09/07/2003: Cronaca dalle lotte operaie nel mondo


01 luglio 2003
SIEMENS: SCIOPERI
Fuori dallo stabilimenti della Siemens di Cassina de' Pecchi (Milano) c'è soddisfazione già alle sei e trenta. La fabbrica è chiusa, i cancelli sono presidiati da un centinaio di operai, a cui se ne aggiungeranno molti altri durante la giornata. Sono entrati solo il direttore del personale e due dirigenti della produzione. Mentre a Milano si ferma la fabbrica a Roma arriva una piccola delegazione di giovani da poco entrati in fabbrica in solidarietà e unione con gli operai Siemens di Marcianise, giunti in 300 da Caserta per impedire che una delle poche storiche realtà industriali della zona venga spezzettata e chiusa. Storie che si ripetono. Operai che non si fanno dividere e restano uniti sapendo che il primo che cede fa cadere tutti. Un fatto importante soprattutto perché avviene tra due unità distanti, tra generazioni diverse di operai e dopo diversi tentativi di dividerli da parte dell'azienda. La Siemens vorrebbe tagliare tre quarti dei posti di lavoro di Marcianise per poi venderla insieme a Cassina, magari spezzettandola in tante altre esternalizzazioni. Il piano "industriale" è presto detto: 570 posti di lavoro da mettere in "mobilità lunga" (420 a Marcianise su 710 e 150 nel milanese) ed esternalizzazioni per 300 dipendenti di Cassina e per un numero non precisato al Sud (probabilmente tutti). Già una settimana fa a Cassina c'era stato un sciopero con corteo interno molto partecipato. Mentre quelli di Marcianise avevano bloccato per due ore i caselli dell'autostrada "del sole" a Caserta. Ieri si è ripetuto. Unità e lotte reali. Un segnale ulteriore che alla crisi profonda dell'industria metalmeccanica lavoratori e sindacati rispondono con determinazione per non essere completamente cancellati o esternalizzati.

MORTE IN FABBRICA
E' stato schiacciato da un attrezzo ausiliario di un muletto durante una manovra di scarico di scarti legnosi da un camion. Investito da uno spintore pesante una decina di quintali. Per Francesco Troiano, 51enne autotrasportatore di Sant'Egidio, non c'è stato niente da fare. E' morto sul colpo in provincia di Mantova. L'infortunio sul lavoro è avvenuto ieri pomeriggio, attorno alle 14.15 alla Silla di Sustinente.

ILVA: DIRIGENTI INDAGATI PER LA MORTE DEGLI OPERAI
Battaglia legale. Slitta l'affidamento della perizia per fare luce sull'incidente sul lavoro avvenuto il 12 giugno scorso all'interno del parco minerali dell'Ilva, incidente che provocò la morte di due operai, Paolo Franco e Pasquale D'Ettorre, e il ferimento di un'altra dozzina di lavoratori. Nove persone ufficialmente indagate per concorso in omicidio plurimo colposo e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Tra gli indagati per tale vicenda c'è anche Emilio Riva, presidente del consiglio di amministrazione dell' Ilva. In tutto sono quattro i dirigenti dell'Ilva indagati: gli altri sono il direttore dello stabilimento, Luigi Capogrosso, il responsabile della manutenzione meccanica dell' area parchi minerali, Salvatore Zimbaro, e il responsabile preparazione agglomerati minerali, Giancarlo Quaranta. Gli altri cinque indagati sono dirigenti della ditta Cemit di Altamura addetta alle manutenzioni nell' area parchi minerali del siderurgico: l'amministratore della ditta, Gerardo Pappalardo, il responsabile dell'ufficio tecnico, Franco Antonio Pinto, il responsabile area, Donatangelo Clemente, il responsabile dei lavori di manutenzione, Annunziato Ambrogio, e il responsabile del servizio di prevenzione, Giuseppe Bruno.

