18/11/2003: Repressione a Rovereto, repressione ovunque


Breve resoconto dei fatti successi in seguito allo sgombero del "Bocciodromo" occupato a Rovereto, secondo alcuni partecipanti alle iniziative di solidarietà con gli arrestati.

VENERDÌ 14 NOVEMBRE verso le ore 17.00 viene sgomberato forzatamente il “Bocciodromo”, uno spazio occupato che gli organi di stampa collegano fin da subito esclusivamente all’aria dei cosiddetti “anarchici roveretani”. Un’esperienza, al contrario, percepita, da chi l’ha vissuta, aperta a chiunque, in un ottica autogestionaria. All’interno vengono fermate 9 persone e trasferite subito in questura e caserma inizialmente per accertamenti. Per ore non si sa nulla sulla loro sorte. Solo in nottata si apprende da un avvocato di fiducia che si era proceduto all’arresto (e le persone si trovavano già trasferite nelle carceri di Verona e Bolzano) con l’accusa di furto di energia elettrica.
Non sorprende ma suscita odio lo stile delle “sparizioni”, comune a tutte le logiche poliziesche e che, anche nei governi cosiddetti democratici, riguardano sistematicamente chi si trova immigrato senza documenti in regola, o recluso in quel sistema di privazioni e annientamento che è il carcere.
Non sorprende ma suscita rabbia un’accusa che suona evidentemente come un pretesto, ridicola se paragonata allo sperpero sistematico di energia cui assistiamo quotidianamente in quelle che sono sempre più città-vetrina.
TRA VENERDÌ E SABATO vigili del fuoco e polizia procedono allo smantellamento e alla distruzione della struttura appena sgomberata. Le autorità preferiscono devastare un luogo inutilizzato da anni piuttosto che questo viva di idee, passioni, lotte.
DOMENICA 16 NOVEMBRE. Dopo alcune iniziative di solidarietà svolte nel centro di Rovereto, alcune persone decidono di manifestare in modo più vicino e diretto portandosi sotto le mura del carcere di Bolzano, dove si trovano rinchiusi alcuni degli arrestati. Striscioni, slogan, qualche petardo e la risposta dall’interno non tarda a farsi sentire, in uno di quei rari momenti di comunicazione diretta, seppur breve, tra “dentro” e “fuori”. In seguito a questa iniziativa si scatena una vera e propria “caccia all’uomo” per le vie del centro cittadino (provocando il panico anche tra gli stessi passanti) che si conclude con il fermo di 17 persone, a cui viene successivamente consegnato il foglio di via per due anni dal comune di Bolzano.
LUNEDÌ 17 NOVEMBRE Il processo per direttissima, fissato per le ore 10:00 presso il Tribunale di Rovereto, si svolge in un clima di intimidazione che durerà per tutta la giornata. Ancora slogan e striscioni nonostante la massiccia presenza di polizia e carabinieri in assetto anti-sommossa che rende praticamente militarizzata e inaccessibile la zona intorno al Tribunale. La sentenza viene pronunciata in serata: una condanna a 8 mesi con la condizionale, mentre per gli altri 6 mesi, sempre con la condizionale. Resta invece in custodia cautelare in carcere uno degli imputati, accusato di rapina (di un rullino di macchina fotografica) ai danni di un giornalista del quotidiano Il Trentino, avvenuta nei giorni precedenti (episodio, come al solito, ingigantito dalle cronache giornalistiche). Dopo la lettura della sentenza i pochi compagni rimasti decidono di improvvisare un piccolo corteo per manifestare il proprio sdegno e la propria rabbia, ma vengono quasi immediatamente circondati da polizia e carabinieri. Minacce esplicite da parte di polizia e carabinieri che non si traducono in una vera “carica” ma che fanno assaporare ancora una volta ai presenti, e ai pochi passanti a quell’ora, il clima repressivo che si sta vivendo.

- ARRESTI E CONDANNE A MESI DI CARCERE PER “FURTO DI ENERGIA ELETTRICA”
- FOGLI DI VIA, INTIMIDAZIONI REPRESSIVE, “CACCE ALL’UOMO” PER MANIFESTAZIONI NON AUTORIZZATE.

QUESTO È IL CLIMA CHE CHI SCRIVE, INSIEME AD ALTRI, HA VISSUTO IN QUESTI GIORNI. NON DOBBIAMO RIDURRE LA QUESTIONE A UNO “SCONTRO TRA ANARCHICI E POLIZIA”. QUI E’ IN GIOCO LA POSSIBILITA’ PER TUTTI DI ESPRIMERE UN DISSENSO CHE NON SI LASCI IMMEDIATAMENTE RECUPERARE DAGLI ORGANI DI POTERE. NON SI TRATTA, DUNQUE, DI CONDIVIDERE O MENO CERTE PRATICHE, COME L’AZIONE DIRETTA O L’OCCUPAZIONE, MA DI RAPPORTARSI ALLA GENERALE INVOLUZIONE AUTORITARIA CHE SI VA IMPONENDO. UNA REPRESSIONE CHE SI RIPRODUCE ANCHE ATTRAVERSO L’ISOLAMENTO DI GRUPPI E INDIVIDUI E CHE SI PUÒ AL CONTRARIO SCARDINARE SOLO ATTRAVERSO UNA SOLIDARIETÀ ATTIVA E GENERALIZZATA

SOLIDARIETA' CON GLI ARRESTATI DI ROVERETO E CON TUTTI I PRIGIONIERI
PRESTO LIBERO IL COMPAGNO ANCORA IN CARCERE, PRESTO LIBERI TUTTI



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