23/07/2003: La rappresaglia dello Stato italiano non ci fermerà!


Il giorno 15 giugno e il giorno 12 luglio sono stati perquisiti undici compagni e compagne della nostra Organizzazione. La Polizia politica ha utilizzato l¹articolo 41 del codice penale, un nuovo strumento giudiziario che permette ai segugi dello stato di irrompere a piacimento nelle case della gente con il pretesto di cercare armi ed esplosivi detenuti illegalmente. Tutto questo senza un¹accusa precisa e quindi senza alcuna possibilità di difesa legale. Le undici perquisizioni sono andate a vuoto: non sono state trovate né armi né esplosivi e chiaramente, agli occhi di tutti, l¹unico fine pratico della questura è stato quello di minare l¹integrità dell¹Organizzazione, le certezze e la personalità dei militanti colpiti, di isolarli e separarli dalle lotte e da tutti gli altri compagni e di criminalizzare la loro posizione di comunisti indipendentisti sardi.
Sappiamo bene che gli organi pretoriani dello stato italiano hanno voluto ricordare al popolo lavoratore sardo e alle sue avanguardie organizzate che perquisizioni, manganelli e galere sono e saranno sempre la sola risposta ai tentativi di riscatto nazionale, alle lotte contro basi militari e ³totaliturismo² e contro il loro portato di leucemie e disoccupazione.
Sappiamo bene che il Ministero degli Interni, il ceto politico della borghesia Italiana e i loro alfieri sardi, traditori in patria, per realizzare la definitiva colonizzazione militare, economica e culturale della nostra isola, devono fare i conti con la crescente coscienza nazionale e con gli episodi di resistenza popolare, radicata e diffusa, ai loro
progetti.
Sappiamo di non essere soli, sappiamo che ³Sotzialismu² e ³Indipendentzia² stanno diventando potenti armi di riscatto nelle mani di ogni pastore ridotto in miseria dalle multinazionali, di ogni artigiano proletarizzato e costretto a fabbricare gingilli per turisti, di ogni lavoratore stagionale costretto a fare lo schiavo laccato e sorridente per un tozzo di pane.
Sappiamo che ³Sotzialismu² e ³Indipendentzia² stanno già prefigurando e aiutando a crescere la voglia di vendetta di ogni madre, parente e amico dei morti ammazzati dall¹uranio impoverito degli americani a Quirra, Villaputzu, Escalaplano, etcS.
Sappiamo che a questa lotta contro la marmaglia parassita e i loro burattini armati e graduati non saranno insensibili gli operai di Ottana e Porto Torres costretti, prima a deturpare la propria terra e a lasciare le proprie case e campagne spinti dal miraggio di una vita migliore, poi a difendere con le unghie un lavoro di merda e mal pagato per non essere accantonati come limoni spremuti.
Sappiamo che la rabbia dei disoccupati, dei precari, degli emigrati in cerca di uno straccio di lavoro si ritorcerà come vento letale contro la prepotenza e l¹avidità degli attuali dominatori.
Le undici perquisizioni, ai danni di ³a Manca pro s¹Indipendentzia², non salveranno la Sardegna e i sardi dall¹imminente catastrofe dello stoccaggio delle scorie nucleari italiane. Le perquisizioni e i procedimenti giudiziari, ai danni di tutti i militanti sardi, non impediranno ai sommergibili nucleari americani di continuare a violare ed inquinare le nostre acque e al carbone della multinazionale Endesa di avvelenare Porto
Torres e tutto il sassarese. Passare a setaccio e assediare interi paesi barbaricini, riempire le carceri di proletari sardi ed immigrati, infoltire i controlli militari pubblici e privati nelle zone franche del benessere borghese tutto merce­cemento e vetrine non sono le risposte adatte per un popolo tartassato militarmente, sfruttato economicamente e umiliato culturalmente.
La repressione politica contro il Movimento Popolare di Liberazione Nazionale, e la repressione sociale presente in ogni spiraglio della nostra amata terra non impedirà ai comunisti di alzare la testa e di organizzare il popolo sardo sui suoi stessi bisogni materiali e spirituali, e procedere nel lungo percorso di liberazione, dalle forze militari italiane, atlantiche e nordamericane, e di edificazione del socialismo in Sardegna.
La violenza cieca e mafiosa degli occupanti sarà soltanto benzina sul fuoco della rivoluzione sarda e linfa vitale per le sue avanguardie organizzate.
Contro la repressione organizzare la lotta per una Sardegna libera, indipendente e socialista!
Fino alla vittoria!

a Manca pro s¹Indipendentzia


http://www.autprol.org/