25/09/2003: Contro la criminalizzazione del dissenso, solidarietà ai perquisiti


La mattina di mercoledì 24 settembre i carabinieri si sono presentati alla porta di qualche decina di persone, militanti politici o cittadini comuni, con un mandato di perquisizione firmato dalla procura di Genova. Fra questi, un militante della Federazione Anarchica Italiana, di Carrara, ed un altro compagno anarchico di Querceta. Dal foglio di perquisizione di quest'ultimo il motivo risulterebbe essere la ricerca di "prove" di presunti "collegamenti" fra le persone in questione ed attentati avvenuti negli ultimi due anni a tralicci elettrici ed impianti sciistici, che gli inquirenti ricondurrebbero alla figura di Marco Camenisch (cosa già di per sé assurda, perché egli è rinchiuso da oltre un decennio in una galera svizzera). Allo scopo sono stati sequestrati materiali pericolosissimi come computers, agende e videogiochi per bimbi.
La Commissione di Corrispondenza della FAI, nell'esprimere piena solidarietà ai compagni rimasti vittime di tali sgradite attenzioni, denuncia l'ennesimo episodio di intimidazione poliziesca e giudiziaria, con annessa l'ennesima montatura, che colpisce persone la cui unica colpa è di essere attivi nelle lotte sociali, sindacali, antirepressive, ambientaliste, nel loro territorio, con una lunga attività militante pubblica.
Non è certo da oggi che agitando lo spettro del "terrorismo", si tenta di intimidire e isolare chi esprime dissenso. Ma noi sappiamo, e lo ribadiamo per l'ennesima volta, che terrorista è lo Stato, che manda in giro per il mondo i suoi assassini in divisa a fare le guerre per il potere e per il petrolio, che per le strade delle sue città fa manganellare, gasare, torturare e perfino uccidere chi scende in piazza per manifestare le sue idee: non abbiamo dimenticato gli orrori del g8 a Genova, e non possiamo fare a meno di notare che i giudici mandanti di questa montatura, Canepa e Canciani, sono gli stessi che stanno conducendo le indagini contro i "no global", nel tentativo di coprire le responsabilità delle cosiddette forze dell'ordine nelle aggressioni ai manifestanti, nei macelli di Bolzaneto e della scuola Diaz, nell'assassinio di Carlo Giuliani.
Ma i militanti e le militanti della Federazione Anarchica Italiana hanno alle spalle una lunga storia durante la quale non si sono mai fatti intimidire, e hanno continuato, come continuano tutt'oggi, a portare avanti quotidianamente il loro lavoro sociale, dispiegato alla luce del sole, con metodi antiviolenti, nelle strade, nelle piazze, nei quartieri, nei posti di lavoro, per affermare con la pratica della solidarietà di classe e dell'autogestione il nostro progetto della società dei liberi e degli uguali, fondata sull'internazionalismo e sul comunismo anarchico.

Reggio Emilia, 24/9/03
La Commissione di Corrispondenza della FAI



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