23/06/2003: dal settimanale del partito comunista dei lavoratori dell'Iran


Estratto da: WPI Briefing Number 112, Settimanale del Partito Comunista dei Lavoratori dell'Iran (WPI) 19 Giugno 2003 Editor: Maryam Namazie; Assistant Editor: Fariborz Pooy


* Sulle recenti proteste in Iran
* Il WPI condanna l'arresto dei membri dell'organizzazione Mojahedin del Popolo iraniano
* La manifestazione degli operai tessili di Behshahr si trasforma in una proteste generale contro il regime islamico
* la tedesca IG Metal appoggia gli operai tessili di Behshahr in sciopero

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* Messaggio del Leader del WPI Koorosh Modaresi riguardante le proteste del 10 e 11 giugno in Iran

La fine della Repubblica Islamica dell'Iran al grido 'Abbasso la Repubblica Islamica dell'Iran' e 'Lunga vita alla Liberta' e all'uguaglianza'
12 Giugno 2003

Studenti e popolo dell'Iran in cerca di Liberta':
Senza guardare a come le proteste in Iran del 10 e 11 Giugno sono cominciate, queste sono culminate nello slogan "Abbasso la Repubblica
Islamica dell'Iran".
Questo e' oggi l'imperativo di ogni manifestazione politica in Iran.
Queste proteste hanno ancora una volta mostrato che la Repubblica Islamica dell'Iran e' l'ostacolo alla liberta' ed alla felicita' ed e' cause di poverta' e disperazione.
Proteste contro ogni problema, ad esempio la privatizzazione delle universita', la mancanza di acqua ed elettricita', l'aumento dei prezzi, la poverta', gli stipendi non pagati, e per il miglioramento della vita della gente e i tentativi per una vita giusta, si scontrano direttamente con la Repubblica Islamica dell'Iran e sfociano nello slogan "Abbasso la Repubblica Islamica". Non c'e' altra via. Oggi, ne' il disintegratosi secondo Khodard (gruppo riformista islamico) ne' i giornalisti lacche' della BBC Persiana possono dipingere gli iraniani come favorevoli alle riforme islamiche ne' dare all'Islam un immagine presentabile. Tutti ora concordano che la riforma della Repubblica Islamica - qualsiasi sia la sua agenda non e' quella del popolo dell'Iran. La gente non vuole la Repubblica Islamica dell'Iran.
La Repubblica Islamica deve sparire. "Abbasso la Repubblica Islamica" e' il nostro verdetto. E' il verdetto della gente che lavora e ama la liberta', che e' stata ridotta alla miseria e alla disperazione dal regime Islamico. "Abbasso la Repubblica Islamica dell'Iran" e' la scintilla di speranza negli occhi delle donne e delle ragazze che non hanno ancora perso la speranza nella liberazione dalla schiavitu' islamica. "Abbasso la Repubblica Islamica dell'Iran" e' il grido per la liberta', per la gioia e la liberazione. Questo movimento deve essere consolidato e fatto avanzare. La sconfitta della Repubblica Islamica dell'Iran e' vicina.
Questo e' anche il verdetto che le recenti proteste dimostrano.

