26/06/2003: cronache dalla lotta di classe
01 giugno 2003
LETTERA-SFOGO DI UN OPERAIO SFRUTTATO (dal Messaggero)
Da F. F., lavoratore interinale di Frosinone: "Il protagonista di tutto quello che si leggerà è un uomo-oggetto, quasi come il protagonista della serie cinematografica Fantozzi. Il lavoratore dell’agenzia interinale deve essere in qualsiasi momento disponibile a soddisfare anche una repentina richiesta lavorativa di un’azienda, la quale ne fa richiesta, chiaramente, all’agenzia alla quale l’uomo oggetto è iscritto; il lavoratore in questione deve essere consapevole del fatto che dopo che avrà lavorato anche per tre mesi consecutivi, intervallati spesso da qualche giorno di riposo forzato per il rinnovo cartaceo del contratto o dalla varia burocrazia, sarà accantonato per un altro mese, accettando il licenziamento alla fine del contratto e lasciando il posto ad un suo simile che, dopo tre mesi al massimo, sarà a sua volta licenziato per lasciare il posto ad un altro lavoratore interinale, e così via come un’ingiusta catena. [...]comune denominatore di questi lavoratori, legati e schiavi del fatto di non essere chiamati più qualora rifiutino un’occasione, [è che] devono assecondare la richiesta di lavoro che può arrivare anche un paio d’ore prima dell’inizio del turno da svolgere, con il disagio che ciò comporta se si hanno già impegni. [...] E le domande nascono spontanee: "E’ giusto questo trattamento?2; "Chi tutela i diritti degli interinali se i sindacati interni non sono in grado di farlo?"; "È giusto che un’importante azienda di Frosinone dal 1997 usufruisce di operai interinali ai quali offre un contratto di un mese per volta, ma dal 1997 non ne assume neppure uno?". Certamente l’introduzione di queste agenzie di lavoro interinali è un piccolissimo aiuto, quando capita di lavorare, contro la disoccupazione perenne di una persona ma anche con queste, come detto fino a questo punto, il futuro nella provincia di Frosinone e non solo non è certamente più roseo e giulivo".
ISTAT: INFLAZIONE E SALARI
Su base annua, in aprile, le retribuzioni sono cresciute dell'1,7%, con una erosione di un punto percentuale dall'inflazione che nello stesso mese è cresciuta del 2,7%. Rispetto al mese precedente le retribuzioni segnano un aumento dello 0,2%. Tra i settori che hanno subito tagli superiori alla media del potere d'acquisto, l'Istat evidenzia i trasporti e le comunicazioni; l'energia e petroli; i publici esercizi e gli alberghi. Peggio di tutti i dipendenti delle assicurazioni e quelli della pubblica amministrazione le cui retribuzioni negli ultimi dodici mesi sono cresciute dello 0,6% e dello 0,5%. Secondo stime dell'Intesa dei consumatori (Codacons, Adusbef, Federconsumatori e Adoc) un punto di perdita dei salari rispetto all'inflazione corrisponde a 150 euro l'anno di perdita per i redditi fino a 15 mila euro. Per l'insieme dei lavoratori dipendenti, questo significa una diminuzione del monte salari di 3,168 miliardi di euro.
IPSE: MOBILITA' PER 100
L'Ipse, l'operatore di telefonia mobile controllato dalla società spagnola Telefonica in possesso di una licenza Umts ha approvato il budget 2003 che prevede una drastica riduzione dell'organico immediatamente dopo l'estate. Secondo Ipsedosmil, il sito Internet gestito dai dipendenti superstiti a un'attività mai decollata, l'intenzione dell'azienda è quella di mettere in mobilità 100 lavoratori. Una voce che sarebbe confermata da fonti esterne all'azienda, vicine ai consiglieri. Le procedure di mobilità dovrebbero partire la prossima settimana.
ASL DI NAPOLI: INFERMIERI OCCUPANO
Rispondi a un avviso pubblico per infermiere o tecnico di laboratorio, lo vinci, lavori otto mesi e poi si ricomincia. In Campania i circa 700 precari della sanità vanno avanti con questo sistema da anni. Niente garanzie, nessuna assicurazione di poter essere assunto in pianta stabile. Eppure i posti vuoti nelle Asl sarebbero stimati intorno ai 2500, ma di assumere personale a tempo indeterminato con un concorso pubblico non se ne parla: si ricorre alla mobilità, trasferendo dalle altre regioni gli infermieri che ne fanno richiesta. L'assessore regionale alla sanità ha emanato una direttiva che impedisce ai dirigenti generali delle Asl di avvalersi della mobilità interregionale. L'Asl Napoli 1, la 4 e la 5 però fino ad ora hanno ignorato le disposizioni prevedendo l'impiego di altre unità per il mese di giugno. La rete della mobilità è un modo antico come il mondo per applicare vecchie logiche clientelari. Così può capitare che un infermiere assunto al Nord, dove la carenza di personale sanitario è alta, in otto mesi riesca a tornare a Napoli in pianta stabile, mentre chi non ha santi in paradiso continui la lunga trafila passando da un reparto all'altro anche per dieci anni. E giovedì i precari stanchi di essere gli ultimi della lista, senza voce e senza diritti hanno occupato per un'intera giornata l'Asl Napoli 1. Gli infermieri chiedono il completo annullamento della mobilità e la presentazione al più presto di un concorso pubblico.
MONSELICE: TELECAMERE ALLA USL 17
"La scoperta di una seconda videocamera configura un proposito di controllo quotidiano sui lavoratori dell'appalto delle pulizie", dichiarano i portavoce dell'Associazione difesa lavoratori, che insieme ai rappresentanti dello "Sportello invisibili" promuovono la manifestazione di stamane. Mezz'ora prima dell'inizio del presidio e del volantinaggio i lavoratori si riuniranno in assemblea, per valutare le conseguenze di quella che viene ritenuta un'indebita, oltre che clamorosa, violazione della privacy del luogo di lavoro. Nell'aria c'è anche la previsione di uno sciopero generale dei lavoratori impegnati nel settore degli appalti. "Quello perpetrato a Monselice rappresenta un violento attacco ai diritti e alla dignità dei lavoratori" - sostengono i dipendenti della "Coopservice" l'impresa emiliana di pulizie nei cui locali sono stati trovati gli 'occhi elettronici'.
02 giugno 2003
CIA DI VIGGIANO: MOBILITA'
Ancora cattive notizie dal mondo del lavoro per quanto riguarda l'area sud. Dopo i circa 300 lavoratori della ex Lucana calzature che nei giorni scorsi sono stati collocati in mobilitá, anticamera del licenziamento, da domani stessa sorte toccherà ai 19 dipendenti della società "Cia" di Viggiano. A partire da domani scatterá la mobilitá. A quanto pare, non sussistono, almeno allo stato attuale, le condizioni per una ripresa delle attivitá lavorative. La "Cia" che produceva concimi e fertilizzanti era stata dichiarata fallita dal tribunale di Taranto il 3 giugno dell'anno scorso a causa di una crisi finanziaria. I lavoratori collocati in Cassa integrazione straordinaria dal 16 aprile del 2001 fino ad oggi. Dunque ennesima situazione di crisi nel settore produttivo della Basilicata sud occidentale in quanto non va dimenticata anche la ex Iris Biomedica di Senise, fallita anche questa, con i dipendenti attualmente in regime di proroga della Cassa integrazione.
ALITALIA: SCIOPERO BIANCO DEGLI ASSISTENTI DI VOLO
Il Governo scende in campo nello scontro fra Alitalia ed assistenti di volo, invitando le parti ad un atto di responsabilità per evitare nuovi disagi ai passeggeri e convocando un tavolo, al ministero delle Infrastrutture, per il 4 giugno. Alitalia ha subito dichiarato la sua disponibilità a riportare in auge il quarto membro di equipaggio, ma volare resta difficile: risultano ancora in malattia 840 assistenti di volo, sui 1.100 certificati medici inviati all'azienda, e per domani è previsto lo sciopero di quattro ore di tutto il personale, di terra e di volo, della compagnia aerea. Dopo oltre 70 voli cancellati, l'esecutivo ha convocato urgentemente un incontro per cercare di risolvere la controversia fra azienda e dipendenti, nata dalla decisione della compagnia aerea di ridurre di un'unità il numero di hostess e steward sui voli nazionali a partire da ieri. Dal primo luglio, però, il taglio dovrebbe coinvolgere anche le tratte internazionali. Il governo tramite il sottosegretario Tassone ha invitato l'Alitalia a ritornare sulle sue decisioni ed a ripristinare gli equipaggi. Allo stesso tempo è stato chiesto ai sindacati di sospendere ogni forma di azione sindacale di protesta ed a adoperarsi per l'immediata cessazione di comportamenti anomali da parte della categoria.
03 giugno 2003
AUSTRIA: SCIOPERO PER LE PENSIONI
E'ancora sciopero in Austria contro il progetto di riforma delle pensioni proposto al parlamento dal governo di centrodestra del cancelliere Wolfgang Schuessel. Il paese si bloccherà oggi per la terza volta per lo sciopero indetto dalla Confederazione sindacale austriaca (Oegb) nei settori pubblici e privati. Moltissimi i settori che aderiscono all'iniziativa dei sindacati contro la riforma. Si fermeranno infatti i lavoratori delle ferrovie, del trasporto pubblico, delle poste e dei musei, nonché tutto il settore della raccolta immondizie e perfino la polizia (che garantirà solo i servizi d'urgenza). In sciopero anche la gendarmeria e i doganieri. Chiuse anche le scuole, gli asili e le università. I sindacalisti sono sicuri che la partecipazione sarà massiccia. All'Oegb aderiscono 1,4 milioni di iscritti, su 4 milioni di lavoratori dipendenti. Le altre due proteste precedenti ci sono state il 6 e il 13 maggio scorsi. Questi scioperi hanno nei fatti interrotto 50 anni di pace sociale.
GERMANIA: SCIOPERI NELL'EST
Nella Germania orientale sono ricominciati gli scioperi dei lavoratori metalmeccanici e delle acciaierie a sostegno della settimana lavorativa delle 35 ore. Con i primi turni della notte migliaia di operai sono entrati in sciopero in molti stabilimenti dei Laender orientali. Dopo i turni della notte, è stata la volta degli operai del turno di giorno a entrare in sciopero soprattutto della Sassonia, della Sassonia-Anhalt e Brandeburgo. Lo sciopero è stato deciso con un referendum che si è tenuto nei giorni scorsi tra tutti gli iscritti al sindacato metalmeccanico e metallurgico. All'est si lavora 38 ore, tre ore in più che all'ovest.
GETRONICS: SCIOPERO
Mercoledì 4 giugno giornata di mobilitazione nazionale e 8 ore di sciopero dei lavoratori del Gruppo Getronics in contemporanea con l'apertura della vertenza al ministero delle attività produttive. I lavoratori chiedono un piano industriale che punti, nel biennio 2003-04, al rilancio della Getronics Italia. "Senza un piano industriale - continuano - ciò che rimane è solo il conto dei licenziamenti: il nuovo management della Getronics ha già dichiarato che la sede ex-Olivetti Ricerca di Bari-Bitritto è quella maggiormente critica ed è alto il rischio di chiusura o di un fortissimo ridimensionamento".
