10/12/2003: Lo stato terrorista avvelena l'acqua


Gli uomini dello Stato (polizia, carabinieri, servizi segreti?) stanno avvelenando in molte città italiane le bottiglie d'acqua minerale. Gli inquirenti parlano già di una "pista anarco-insurrezionalista" che partirebbe da Rovereto (Trento), coinvolgendo chissà quanti anarchici di altre città. Alcuni compagni roveretani hanno diffuso, qualche mese fa, un paio di testi (intitolati rispettivamente "Note su vertici e contro-vertici" e "La scarsità dell'acqua e i suoi organizzatori", entrambi consultabili sul sito http://www.guerrasociale.org) nei quali affrontano la questione della privatizzazione dell'acqua e delle multinazionali responsabili di questo attacco alle fonti stesse della vita. La sporca provocazione che i servi dello Stato stanno organizzando (guarda caso, bottiglie avvelenate sono state trovate in Trentino Alto Adige e in altre zone dove i compagni sono attivi) consiste nel falsificare completamente il discorso fatto in quei testi: i responsabili dei massacri delle popolazioni povere in nome della compravendita dell'acqua non sarebbero le compagnie che la controllano e gli Stati che vi partecipano, bensì... i consumatori, la gente qualunque, le massaie, i neonati. Così si vogliono mistificare frasi come "i responsabili di questa mercificazione assoluta (le grosse ditte che imbottigliano l'acqua minerale) sono a due passi da noi, sempre", frasi "al vaglio degli inquirenti". Eh no, servi del potere, schifosi terroristi, avvelenare la gente è pratica degna solo di chi ha messo le bombe nelle piazze e sui treni, di chi bombarda popoli interi, di chi asseta l'umanità, non certo degli anarchici, sostenitori dell'unica violenza eticamente accettabile: quella contro gli oppressori e le loro strutture di morte. Avvelenare la gente è pratica degna di chi considera ogni vita - fosse pure quella dei bambini - sacrificabile sull'altare del profitto e della ragione di Stato. Si tratta di una versione aggiornata della stessa strategia che ha portato in passato alla strage di piazza Fontana, questa volta senza alcuna minaccia rivoluzionaria da arginare nel sangue. Ma le condizioni sociali sempre più precarie richiedono l'uso ogni giorno più esplicito del terrore preventivo. Lo Stato sta avvelenando alcune persone a caso, ma quello che vuole è avvelenare le coscienze di tutti. Se gli anarchici danno fastidio (la provocazione dell'acqua minerale non conferma forse le dichiarazioni del ministro degli Interni Pisanu sulle misure drastiche da adottare contro i nemici della democrazia?) non è per quello che sono già, ma per quello che potrebbero rappresentare nei conflitti sociali a venire. Cosa di meglio allora che linciarli socialmente come mostri responsabili di pratiche abiette? Chi avvelena la gente si può forse fare scrupoli nel nascondere opportunamente qualche sostanza chimica negli appartamenti dei compagni, arrestarli, e far così smettere, per magia, gli avvelenamenti? Fin dove arriveranno? Ministri, giudici, poliziotti, giornalisti prezzolati: non ce l'avete fatta con la bomba di piazza Fontana a insozzare l'idea e la pratica anarchiche (anche se Pinelli pagò con la vita), raccogliendo in cambio dieci anni di rivolte sociali; non ci riuscirete oggi. Questo è e resta un problema di tutti: possiamo scegliere se ribellarci ad un regime disposto ad usare ogni arma per salvare una società in liquidazione, oppure continuare a subire, non essendo nemmeno più sicuri di cosa respiriamo, mangiamo o beviamo. Qualche giorno dopo piazza Fontana alcuni compagni diffusero un volantino dal titolo "Bombe sangue capitale". Dobbiamo dire oggi "Veleno acqua capitale"? A tutte le donne e gli uomini di coraggio, a tutti gli spiriti non del tutto assopiti svelare questa infame provocazione. Ai compagni essere all'altezza della situazione.

Anarchici
8/12/2003

http://www.autprol.org/