MORTE SUL LAVORO
A Trapani un ragazzo di 17 anni che lavorava in un cantiere edile è caduto dal quinto piano per il cedimento di un asse di legno su cui stava camminando. A Viggiano (Potenza) è invece morto il 53enne Osvaldo Giangrossi, tecnico petrolifero abitante a Lodi, caposquadra in un'impresa che lavora per l'Eni. L'uomo è stato colpito da un tubo in un pozzo di perforazione.

CONTRATTO ADECCO
I2 mila dipendenti di Adecco Italia hanno il loro primo contratto integrativo. L'hanno sottoscritto Filcams, Fisascat e Uiltucs (i dipendenti delle agenzie interinali rientrano nella categoria del commercio). L'accordo estende l'accesso alla rappresentanza e i diritti sindacali a tutti i dipendenti. Finora due terzi, quelli che lavorano nei comuni dove Adecco conta meno di 15 addetti, non ne godevano. I part time post maternità potrà durare fino a 24 mesi (all'Adecco lavorano molte donne giovani). Sul premio variabile c'è l'impegno della multinazionale a riprendere la trattativa a settembre. Quello in vigore è di fatto un premio individuale; il sindacato vuole correggerlo, ma in un'azienda a bassa sindacalizzazione non può fare il passo più lungo della gamba. L'integrativo Adecco si aggiunge a quello già sottoscritto con Obiettivo lavoro. La trattativa con Manpower, altra big del lavoro interinale, è appena iniziata.

CONSORZIO ARNEO: COMINCIA LA LOTTA
Ieri mattina è iniziata la resistenza dei dipendenti: quadri, impiegati, operai, tutti a manifestare davanti a creativi striscioni e alle bandiere dei sindacati. Il diritto al lavoro, seriamente in pericolo da alcuni mesi a questa parte, porta allo scontro durissimo anche i compassati dipendenti del Consorzio. Ieri mattina, come promesso con un documento ufficiale una settimana fa, sono scesi tutti in trincea con una assemblea permanente che bloccherà ad oltranza le attività dell'ente. Fino a quando, perlomeno, non si vedrà uno spiraglio a livello politico che sblocchi la situazione e anche gli stipendi. Si sta andando infatti verso il quarto mese senza che i dipendenti vedano un soldo. Soprattutto al governatore Fitto i dipendenti dell'Arneo rinfacciano di non aver profuso tutti gli sforzi per varare una serie legge di riforma dei consorzi. Il blocco indiscriminato del pagamento del contributo per la bonifica - attuato per venire incontro alle sempre più insistenti proteste dei cittadini - ha infatti causato, come contraccolpo, i mancati introiti al Consorzio necessari per mantenere gli stipendi di circa ottanta dipendenti e di una quarantina di stagionali.



02 luglio 2003
ALITALIA: PRE-ACCORDO SEPARATO
E' rottura tra i sindacati sulla vertenza Alitalia che riguarda gli assistenti di volo. Ad esclusione del Sult e della Filt Cgil, gli altri sindacati - Fit Cisl, Uilt, Anpav, Ugl, Avia - hanno firmato una lettera di condivisione dei contenuti del documento presentato venerdì scorso dall'azienda. Il documento presentato da Alitalia - da ieri una pre-intesa separata - prevede l'insediamento di una base a Milano e una maggiore flessibilità nell'impiego del personale. Il Sult (ex Sulta) spiega che "non ha ritenuto di sottoscrivere il testo dell'accordo sia per il metodo sia per i contenuti". "L'azienda ha preteso - prosegue il sindacato - di applicare un nuovo modello di impiego del personale, basato su due settori anziché i quattro attuali e che non tiene conto di importanti elementi quali, ad esempio, l'equa distribuzione dell'impiego e la perequazione economica".