La domanda davanti a noi, comunque, e': qual e' la via piu' rapida e meno dolorosa per la liberazione dalla Repubblica Islamica dell'Iran.
Quanto dobbiamo avanzare? Cosa dobbiamo fare? E possiamo ottenere liberta' ed uguaglianza?
La risposta iniziale a questa domanda puo' essere chiara a molti.
Dobbiamo unirci.
Dobbiamo andare in prima linea uniti ed organizzati. La Repubblica Islamica dell'Iran e' cosi' decaduta e in tale scompiglio che una spinta relativamente estesa dal popolo puo' farla cadere. Il fatto che la Repubblica Islamica e' ancora in piedi non e' dovuto alla sua forza, e' piuttosto dovuto alla nostra dispersione. Dobbiamo unirci. Il popolo non vuole la Repubblica Islamica. Questo non e' sufficiente, comunque, per ottenere la liberazione da quel regime. La Repubblica Islamica non se andra' di sua spontanea volonta; deve essere buttata giu'. Per cacciare il regime, dobbiamo marciare insieme dietro una bandiera.
La domanda e' uniti sotto quale bandiera e per quali richieste? Questo e' esattamente cio' che si deve scegliere. Nel passato, i riformisti Islamici (il secondo Khordad) proposero un cambiamento attravero la riforma del regime Islamico e posero la bandiera della 'riforma Islamica' davanti al popolo; questa bandiera e i suoi sostenitori non ci sono piu'. Oggi, comunque, ci sono altre proposte, che sono tanto ingannevoli quanto distruttive per la liberazione dagli artigli della Repubblica Islamica. Queste dicono che gli Stati Uniti stanno venendo a salvarci. Primo, al di fuori di noi stessi, non ci sono altri salvatori. Coloro che innalzano questa bandiera vogliono che la gente aspetti il proprio salvatore, George Bush, e rallenti la propria lotta per distruggere il regime; essi effettivamente allungano la vita del regime Islamico. Guardate all'Iraq. Questo non e' il futuro che vogliamo. Un
cambio di regime stile USA portera' solo miseria e devastazione per il popolo. Noi stessi iniziammo il processo per il cambio di regime anni
fa. Loro dicono che il popolo deve chiedere un referendum. Quelli che immaginano una situazione nella quale la Repubblica Islamica acconsentira' al referendum sul suo futuro non hanno accettato che il popolo dell'Iran non vuole la Repubblica Islamica oppure che il regime Islamico non se ne andra' di sua spontanea volonta'. Anche i sostenitori del referendum allungano la vita del regime e gli forniscono future opportunita'. Dopo la sconfitta dei riformisti islamici (il secondo Khordad), questo puo' essere il modo per unire coloro che vogliono rimuovere il popolo dalla scena, salvare la Repubblica Islamica o imporre il loro proprio governo da fuori sulla gente, ma questo non e' il modo per unire la gente per buttar giu' la Repubblica Islamica.
Dobbiamo unirci, ma questa unita' deve essere attorno alla parola d'ordine della liberazione dalla Repubblica Islamica dell'Iran e deve garantire liberta' ed uguaglianza. Il popolo deve unirsi attorno ad una bandiera. Questa bandiera e' attualmente alzata - la bandiera del "Abbasso la Repubblica Islamica dell'Iran" e "Liberta' ed Uguaglianza". La Repubblica Islamica dell'Iran deve essere sconfitta. Per sconfiggerla dobbiamo unirci. Per unirci dobbiamo avere una bandiera. Questa e' "Abbasso la Repubblica Islamica dell'Iran" e "Lunga vita alla Liberta' e all'Uguaglianza".
Questa unita' deve portare una forza unita in prima linea. Gli studenti e la popolazione di Tehran non devono essere lasciati soli. Deve esserci
un'ondata di proteste ovunque, in ogni citta'. Le proteste devono estendersi. Dobbiamo essere certi che tutte le citta' si uniscano a queste proteste. Il periodo, che ha avuto inizio con le proteste del 10 e 11 giugno, e' una nuova fase. Il nostro movimento per la sconfitta della Repubblica Islamica e' entrato nella fase finale. Dobbiamo iniziare questo periodo consolidando le nostre fila, garantendo la sua continuita' ed unita' attorno ad una bandiera ben precisa. La bandiera della Liberta' e della Uguaglianza.
Abbasso la Repubblica Islamica!
Lunga vita alla Liberta', all'Uguaglianza, al governo dei Lavoratoti!
Lunga vita al socialismo!

Koorosh Modaresi
12 Giugno 2003

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* Sulle recenti proteste in Iran

