26/10/2003: Reduci da Catanzaro


Non è facile dire con quale stato d'animo si è tornati da Catanzaro il 23 ottobre.
Non è facile perchè quella giornata ha avuto due momenti diversi, ma ugualmente importanti, per chi quel giorno era manifestante, ma anche imputato.
Fiordalisi, infatti, ha deciso l'ennesimo coup de foudre (detto da noi colpo di scena), disconoscendo legittimità anche a questo Tribunale del Riesame, che, ancora una volta, non sarebbe quello Naturale, e preannunciando quindi un possibile ricorso in Cassazione. Il Tribunale ha respinto l'eccezione, e si è aggiornato al 6 Novembre, ma in ogni caso pesa come un macigno il ventilato ricorso in Cassazione. Sembra quasi che il PM non ci voglia processare, ma soltanto tenerci questa tegola sospesa sulla testa, in attesa
di chissà cosa. Comunque l'aria che tira è questa, e quindi aspettiamo il prossimo colpo di scena del 6 novembre.
Ma per fortuna a Catanzaro non si stava solo come imputati, ma anche come manifestanti, e questa volta la musica è diversa.
Non solo perchè questa volta eravamo parecchi di più di Luglio, ma per la qualità politica del corteo.
Se questo processo serviva per spaventare chi si oppone a questo stato di cose, chi lotta contro il capitalismo e la società della galera, ha fallito clamorosamente lo scopo.
Perchè il migliaio (e forse più) di compagni partecipanti al corteo erano ancora più motivati e determinati, nonostante le notizie di perquisizioni a Milano e di fermi ed arresti di Cagliari.
Era anche una presenza giovane, in gran parte meridionale e soprattutto del posto, non inquadrabile in formazioni politiche predefinite, ma sicuramente consapevole e decisa a porre i temi della risposta all'attacco repressivo che il potere sta portando avanti.
Una presenza che sin dal mattino si è fatta sentire al presidio e che è riuscita a caratterizzare tutta la giornata di lotta fino al corteo.
Chi scrive queste righe confessa di non essere andato a quella scadenza molto fiducioso.
Il volantino di invito con tutte quelle firme "strane" di quei partiti istituzionali non lasciava sperare niente di buono.
C'era il rischio che ci fosse una mobilitazione buonista, che avrebbe ripreso in mano la politica delle divisioni, che avrebbe rilanciato la difesa dei "buoni" del sud ribelle, per buttare a mare gli altri perseguiti; e l'accenno al "movimento dei movimenti" del volantino sembrava proprio un preambolo per questa operazione.
E invece no!!! Quei compagni, così giovani, ma con le idee molto chiare, sono riusciti a stravolgere tutto. E così accanto agli slogan per i compagni del sud ribelle sono risuonati gli slogan per la libertà di Massimo, ma anche di Jimmi (fra l'altro meridionale anche lui) e di Marco Camenish. Ma soprattutto sono risuonati gli slogan per la libertà di tutti, politici e no, e per la "chiusura" di tutte le carceri.
Ci sarà stato il disappunto di qualcuno, ma l'elemento nuovo di quella giornata è stato questo, al punto da essere notato anche dal compagno, che a nome degli inquisiti ha chiuso la manifestazione.
Adesso si ricomincerà, chissà fino a quando. Ci toccherà attendere chissà fino a quando per sapere come finirà questo processo, ma adesso ci sentiamo ancora più forti, perchè non ci sono segni di cedimento, perchè un movimento politico più giovane, più determinato e autorganizzato ha preso in mano le nostre stesse bandiere ed è pronto a combattere questa società della galera.
E allora non siamo più soli in questo processo, e quindi siamo pronti a continuare la lotta.

CONTRO LA REPRESSIONE NON SI TACE, NESSUNA GIUSTIZIA NESSUNA PACE!!!
LIBERTA' PER MASSIMO E PER TUTTI I COMPAGNI ARRESTATI!!!





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