SVIZZERA: 220MILA LAVORATORI POVERI
Sono 220mila in Svizzera i cosiddetti "working poor", ossia le persone che pur esercitando una professione vivono al di sotto della soglia di povertà: in termini statistici corrispondono al 6,5% della popolazione attiva. I dati si riferiscono al 2002 e il fenomeno, ha indicato ieri l'Ufficio federale di statistica (UST), è leggermente regredito rispetto al passato: la cattiva congiuntura attuale potrebbe comunque acuire nuovamente il problema. Complessivamente "i lavoratori poveri" sono distribuiti in 149mila nuclei famigliari, che contano complessivamente 505mila persone, di cui 219mila bambini. La Svizzera latina è più toccata della Svizzera tedesca: il tasso in Ticino è del 7,7% e in Romandia dell'8,3%. La povertà è un fenomeno che colpisce soprattutto gli indipendenti, i lavoratori a tempo parziale o con lavoro temporaneo. In termini socio-demografici i salari più bassi si registrano tra gli stranieri che non dispongono di una formazione scolastica post-obbligatoria.
MACKIE: ESUBERI IN ARRIVO
Oggi pomeriggio alle 15 si terrà nella sede dell'Associazione industriali di Reggio un nuovo incontro tra le organizzazioni sindacali Fiom/Cgil e Fim/Cisl, le rappresentanze sindacali unitarie dell'azienda e - dall'altra parte del tavolo - la direzione della ditta Mackie Italy. Nell'incontro si continuerà il confronto sull'utilizzo degli strumenti atti a rispondere al problema dei 41 esuberi dichiarati dall'azienda. L'azienda Mackie che occupa 350 dipendenti ed è recentemente stata acquistata dalla finanziaria americana Sun Capital, ha aperto una procedura di mobilità il 28 aprile e il 12 giugno scadono i 145 giorni previsti dalla legge per ricercare una intesa tra le parti. I sindacati hanno proposto "oltre ad una riduzione del numero degli esuberi attraverso una loro ricollocazione in altre attività aziendali l'attivazione della cassa integrazione straordinaria". Sempre oggi pomeriggio in corrispondenza dell'incontro le lavoratrici e i lavoratori della Mackie terranno un presidio davanti alla sede dell'Associazione industriali, in via Toschi.
COLMEDA E HEINEKEN
Si incontreranno in questi giorni, a Pedavena, le Rsu e i lavoratori dello stabilimento Heineken. A giustificare la riunione, i timori sul futuro della fabbrica nati all'indomani della paventata vendita della centrale idroelettrica "Colmeda" di Val di Faont. Sembrano proseguire i contatti che la Heinken sta prendendo con quanti si dimostrano interessati all'acquisto della centrale idroelettrica dove, in passato, non c'erano solo macchinari vari per la produzione di energia. Era attivo anche, fin dai tempi della Birreria Pedavena dei fratelli Luciani, un gruppo di tecnici elettricisti.
SVIZZERA: LA RONDRA ANNULLA 5 LICENZIAMENTI
La direzione della Rondra di Tenero ha risposto positivamente alla richiesta dei sindacati, annullando i primi cinque licenziamenti previsti per questo mese (altri cinque erano pianificati per luglio e a fine anno si sarebbe proceduto con il primo massiccio licenziamento). La ditta, specializzata in radiatori tubolari, impiega un centinaio di operai. Recentemente ha annunciato la decisione di trasferirsi a Vicenza a causa delle difficoltà finanziarie dovute agli alti costi d'esportazione (suo mercato principale è l'Italia
04 giugno 2003
FRANCIA: LOTTA CONTRO LA RIFORMA DELLE PENSIONI
La protesta ha paralizzato il paese - treni, voli interni, trasporti, scuole, ospedali, posta, uffici delle tasse: soprattutto il settore pubblico (ma sostenuto nella battaglia dal 63% dei cittadini) chiede una trattativa vera e propria con il governo per la riforma delle pensioni, imposta dopo aver ottenuto la firma di due sindacati (la potente Cfdt e la Cgc). Il governo finge di non capire i motivi della protesta, che cresce soprattutto nella scuola. Il governo ha pero' già fatto passi indietro sul pacchetto delle riforme, in particolare su alcuni aspetti della decentralizzazione: l'autonomia delle università è stata rimessa nel casseto e rimandata a data migliore. La grande maggioranza dei francesi - e dei sindacati - è d'accordo sul fatto che una riforma delle pensioni sia necessaria, che è giusto che settore privato e settore pubblico siano trattati in modo egualitario. La Cfdt ha persino firmato il testo del ministro del lavoro François Fillon. La Cgt chiede una trattativa approfondita. Solo Fo sembra più radicale, pretendendo il ritiro puro e semplice non solo della riforma Fillon, ma anche di quella Balladur del `93 che aveva portato a 40 gli anni i contributi per il settore privato. La Fsu (insegnanti) vorrebbe rimettere sul tavolo tutti i problemi della scuola. La protesta dura da più di un mese e non accenna a cedere. La Francia era ieri paralizzata, e il movimento potrebbe venire riconfermato per i prossimi giorni.
POLICLINICO DI PAVIA
I dipendenti del San Matteo in assemblea hanno deciso il blocco degli straordinari e della pronta disponibilità. Per lunedì prossimo hanno organizzato un presidio nel piazzale interno del Policlinico, un'assemblea aperta a tutti. I fondi non ancora pagati ammontano a circa 1 milione di euro. C'erano 350 persone all'assemblea convocata da Cgil, Cisl e Uil: il 40% dei dipendenti presenti al San Matteo di media al giorno. I lavoratori hanno deciso all'unanimità di indire lo stato di agitazione con questo programma: richiesta di incontro tra l'assessore regionale Borsani e le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil ed una rappresentanza della Rsu San Matteo; presidio, lunedì prossimo dalle 8 alle 10,30 davanti alla direzione sanitaria; occupazione della sala delle riunioni della direzione sanitaria; coinvolgimento dei lavoratori degli altri Irccs pubblici lombardi; blocco temporaneo delle ore straordinarie; blocco temporaneo della pronta disponibilità su chiamata "oggi per oggi"; presidio della sede pavese degli uffici della Regione Lombardia; una giornata di assemblea per decidere ulteriori forme di lotta, qualora non si raggiungesse un accordo; rispetto e piena applicazione di tutti gli accordi ad oggi sottoscritti; assemblee di settore. I soldi sono solo uno dei motivi della protesta: il problema è il fabbisogno di personale; a Patologia neonatale ne manca il 40%. La lavanderia lavora con straordinario programmato giornaliero.
COOP CIELO BLU: LAVORATORI SENZA STIPENDIO
Da quatro mesi sono senza stipendio, alla faccia del "percorso di stabilizzazione occupazionale" che l'amministrazione provinciale aveva imposto loro con la delibera 71 del 28 dicembre 2001; delibera con cui, tramite Ciclat, è stato affidato alla cooperativa Cielo Blu di Massa l'appalto miliardario per il censimento e il controllo degli impianti termici. La vicenda, che si trascina insoluta da mesi, appare oggi ad una svolta ma gli Lsu coinvolti temono più che mai per il loro futuro: per questo hanno deciso di proclamare per oggi uno sciopero di protesta. Spiegano loro stessi, in una lettera inviata al presidente e al segretario generale della Provincia: "Scioperiamo oggi per protesta, di fronte ad uno scenario che ci vede protagonisti inermi, di azioni scellerate che ci hanno portato ad una situazione lavorativa destabilizzante e mortificante della nostra personale dignità. La nostra assunzione non è stata una scelta, bensì un obbligo di legge: una nostra rinuncia avrebbe, a suo tempo, giustamente comportato la nostra cancellazione dalle liste Lsu".
05 giugno 2003
SMEB: SENZA STIPENDIO
Il pagamento dello stipendio di marzo e un incontro per discutere sulla richiesta di cassa integrazione straordinaria. Così si è conclusa l'ultima giornata di protesta dei 90 dipendenti della Smeb da mesi al centro di una difficile vertenza. I lavoratori di buon ora si sono presentati davanti ai cancelli del cantiere navale della zona falcata, presidiati anche dalle forze dell'ordine. Hanno atteso ore per vedere almeno una parte delle spettanze arretrate e la tensione è stata alta, soprattutto quando si è saputo che per 26 dipendenti lo stipendio non era arrivato. Alla fine comunque hanno ottenuto un acconto. Il sindacato è intenzionato a ottenere la Cigs, che garantirebbe un sostegno economico ai novanta operai. Anche quella di oggi sarà quindi una giornata cruciale. Il presidente della società, Renzo Bissoli, ha detto che non ci sono i presupposti per la cassa integrazione straordinaria. I rappresentanti sindacali presenteranno una richiesta ben precisa: il pagamento a breve di tutti gli arretrati (le altre due mensilità e l'anticipo della cassa integrazione ordinaria) e l'inizio di una procedura che dia determinate garanzie a lavoratori che in questi mesi hanno subìto forti disagi.
ERC-NECCHI: I LAVORATORI CHIAMANO LA POLIZIA PER FARE UN'ASSEMBLEA
Forze dell'ordine ancora una volta davanti ai cancelli della Erc-Necchi di Pavia. Sono intervenute su sollecitazione dei lavoratori che chiedevano il rispetto di un loro diritto: poter entrare in fabbrica per tenere un'assemblea. Dopo le minacce, infatti, i lavoratori sono passati ai fatti. Avevano richiesto l'autorizzazione a poter tenere un'assemblea all'interno dell'azienda, non è stata concessa e l'hanno organizzata comunque. Ieri in una cinquantina si sono ritrovati alla fabbrica alle 20,30. Un orario in cui la portineria è chiusa e l'ingresso che appartiene alla Ldl (Logistica distribuzione lombarda) è accessibile solo dalle 8 alle 17. Di fronte all'impossibilità di mettere piede in fabbrica è scoppiata la bagarre, una lite annunciata, perché già si immaginava che i cassintegrati avrebbero trovato il cancello chiuso. Così i lavoratori hanno richiesto l'intervento della polizia. L'obiettivo dei sindacalisti della Flmu non era ovviamente quello di farsi aprire le porte (cosa che non sarebbe potuta accadere), ma di farsi redigere dalle forze dell'ordine un verbale per l'intervento. Con quello in mano oggi si presenteranno dall'avvocato, per sporgere denuncia nei confronti della Necchi compressori, che nega loro il diritto di riunirsi in assemblea.