Qui sotto troverete un breve riassunto dei comunicati stampa del Partito Comunista dei Lavoratori dell'Iran sulle recenti proteste in Iran:
18 Giugno, piu' di 20000 persone hanno protestato a Esfahan:
Secondo i resoconti ricevuti dal Partito comunista dei Lavoratori dell'Iran, molte strade e quartieri di Esfahan sono teatro di proteste e manifestazioni dal pomeriggio alla notte. Testimoni hanno riferito della presenza di 20-40000 persone che gridavano slogan per la caduta del
regime Islamico dell'Iran e per la liberazione dei prigionieri politici.
Gli Hezbollahi e membri della sicurezza in borghese non hanno osato avvicinarsi ai manifestanti. Pietre sono state lanciate alle guardie della sicurezza. La protesta stava andando avanti al momento in cui questo comunicato stampa e' stato scritto. Con la diffusione delle manifestazioni alle altre citta', il movimento per la caduta del regime Islamico ha fatto un grande passo. Decine di migliaia a Tehran, Shiraz, Mashhad, Esfahan, Tabriz,Ahwaz, Bandar-Abbas, Kerman, Kermanshah, Hamadan, Karaj, Shahin-Shahr e molte altre citta' hanno protestato contro il regime Islamico e chiesto la sua caduta. Questo e' un nuovo storico episodio, che la gente ha aspettato per tanto tempo. Il 10 Giugno non puo' essere cancellato. Il governo piu' barbaro della storia dell'Iran e' vicino alla fine.
14 Giugno 2003, violento assalto del regime Islamico dell'Iran contro i manifestanti; gli studenti e la gente stanno resistendo. Le manifestazioni e le proteste contro la Repubblica Islamica dell'Iran continuano. Gli studenti resistono e le loro proteste continuano con l'appoggio di diverse sezioni della societa'. Il quarto giorno di manifestazioni e' cominciato venerdi' mattina ed e' proseguito fino alle 5 di mattina di Sabato. A seguito di un incontro tra il Ministero degli Interni e quello dell'Educazione, le forze di sicurezza della provincia di Tehran e dell'Universita' di Tehran hanno preso possesso dei terreni attorno all'Universita' di Tehran e del campus degli studenti sabato.
Erano appoggiate da agenti in borghese, che in questa occasione sono stati armati con mitragliatrici e come al solito, coltelli, mazze, catene e gas lacrimogeni. Nonostante questo, i dimostranti si sono raccolti ed hanno cominciato a manifestare. Sempre piu' gente si e' unita alla manifestazione e gli slogan sono diventati piu' radicali. La manifestazione e' continuata per tutta la notte nelle vie attorno. In diverse parti di Tehran, gli automobilisti hanno espresso il loro sostegno agli studenti suonando i clacson. Un maggior numero di poliziotti insieme ai loro gruppi mercenari e ad agenti in borghese sono entrati nel campus degli studenti e nel dormitorio attaccando gli studenti con catene, manganelli, mazze e lacrimogeni. Gli studenti si sono scontrati con gli agenti ed hanno combattuto. Diverse motociclette appartenenti ai mercenari Islamici sono state date alle fiamme. Gli studenti hanno trattenuto diversi agenti in borghese. Durante gli scontri della mattina un numero significativo di persone e studenti era rimasto ferito e un numero imprecisato era stato arrestato. Le manifestazioni degli ultimi quattro giorni hanno mostrato la determinazione della popolazione Iraniana nel voler buttar giu' il regime Islamico. La risolutezza degli studenti appoggiata da diversi settori della popolazione e' significativamente differente dal precente round di proteste. La gente sta indicando la via per sconfiggere il regime. La gente ha visto che non esiste altro modo per sconfiggere il regime Isalmico che l'usare la propria forza.
13 Giugno 2003, le manifestazioni a Tehran continuano. Guardie Islamiche attaccano le donne che rimuovono il loro velo. Oggi, gli studenti hanno
manifestato nel campus dell'universita' di Tehran e nelle strade circostanti gridando slogan contro il governo. La gente di Tehran e' uscita dalle proprie case e molti sono andati sulle cime dei tetti. Ogni mossa delle forze di sicurezza della Repubblica Islamica era
sbeffeggiata. Gli automobilisti suonavano i clacson in solidarieta' agli studenti. Il campus dell'universita' e stato circondato ed isolato dalle forze di sicurezza. Le strade sono piene di Baseejis e Pasdaran e agenti in borghese. Un gruppo di ragazze si e' tolto il velo e ha danzato nelle strade e ha urlato slogan. Le forze di sicurezza le hanno attaccate ferocemente. La gente le ha aiutate a fuggire. In diverse occasioni le forze di sicurezza hanno sparato gas lacrimogeni contro la folla. I manifestanti gridavano: "Liberta' per tutti i prigionieri politici!", "l'Iran non e' il Cile", "Fucili, Cannoni non sono piu' efficaci!". Secondo agenzie di stampa la bandiera della Repubblica Islamica e' stata data alle fiamme. Nel campus femminile dell'universita' di Beheshti, i manifestanti hanno urlato slogan radicali contro il regime. "Abbasso la Repubblica Islamica","Questo movimento culturale continuera' ogni notte". "Khatami, Khatami, dimettiti, dimettiti!". "Abbasso Khamanei!".
Le forze di sicurezza hanno circondato il campus.

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*il WPI condanna l'arresto dei membri dell'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano
17 Giugno 2003

Nella mattinata di oggi, in una azione coordinata, 1200 poliziotti antisommossa francesi hanno attaccato le sedi in francia dell'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo del Iran (PMOI) e del Consiglio Nazionale della Resistenza ed hanno arrestato circa 150 dei loro leader e membri.
Il governo francese ha definito questa un azione contro il terrorismo.
Se il governo francese e' veramente preoccupato per il terrorismo dovrebbe buttare giu' le ambasciate della Repubblica Islamica dell'Iran e la sua rete di sorveglianza in Francia. Deve cessare il suo appoggio e le sue relazioni commerciali con il regime Islamico in Iran. L'azione del governo francese e' un chiaro attacco all'opposizione alla Repubblica Islamica. E' una chiara collusione con il criminale regime Islamico dell'Iran e che arriva proprio mentre il popolo dell'Iran scende nelle strade per abbatterlo.
Il Partito Comunista dei Lavoratori dell'Iran condanna fortemente le azioni del governo Francese e chiede il rilascio di tutti i detenuti. Il WPI chiede a tutte le forze di opposizione di condannare l'azione del governo francese indipendentemente dalla loro vicinanza o meno al PMOI.
Partito Comunista dei Lavoratori dell'Iran (WPI)
17 Giugno 2003

