28/11/2003: I dirigenti del S.in.Cobas fiancheggiatori della banda Berlusconi. Nessuno fermerà la lotta per l'emancipazione della classe operaia.


Avevamo iniziato la nostra esperienza nel S.In.Cobas, con questo manifesto.
Salutiamo la nostra vittoria dedicata a nostri compagni di lotta che non hanno potuto continuare con noi questa meravigliosa battaglia, in loro memoria e per loro abbiamo lottato e vinto, e per Bernardo LSU pur non essendo della nostra esperienza ma era un lavoratore, era uno di noi stanco della precarietà che governo e enti locali lo avevano messo da anni come migliaia di LSU si diede fuoco sotto al comune dove lavorava il 28 agosto del 2002, lasciando la moglie e sei figli. Ciao Vittorio, Nunzio, Maurizio e Bernardo, con noi nelle nostre lotte per sempre.
Dedicata a tutti i compagni che lottano e muoiono per il socialismo, e per quei compagni che lottano per l'indipendenza nazionale dei propri paesi. Onoriamo i 300 compagni che 17 anni fa furono trucidati nelle carceri peruviane e tutti quelli che sono stati ammazzati dal capitalismo.
Solidarietà ai compagni NoGlobal e disubbidienti colpiti dalla repressione dal governo del centro/sinistra e dal governo Berlusconi. Solidarietà a quei compagni che in questi giorni sono stati oggetti di una brutale repressione in Italia in Francia e in Svizzera (arresti e perquisizioni).
Siamo ex lsu. Diciamo ex in quanto in questi giorni abbiamo firmato il contratto lavorativo con alcune società a capitale in prevalenza pubblica, con le seguenti società, la Recam, la PAN, la Smart Way e la Napoli Servizi in tutto 1220 lavoratori.
Ciò è avvenuto dopo 15 anni di dura lotta di piazza, dove decine e decine di compagni sono stati oggetti di denunce, arresti e pestaggi da parte della polizia.
Questa è la sintesi del manifesto, anche allora contestato dalla direzione del S.In.Cobas, ma questa è la nostra storia è la storia di migliaia di proletari organizzati che hanno raggiunto un lavoro. La direzione del S.In.Cobas, dopo la riunione del 25 novembre '03 della segreteria interprovinciale di Napoli - Salerno -Caserta dove i lavoratori volevano discutere della solidarietà espressa al compagno Walter espulso dalla
CGIL di Torino, i dirigenti del S.In.Cobas, che non rappresentano i lavoratori tra cui un membro della segreteria nazionale, portavano la discussione sul terrorismo e sulle BR, additando i compagni autori del documento in sostegno a Walter come violenti. Ma il pacco confezionato non passava e non passava il documento precostituito dalla dirigente nazionale e dal coordinatore interprovinciale, essi dopo aver tentato con una telefonata nei giorni scorsi di convincere il nostro compagno Gigino di ritirare il documento promettendogli un buon incarico nella loro direzione, tentativo andato a vuoto, hanno perso la bussola e sono stati cacciati dalla nostra sede. Il giorno successivo stranamente la segreteria nazionale comunicava l'espulsione dei compagni Gigino Sito, Mario Cirella, Enzo Cinque, Gennaro Barbato, sulla base dell'art.8 dello Statuto del S,In.Cobas, allora perché non espellerci tutti, perché noi lavoratori siamo sulla stessa posizione dei nostri compagni.
In questo modo la direzione del S.In.Cobas si dimostra subalterna allo schieramento borghese che, ritrovata l'unità tra tutti i partiti (di destra, sinistra e centro), i sindacati e il padronato nella "guerra santa contro il terrorismo" imbastita dal governo Berlusconi al servizio del capobastone Bush, ha sviluppato in questi ultimi anni campagne
repressive che hanno portato a diversi arresti e a centinaia di compagni/e inquisiti e perquisiti in tutta Italia. Compagni del movimento comunista, del movimento contro la globalizzazione capitalista, del movimento anarchico ed antimperialista; compagni ed avanguardie impegnati nel lavoro per costruire un nuovo e vero partito comunista e nelle lotte in atto per contrastare il programma di attacco massiccio alle conquiste di civiltà e benessere che le masse avevano strappato nel secolo precedente sotto la direzione del vecchio movimento comunista. Nelle fabbriche e nelle aziende sta avanzando un clima repressivo con numerosi provvedimenti disciplinari, con la denuncia come "sovversivi" dei compagni che si mobilitano per la difesa degli interessi dei lavoratori. Noi proveniamo