LAVORO NERO: IL GOVERNO FA EMERGERE IN POCHI
Sono 3.854 i lavoratori emersi dal nero alla fine del mese di maggio e 1.029 i piani di emersione presentati ai Cles (Comitati per il lavoro e l'emersione del sommerso). Lo ha comunicato alla commissione Finanze della Camera il sottosegretario all'Economia Daniele Molgora, rispondendo a un'interrogazione di Mario Lettieri (della Margherita). Le entrate fiscali accertate sono ammontate complessivamente a 13 milioni di euro: 8 milioni (7 nel 2002 e 1 nel 2003) derivanti dall'imposta sostitutiva di regolarizzazione del lavoro sommerso da parte dei datori di lavoro, anche come proposta di concordato; 5 milioni (3 per il 2002 e 2 per il 2003) derivanti dall'imposta dovuta dai lavoratori. Quanto alle dimensioni delle aziende, hanno presentato i piani di emersione 706 aziende sotto i 15 dipendenti, 68 aziende con più di 15 dipendenti e 255 aziende non ancora classificate per dimensioni.
MARELLI
Un incontro finito con un nulla di fatto quello tra i sindacati e la dirigenza Magneti Marelli che, nella sede dell'Unione industriali a L'Aquila, ieri hanno discusso del nuovo piano industriale per lo stabilimento peligno. Dunque, nessuna firma al piano industriale da parte dei sindacati che hanno espresso il loro dissenso rispetto ad un progetto che per come si presenta non garantirebbe nessuno sviluppo. L'azienda ha dichiarato che per il periodo 2003-2004 c'è la necessità di arrivare a 633 addetti, dagli 800 che ne occupa tuttora. Una settimana di riflessione, prima dell'incontro dell'11.
ABB: PRESIDIO CONTRO I TAGLI
Si svolgeranno quest'oggi le prime due ore di sciopero in tutti gli stabilimenti del gruppo contro i 450 tagli annunciati dallAbb. Durante la protesta, i lavoratori presidieranno le portinerie di tutti gli stabilimenti e gli uffici del gruppo multinazionale che in Italia conta 29 siti produttivi con 7900 occupati. Abb è presente in oltre 100 Paesi nel mondo con oltre 135 mila addetti. Il piano di ristrutturazione annunciato a livello mondiale prevede la riduzione di 10 mila posti di lavoro complessivi. Per quanto riguarda la Lombardia, è prevista la chiusura dello stabilimento Abb Sace di Vittuone, con la riduzione di 235 posti lavoro (la produzione verrebbe trasferita in Germania e a Pomezia), e il trasferimento della ex Sae, con 130 addetti, dalla sede di Sesto San Giovanni allo stabilimento Abb di Lodi (di nuova costruzione).
STABILIMENTO GRAFICO MILITARE
Dalla solidarietà verbale si passi alla concretezza delle trattative. E’ l’appello dei dipendenti civili dello Stabilimento Grafico Militare di Gaeta e dei familiari, sempre più preoccupati per il futuro dell’azienda che fa capo all’Agenzia Industrie e Difesa. Nell’assemblea indetta dalle Rsu che si è tenuta ieri mattina, è stato votato all’unanimità un documento che annuncia la ripresa dello stato di agitazione se, entro i prossimi 20 giorni, non sarà riaperto il tavolo delle trattative. I lavoratori sono di fronte ad una paventata riduzione del personale e all’incertezza sul futuro lavorativo di almeno 146 unità su 235 (il 57,8%). Ecco, allora, questa sorta di ultimatum: ancora 20 giorni per capire se davvero esiste la volontà di mettersi attorno a un tavolo per ridiscutere il piano industriale redatto dall’Agenzia e chiarire come sarà ricollocato l’eventuale personale in esubero. In mancanza di risposte i 213 operai specializzati ed i 22 impiegati di area tecnico-amministrativa del Grafico Militare entreranno in agitazione a tempo indeterminato.
MORIRE D'AMIANTO: A GIUDIZIO UN PADRONE
A cinquantacinque anni lo ha ucciso una perforazione intestinale collegata al mesotelioma pleurico contratto lavando carrozze ferroviarie. Il processo era partito cinque anni fa con un'ipotesi accusatoria di lesioni. Ma al dibattimento l'operaio non era mai arrivato. È morto nel febbraio 1999, due mesi prima dell'apertura dell'udienza. Tutto da rifare. Si è dovuta formulare una nuova ipotesi accusatoria. Omicidio colposo. La vicenda era approdata alla Procura della Pretura circondariale nel maggio 1996, in seguito ad un rapporto dello Spisal, il servizio di prevenzione infortuni. Armando Michielon, addetto a lavori di pulizia sulle vecchie carrozze ferroviarie, aveva contratto il mesotelioma pleurico provocato dalla presumibile inalazione della polvere emessa dalle fibre di amianto. Era presente nei vagoni tra le lamiere della scocca, nella sottocassa antirombo, nei pianali ribassati, nelle "scaldiglie" sotto i sedili e dietro gli schienali, nei vani elettrici, nelle casse dell'acqua e nelle condotte dell'aria. Michielon era dipendente della società Cimes srl e dal 1982 operava alla ditta Omv (ex Squadra Rialzo). Con l'accusa di omicidio colposo, è comparso ieri mattina davanti al giudice Roberto Bano, cinquantacinquenne, residente a Vigonza, legale rappresentante della Omv, assistito dall'avvocato Romolo Bugaro. I familiari dell'operaio deceduto si sono costituiti parte civile con l'avvocato Paolo Berti.
KERAKOLL
Sostanzioso premio di risultato per i dipendenti della Kerakoll, il colosso modenese leader mondiale nel settore delle resine sintetiche che ha rilevato circa tre anni fa l'Slc Rinaldi, l'azienda specializzata nella produzione di adesivi per pavimenti leggeri. La direzione del gruppo di Sassuolo ha sottoscritto con la Femca-Cisl, rappresentata da Sergio Polzato, il nuovo contratto integrativo per il biennio 2003-2004. Ai quarantasette operai della sede di Brugine verrà erogato un bonus medio di 1180 euro annui lordi (al 4° livello) a consuntivo dell'attività svolta nel 2002. Un primo acconto verrà versato con la busta paga di luglio. Il saldo sarà corrisposto a dicembre. È stata raggiunta un'intesa preventiva anche per il 2003. Il prossimo anno i dipendenti Kerakoll percepiranno un premio di risultato di 1345 euro annui lordi (sempre al 4° livello). Kerakoll ha deciso anche la riassunzione di uno dei nove impiegati finiti recentemente in mobilità dopo l'accentramento delle funzioni amministrative a Sassuolo.
ALITALIA: LA SOCIETA' INSISTE CON LE RIDUZIONI DI PERSONALE
La Cgil ha abbandonato il tavolo ieri pomeriggio, prima ancora della scelta unanime di rinviare alla giornata odierna l'estremo tentativo di conciliare posizioni che - al momento - sembrano formalmente incomponibili. Tutti i sindacati, infatti, chiedono che Alitalia faccia marcia indietro sulla decisione di violare il contratto nazionale riducendo da quattro a tre il numero degli assistenti presenti su ogni volo. L'azienda esclude per ora qualsiasi ripensamento. Il numero degli equipaggi è materia stabilita dal contratto nazionale. Su questo punto, in mattinata, la Cgil aveva presentato un esposto alla procura di Roma per "continuazione" (art. 650 del codice penale), in quanto già nel '98 il tribunale del lavoro aveva condannato Alitalia per "violazioni contrattuali", invitando peraltro l'azienda a non ripetere tali comportamenti in futuro. La Filt è disposta a tornare al tavolo delle trattative solo se "Alitalia torna indietro sulle misure prese per gli assistenti di volo". La situazione del trasporto aereo sembra ormai completamente fuori controllo. E che la questione dei controllori di volo sia solo uno degli infiniti punti di crisi. A cominciare dall'assenza di un contratto nazionale di settore, che impedisca le politiche di dumping che hanno fin qui caratterizzato la presenza di una serie di vettori che operano applicando "regolamenti interni", in barba a ogni diritto o controllo di sicurezza.
SCIOPERO DEI MEDICI OSPEDALIERI
In sessantamila, tra medici, veterinari e dirigenti medici del Servizio sanitario nazionale, hanno incrociato le braccia per aderire allo sciopero nazionale indetto da Anaao Assomed, Civemp, Fesmed, Fimmg, Fimp, Umsped e Snabi Sds. La protesta dell' Intersindacale medica, che ha messo insieme sia i medici ospedalieri sia i medici di famiglia, è stata un vero successo, con una partecipazione che ha coinvolto l'80% del personale sindacalizzato. Hanno scioperato per il rinnovo dei contratti, in difesa di un diritto alla salute da garantire a tutti i cittadini - dalla Val d'Aosta alla Sicilia - e dell'indennità di rapporto esclusivo. I soli servizi garantiti sono stati quelli urgenti e indifferibili. Molti medici, soprattutto quelli dei reparti di oncologia, per non causare disagio ai pazienti - hanno fatto sapere le federazioni sindacali - hanno lavorato senza timbrare il cartellino. Allo sciopero di ieri farà seguito, il 27 giugno prossimo, quello di medici di famiglia e pediatri di famiglia convenzionati.
06 giugno 2003
OPERAI DELLA CARIBONI IN SCIOPERO
Sciopero a oltranza. Così gli operai della Cariboni rispondono alla proprietà, che da mesi non paga gli stipendi. E mentre i lavoratori incrociano le braccia rimangono sempre più fermi i lavori alla bretella di Mori. L'opera viaria più attesa della Vallagarina, già in grave ritardo rispetto alle tabelle di marcia, ora sembra sempre più precaria. Che le acque in cui naviga la Cariboni fossero sempre più agitate, lo diceva più d'un sussurro. Le difficoltà finanziarie della ditta, attualmente in amministrazione controllata su richiesta della procura di Messina, cominciano a far pensare al peggio. Per la Cariboni e per la bretella. I 92 dipendenti della Cariboni che da mesi ormai non vedono un euro. Il 5 maggio sono arrivati gli stipendi di marzo. Poi, il nulla. A quel punto è scattata la mobilitazione che continuerà, annuncia la Cgil, fino a quando non arriveranno gli stipendi. La chiusura del cantiere, cominciata ieri fino a data da destinarsi, certo farà ritardare ancora di più i lavori di realizzazione della bretella di Mori. Già ora le tappe di marcia previste non sono rispettate, ed il dissesto finanziario che ha investito la Cariboni non fa certo pensare ad un'accelerazione a breve. Ma questo interessa poco agli operai. Loro, dopo aver lavorato, chiedono lo stipendio. E, visto il silenzio del palazzo, le risposte andranno a prendersele.
CANTIERE DELL'ORIENTALE SARDA: 100 OPERAI SENZA LAVORO
Non riaprono i cantieri lungo la nuova Orientale sarda e cento lavoratori tornano a casa. Collocati in mobilità aspettando che l’Anas formalizzi gli appalti e le imprese aggiudicatarie riassumano la manodopera. Per i lavoratori edili a riposo forzato il futuro si annuncia denso di nubi. Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto lo stato di crisi e sollecitato un incontro urgente ai responsabili dell’Anas.
