08/06/2003: Comunicato conclusivo dell'assemblea nazionale di Roma del 31/05/2003


L’assemblea nazionale del 31 maggio 2003, che ha visto la partecipazione di compagne e compagni, comitati antimperialisti, comunisti ed anarchici di Milano, Genova, Ivrea, Roma, Viterbo, Bologna, Cesena, Parma, Chioggia, Mestre, Napoli, Firenze e Viareggio.
Si è espressa unitariamente, seppur con accenti diversificati, sui seguenti argomenti in dibattito:
"Il rifiuto della contrapposizione virtuale ed ideologica tra i concetti di “guerra” e “pace”, visti entrambi in questa fase come espressioni del processo di dominio capitalistico, che alterna ed usa le opzioni, ambedue militari e sfruttatrici, per imporre le proprie leggi all’intera umanità. La guerra come momento di crisi interimperialista ed imposizione violenta di nuovi equilibri e la pace come momento di spartizione e ridispiegamento delle forze secondo le nuove gerarchie generatesi. Potremmo dire, la guerra come espressione dell’aggressività e della barbarie imperialista, la pace come accordo temporaneo tra le potenze capitaliste e preparazione di una nuova guerra.
"In particolare, la fase che si è consolidata con il dopo-Iraq è caratterizzata dall’accentuarsi del ciclo di crisi economica a livello mondiale che vede la deflazione divenire una sorta di contagio globale coinvolgente l’Europa, ma anche l’Asia e l’America Latina, e che ormai attanaglia da tempo gli U.S.A.
"Questo è lo sfondo materiale sul quale vanno inquadrate le contrapposizioni e le risistemazioni in corso degli equilibri tra potenze imperialiste planetarie che vedono il contraddittorio processo di costituzione continentale europea confrontarsi con l’unilateralismo militarista americano, mentre scalpitano ad est i futuri protagonisti economico/demografici della scena mondiale; uno scenario che tendenzialmente diviene sempre più multipolare e che prefigura, quindi, forme di concorrenza (economica e militare) sempre più accentuate e ravvicinate nel tempo; uno scenario che, nella diffusione omologante del quadro di comando capitalistico, del suo mercato, del suo modello di vita, della sua ideologia, della sua repressione e controllo non può fare a meno di diffondere e contaminare anche il suo più potente anticorpo: il proletariato internazionale.
E' ovviamente un proletariato ancora incosciente della propria forza, frammentato, diviso ed impantanato troppo spesso dietro particolarismi, religioni, fondamentalismi e nazionalismi e che non riesce ad esprimere una propria posizione indipendente ed una propria azione autonoma.
E proprio allo scopo di contribuire ad una riduzione del ritardo storico di questa capacità di autonomia della classe proletaria, l’assemblea di Roma del 31/05/2003 si impegna, da subito, ad individuare la possibilità di costruire una prima, realistica, comunicazione-concentrazione tecnico/politica delle forze anticapitaliste ed antimperialiste che interpretano l’internazionalismo come antagonismo inconciliabile, innanzitutto, con i padroni di casa propria.
Per l'indizione, la gestione, l'organizzazione collettiva di una campagna politica nazionale contro l'Europa dei padroni.
E U R O P P O S I Z I O N E !
La Convenzione europea è la forma politica continentale corrispondente all’interesse unitario di importanti settori della borghesia europea; è lo strumento della centralizzazione di potenza, a seguito della unificazione economica e prodromo di quella militare; la convenzione europea, innervata dal principio e dalla ragione vaticana della “dottrina sociale”, cerca di legittimarsi come “blocco” del diritto e delle regole del multipolarismo in competizione all’unilateralismo u.s.a.; essa, anche nel tentativo di superare l’intima diatriba tra stato-nazione e sovranità federalista, pone le basi per un generale processo di riarmo e controllo e per una nuova, pesante collocazione dentro la redistribuzione mondiale del dominio e dello sfruttamento; dopo bruxelles, evian, salonicco sarà la volta di roma dove il 15 ottobre comincerà la conferenza intergovernativa a sancire l'ufficializzazione della Convenzione europea...

