione mediatica diventa più
importante di ciò che accade realmente e che oggi tace difronte al vasto movimento popolare di resistenza irakeno.
LIBERTA' IMMEDIATA PER MASSIMO E ANDREA


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