LEVER FABERGE': SI TORNA A SCIOPERARE
Si torna a incrociare le braccia alla Lever Fabergé. E' scontro aperto tra l'azienda e il sindacato sulle modalità di gestione dei turni dei quattrocento dipendenti delle linee di produzione. A non andare a genio alle Rappresentanze sindacali unitarie è anche il metodo con cui la dirigenza ha imposto a partire da maggio questo cambiamento nell'organizzazione del lavoro. Lo sciopero (due ore per turno la scorsa settimana, ridotte da lunedì a una sola) è destinato a proseguire fino al raggiungimento di un'intesa con l'azienda. In pratica che cosa cambia per i quattrocento operai della Lever? Invece di turni più flessibili e diversificati nel corso dei sei giorni lavorativi (concordati appunto dalle parti prima della primavera), l'azienda ha imposto una suddivisione dell'orario decisamente più rigida e per certi versi schematica. È il modello europeo della multinazionale che si cerca di calare anche nella nostra realtà; il risultato è che non si sfruttano di più gli impianti ma si finisce per sfruttare di più i lavoratori. Lo scontro è destinato a proseguire per tutta l'estate; i lavoratori stanno aderendo in maniera massiccia alle iniziative già proclamate e dal canto suo il sindacato ha impostato uno sciopero "intelligente" e "martellante": non una mobilitazione generale e d'impatto ma una lenta e sottile battaglia a suon di blocchi minimi della produzione.
MULTISERVIZI DI PATTI: SCIOPERO
I 120 operai della "Multiservizi spa", impiegati nelle strutture sanitarie dell'Asl 5 di Messina, oggi incroceranno le braccia per l' intera giornata per il mancato rinnovo del contratto di lavoro, scaduto il 31 dicembre dello scorso anno. La decisione è stata presa al termine di un' assemblea tenutasi nel presidio ospedaliero di Patti. Allo sciopero di oggi partecipano anche i lavoratori della stessa impresa, impegnati nei presidi ospedalieri di Palermo, Licata e Agrigento. Durante l' assemblea di Patti le organizzazioni sindacali non hanno escluso che i lavoratori possano ricorrere ad altre forme di protesta. Dagli incontri precedenti avuti con i responsabili della Multiservizi Spa che è sovvenzionata con fondi della Regione , è stato comunicato ai lavoratori che, allo stato, non è possibile alcun aumento salariale.
7 giugno 2003
SICREM: MOBILITA' PER 14
Dal due luglio sarà ancora mobilità per 14 dipendenti della Sicrem di Pizzeghettone (Cremone). Dopo il passaggio della proprietà dell'azienda chimica al Gruppo Radici, un paio di anni fa, è iniziato un profondo processo di riorganizzazione e ristrutturazione, che ha comportato tagli decisi alle maestranze, l'altro anno 77 dipendenti, questa primavera l'annuncio di altri tagli. La vertenza alla fine ha portato a un accordo che prevede 14 persone in mobilità contro le 35 inizialmente indicate dal Gruppo. Gli operai in mobilità dal 2 luglio saranno inseriti nel progetto di ricollocamento che la Promos Consulting (la società milanese che si occupa del reinserimento lavorativo) sta portando avanti dallo scorso anno per 77 dipendenti. Per i 14 lavoratori che usciranno dalla Sicrem oltre alla mobilità consueta è previsto un incentivo di 5.300 euro.
ZIMBAWE: SCIOPERO ANTIREPRESSIONE
Centinaia di arresti e un attivista ucciso nei cinque giorni di sciopero generale contro il governo di Robert Mugabe. Si è concluso ieri il blocco dei lavoratori e della maggior parte delle industrie promosso dal partito d'opposizione, Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), mirato a rovesciare il presidente e il suo esecutivo. La straordinaria partecipazione di milioni di lavoratori e cittadini alla protesta è motivata dal rifiuto generale del sistema repressivo con cui Mugabe governa da anni il paese, ma anche dalle condizioni sempre più disastrose dell'economia nazionale. La morte di Tichaona Kaguru, noto sostenitore del Mdc, è avvenuta mercoledì nella capitale Harare per le violentissime percosse della polizia durante una manifestazione. Lo Zimbawe è uno dei dieci paesi al mondo in cui più sistematicamente vengono violati i principali diritti umani e del lavoro. "E' triste quando siamo costretti a usare la forza contro i nostri stessi giovani, che sono incitati alla ribellione dall'opposizione - ha dichiarato il presidente - ma dobbiamo agire in questo modo nell'interesse della pace e della sicurezza".
CINA
Non si ferma la protesta dei movimenti per i diritti civili e la libertà sindacale in Cina dopo la sentenza, esattamente di un mese fa, con cui i due operai metalmeccanici Yao Fuxin e Xiao Yunliang sono stati condannati a sette e quattro anni di carcere per attività sovversiva contro lo stato. Le organizzazioni mondiali del lavoro, come l'Oil e la Cisl Internazionale, continuano a inviare appelli al governo centrale di Pechino affinché i due vengano liberati al più presto, data l'infondatezza delle accuse. Fuxin e Yunliang avevano guidato la manifestazione a Liaoyang, città industriale del nordest, contro i licenziamenti senza liquidazioni, arretrati e pensioni dell'azienda statale Ferro Alloy, chiusa a marzo 2002 per fallimento. Nell'indifferenza del sindacato di stato e nel divieto di organizzazione autonoma, gli ex dipendenti della Ferro Alloy volevano denunciare la grave corruzione che aveva portato alla crisi dell'azienda e pretendevano almeno il pagamento degli stipendi, congelati al momento della chiusura.
MALAYSIA
Dopo due anni di reclusione, e senza alcun processo né sentenza, il sindacalista e leader democratico Tian Chua è stato liberato. Mercoledì, le autorità di Kuala Lumpur lo hanno dovuto rilasciare sotto cauzione, come previsto dalla legge di sicurezza interna, la stessa che lo aveva fatto arrestare nel 2001 per sospetta attività terroristica. Sindacalista dei lavoratori chimici e dell'energia, Chua era stato arrestato insieme ad altri militanti con l'accusa di cospirare contro il governo e di nascondere armi ed esplosivi.
COLOMBIA: GUERRA CONTRO I SINDACALISTI
Il sindacato più perseguitato al mondo, quello colombiano, ha pubblicato l'ennesimo bollettino di guerra. Un elenco lungo e dettagliato di tutte le intimidazioni, i rapimenti e gli omicidi di cui sono stati vittime gli attivisti e le loro famiglie nell'ultimo anno. Dopo l'assassinio dei sindacalista Juan de Jesus Gomez, avvenuto proprio nella giornata internazionale dei lavoratori, il primo maggio, è arrivato a 130 il numero delle esecuzioni denunciate dalla centrale Cut e dalla sigla degli alimentaristi Sintrainagro, ma rimaste tutte impunite. Gomez era impegnato in una vertenza per i dipendenti dell'azienda olearia Palmas del Cesar, che non aveva voluto neanche sedersi al tavolo per la normale contrattazione. La direzione aveva già licenziato alcuni delegati e corrotto altri per desistere dalle richieste iniziali. In un clima di intimidazioni e di minacce, il sindacalista aveva anche chiesto al governo le misure di protezione previste per i personaggi pubblici più esposti al rischio di attentato. Ma ogni domanda di tutela era stata negata.
AVON: TAGLI IN VISTA
Molti anni fa la Avon contava circa seicento dipendenti. Ha pian piano ridotto gli organici, salvo rinforzarli durante l'estate con contratti a termine per far fronte agli ordini. C'è preoccupazione alla notizia che la multinazionale ha deciso di trasferire parte delle attività svolte nello stabilimento di Olgiate Comasco in Germania per cui 90 degli attuali dipendenti entro agosto risulteranno in esubero. La motivazione è la solita: riduzione dei costi. I vertici dell'azienda si sono detti disponibili a trovare nuove collocazione - tramite un'agenzia - ai dipendenti in esubero. Lunedì ci sarà un incontro.
8 giugno 2003
AZKO NOBEL
Si respira brutta aria fra i 61 dipendenti della Akzo Nobel di Argenta (Ferrara) che, dal primo agosto, saranno a casa in mobilità. La proprietà ha deciso di trasferire il proprio stabilimento a Cernobbio, nel comasco. La sentenza di chiusura (anche se l'Akzo Nobel parla di trasferimento) è emersa dall'incontro di venerdì scorso a Ferrara tra i sindacati dei chimici e i vertici della direzione in provincia di Como. Un futuro nero perchè i dipendenti sanno che non possono farci niente, che non hanno alternative se non lasciare Argenta e trasferirsi a Como. Il licenziamento infatti colpirà 61 persone di cui una quarantina residenti ad Argenta centro e nelle frazioni e gli altri nei comuni limitrofi. Di questi, tranne due che sono a contratto di formazione lavoro, gli altri sono tutti assunti e, sentendosi forti di uno stipendio assicurato dalla produttività, dall'efficienza, dalla qualità e quantità del prodotto, hanno contratto mutui per acquistare una casa per la propria famiglia. Sono tutti giovani argentani di un'età media di 30 anni. Inoltre c'è l'impossibilità di trovare un altro posto di lavoro, con la situazione Coopcostruttori (e non solo).
SIEL: 300 POSTI A RISCHIO
Si fa sempre più preoccupante la situazione della Siel di Formello, la ditta dell'area indusriale che rischia la chiusura. Circa trecento lavoratori rischiano di rimanere senza impiego. C'è chi auspica il finanziamento regionale per evitare il tracollo definitivo. A parte il rischio di fallimento e quindi di disoccupazione per trecento dipendenti con il relativo disagio per le famiglie, il fallimento della Siel metterebbe in ginocchio un'intera zona della provincia di Roma con una crisi irreversibile per tutto l'indotto della zona di Formello.
10 giugno 2003
ECOGLOBAL: LICENZIAMENTI IN VISTA
Il 31 dicembre cessa l'attività all'Ecoglobal di San Giacomo, Vittorio Veneto. Il problema sono sei dipendenti dell'azienda con mansioni diverse, che vanno da quella impiegatizia, al controlllo degli impianti, al chimico. Per loro non si può applicare né la cassa integrazione né la mobilità, essendo un'azienda con meno di quindici dipendenti.
AMC: LA FONDERIA CHIUDE, TUTTI IN MOBILITA'
La fonderia Amc di Mozzanica era nata per sostenere lo sviluppo della Bradi, l'azienda di Levate produttrice di dischi per freni, e per dare lavoro a un centinaio di persone. Invece, ad appena un anno dall'inizio della sua attività, la fonderia Amc di Mozzanica è costretta a chiudere. Da oggi gli impianti si fermano e per i quindici dipendenti (10 operai e 5 impiegati) scatta la procedura di mobilità. In base all'accordo siglato all'Unione industriali da oggi lasciano l'Amc in 7: gli altri 8, che continueranno a lavorare, lo faranno nel giro dei prossimi quattro mesi. La crisi dell'Amc Spa è collegata a quella della Bradi, la società produttrice di dischi freni che oggi è in concordato preventivo. L'Amc si è impegnata a versare, entro la settimana, a tutti i lavoratori che hanno crediti nei suoi confronti l'importo di 450 euro come acconto sulle spettanze non ancora liquidate. Tutti avranno poi l'indennità sostitutiva del preavviso.