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* La manifestazione degli operai tessili di Behshahr si trasforma in una protesta generale contro il regime Islamico

Dopo la fine del loro sciopero della fame, gli operai tessili di Behshahr hanno marciato nella citta' di Behshahr Domenica 15 Giugno 2003 chiedendo i loro stipendi non pagati. La manifestazione e' stata partecipate da migliaia di persone da BehShahr ed e' diventata una manifestazione contro il regime Islamico dell'Iran. I manifestanti hanno chiesto il pagamento dei loro stipendi e la caduta del regime Islamico dell'Iran. Le forze di sicurezza del regime, che inizialmente avevano fallito nel tentativo di intimorire i manifestanti, hanno attaccato la manifestazione ed arrestato diversi manifestanti.
Il Partito comunista dei Lavoratori dell'Iran (WPI) chiama tutti i lavoratori, particolarmente quelli delle industrie principali e del settore pubblico, a manifestare per le loro richieste immediate come la settimana lavorativa da 30 ore e l'immediato pagamento di tutti gli stipendi. IL WPI chiama altresi' i lavoratori ad unirsi alla proteste generale contro il regime Islamico dell'Iran e a chiedere la liberta' per i prigionieri politici, la liberta' di pensiero, la separazione della religione dallo stato e la completa uguaglianza fra uomini e donne. I lavoratoti devono prendere la testa del movimento per la caduta della Repubblica Islamica dell'Iran.
E' il momento storico per il comunismo e per il movimento dei lavoratori di fornire un esempio di una societa' libera, uguale, prosperosa ed umana e la fine di una lunga storia di poverta', disuguaglianza, oppressione, degradazione ed indigenza.
Il partito comunista dei Lavoratori dell'Iran chiama la classe operaia ad assumersi il suo ruolo storico.

16 Giugno 2003
Partito comunista dei Lavoratori dell'Iran

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* la tedesca IG Metal sostiene gli operai tessili in sciopero di Behshahr

A seguito della Campagna internazionale lanciata dal Partito comunista dei Lavoratori dell'Iran a sostegno dello sciopero degli operai tessili, l'unione sindacale tedesca IG Metal, che ha 3 milioni di iscritti, ha scritto a Khatami, il Presidente della Repubblica Islamica, chiedendo il pagamento degli stipendi degli operai.
Il segretario generale della IG Metal, Klaus Zwickel, nella sua lettera a Khatami dice : "Sono ora 27 mesi che gli operai tessili di Behshahr
non ricevono alcun stipendio. 4 operai sono in condizioni critiche. Ti chiediamo di agire immediatamente per porre fine a questa inaccettabile
situazione e perche' vengano pagati gli stipendi.
Inoltre, IG Metal guarda alle azioni del governo della Repubblica Islamica nel trattare gli operai che stanno cercando di ottenere diritti sindacali.
"Insistiamo che la convenzione 87 (il diritto ad organizzarsi) ed 89 (il diritto al contratto collettivo) dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, che e' riconosciuta in molti paesi del mondo, siano riconosciute in Iran".
Fino ad ora molti sindacati ed organizzazioni progressiste hanno sostenuto la campagna internazionale del Partito comunista dei Lavoratori dell'Iran in favore degli operai tessili di Behshahr. Fortunatamente i lavoratori in sciopero hanno cessato il loro sciopero della fame ed hanno preso parte ad una manifestazione generale a Behshahr in due giorni consecutivi Sabato e Domenica 14 e 15 Giugno 2003, chiedendo i loro diritti e chiamando a raccolta per la caduta del regime Islamico dell'Iran.
Il Partito comunista dei Lavoratori dell'Iran chiede a tutte le organizzazioni progressiste e ai sindacati di appoggiare i lavoratori e la popolazione di Behshahr nella loro giusta lotta per i loro diritti.

Partito comunista dei Lavoratori dell'Iran
16 Giugno 2003

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"La base del socialismo e' l'essere umano. Il Socialismo e' il movimento che ripristina la volonta' cosciente dell'essere umano" -- Mansoor Hekmat, grande pensatore Marxista e leader del Partito Comunista dei Lavoratori e del movimento dei lavoratori-comunisti, 1951-2002

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