MONTEFIBRE DI OTTANA: MERCI BLOCCATE
Se entro stamattina i contanier non potranno uscire dalla fabbrica, l’Inca international ordinerà la procedura di fermata degli impianti, mentre sul piazzale 40 autobotti sono parcheggiate in attesa di poter rifornire la termocentrale e anche la Lorica rischia di essere messa in crisi per il mancato rispetto delle commesse. Il blocco delle merci in entrata e in uscita, rischia di portare al collasso le aziende che operano all’interno del recinto industriale ex Enichem. Proprio per stamattina l’Inca ha convocato i sindacati e tutti sanno che se la situazione non si sbloccherà (nei magazzini strapieni non si può può accumulare il prodotto), sarà annunciato il blocco degli impianti.

ITR: ESUBERI IN VISTA
Ancora licenziamenti nel settore chimico. Dopo i 80 esuberi alla Avon, ieri è toccato alla Itr di Veniano. L’azienda nei giorni scorsi ha aperto la procedura di mobilità per 45 lavoratori su un totale di circa 550 dipendenti. Il ridimensionamento di organico è dovuto a una riorganizzazione a livello europeo che sta portando a razionalizzazioni e a riduzioni di costi per migliorare l’efficienza e la produttività dei vari stabilimenti. Appartenente alla multinazionale Parker dopo essere stata di proprietà del gruppo italiano Saiag, la Itr è un’azienda specializzata nella produzione di tubi idraulici. A due anni dall’ultimo taglio sul personale, anche lì erano state più o meno una cinquantina le uscite complessive, la storia dunque si ripete. Maggiormente coinvolti dovrebbero essere gli operai indiretti alla produzione ovvero quelli addetti ai servizi e ai collegamenti. Oggi in sindacati di categoria terranno un’assemblea davanti ai lavoratori per spiegare la situazione e per decidere in che modo operare durante la trattativa.

CLASS
Presidio davanti ad Assindustria e sindacati impegnati a valutare le piccole "aperture" dell'azienda nei confronti delle maestranze. E' l'esito delle iniziative di ieri sul tema della Class. Oggi assemblea dei lavoratori ai quali sarà annunciata la proposta. I sindacati chiedono il ritorno dell'azienda a Pistoia.


03 luglio 2003
EDILI IN CORTEO A MILANO
"Dikyy, 33 anni, è morto il 3 giugno 2003 mentre stava riparando un tetto a Fizzonasco". Ventisei cartelli come questo, uno per ogni edile morto sul lavoro in Lombardia dall'inizio dell'anno (cinque erano immigrati), punteggiavano il corteo e ne spiegavano la ragione. Contro gli omicidi bianchi e per la sicurezza gli edili lombardi hanno manifestato prima sotto la Regione, poi all'Ispettorato del lavoro. Erano alcune migliaia, un buon numero per un settore difficile e polverizzato dove metà degli addetti lavorano in nero. Il 38% degli infortuni registrati dall'Inail si verificano nei cantieri. L'Italia ha la più alta incidenza di infortuni nell'edilizia di tutta Europa. I 26 morti in Lombardia dall'inizio dell'anno sono il doppio rispetto ai primi sei mesi del 2002. Su cento cantieri gli ispettori del lavoro riescono a visitarne tre o quattro nell'arco di un anno. La catena dei subappalti invece di accorciarsi si allunga. I migranti forniscono sempre nuove braccia ricattabili da sfruttare al nero. Le leggi ci sono ma non si ha la forza di farle applicare.

CONTRATTO ALIMENTARISTI
Dopo la rottura delle trattative per il rinnovo del contratto, consumatasi due giorni fa, ieri i sindacati del settore alimentare Flai Cgil, Fai Cisl e Uila-Uil hanno proclamato un pacchetto di otto ore di sciopero. Gli scioperi saranno decisi a livello articolato ma dovrebbero essere effettuati tra il 15 e il 31 luglio. Il contratto riguarda circa 400.000 lavoratori ed è scaduto il 31 maggio. Per il rinnovo dell'accordo i sindacati hanno chiesto un aumento di 100 euro medi mensili a regime e una riduzione di orario per i turnisti (otto ore annue per chi lavora su tre turni per sette giorni e quattro ore per chi lavora su tre turni per sei giorni).