L'ENEL TAGLIA
L'Enel taglia ancora sull'organico dei dipendenti e sulla qualità del servizio offerto agli utenti. L'Amministratore Delegato, Paolo Scaroni, vicentino, ha presentato un progetto, che prevede il ridimensionamento nazionale dei cosiddetti Coe (Centri Operativi Energetici) e Cod (Centri Operativi Distrettuali) da 70 a 29. Nel Veneto sarebbero chiusi entro l'anno i centri di Padova, Treviso, Belluno, Vicenza e Rovigo e sarebbero attivi, al loro posto, soltanto due mega-centri a Mestre (in Piazza Donatori di Sangue, dove già esiste il Cod attuale) ed a Verona. Il taglio degli amministratori Enel farebbe calare il numero dei dipendenti dagli attuali 84 a 38. I lavoratori non perderebbero il posto, ma la nuova razionalizzazione causerebbe, in tempi brevi, pre-pensionamenti a catena ed una forte mobilità da un posto all'altro del Veneto.
11 giugno 2003
MOBILITA' ALLA FIAT AUTO
Fiat Auto ha comunicato l'apertura delle procedure di mobilità per 2.894 dipendenti, così come previsto dall'accordo di programma del dicembre scorso. Di questi, 1.867 a Mirafiori (440 sono impiegati e quadri), 400 ad Arese, 350 a Cassino, 200 a Termini Imerese, 50 a Pomigliano, qualche unità a Roma e Bologna. Per una parte dei dipendenti Fiat la mobilità sarà breve, per altri lunga (il decreto varato dal governo prevede la concessione della mobilità lunga per un totale di 7mila lavoratori, la Fiat ne ha chiesti 2.400, ma non si sa ancora quanti ne otterrà). Azienda e sindacati avranno ora 75 giorni di tempo per raggiungere un'intesa sui criteri per il ricorso alla mobilità. Intanto cesserà a settembre, anzichè a luglio, la produzione della Fiat Panda a Mirafiori (nella foto). I 1.700 lavoratori coinvolti, per i quali è già prevista la Cig straordinaria, proseguiranno l'attività a luglio, mentre ad agosto ci saranno le ferie.
LAZZARONI: SCIOPERO
La decisione aziendale è quella di sospendere la produzione e lasciare a casa tutti i 74 operai dello storico biscottificio. Per questo è stato effettuato uno sciopero di due ore per turno delle dipendenti, con manifestazione esterna. Poi conferenza stampa dei sindacati. La situazione è gravissima: a questo punto occorre evitare l'avviata mobilità per le maestranze, che non troverebbero facilmente una ricollocazione in zona; e se possibile evitare la chiusura dello stabilimento. Si profila un completo trasloco all'unità produttiva di Isola del Gran Sasso in provincia di Teramo, aperta nel '99 con contributi pubblici.
12 giugno 2003
ALITALIA
I sindacati annunciano che se non si riprende la trattativa si va ad uno sciopero 'bianco' dei servizi a bordo da parte degli assistenti di volo. In vista c'è anche la proclamazione di due giornate di sciopero da 24 ore per tutti i lavoratori del trasporto aereo, per protestare contro la mancanza di iniziative di rilancio della compagnia. Nessuna data definita, ma si parla del 24 giugno. La Cisl propone invece "una tregua di 3 mesi in cui deve esserci nulla che ostacoli il buon andamento del traffico aereo".
GIACOMELLI
Cresce la preoccupazione tra i lavoratori del gruppo Giacomelli per la sorte dell'azienda che ha 139 punti vendita in Europa. Ieri, a Rimini, i rappresentanti sindacali del gruppo hanno incontrato i vertici aziendali per conoscere gli sviluppi di una situazione che va delineandosi sempre più difficile.
INVENSYS: 35 LICENZIAMENTI
L'Invensys (ex Eaton) di Belluno ha comunicato la sua intenzione di avviare la procedura di mobilità per 35 suoi dipendenti. Un eufemismo per non parlare apertamente di licenziamenti. L'annuncio è stato dato ieri dai vertici aziendali. La maggior parte di questi riguarda gli impiegati, e in misura minore gli operai. La Invensys, che produce timer elettromeccanici per quasi tutti i tipi di elettrodomestici, ha spiegato ai sindacati che le ragioni della richiesta di mobilità sono, da un lato una riorganizzazione interna alla multinazionale, che prevede lo scorporo della divisione Appliance and Climate, da cui dipende lo stabilimento bellunese; dall'altro si è registrato un calo negli ordini, che comporterebbe la necessità di ridurre la produzione. Il sindacato chiede che prima di arrivare a questo si studino tutti gli strumenti alternativi, dalla cassa integrazione speciale a quella ordinaria, fino ad arrivare ai contratti di solidarietà. Il 20 è stato fissato un altro incontro.
SICILIA: 3 MORTI IN AZIENDA VINICOLA
Incidente sul lavoro in Sicilia, in una azienda che produce vino. Sono tre le persone morte: tre operai che stavano pulendo una cisterna di vino in un' azienda vinicola di Campobello di Mazara, in provincia di Trapani. Nell'incidente è rimasta ferita anche un'altra persona, una donna, che ha probabilmente cercato di soccorrere gli operai in difficoltà, senza riuscirci. E rimanendo invece anche lei vittima delle esalazioni venefiche che hanno ucciso i tre uomini. Gli operai sarebbero morti asfissiati dalle esalazioni di gas provenienti dalla cisterna sulla quale stavano effettuando alcune operazioni di pulizia. La quarta persona rimasta intossicata è la figlia di Francesco Falcone, titolare della omonima azienda vinicola, che ha tentato di salvare gli operai. La donna è stata subito ricoverata all'ospedale di Castelvetrano, dove versa in stato di coma e i medici parlano di conseguenze da "inalazione di vapori tossici non ben identificati". Le vittime sono Giovanni Bellafiore di 22 anni, Vincenzo Pipitone, 39, e Massimiliano Sciortino, 33, tutti operai dell'azienda vinicola. L'incidente mortale agli operai sarebbe avvenuto in una locale sotterraneo dell'azienda, dal quale si accede all'interno dei silos, sui quali avrebbero dovuto intervenire gli operai. Le maschere antigas avrebbero potuto salvare i tre operai rimasti vittime delle esalazioni.
NUOVO PIGNONE: INTESA SULLA MOBILITA'
Lo Slai Cobas punta l'indice contro i confederali (Cgil-Cisl e Uil): "Loro sapevano. Il 5 giugno scorso al ministero del Lavoro si sono messi d'accordo, hanno trovato un'intesa sindacale sulla richiesta di mobilità lunga di circa 200 unità lavorative a livello nazionale". A confermare, indirettamente, le supposizioni dello Slai Cobas è un comunicato della Fiom Cgil nazionale diramato l'altro giorno attraverso il quale vengono spiegati i motivi in base ai quali la Fiom non ha firmato la richiesta aziendale ma, nello stesso tempo, il sindacato di categoria dei metalmeccanici della Cgil ammette che in qull'occasione "un'intesa sindacale" c'è stata. Tra chi? La Fiom si tira fuori. Questo dimostra, e non sarebbe la prima volta, che le strategie sindacali nazionali non coincidono con le rivendicazioni dei lavoratori della Nuovo Pignone di Vibo Marina. Per i lavoratori dello stabilimento si tratterebbe di una vera e propria beffa. Per lo Slai Cobas se la Cgil non ha firmato ha fatto bene, ma avrebbe dovuto denunciare il comportamento delle altre organizzazioni sindacali. Inoltre "il documento Fiom è bugiardo in quanto i tagli occupazionali non sono cominciati dopo l'11 settembre del 2001 con l'attentato alle Torri Gemelle di New York, ma prima del 1997". La Fiom da parte sua ha respinto la strategia e le scelte della General Electric che con la richiesta di cassa integrazione straordinaria di 43 operai per due anni intende chiaramente decretare la morte dell'insediamento vibonese.
ROMA: OCCUPATA LA COOPCOSTRUTTORI
Decine di operai edili, che non percepiscono stipendio da sei mesi, sono entrati ieri pomeriggio nella sede romana della società. Al centro c'è la presunta "crisi aziendale" di una potenza con oltre 40 cantieri spersi sul territorio nazionale, che fino a pochi mesi fa aveva 2.500 dipendenti e bilanci in attivo. Gli operai - vincolati per di più da una condizione di "soci lavoratori" che imponeva loro di cedere "spontaneamente" il 10% del proprio salrio alla società - chiedono ora gli arretrati e risposte sul proprio futuro lavorativo. Esponenti dell'azienda - fin qui formalmente una cooperativa - non hanno trovato di meglio che chiamare i carabinieri. Come un padrone qualsiasi.
FLEXTRONICS
Un'impresa new wave - Finmek - ha ottenuto dal governo italiano di subentrare a Flextronics, a L'Aquila, impegnandosi ad assumere in 18 mesi 550 lavoratori su 938. Entra nell'impianto industriale senza spendere un centesimo, dal momento che l'area e lo stabilimento le vengono dati in uso grazie all'intervento di Sviluppo Italia e L'Aquila sviluppo. E commesse, naturalmente. I dipendenti che entreranno in Finmek saranno prima formalmente licenziati da Flextronics e quindi assunti dal nuovo datore di lavoro; un percorso che poneva qualche problema (su aspetti economici e normativi della posizione dei lavoratori). L'accordo era che entro 18 mesi per questi dipendenti sarebbero stati ripristinati gli attuali livelli economici (anzianità) e normativi. Ma l'altro giorno lo scenario è cambiato. Finmek ha infatti chiesto che i lavoratori che entreranno alle sue dipendenze versino integralmente nelle casse Finmek il loro tfr. Una cosa mai sentita prima. Se il subentro di Finmek avesse avuto la forma della cessione di azienda, i lavoratori avrebbero mantenuto la continuità formale del rapporto di lavoro (e Flextronics avrebbe trasferito alle casse di Finmek il tfr maturato dai dipendenti fin da quando l'azienda si chiamava Sit-Siemens. All'opposto, la procedura scelta implica: a) il licenziamento da Flextronics e la liquidazione del tfr da Flextronics; b) l'assunzione individuale da parte di Finmek; c) e che una volta entrato in Finmek ognuno riparta dal minimo contrattuale. Questi lavoratori avranno dunque una busta paga leggerissima - benché sulle loro spalle pesino decenni di lavoro -, il che costituisce un indubbio vantaggio per Finmek. Ma non basta. Ora Finmek ha detto di volere anche il loro tfr. Intanto, a L'Aquila e dintorni, si parla di assunzioni solo a tempo determinato. La via crucis con Flextronics è finita. Ora comincia il martirio.
