08/07/2003: Appello per la mobilitazione
Sabato 12 luglio ore 17.30
Milano
Presidio davanti al Consolato Francese
Via Mangili angolo Via Turati
Sostenere i rivoluzionari prigionieri
Non esistono imperialismi buoni:
togliamo la maschera a quello francese ed europeo!
Il 4 luglio si conclude a Parigi il processo contro 5 militanti del PCE(r), Partito Comunista Spagnolo ricostituito, e 2 dei GRAPO (Gruppi di Resistenza Antifascista Primo Ottobre). Per essi, che hanno già subito oltre due anni di carcerazione preventiva in totale isolamento nelle carceri francesi, sono stati richiesti dieci anni di carcere, il massimo della pena. E’ la prima volta che uno Stato processa un’organizzazione comunista straniera che non opera nel suo territorio nazionale e nel quale non ha commesso alcun reato. Il processo che si sta svolgendo dal 12 giugno sta raccogliendo attorno ai compagni una calda solidarietà da più parti d’Europa e a livello internazionale. Nonostante la brutalità della sbirraglia francese che ha aggredito più volte i compagni prima di portarli in aula, il comportamento orgoglioso degli imputati, legandosi alla mobilitazione sostenuta dai Comitati per un Soccorso Rosso Internazionale, sta trasformando questo atto repressivo in un atto d’accusa contro il governo francese, la sua politica controrivoluzionaria e imperialista.
I compagni e le compagne sono sotto accusa per comunismo, il loro partito, infatti, nato 25 anni fa ha avuto ed ha un ruolo decisivo nel contesto della lotta del movimento operaio e popolare in Spagna, prima contro il franchismo, ora nella lotta politica attuale del proletariato spagnolo contro lo stato borghese "A fianco dei settori democratici e antifascisti, a fianco delle organizzazioni indipendentiste e di quelle guerrigliere come i GRAPO".
Le borghesie europee non gradiscono l’esempio di questo partito, hanno bisogno di “pace” interna per potersi dedicare ai loro piani guerrafondai esterni.
Difendere questi compagni sotto processo in Francia significa difendere la loro scelta di organizzarsi in partito politico della classe operaia per farla finita col sistema dello sfruttamento e della guerra.
Costruire anche in Italia una mobilitazione a sostegno di questi compagni assume in questo momento un significato che va ben al di là della difesa dei compagni sotto processo.
Significa:
-in primo luogo combattere il tentativo di mettere al bando le organizzazioni comuniste, quelle rivoluzionarie e antimperialiste e riaffermare nella pratica la legittimità della solidarietà di classe che la borghesia vuole bandire e rendere illegale anche attraverso le famigerate "liste nere" delle organizzazioni da eliminare stilate dagli Stati imperialisti;
-contrastare l’obiettivo dei governi borghesi che è quello di rompere preventivamente la possibilità di legame fra la rinascita della lotta e della ribellione di classe con la prospettiva rivoluzionaria;
-smascherare e battere l’ideologia che la borghesia tenta di diffondere con la pratica della controrivoluzione preventiva e con le innumerevoli operazioni repressive messe in atto in questo periodo cioè quella di dimostrare che non è possibile costruire organizzazioni politiche rivoluzionarie che concretamente rappresentano gli interessi proletari;
-rivendicare l’appartenenza di tutti i rivoluzionari prigionieri al movimento di classe contro la guerra imperialista e a fianco della resistenza dei popoli oppressi, in particolare oggi delle masse arabe;
-denunciare il ruolo dell’imperialismo francese che assieme a quello tedesco sono alla testa dell’imperialismo europeo;
-smascherare le bugie della sinistra borghese, dei revisionisti e degli opportunisti nostrani che hanno innalzato la Francia, nel corso della guerra imperialista USA, come baluardo di "pace" e "democrazia".
Che la Francia non sia uno Stato baluardo di pace e democrazia lo mostra, oltre che la sua storia passata fatta di barbarie imperialista in particolare in Africa, quella più recente sia all’interno del suo territorio che a livello europeo e internazionale. La pratica controrivoluzionaria dei suoi apparati di polizia si era già mostrata, nel recente passato, con l'agibilità concessa in territorio francese, nella metà degli anni '80, ai GAL (squadroni della morte spagnoli) che hanno perpetrato vere e proprie esecuzioni di militanti rivoluzionari. E non possiamo nemmeno dimenticare che nelle galere francesi viene tenuto in ostaggio da quasi 20 anni Georges Ibrahim Abdallah, combattente arabo accusato di appartenere alla Frazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi, e per questo processato e condannato all’ergastolo da una corte speciale occidentale. Georges Ibraim Abdallah al suo processo aveva dichiarato: "Le azioni che pretendete di giudicare, signori, minacciano la vostra pace, quella dei cimiteri. E' la continuità della guerra di sterminio perpetrata da Reagan, il capo del vostro ordine che è minacciata. E' alla guerra contro la guerra imperialista che la vostra Corte si arroga il diritto di fare un processo".