dal Movimento di lotta per il lavoro, che con 15 anni di dure battaglie abbiamo imposto alle istituzioni pubbliche la soluzione del problema della disoccupazione per 1220 ex LSU. Negli anni abbiamo sviluppato una linea adeguata a procedere verso l'obiettivo, collegandoci con le lotte degli operai ex-Italsider, degli occupanti delle case, degli operai dei Cantieri Navali Partenopei e degli studenti. Grazie al loro contributo è stato possibile compiere un salto di qualità nella lotta ed accumulare esperienze. Nel corso degli anni la repressione ci ha colpiti duramente e sistematicamente nel tentativo di dividere i lavoratori e farli desistere dalla lotta. Abbiamo subito decine di arresti, denunce, intimidazioni varie a seguito della nostra lotta contro i vari amministratori
istituzionali, e alcuni proletari sono morti per portare avanti la lotta o perché non hanno retto alle condizioni vita precarie alle quali il capitale li ha costretti, e per loro non possiamo permettere a nessuno di abbassare la testa, cari signori dirigenti del S.In.Cobas noi vogliamo piangere i nostri morti e non altri. Noi lavoratori del movimento
di lotta siamo consapevoli perché veniamo colpiti dalla repressione del regime borghese, perché mettiamo a nudo lo scontro di classe esistente nel nostro paese; perché con determinazione ci organizziamo e ponendo al centro della nostra azione collettiva di lotta la soluzione dei problemi della nostra classe senza farci legare le mani dalle regole imposte dal regime della borghesia imperialista.
Attraverso la campagna denominata lotta al terrorismo, la borghesia imperialista cerca di nascondere la reale natura dello scontro di classe in atto, il reale contrasto di interessi tra le classi e la guerra di sterminio che ha in corso contro le masse popolari. Una guerra non dichiarata le cui vittime si contano però a milioni ogni anno: sono i morti per fame, miseria, sfruttamento e disperazione, per annegamento in mare nel tentativo di sfuggire da situazioni disperate, per guerre di aggressione condotte direttamente o fomentate dai gruppi imperialisti, per mancanza di assistenza sanitaria e di misure di sicurezza sul lavoro, per l'avvelenamento dell'ambiente naturale, del cibo e delle acque, per le persecuzioni politiche e razziali.
Questo scontro impone una chiara scelta di campo: o con le masse popolari o con la borghesia, non c'è una terza via. Per questo la solidarietà di classe verso coloro che vengono colpiti dalla repressione, al di là delle posizioni politiche, è una potente arma in mano ai proletari, un'arma che la borghesia cerca in tutti i modi di spuntare e indebolire.
La direzione del S.In.Cobas, con l'espulsione dei nostri 4 compagni, dimostra di voler anch'essa partecipare alla campagna in corso per perseguitare i comunisti e le altre avanguardie del movimento di resistenza.
Ma è l'azione della borghesia imperialista stessa (e dei suoi fiancheggiatori) che determina sempre più le condizioni perché milioni di proletari si uniscano per lottare contro di essa e per scalzarla dal potere: le condizioni dello sfruttamento capitalistico si stanno estendendo a livello globale e lo sviluppo della seconda crisi generale accelera la lotta tra le classi e acuisce le contraddizioni e i contrasti tra le varie fazioni della borghesia imperialista. Chiediamo ai lavoratori, ai delegati di base e ai funzionari che vogliono effettivamente svolgere il mestiere di sindacalista dei lavoratori di contrastare e denunciare questa politica contro i lavoratori e di prendere in mano il loro sindacato nella difesa dei loro interessi! Cacciamo via questi opportunisti nelle file della classe operaia!
Nessuno fermerà la lotta per l'emancipazione della classe operaia!
Mario,Gigino, Gennaro, Enzo fanno parte della nostra storia, giù le mani dai nostri compagni!

Sincobas PAN- RECAM- SMART WAY-NAPOLI SERVIZI
(MOVIMENTO LAVORATORI IN LOTTA)


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