AUTOBRENNERO: PAGATI GLI STIPENDI AGLI OPERAI
L'Autobrennero garante degli stipendi dei circa ottanta dipendenti della "Cariboni", l'impresa che sta lavorando alla bretella fra Rovereto Sud e il Garda. E così dopo aver pagato lunedì scorso gli stipendi di aprile, nemmeno ventiquattr'ore dopo sono stati saldati anche tutti i crediti dei lavoratori per la mensilità di maggio. Martedì il direttore tecnico dell'A22, Konrad Bergmeister, su mandato del presidente Ferdinand Willeit e del direttore generale Massimo Occello, si è presentato nel cantiere di Mori con gli assegni per tutti i dipendenti della Cariboni.
ATOM: CASSA INTEGRAZIONE
Nove settimane di cassa integrazione per 60 operai su 250: le officine meccaniche Atom di Vigevano rallentano l'attività fino al 2 agosto, giorno in cui inizieranno le ferie. Nella stessa situazione, più o meno, i lavoratori di altri nomi storici del comparto meccano-calzaturiero della zona. Il caso Atom è soltanto la punta dell'iceberg. La situazione del comparto meccanico è drammatica in Lomellina, dove sono occupati più del 60 per cento degli addetti a livello provinciale. Il sindacato chiede la rotazione in modo che gli effetti più pesanti non si scarichino soltanto sugli addetti dello stabilimento di Gambolò dove si producono i componenti che vengono assemblati a Vigevano. E poi ci sono i casi della Sigma dove la cassa è attiva da gennaio e proseguirà fino al 2 agosto; la Ormac, che ha chiesto 13 settimane di cassa, fortunatamnte non a zero ore, per 84 dipendenti; la Sagitta, dove la cassa a rotazione è per 50 dipendenti. I problemi delle aziende più grandi si ripercuotono sulle reltà più piccole, l'arcipelago di aziende industriali tra 8 e 40 dipendenti che costituisce la trama del tessuto industriale del territorio. E poi giù fino alle aziende artigianali che in molti casi hanno le commesse ferme da mesi.
13 giugno 2003
SCIOPERI FIOM CONTRO IL CONTRATTO
La Fiom - Cgil di Mantova ha indetto per oggi 8 ore di sciopero. La decisione di incrociare le braccia è stata presa dai lavoratori e dalle lavoratrici dell'Iveco di Suzzara, dopo le assemblee che si sono svolte nei giorni scorsi con i delegati della Fiom. Da parte dei lavoratori e delle lavoratrici è emerso un netto dissenso sull'accordo stipulato da Federmeccanica, Fim e Uilm per il rinnovo del contratto di lavoro. Il dissenso si è manifestato principalmente sul merito dell'intesa che riduce il salario reale e toglie diritti e tutele alle persone che lavorano. Dissensi anche sul metodo, a nostro giudizio antidemocratico, utilizzato da Fim e Uilm, che hanno rifiutato di sottoporre l'accordo al voto dei metalmeccanici. Continuano le agitazioni sindacali dei metalmeccanici della zona di Spilimberto. La protesta ha potuto contare sulla partecipazione di lavoratori delle più importanti imprese metalmeccaniche della zona: Itm Italtractor, Sitma, Bonfiglioli, Superbox, Pm Marano, Euroterm, Agop, Muratori e diverse altre. Presente anche una rappresentanza dei lavoratori della zona del Frignano. Il sindacato contesta il nuovo contratto, giudicato anomalo e favorevole solo per le aziende, nonché il comportamento di Fim e Uilm, la cui firma avrebbe origini puramente politiche.
ILVA DI TARANTO: DUE MORTI
Due dipendenti dell’Ilva sono morti ieri pomeriggio nello stabilimento siderurgico di Taranto per il crollo di una gru che era in fase di manutenzione. Le vittime sono l’operaio impegnato nella manutenzione, a diversi metri di altezza, sul braccio della struttura, e un collega di lavoro che era a terra. Paolo Franco, di 24 anni, è morto sul colpo; Pasquale D’Ettorre, 27, si è spento subito dopo il trasporto in ospedale. Nell’incidente è rimasto ferito, pare in modo non grave, anche un terzo operaio, ricoverato in ospedale, mentre altri sette lavoratori hanno dovuto far ricorso alle cure dell’infermeria di stabilimento, la maggior parte perché sotto choc dopo aver assistito alla tragedia. I due morti erano entrambi dipendenti dell’Ilva, passati a tempo indeterminato dopo aver superato il periodo di contratto di formazione-lavoro. Dopo la sciagura le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm e il coordinamento nazionale sindacale del gruppo Ilva hanno proclamato per oggi 4 ore di sciopero (anche ieri c’è stata un’astensione dal lavoro decisa dai sindacati provinciali). Quello di ieri è il secondo incidente avvenuto nel giro di pochi giorni all’Ilva di Taranto. Il precedente risale allo scorso 6 giugno quando, per uno scoppio, una quarantina di operai fece ricorso alle cure mediche nell’infermeria della fabbrica. Gli operai furono giudicati guaribili in pochi giorni.
14 giugno 2003
ITALCEMENTI
Due ore di sciopero alla Italcementi di Calavino, azienda che occupa 61 dipendenti. All'origine della protesta l'impiego di farine animali per l'alimentazione dei forni, farine che dal 2003 non possono più essere usate come mangime. "Sono stati installati dei filtri automatici per il trattamento delle farine - racconta un sindacalista - ma si è poi scoperto che tali filtri non funzionano come dovrebbero: i lavoratori sono così costretti a pulirli manualmente e sono giustamente preoccupati per i rischi alla salute". L'incontro con la direzione aziendale non ha sortito risultati. La protesta continuerà fino a che non si avranno garanzie sulla correttezza delle condizioni di lavoro.
UNILEVER INDIA
Nuove accuse di antisindacalismo e delocalizzazione per la Unilever, la multinazionale anglo-olandese di beni di consumo che produce, tra gli altri, i gelati Algida, i sofficini Findus, il tè Lipton, il sapone Dove. La divisione indiana Hindustan Lever limited si è da poco fusa con un altro gruppo alimentare, la Brooke Bond, e nel piano di ristrutturazione aziendale sono previste consistenti riduzioni dei salari e del personale, oltre allo spostamento delle produzioni in aree dell'Asia orientale dove la tassazione, il costo del lavoro e il livello di sindacalizzazione sono inferiori. I primi tagli riguarderanno oltre 650 dipendenti della Garden reach factory di Calcutta. Inoltre, i dirigenti della Hindustan sono accusati di continuare a fare pressione sui lavoratori per indurli a sottoscrivere domande di licenziamento volontario. La sigla All India council of Unilever unions (Aicuu), che rappresenta i dipendenti di 80 stabilimenti della multinazionale, ha organizzato una serie di manifestazioni in tutto il paese, giovedì scorso, per dimostrare solidarietà a quanti stanno per perdere il posto e per denunciare il comportamento antisindacale.
AUSTRALIA: LOTTA DEGLI ADDETTI ALLE PULIZIE
Giornata internazionale degli addetti alle pulizie. Partirà domani, dai sindacati australiani e americani, una serie di manifestazioni di solidarietà e in difesa dei diritti dei pulitori, soprattutto quelli che lavorano per le grandi catene di ipermercati e centri commerciali. Una categoria soggetta a facile sfruttamento e ad abusi, essendo costituita in larga parte da immigrati, ricattabili dagli appaltatori dei servizi di pulizia che, con il lavoro, danno anche il permesso di soggiorno. I delegati del sindacato australiano Lhmu domani e lunedì andranno davanti ai centri commerciali Westfield per informare i clienti che regolarmente, i pulitori ingaggiati dalle ditte appaltatrici non sono pagati per settimane e quasi mai vengono rispettate le misure di salute e sicurezza. Il sindacato accusa il governo, inoltre, di volere modellare la sanità pubblica, il Medicare, sull'esempio degli Usa, dove è noto che i lavoratori a basso reddito non riescono a pagarsi un'adeguata assicurazione sanitaria privata e quindi sono automaticamente eslcusi dall'assistenza. L'idea di dedicare una giornata ai diritti dei pulitori è nata nel 1990, quando a Los Angeles, proprio il 15 giugno, una violenta carica della polizia riuscì a disperdere un corteo di lavoratori che protestavano per avere condizioni migliori.
NESTLE' IN EL SALAVADOR
È da oltre un mese che prosegue la protesta dei lavoratori di El Salvador contro la Nestlé per la chiusura dello stabilimento di Ilopango, dove si produceva caffè solubile. Il 28 aprile i cancelli della fabbrica sono stati sigillati e la produzione spostata in Messico, Brasile e Colombia, nonostante l'opposizione del sindacato e dei 97 operai. La Nestlé si è limitata a dare liquidazioni di due mensilità, come previsto dalla legge locale ma la sigla Setnessa ha chiesto che venisse rispettato l'accordo in base al quale, in caso di chiusura anticipata, l'azienda avrebbe pagato stipendi fino alla fine del 2003. I 36 dipendenti che non hanno accettato l'offerta hanno occupato la fabbrica, chiedendo un incontro con i dirigenti. Questa settimana, anche la federazione internazionale dei lavoratori alimentari (Iuf) ha rivolto un appello alla direzione del gruppo svizzero affinché riconsideri le liquidazioni. La Nestlé, però, non torna indietro e invita i lavoratori a rivolgersi al governo per le indennità di disoccupazione. L'azienda ha approfittato delle leggi nazionali che permettono alle imprese di chiudere senza preoccuparsi delle conseguenze sociali, considerando che tutti i lavoratori di Ilopango sono troppo giovani per la pensione e troppo vecchi per trovare (se ce ne fosse) un altro lavoro.
DEUTSCHE BAHN: TAGLIA 40.000 POSTI
La Deutsche Bahn, la società pubblica che gestisce le ferrovie tedesche sembra intenzionata a tagliare altri 40 mila posti di lavoro. Lo ha rivelato il quotiano economico Handelsblatt, citando una dichiarazione fatta a Londra dal presidente del gruppo Hatmut Mehdorn. L'organico attuale è di 210.000 unità. L'annuncio è giunto a sorpresa. Nel briefing sul bilancio di metà maggio il presidente aveva sostenuto che una riduzione dei posti di lavoro non era nei programmi aziendali. Sorpresi i sindacati. Negli ultimi dieci anni Deutsche Bahn ha gia' ridotto il numero degli occupati di circa il 44%, da 380.000 unità alle attuali 210 mila.
