17/07/2003: COMUNICATO STAMPA SULLE PERQUISIZIONI DELL'11 LUGLIO 2003
11 luglio 2003: ancora decine di perquisizioni a compagne e compagni
dell'area antagonista. Ancora i Reparti Speciali dei Carabinieri che si
presentano all'alba nelle case e nelle sedi politiche. Ancora un articolo
che compare sui mandati: il 270 bis, ovvero l'associazione sovversiva con
finalità di terrorismo. E ancora una firma in fondo a questi mandati, uguale
a quella comparsa su centinaia di altri mandati in questi ultimi mesi:
quella del giudice bolognese Paolo Giovagnoli.
Due parole su questo giudice: venuto alla ribalta per avere in mano
l'inchiesta sull'omicidio Biagi, questo "magistrato democratico" ricambia
l'auge firmando a piene mani ogni tipo di richiesa presentatagli dai
Carabinieri, veri ispiratori (come sempre?) delle campagne di
criminalizzazione anticomunista e controrivoluzionaria. Un giudice
"intoccabile", che nemmeno svarioni come i clamorosi arresti per un presunto
attentato alla basilica di S. Petronio, sgonfiatisi in pochi giorni, hanno
minimamente scalfito. Dopo una figura del genere chiunque altro sarebbe
probabilmente finito a "dirigere il traffico" di scartoffie in qualche
ufficio decentrato; ma Giovagnoli no, lui è il giudice dell'inchiesta
Biagi?. E lui firma! Firma cose che mettono in imbarazzo perfino altri
giudici, che arrivano a dichiarare "privi di fondamento" interi mandati. Che
però lui continua a firmare!!! E ormai sono centinaia!!! Sarà stanco di
firmare, poverino?!!!
In un'operazione come questa dell'11 luglio, facendo un breve conto, sono
stati impegnati quasi un migliaio di uomini (per non contare quelli
utilizzati nella logistica di supporto) per effettuare 57 perquisizioni,
coordinate e livello nazionale, sul NULLA!!!
Perché di questo si tratta: NULLA!!!
Se non fosse per il danno materiale immenso subìto con le perquisizioni
(archivi saccheggiati, decine di computer sequestrati, effetti personali
violati, perquisizioni sui posti di lavoro con l'intento criminalizzatorio)
avremmo pensato ad una enorme esercitazione. Invece NULLA. Non ci sono
nemmeno i termini per discutere su una strategia di difesa perché non c'è
NULLA di cui si viene accusati.
Questo è veramente un caso emblematico di come ormai la prassi inquisitoria
sia talmente spavalda che non ci si preoccupa nemmeno più di costruire
un'apparenza di credibilità, di logicità: basta l'art. 270 bis e la firma di
un giudice consenziente.
Eppure una logica, un obiettivo in tutto questo c'è, ed evidentemente non è
quello di "smantellare" fantomatiche associazioni sovversive, accusate di
aver organizzato riunioni pubbliche, assemblee, presentazioni di volumi,
incontri internazionalisti, manifestazioni antimperialiste, iniziative
contro la guerra (oltre ovviamente ad essersi incontrati in loschi locali
come bar, osterie, trattorie, di avere scritto, parlato, mangiato, bevuto?).
Noi pensiamo che il vero obiettivo sia quello di criminalizzare, di isolare,
di creare il panico attorno a compagni/e e strutture la cui colpa è di voler
sviluppare e consolidare una riflessione e una prassi politica nel campo e
per il campo della rivoluzione.
Ci fanno allora evidentemente piacere i tanti comunicati di solidarietà
giunti da tutt'Italia, anche se non possiamo fare a meno di registrare come
questi attacchi, questi strumenti di desolidarizzazione riescano comunque a
trovare spazi anche dentro al movimento. O più semplicemente determinino
quella diffidenza per cui, dopo le perquise, c'è chi fa un po' fatica a
fermarsi a parlare perché ha paura che là, dietro l'angolo, uno sbirro possa
fotografarlo e magari inserirlo nel prossimo elenco di mandati da fare
firmare al Giovagnoli di turno.
Questo è il vero obiettivo di queste ridicole montature!!!
Preferiremmo poter dire che ci attaccano perché siamo i più duri, i più
puri, i più rivoluzionari, ma mentiremmo a noi stessi.
Siamo consapevoli che non siamo i primi e non saremo gli ultimi a subire il
pesante e continuo tentativo da parte dei servi dei padroni di ridefinire le
soglie di compatibilità con cui setacciare il corpo sociale e, prima ancora,
le componenti politiche che lo attraversano. Come del resto siamo
consapevoli che solo un concreto processo di sviluppo dello scontro di
classe può invertire questa tendenza.
Ed è con questo spirito che vogliamo sfruttare questa pur pesante occasione
per stimolare una riflessione all'interno del movimento antagonista con
l'obiettivo di riempire di contenuti validi uno slogan che ci è
particolarmente caro:
LA SOLIDARIETA' E' UN'ARMA!
LOTTIAMO INSIEME.
Alcuni indagati e perquisiti
CAB - Collettivo Antimperialista Bologna
Akkop - Lavoratori delle Cooperative Bologna
Edizioni www.autprol.org
14 luglio 2003
http://www.autprol.org/