18/07/2003: Per Carlo, per noi... per tutti coloro che il capitalismo uccide ogni giorno.


Da una parte ci sono loro, quelli che abitualmente uccidono, picchiano, torturano imprigionano, quelli che quando fa comodo non esitano a mettere le bombe di “stato” nelle banche, nelle piazze, sui treni , alle stazioni, quelli che, quando serve un morto, uccidono, e quando serve una guerra la dichiarano, quelli che sulla miseria, lo sfruttamento, il sangue dei molti costruiscono le loro fortune, e quelli che per laute ricompense, indossando le peggiori divise da sbirri, folgore, alpini, finanzieri, sono sempre pronti a fare il lavoro sporco su cui quelle fortune si basano.
Poi ci sono le lobby della solidarietà pelosa o peggio della finta ribellione, corrotta e compiacente, che con una mano istigano le folle sprovvedute e con l’ altra raccolgono le sovvenzioni, gli appalti, le commesse. Quelli che l’anno prima hanno scatenato il tragico teatrino della guerra civile dichiarata a Palazzo Ducale e l’anno dopo stringevano le mani dei vari Fassino e Cofferati.
In mezzo ci sono quelli che l’odio, la ribellione li hanno espressi fino in fondo a Genova e prima ancora a Napoli e, pochi giorni fa, a Salonicco, combattendo radicalmente e con ogni mezzo chi ha eretto mura e grate per difendere lo spettacolo dell’arroganza e della rapina mondiale.
In mezzo c’è Carlo ucciso con un colpo alla testa da un porco in divisa di cui poco importa sapere la reale identità perché, che si chiami Placanica o meno, rimane uno sbirro, per ruolo e per indole un assassino prezzolato, un burattino nelle mani dei padroni.
In mezzo ci sono i genitori e gli amici di Carlo, il cui dolore genuino e insopportabile diventa merce di scambio per abili pacificatori sociali o venditori di magliette.
In mezzo ci sono gli arrestati di Salonicco e tutti i compagni che ogni giorno vengono perquisiti e indagati.
In mezzo ci sono i proletari che vivono la violenza dello stato e dei padroni sui posti di lavoro, per strada, nelle piazze, in Argentina, in Iraq, in Palestina, in Africa, in tutto il mondo, dove, a centinaia, quotidianamente, pagano col sangue la “bella vita” di un manipolo di Padroni.
E’ con queste persone, con quelli che stanno in mezzo, che ci interessa parlare, quelli che sono fuori dal gioco se non come pedine strumentalizzate dai sindacati, dai partiti della sinistra che, quando sono al governo dell’intero paese o delle città, di sinistra non lo sono per niente, dai rampanti del riformismo disobbediente o dell’ equosolidarietà di facciata.
A questi, a quelli che se ne stanno in mezzo, diciamo che non ci interessa più, anzi non c’è mai interessato, contenderci le piazze con chi fa caroselli commemorativi mentre dall’altra parte vengono erette nuove zone rosse e chi manifesta rischia il massacro.
Noi Carlo e tutto quello che è accaduto 2 anni fa in questa città lo ricorderemo proseguendo e costruendo il nostro percorso: riteniamo che l’unico terreno su cui costruire un percorso rivoluzionario sia quello della pratica dell’azione diretta legata ad una lucida e radicale critica dell’esistente ed alla solidarietà tra proletari che riesca a contrapporsi agli attacchi sferrati, in modo sempre più massiccio, alle nostre condizioni di vita.
Per questo continueremo ad impegnarci per noi, per Carlo per tutti coloro che il Capitalismo uccide ogni giorno.

compagne e compagni del csa inmensa


http://www.autprol.org/