...il loro percorso è l'Euroconvenzione...
Proprio perché il movimento materiale del capitalismo risente della legge dello sviluppo ineguale tra aree e sistemi geopolitici, il processo di costituzione di un polo imperialista continentale è oggi caratterizzato da una dinamica dialettica di unitarietà e differenziazione interna. A fronte, cioé, di una condivisione sostanziale da parte delle differenti realtà statuali europee del processo di formazione di un blocco imperialista, delle sue intime motivazioni di concorrenza e competizione sul mercato mondiale con altri blocchi, notiamo toni ed accenti differenti riguardo tempi, forme, accelerazioni ed alleanze nel processo di rafforzamento di un percorso unitario del polo continentale stesso.
Questa dinamica contraddittoria riguarda in realtà tutti i blocchi imperialisti, compreso quindi quello europeo.
Anche se nell'area economica dell'Euro assistiamo ad una condivisione di massima del processo costitutivo, allo stesso tempo, è forte il dibattito e la diversità di accenti sulla percentuale di “cessione di sovranità” che si dovrà obbligatoriamente concedere alla “Convenzione europea”; queste differenze si sono già in parte manifestate, amplificate dal conflitto in Iraq, che ha generato una divisione tra la “Vecchia Europa” delle cooperazioni rafforzate dell'asse “pacifista” franco-tedesco e la “Nuova Europa” dello sfondamento ad Est, guidata dal trio più filo-U.S.A. anglo-italo-spagnolo. Così come si sono manifestate nell'endemica diatriba tra fautori di un federalismo forte e sostenitori di un maggior peso “regionale”, sia pur dentro il progetto unificante di Bruxelles.
Ora, con la fine della della guerra e la ritrovata retorica “unitaria” dell'intervento di “pace” nella ricostruzione della Mesopotamia, del sostegno della “Road Map” in Palestina (sostenuta dal “quartetto”) e della futura “missione di pacificazione”, tutta europea, nella Repubblica Democratica del Congo (circa 2000 soldati da inviare)... le differenze sembrano attenuarsi e scolorare momentaneamente intorno alle tappe prossime venture che segneranno il cammino della “Costituente”: il tentativo politico e militare (con la costruzione di una “Forza di Reazione Rapida” indipendente) corrispondente al potere economico-finanziario già costituito dell'area monetaria.
Si confermano, quindi, anche nel percorso dell'Euro, i passaggi fondamentali di un blocco imperialista che vede il padronato europeo d'accordo nell'attacco frontale al sistema del “Welfare”, al modello pensionistico, alle rigidità del lavoro salariato, con una diversità di accenti relativa al grado di autonomia del sistema-Euro rispetto al sistema-dollaro.
Da notare, anche, la partita giocata dal Vaticano nel suo tentativo (finora riuscito!) di imprimere dentro la “Carta Costituzionale” europea un forte richiamo alle “radici cristiane” del “Vecchio Continente”, in questo sostenuto dal variegato opportunismo politico-sindacale di una certa sinistra, che si ritrova unito intorno alla parola d'ordine dell'Europa “sociale delle regole e dei diritti” da contrapporre alla pericolosità (evidente) dell'unilateralismo militarista americano.
Il ruolo della “sinistra di governo” europea si conferma quello di sostegno “temperato” dei propri padroni europei, spacciando la visione multipolare della loro “patria europea” come alternativa di solidarietà e di “buona globalizzazione” rispetto all'arroganza decisionista degli U.S.A.

...il nostro percorso è la lotta di classe!
Ribadendo che il nostro internazionalismo è antagonista innanzitutto ai padroni di casa nostra, dobbiamo aprire collettivamente dei percorsi che non siano schierati con nessuna forma e posizione “tattica” del percorso costitutivo europeo, cercando di sedimentare tra le contraddizioni del blocco imperialista e, soprattutto, nel tessuto sociale proletario, l'antagonismo di classe, l'organizzazione anticapitalista e la resistenza antimperialista.
Praticamente, e per dar corso e corpo politico alla discussione ed alle conclusioni dell'assemblea nazionale di Roma del 31 maggio 2003, invitiamo tutti le compagne ed i compagni che vi hanno partecipato ad approfondire ed allargare, nelle proprie città, con le proprie specificità ed anche in riunioni tematiche (guerra/pace, sfruttamento e repressione), le motivazioni che ne erano alla base e che sono emerse dal dibattito.
La scelta degli argomenti tematici ci è sembrata “obbligata” dal fatto che i tre campi proposti (guerra/pace, sfruttamento e repressione) rimandano ad un tentativo in atto di coordinamento sovranazionale teso al riarmo, alla precarizzazione generalizzata, al restringimento degli spazi di agibilità politica, al controllo ed alla repressione di ogni politica di opposizione reale; è intorno a questi tre temi che vengono fuori i “rospi da far ingoiare” alla classe degli sfruttati sulla strada della costituzione europea e quindi, “obbligatoriamente”, sono questi i tre temi da comprendere a fondo per sviluppare una lotta conseguente.
Pensiamo sia necessario costruire assemblee tematiche decentrate sul territorio, alimentate da iniziative pubbliche più visibili possibile (ad es. contro la repressione e per la giornata del prigioniero, in occasione del 2°anno dall'omicidio di stato del compagno Carlo Giuliani, il 15 ottobre a Roma per l'inizio della conferenza intergovernativa di ufficializzazione della citata "Convenzione Euro"...), che speriamo possano produrre un coinvolgimento di massa, oltreché documenti tematici di riflessione, che portino ad una nuova assemblea nazionale di verifica e confronto da tenersi in settembre 2003.
Questa dialettica tra iniziativa assembleare ed iniziativa pratica, tra elaborazione nazionale ed approfondimento specifico-locale è solo l'inizio di una possibile, ritrovata comunicazione/concentrazione sui temi dell'anticapitalismo e dell'antimperialismo che trovano nella presente campagna politica "EUROPPOSIZIONE!” un suo primo tentativo di unità e visibilità.
GIUGNO 2003
Le compagne ed i compagni riuniti
nell'assemblea nazionale di Roma del 31 maggio 2003

http://www.autprol.org/