04 LUGLIO 2003
METALMECCANICI COMASCHI IN SCIOPERO
Si allarga la protesta fra le aziende metalmeccaniche comasche per il nuovo contratto di lavoro. A una settimana di distanza dallo sciopero dei lavoratori della Newell organizzato dalla Fiom-Cgil anche i dipendenti della Giardina di Figino Serenza si sono fermati per 8+4 ore come protesta contro il contratto dei metalmeccanici firmato il mese scorso da Fim-Cisl e Uilm - Uil. Lo sciopero si ripeterà oggi per 4 ore congiuntamente con i lavoratori della Newell e altri delegati di alcune fabbriche della zona che si uniranno all’iniziativa. I dipendenti faranno un picchetto davanti all’entrata dello stabilimento per impedire l’entrata e l’uscita dei camion. Obiettivo della Fiom, che non ha firmato l’intesa sull’accordo con Federmeccanica, è costringere le singole aziende a stipulare delle preintese che rimettano in discussione il contratto. I temi più caldi sono gli aumenti salariali, di 135 euro e non 90 come concordato da Fim e Uilm, e l’inquadramento professionale. A questo si aggiungono anche i problemi sorti nelle singole fabbriche, tra cui la Giardina. Le rappresentanze sindacali della Fiom protestano infatti sui mancati aumenti salariali, e sui passaggi di categoria.

DUSCHOLUX: 63 LICENZIAMENTI
All'indomani dell'invio delle 63 lettere di licenziamento ai dipendenti della Duscholux di Chiusa (Bolzano) e all'annuncio dela chiusura, a partire dal prossimo 31 agosto,d ello stabilimento della multinazionale germanica leader nella produzione di bagni e box doccia, e alla luce di quanto emerso dall'assemblea dei lavoratori dell'azienda è intervenuto ieri, con una nota, il segretario del sindacato etnico Asgb Georg Pardeller. Pardeller, proprio in considerazione dell'atteggiamento assunto dalla proprietà germanica della Duscholux che intende mettere sulla strada i suoi 63 dipendenti, chiede che l'amministrazione della Provincia Autonoma e del Comune di Lajon Chiusa dove è ubicata la fabbrica, si garantiscano ottenendo la restituzione delle sovvenzioni e di tutti i benefici che un'azienda ha ottenuto in questi anni lavorando in Alto Adige. Pardeller contesta infatti il fatto che non si può consentire che solo i 63 lavoratori paghino il prezzo e l'azienda se ne vada come se nulla fosse successo dopo aver intascato anche le sovvenzioni concesse loro dagli enti pubblici locali. Il sindacato afferma di aver chiesto un incontro con la direzione aziendale, l'Associazione industriali, l'assessore all'industria Michele di Puppo e il sindaco di Laion.

ARSSA IN AGITAZIONE
Il personale dell'Arssa di Cosenza ha proclamato lo stato d'agitazione per garantire il mantenimento di oltre mille posti di lavoro e si sono riservati ogni possibile azione di lotta a difesa dei loro diritti. I motivi della protesta vengono addotti dal fatto che la Regione Calabria, nella seduta dell'approvazione del bilancio, ha approvato un emendamento per il taglio della spesa riservata all'Arssa. I tagli indotti dall'approvazione dell'Emendamento n. 395 interesseranno le retribuzioni di tutti i lavoratori dell'Arssa, determinando così una palese violazione dei Ccnl dei diversi comparti. Le implicazioni dirette e indirette sono estremamente gravi, in quanto prefigurano il concreto smantellamento dell'Arssa per oggettiva mancanza delle risorse necessarie al suo mantenimento ed al pagamento delle retribuzioni al personale.

SCIOPERO REGIONALE DEI TRASOPRTI A TRIESTE
Uno sciopero regionale dei treni è stato proclamato dalle organizzazioni sindacali Filt/Cgil, Fit/Cisl,Uilt/Uil. È previsto dalle 22 di sabato 5 luglio alle 6 di domenica per complessive otto ore. L'astensione dal lavoro comporterà la cancellazione di una decina di convogli.



http://www.autprol.org/