25/06/2003: Il silenzio è d’oro…


Non hanno ritenuto opportuno parlare di Evian, del vertice degli otto terroristi del mondo, se non per sfoggiare inchini e complimenti reciproci. Non una parola sui cortei ripetutamente attaccati, sulle armi alla vernice per individuare i facinorosi guastafeste dei borghesi commensali in vena di splendori settecenteschi francesi (dopo le parrucche e i candelabri di Pietroburgo). Non hanno ritenuto opportuno parlare dei gendarmi lanzichenecchi calati come robocops dalla Germania e di quei buontemponi in divisa che, dato il caldo e l’atmosfera, si sono divertiti a tagliare le corde da cui oscillavano due manifestanti. Non si è parlato di Martin e del suo volo di venti metri da un ponte. Dei centri sociali circondati e perquisiti, dei pestaggi e delle irruzioni, dei danni collaterali di questo infame rituale pagano.

E l’omertà padronale ha bendato con una cortina fumogena anche la Grecia e Salonicco, il terroristico vertice europeo dei grandi dove sul piatto erano i temi dell’immigrazione, del possesso (anche fisico) dei sottomessi Balcani , dell’esercito comune e della normalizzazione nei rapporti col colosso di letame statunitense. Anche qui bocche tappate lungo i tre giorni del vertice e le manifestazioni del controvertice. Ma, lasciato scorrere il weekend, parlano i dati e le tv greche. I dati per dire che 20 manifestanti sono finiti al gabbio e che altri 84 hanno visitato, in stato di fermo, gli hotel delle caserme. Che i feriti sono molti e che qualcuno rischia fino a 15 anni. Le tv per ospitare i volti dei giustizieri di piazza e fargli affermare che – no! – loro non hanno usato violenza sulle dimostrazioni, non hanno fatto largo uso dei gas vietati (tipo CN e CV, gli stessi degli Usa in Vietnam) sulla folla, causando problemi agli occhi e ai polmoni, non hanno torturato i prigionieri. Noi non eravamo a Salonicco, ma – chissà perché - abbiamo una fervida immaginazione e poi…”tutto il mondo è paese”.

Così, unitamente ai manifestanti che il 23 giugno hanno occupato l’ambasciata greca di Berlino per protestare contro la violenza sbirresca, concludiamo: “La vostra libertà ha odore di lacrimogeni”.

Inoltre: ci sono state delle vetrine rotte e delle sedi di partito sono state “insozzate” con della vernice. Vogliamo scandalizzarci? Le orsoline si bendino gli occhi, perché noi non troviamo nulla di malvagio nel dare del lavoro ai vetrai. O agli imbianchini.

Che dire ancora?

Dal sangue di Carlo sull’asfalto di Genova, non un network televisivo si è incaricato di raccontare un vertice. Lo stanno affermando con i fatti, con gli ostinati mutismi, con i “non ricordo” di parata: il g8 non esiste più.
Vittoria?



collettivo comunista Agit Prop - Foggia




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