26/07/2003: Fiat: 12 mila operai licenziati in tutto il mondo. Tutto tace, tutti tacciono.


La multinazionale Fiat prosegue il suo piano di licenziamenti, di ristrutturazioni, di concentrazione della produzione sulla pelle degli operai, in tutte le sue fabbriche sparse per il mondo. E questo dopo le lotte dell’anno passato in tutti gli stabilimenti del gruppo Fiat in Italia. Le lotte degli operai Fiat in Italia, guidata dagli operai di Termini Imprese hanno imposto di nuovo la presenza degli operai in un paese come l’Italia che aveva ‘dimenticato’, grazie ai partiti politici borghesi, ai sindacati collaborazionisti, ai mezzi di comunicazioni di massa, per lungo tempo la presenza ,il protagonismo degli operai. Termini Imerese non è stata chiusa, per adesso e per le notizie che si hanno a tutt’oggi dei piani del padrone Fiat. Gli operai hanno resistito, ma la Fiat ha chiuso definitivamente l’Alfa di Arese, iniziando a trasportare la produzione all’Alfa di Pomigliano D’arco in Campania. Mirafiori a Torino viene sempre più svuotato e con questo piano di ristrutturazione presentato agli inizi di luglio, chiuderà in Italia uno degli stabilimenti della Borletti-Marelli con 700 operai a cui si andranno ad aggiungere licenziati per un numero di 2800 persone.
I sindacati non hanno reagito ai dodicimila licenziamenti, hanno accettato nei fatti la chiusura di Arese a Milano non hanno detto nulla sui quasi 10 mila operai che verranno licenziati nelle fabbriche Fiat nel mondo. I sindacati ‘alternativi’ nulla hanno detto e fatto su questi licenziamenti, sposando nei fatti la tesi ‘morte tua, vita mea’, con il caso eclatante della chiusura dell’Alfa di Arese a ‘vantaggio’ di quello di Pomigliano, dove sono presenti i sindacati ‘alternativi’ e di ‘base’. Come non hanno detto nulla sui 10 mila licenziamenti che verranno effettuati all’estero dove la Fiat chiuderà questi stabilimenti: Uno nel settore auto; Due in quello dei veicoli industriali; Ben cinque in quello dei veicoli agricoli ( Case New Holland ) ; tre nel settore componentistica. La Fiom nei giorni a ridosso della presentazione del piano e dei tagli ha emesso un blando e laconico comunicato respingendo i tagli, i sindacati di base continuano a tacere. Forse il fatto che all’apparenza, la maggioranza dei licenziamenti viene fatta all’estero, ha convinto che il pericolo è passato?
Se fosse così il ragionamento fatto dai vertici sindacali alternativi e non, è un atteggiamento miope e che danneggia solo gli operai. Quanto pensano i nostri sindacalisti di poter resistere davanti a una crisi internazionale che non si frena e che morde più che mai? Per quanto tempo i sindacalisti possono pensare che la Fiat per esigenze di mercato non licenzi altri operai nel mondo e anche qua?
La Fiat per risanare, per frenare il ‘fallimento’ ha venduto la Fiat Avio a Finmecacnica (30%) e alla multinazionale USA Carlyle (70 %), legata a Bush e al settore strategico degli armamenti, in cui Finmeccanica con l’alleanza con la multinazionale britannica Bae ha gettato un altro sassolino nella guerra commerciale e strategica con l’Europa in atto da tempo. I sindacati tutti, non hanno detto nulla su questa ulteriore operazione, concretizzando con ciò un ragionamento oggettivo di nazionalismo economico e di strategia imperialista.
Difesa del nazionalismo economico che vede spaccare gli interessi degli operai, classe mondiale, contrapposta nei propri interessi ai padroni di tutto il mondo, e contrapporli in una ‘guerra tra poveri’, fabbrica per fabbrica, nazione contro nazione.
L’intento, attraverso questi licenziamenti da parte della Fiat, di mettere l’uno contro l’altro gli operai, va respinto, con la lotta e l’organizzazione politica indipendente degli operai.
Gli operai non hanno interessi contrapposti tra loro,perché il padrone li sfrutta e li licenzia qui come in qualsiasi angolo del mondo.
Solo i padroni hanno intessi contrapposti per arricchirsi più degli altri a danno degli operai Soli, chiusi nella propria fabbrica si perde!
L’unità, la solidarietà internazionale, e il collegamento tra operai delle fabbriche Fiat nel mondo è l’unica arma che hanno gli operai per impedire i licenziamenti!
L’organizzazione politica indipendente degli operai è l’arma con cui gli operai di tutte le fabbriche del mondo hanno per farla finita con la società fondata sulla schiavitù del lavoro salariato operaio.

Solidarietà internazionale con e tra gli operai Fiat!

Roma Luglio ‘03
http://www.asloperaicontro.org


http://www.autprol.org/