Oggi la pratica controrivoluzionaria dello Stato francese torna a prendere vigore come dimostra il vero e proprio rastrellamento fatto nei confronti dei Mujhaeddyn del popolo iraniani. A questo si aggiungono le perquisizioni fatte a danno di italiani in Francia e di esuli politici indagati per associazione sovversiva con finalità di terrorismo (270 bis c.p.). Queste perquisizioni sono state eseguite a Parigi su mandato della magistratura italiana in contemporanea ad altre eseguite in Italia ai danni di presunti appartenenti alla Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo) Partito Comunista Italiano. Questa operazione repressiva si è conclusa con tre arresti su ordine della magistratura francese. I giudici francesi non disdegnano certo di dare una mano alla magistratura italiana impegnata da anni a perseguitare i comunisti e a mettere fuorilegge ogni loro tentativo di organizzarsi.
Certamente la Francia non è la patria di asilo e libertà che sempre hanno decantato i revisionisti!
E non lo è nemmeno per il proletariato francese stretto tra un'ondata repressiva frutto delle nuove leggi di "sicurezza" e un attacco alle condizioni di vita senza precedenti. Esso sta rispondendo con la lotta e per questo subisce cariche di polizia, denunce e arresti, militarizzazione delle periferie e nuove leggi fasciste contro i giovani, gli operai e gli immigrati. I compagni francesi nei loro testi di propaganda scrivono: “Oggi in Francia: operai in prigione! Sans-papiers e giovani assassinati!”. E aggiungono: “Le forze repressive godono di un’impunità totale, c’è una logica precisa di repressione sistematica e preventiva, un vero modello di controllo contro il proletariato delle città. La repressione e le esecuzioni come quella di Ricardo Barrientos, sans-papiers, amazzato nel corso della sua espulsione, sono al servizio del super sfruttamento capitalista, frutto dell’imperialismo” E concludono: “Unità e resistenza! Trasformiamo la repressione in occasione di mobilitazione e di unità di classe !” (tratto dal bollettino del Collettivo per il Soccorso Rosso di Parigi).
Risulta chiaro che la Francia assieme alla Germania vuole mettersi alla testa dell’imperialismo europeo e, nella contraddizione tra imperialismi che si approfondisce a fronte della crisi generale del capitalismo, non vuole essere da meno all’imperialismo USA.
La mobilitazione che proponiamo, a partire dal caso specifico del processo ai compagni spagnoli in Francia, per noi che siamo impegnati nella lotta contro la guerra imperialista a partire da quella contro il “nostro” imperialismo, quello filoamericano che invia truppe contro la resistenza delle masse arabe, vuole essere anche un’occasione per continuare il dibattito e l’iniziativa nella situazione attuale di guerra. Principalmente è un’occasione per contrastare le bugie riformiste che vengono diffuse nei movimenti che mirano a farli schierare a fianco dell’imperialismo europeo contro quello americano. Un’occasione per rilanciare la lotta contro la guerra imperialista a fianco della resistenza delle masse arabe, in particolare a quella del popolo palestinese e dell’eroica Intifada che sta conducendo e a quella del popolo iracheno.
Noi diciamo:
Morte all'imperialismo!
Trasformiamo il movimento contro la guerra imperialista in movimento di appoggio alla resistenza dei popoli oppressi e in mobilitazione rivoluzionaria nel “nostro” paese!
Sosteniamo i rivoluzionari prigionieri italiani, europei e di tutto il mondo e rivendichiamo la loro appartenenza al movimento di classe antimperialista e rivoluzionario!
Difendiamo con la pratica l'organizzazione della classe operaia e di tutto il proletariato contro la borghesia!
Solidarietà e libertà ai compagni del PCE(r) e dei GRAPO!
Compagni e Compagne Contro il Carcere e la Repressione
Milano, luglio 2003
http://www.autprol.org/