15 giugno 2003
CAMBOGIA: OPERAIO UCCISO
Non hanno esitato a fare fuoco contro gli operai, le centinaia di poliziotti mandati a reprimere la protesta dei tessili cambogiani, venerdì, nella capitale Phnom Penh. Due morti e una trentina di feriti, tutti equamente distribuiti tra le forze dell'ordine e i manifestanti. Il poliziotto è deceduto in ospedale per le ferite riportate dopo la carica più violenta, mentre l'operaio è caduto per strada, con un colpo di fucile al petto. Sul corpo, raccolto dai compagni, è rimasto il cartellino dell'azienda in cui lavorava, Terratex knotting and garment, su cui era scritto anche il suo nome: Yoeum Ry. "Volevamo richiamare l'attenzione del governo sui diritti che ci vengono negati - ha detto un dipendente della Terratex - e denunciare la corruzione dei dirigenti". Disperdere il migliaio di persone che tentavano di entrare nel centro della città non è stato difficile, specialmente dopo l'arrivo dell'esercito, inviato dal governo a presidiare l'area. E ieri altre manifestazioni operaie, indette per protestare contro la repressione e l'uccisione di un loro compagno, sono state caricate dalle forze dell'ordine. La Cambogia conta circa 220 aziende nel settore che, solo l'anno scorso, ha esportato per più di un miliardo di dollari, il 77% del pil. Gran parte dei manufatti va negli Stati uniti a riempire i magazzini dei grandi nomi dell'abbigliamento sportivo, come Nike, Adidas e Gap. Nonostante il codice del lavoro approvato nel 1997 preveda formalmente la libertà di associazione e contrattazione, la politica del governo è di totale sostegno all'antisindacalismo delle imprese. I tessili, inoltre, arrivano soprattutto dalle zone rurali più povere e hanno scarsa consapevolezza dei propri diritti, rendendo più facili le discriminazioni e le intimidazioni, quasi mai denunciate. E non mancano le forme di repressione più pesanti, come l'arresto. A luglio del 2002, Khum Samoun e Sok Bona, rispettivamente presidente e segretario della federazione cambogiana del lavoro ed entrambi dipendenti dell'azienda Tommy textile, sono stati carcerati e tenuti dentro fino a novembre. L'accusa era di incitamento alla violenza durante uno sciopero, avvenuto mesi prima contro il trasferimento della produzione nell'ancora meno tutelato Vietnam.
SANGALLI CHIUDE
Si sono rivelate quanto mai fondate le voci che erano circolate qualche settimana fa circa il trasferimento in Puglia dell'azienda Sangalli Vetro, che provocherà la perdita nell'area del Trasimeno di altri trenta posti di lavoro, visto che i dipendenti saranno inevitabilmente posti in mobilità. Lascerà quindi lo stabilimento di Bacanella il prossimo 31 luglio e riaprirà dopo le ferie a Manfredonia, dove potrà contare su consistenti agevolazioni previste per investimenti nel meridione. I dipendenti (alcuni dei quali hanno sulle proprie spalle situazioni umane non facili) se la sono presa anche con le istituzioni locali e soprattutto con i sindacati colpevoli, secondo alcuni di questi lavoratori, di non aver fatto abbastanza per scongiurare il trasferimento dell'attività produttiva. Ci si è occupati della questione solo dopo che il gruppo aziendale aveva di fatto già preso le proprie decisioni di trasferirsi.
16 giugno 2003
BASILICATA: ANCORA IL CAPORALATO
Arrivano dai campi del Foggiano e da quelli del Casertano. Il popolo degli extracomunitari si prepara, per la metà del mese di luglio, ad affluire in Basilicata. Arrivano per la stagione della raccolta del pomodoro: prima a Lavello e Gaudiano, poi a Venosa, Genzano, Montemilone, Palazzo San Gervasio. Ma la campagna del pomodoro imminente fa esplodere un grave problema: la carenza di manodopera. E proprio in questo contesto si inseriscono i "caporali" che cercano di imporre regole e gruppi di lavoratori agli agricoltori. "L'anno scorso - racconta Mauro Avigliano, della cooperativa Giustino Fortunato di Lavello - un agricoltore é stato costretto a rinunciare al suo raccolto perché non ha voluto sottomettersi alle "regole" che gli venivano richieste. Nel periodo della raccolta vengono da noi numerosi produttori disperati". Le nuove leggi in vigore impongono di regolarizzare i lavoratori stranieri. Le maggiori aziende sono meccanizzate e la gran parte del raccolto avviene ormai con le macchine. Ma per le aziende più piccole, non meccanizzate, il ricatto dei "caporali" è più pesante.
SICILIA: A RISCHIO 25.000 POSTI DI LAVORO
Fra gli anni Cinquanta e Settanta la Regione dismise le attività industriali legate alle risorse naturali (lavorazione degli agrumi, del lievito e delle carrube, produzione di nitrati, lavorazione dello zolfo e del salgemma, produzione di sali potassici) e favorì, sulla spinta delle allora Partecipazioni statali, l'impianto di industrie pesanti prive di collegamenti con lo sviluppo del territorio. Oggi l'industria pesante soffre della crisi internazionale. A rischio, fra diretti e dell'indotto, vi sono 25.000 posti di lavoro: 5.000 a Gela, 2.000 a Priolo, 6.000 a Catania, 1.000 a Riesi, 2.000 tra Milazzo e Villafranca Tirrena, 5.000 a Termini Imerese, 4.000 a Palermo.
IPSE LICENZIA 109 DIPENDENTI
Ipse 2000, operatore Umts che da oltre 18 mesi ha congelato ogni attività, ha avviato oggi le procedure per la riduzione del personale. Un taglio drastico: l'organico, già ridotto in questi mesi dalle 600 unità iniziali alle attuali 122, si riduce ora di ulteriori 109 lavoratori. La scelta di mantenere solo 13 dipendenti - fanno sapere le rappresentanze sindacali - viene giustificata dall’azienda con la prospettiva dell’attività di 'spectrum trading' che, a oggi, appare come l’unica reale alternativa. Per giovedì prossimo i dipendenti di Ipse hanno annunciato un sit-in davanti al Senato, dove sarà posta in votazione la mozione promossa dal senatore Antonello Falomi a difesa dei lavoratori della società.
17 giugno 2003
VERTENZA AIA
E' fissato per domani l'incontro al ministero delle politiche agricole per tentare di risolvere la vertenza Aia. La chiusura dello stabilimento Aia è prevista per il 31 luglio. I sindacati cercheranno di trovare un punto d'incontro con il gruppo che, da quando ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Bagno, dove vengono macellati tacchini maschi, non è mai ritornato sui suoi passi. I confronti con i sindacati e con i rappresentanti del mondo politico reggiano e regionale, infatti, non sono bastati per convincere la proprietà a mantenere la produzione a Reggio e, soprattutto, preservare i posti di lavoro ai dipendenti. Intanto, da 330, sono scesi a 280 i lavoratori dell'Aia: alcuni, infatti, hanno accettato il trasferimento negli stabilimenti della Montorsi di Correggio e Magreta, di proprietà dello stesso gruppo.
18 giugno 2003
EDILIZIA MORTALE
Di lavoro si muore sempre più spesso. Nel lavoro manuale e in quelli deregolamentati, soprattutto. Come nell'edilizia, da sempre. Morti ammazzati da scelte padronali secondo cui la sicurezza è l'ultima voce presa in considerazione nel preventivo dei costi e nella programmazione dei lavori. Morti nascosti, spesso; e per cui nessuno paga mai. Secondo la Fillea Cgil, ci sono state nei cantieri edili 104 vittime accertate dal primo gennaio di quest'anno. Ma sono certamente di più perché un "irregolare", specie se extracomunitario, non esiste per l'anagrafe della Cassa edili né per quella dell'Inail (le fonti primarie del monitoraggio). L'età media delle vittime si aggira sui 40 anni. Sotto accusa è dunque l'organizzazione del lavoro, non la presunta "imperizia" dei lavoratori. Il 39% muore cadendo dalle impalcature, il 13% per crollo dei muri, il 13% travolto da gru, carrelli elevatori o ruspe, l'8% colpito dai materiali di lavoro, il 7% viene folgorato. Le imprese sono troppo piccole e vivacchiano lucrando su salari in nero, risparmiando su ogni sistema di sicurezza. I ritmi di lavoro sono troppo sostenuti. E poi la precarizzazione del rapporto di lavoro mette l'edile in una posizione debolissima: o accetti quelle condizioni o te ne vai a cercare lavoro altrove, ma non sarà molto diverso. L'approvazione della legge 30, che renderà ancora più flessibile il mercato del lavoro non potrà che aggravare ulteriormente la situazione. In Italia il tasso medio di mortalità è di 3,3 ogni centomila lavoratori, mentre la media europea è a 2,7. Morti sacrificati sull'altare di un'ideologia: quella del guadagno facile, rapido, senza soggetti titolari di diritti in grado di farli rispettare.
19 giugno 2003
LAVORO ATIPICO E SALUTE
La ricerca di Eurispes e Ispesl su Incidenti sul lavoro e lavoro atipico mette in chiaro tutto quello che sui contratti di lavoro precari era prima lasciato all'immaginazione o ai racconti individuali: il lavoro atipico è quasi sempre un lavoro infernale, privo di diritti, avaro di salario, più pericoloso di qualsiasi media nazionale ed europea. Quasi sempre subìto, solo in rari casi "scelto". Non appena si varca la soglia d'ingresso e si comincia a lavorare, a prescindere dal tipo e dal luogo di lavoro. Il lavoro atipico - secondo quanto riportano i due centri studi - è infatti inteso dalle imprese come forma occupazionale destrutturante del tradizionale rapporto di lavoro subordinato e dipendente o a rischio di evasione delle normative contrattuali, fiscali e contributive. Nel lavoro interinale, analizzato da una ricerca Asl di Milano, l'indice di frequenza degli incidenti è pari a 92,1 ogni milione di ore lavorate, mentre in settori ad alto rischio come il metalmeccanico "regolare" o il minerario è di 38,1 e del 50,8. Sulla gravità degli infortuni, oltretutto, mancano dati statistici precisi, e una stima può esser dedotta solo dalla durata delle prognosi; ma anche in questo caso si tratta di stime "per difetto", perché nel lavoro interinale accade spesso che la certificazione del trauma coincida con la chiusura del rapporto lavorativo. Il lavoro atipico è insomma rischioso in sè, anche dal punto di vista psichico. Il 41% dei lavoratori italiani è stressato (in Inghilterra e Germaia lo è il 27%, in Francia il 24, in Spagna il 22). Tra questi sono parte determinante proprio gli atipici. Nell'ordinamento italiano non è stata recepita "la direttiva 91/383 Cee, relativa alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori temporanei". E così, nei primi tre anni del nuovo millennio, "su quattro posti di lavoro addirittura tre sono a tempo determinato o part-time". Una pacchia, per chi il lavoro lo sfrutta.
20 giugno 2003
FIAT DI MELFI: INTIMIDAZIONI
La Fiom denuncia l'apertura di "provvedimento disciplinare nei confronti di Antonio D'Andrea, lavoratore occupato presso la Sata di Melfi, accusandolo di aver fatto affermazioni lesive dell'immagine e della reputazione dell'azienda". Le "dichiarazioni lesive" sono state rese nel corso di una deposizione presso il giudice del lavoro di Melfi, quindi in una sede giudiziaria, mentre si discuteva la causa per il licenziamento di un altro operaio, il delegato Tonino Innocenti. Non la si può definire altro che una intimidazione: la Fiat pretende di definire il comportamento dei lavoratori persino nelle aule di tribunale.
AEROPORTO DI FIUMICINO
Pochi soldi, un contratto che non c'è, se protesti ti licenziano. Succede ai soci della cooperativa Res Nova, a Fiumicino. Dovrebbero, da statuto, svolgere servizi di assistenza sociale e di volontariato in campo sanitario, invece spostano pezzi di ricambio su e giù per l'aeroporto di Fiumicino. Dovrebbero prendere quanto i colleghi della ditta di cui usano tesserini, patenti, divise, e per la quale di fatto lavorano - la Eurohandling di Vittorio Paoletti - e invece, a parità di funzioni, prendono in busta paga 200 euro in meno ogni mese, non hanno mensa o buoni pasto, ferie, malattia ed infortuni valgono la metà di quelli dei colleghi. Sono i 20 dipendenti - formalmente "soci lavoratori" che però non percepiscono alcun dividendo - della cooperativa Res Nova, presieduta da Alberto De Angelis, che dal giugno del 2000 gestisce in Associazione Temporanea d'Impresa (Ati) insieme alla Eurohandling (50 dipendenti) la movimentazione del materiale aeronautico, cioè gli spostamenti di materiale pesante da una parte all'altra dell'aeroporto di Roma. I contributi li calcolano su un salario fittizio di 315 euro. Vuol dire che se lavoriamo tutta una vita, forse arriviamo alla metà della pensione sociale. Questa situazione va avanti da tre anni. Tre anni di straordinari pagati come fossero normale orario lavorativo, senza nessuna maggiorazione per notturni e festivi. Tre anni che sono costati alla Res Nova almeno 800.000 euro in meno rispetto ad Eurohandling, 40.000 ogni lavoratore. Due i procedimenti legali in corso: da una parte la denuncia all'ispettorato del lavoro, dall'altro quella al Tribunale del Lavoro, per intermediazione di manodopera. Dice l'avvocato Riccardo Faranda, legale dei 10 lavoratori della Res Nova che hanno deciso di fare causa: "Ricorre il reato di intermediazione di manodopera quando in teoria dipendi da un datore di lavoro, ma in pratica da un altro. I miei assistiti non hanno né un ufficio né qualcuno della cooperativa cui fare riferimento. Orari, turni, permessi e divise vengono decisi dall'Eurohandling". Agli operai Res Nova protestare costa caro. Fonti interne parlano di un lavoratore licenziato per dare una lezione, di pressioni fatte per far rientrare le denunce. E' stato ottenuto un accordo, firmato la scorsa settimana da De Angelis e dalle rappresentanze di Cgil, Cisl e Uil, in cui il presidente della Res Nova si impegna a reintegrare il lavoratore licenziato e ad applicare quasi per intero (rimane il calcolo forfettario dei contributi pensione) il contratto "assoaeroporto", che è quello di cui godono - con deroghe - i dipendenti della ditta di Paoletti. Peccato che quest'ultimo sembri non aver gradito la cosa. "Queste cose ve le ha promesse il presidente di Res Nova, non il nostro", avrebbe detto ai lavoratori l'amministratore delegato della Eurohandling, Mauro Della Valle.
21 giugno 2003
AMIANTO
Nella corsa spasmodica al taglio delle spese il governo se la prende anche con i lavoratori che sono stati esposti all'amianto. Il ministro dell'economia Tremonti ha imposto il blocco della riforma previdenziale per questa fascia di lavoratori. Con il blocco della riforma previdenziale per i lavoratori esposti all'amianto il governo si fa beffe di migliaia di persone che per anni hanno lavorato in condizioni rischiosissime per la propria salute.
PHARMA SHOP LICENZIA
Pharma Shop, azienda che distribuisce prodotti farmaceutici, ha deciso di ridurre i dipendenti e licenziare. Quattro lavoratrici sono state licenziate ad Ancona e Macerata, ma l'intenzione sembra essere quella di licenziare tutto il personale per riassumere poi altri come collaboratori. La notizia è stata diffusa dalla Filcams Cgil
IPSE
Fumata nera al ministero delle comunicazioni: l'incontro tra rappresentanze sindacali e vertice Ipse si è chiuso con un rinvio al 27 giugno. I 109 nuovi esuberi degli ultimi 122 dipendenti dovranno attendere ancora per sapere che fine faranno. E' stata anche chiesta la disponibilità degli azionisti di valutare l'eventuale riassorbimento nelle loro scietà del personale Ipse in mobilità.
22 giugno 2003
LOTTE DEGLI INSEGNANTI NEL MONDO
SLOVACCHIA. Sono tornati in piazza, ieri, gli insegnanti slovacchi che da mesi si oppongono ai tagli del governo Dzurinda e chiedono più fondi per l'istruzione e stipendi dignitosi. Dopo il grande sciopero di fine maggio, a cui hanno partecipato centinaia di migliaia di docenti, dalle scuole materne alle università, la protesta prosegue e minaccia di bloccare l'intero settore a settembre. Le richieste principali riguardano l'aumento della quota del Pil da destinare alla scuola, 6% entro il 2010, la progressione nell'incremento salariale iniziato l'anno scorso e la garanzia dei bonus finale. Lo stipendio mensile della categoria, 11 mila corone (circa 270 euro), è tra i più bassi del pubblico impiego, 14 mila corone. BOTSWANA. Il sindacato insegnanti del Botswana chiede al governo la parità di trattamento tra le scuole elementari e scuole superiori. E' stata richiamata l'attenzione del presidente della repubblica Festus Mogae sullo stato di povertà in cui versa la maggior parte delle strutture per gli alunni più piccoli. Mentre le superiori sono concentrate nelle città e hanno grandi disponibilità di risorse e di servizi, le scuole materne e le elementari stanno soprattutto nelle campagne, dove è difficile fare arrivare anche l'acqua potabile e la luce. Il Botswana è uno dei pochi paesi dell'Africa australe che vantano sviluppo economico, grazie alla ricca industria dei diamanti. Per questo, il sindacato chiede più investimenti nell'istruzione e servizi moderni, come internet. AUSTRALIA. È stato fissato per il prossimo 29 luglio lo sciopero del personale della scuola nel Nuovo Galles del Sud, che da mesi contratta con il governo per i rinnovi. Dalla riunione tenuta questa settimana a Sidney, la maggioranza dei trecento delegati sindacali ha deciso per il fermo generale nelle scuole di ogni ordine e grado se il ministero dell'Istruzione non dovesse riconsiderare l'attuale offerta di aumento. Dopo una lunga trattativa, infatti, il governo ha proposto un magro 3% per il 2004 e un altro 3% per il 2005, contro la richiesta iniziale del sindacato del 5. Il ministero dice di non avere più soldi per gli stipendi e che non intende tollerare una così vasta interruzione del servizio. All'ultimo rinnovo del contratto della scuola, quattro anni fa, ci sono stati nove scioperi prima di arrivare a un accordo. COLOMBIA. La guerra civile colombiana non risparmia gli inseganti, soprattutto se esposti come sindacalisti o attivisti contro il traffico di eroina e cocaina. Dal 1998, più di 300 docenti sono stati assassinati e 2.900 hanno dovuto abbandonare casa e lavoro per le intimidazioni subite. Secondo la federazione sindacale della scuola Fecode, solo nell'ultimo anno sono avvenuti 83 omicidi, rendendo la Colombia il paese più rischioso al mondo anche per questa categoria. Una situazione che ha delle ripercussioni terribili sul sistema dell'istruzione e sulla crescita culturale del paese. PERU'. È stato il rientro dal lungo sciopero della scuola, la settima scorsa, a far cessare lo stato di emergenza dichiarato dal presidente peruviano Alejandro Toledo. Dopo più di un mese di astensione dal lavoro, i 280 mila docenti in lotta per aumenti e condizioni migliori sono tornati a scuola, riportando una parte del paese alla normalità. Il sindacato di categoria aveva deciso di ricorrere all'azione e di prolungarla per riaprire le trattative con il governo sulle maggiorazioni di stipendio promesse da tempo, e non ancora concesse, di 60 dollari al mese, così da portare i salari a una media di 200 dollari. Toledo si è impegnato anche a raddoppiare la cifra entro il 2006, termine del suo mandato. Ciò che ha spinto il presidente a invocare lo stato di emergenza, però, è stata la partecipazione della categoria alla protesta generale che nelle scorse settimane ha portato il paese alla crisi, soprattutto dopo l'uccisione di un dimostrante. I cittadini peruviani, e i sindacati in primo luogo, si oppongono soprattutto alle privatizzazioni delle aziende di stato.
GERMANIA: MECCANICI IN SCIOPERO
Il premier socialdemocratico, Gerhard Schroeder, è intervenuto anche dalla Grecia per cercare di far cessare gli scioperi dei metalmeccanici della Germania Est, che da tre settimane si battono per avere l'orario ridotto a 35 ore settimanali, come già avviene a Ovest. Per le grandi aziende (Volkswagen, Bmw, Siemens, Opel, ecc) che avevano spostato una percentuale rilevante delle lavorazioni a est per avvantaggiarsi dei salari più bassi e degli orari di lavoro più lunghi, si prefigurano a questo punto seri problemi, aggravando la già zoppicante congiuntura tedesca. Contro i lavoratori si è schierato l'intero arco politico meno la Pds.
24 giugno 2003
INFUN FOR: CASSA INTEGRAZIONE
E' slitatta ad oggi la decisione sulle procedure di intervento all'Infun For fonderia di Rovigo. Sembra sia emersa, infatti, un'altra possibilità oltre alla cassa integrazione di un anno, la più accreditata fino a qualche giorno fa. Potrebbe essere adottata una cassa integrazione da crisi dell'indotto Fiat della durata di 18 mesi. L'Infun For, infatti, lavorava per l'80 per cento per la fabbrica torinese. Quello che preme ai sindacati, però, è che venga presa una decisione al più presto, e che sia ben ponderata. Per ora il rischio di un trasferimento della fonderia è scongiurato,ma occorre trovare quelle risorse finanziarie indispensabili per far ripartire la produzione a Rovigo. Secondo una prima stima l'Infun For potrebbe essere in grado di far tornare gli operai al lavoro dal prossimo autunno. Intanto si stanno studiando tutte le strade percorribili per garantire agli operai il mantenimento del posto di lavoro e gli ammortizzatori sociali più idonei.
REGAZZI DI GORDOLA (LOCARNO): 30 LICENZIAMENTI
Dopo il duro colpo del trasferimento in Italia della Rondra SA di Tenero, il mercato del lavoro locarnese torna ad essere colpito con la chiusura, entro fine settembre, di un reparto della Regazzi SA di Gordola, attiva nel settore delle metalcostruzioni. Conseguenza di questo provvedimento sarà la perdita dell'impiego per 30 operai, ossia circa l'11 per cento della manodopera attuale. I motivi della scelta vanno ricercati nella crisi del ramo dell'industria delle macchine a cui il reparto in questione si rivolge.
http://www.autprol.org/