03/06/2003: No alla guerra tra i poveri


Cari colleghi,

un gruppo di operai e di delegati di Siemens MC di Cassina de' Pecchi prende spunto dalla vostra manifestazione a Roma in difesa del posto di lavoro, per denunciare quella che è la filosofia che aleggia, più o meno nascostamente, nei vari stabilimenti dello stesso gruppo, specialmente durante la crisi: "morte tua vita mia".

Già pochissimi anni fa a Cassina, per introdurre il terzo turno in un reparto, l'azienda fece circolare la voce, ripresa anche da qualche delegato, che se gli addetti del reparto si fossero rifiutati di accettare il terzo turno, il lavoro sarebbe stato eseguito all'Aquila.

E' invece di pochi giorni fa il rifiuto dell'azienda di concedere almeno una parziale maturazione delle ferie durante la Cassa Ordinaria, "per rispetto dei lavoratori di Marcianise, che da mesi non ne usufruiscono".

Sulla vertenza Flextronics poi, si è tentato in tutti i modi di scatenare una guerra tra i poveri per l'acquisizione da parte di ogni stabilimento delle poche commesse Siemens disponibili.

Accettare questo tipo di taglio nelle varie vertenze significa restare sul terreno più congeniale al padrone e al Capitale in generale, vero responsabile della crisi.

La vostra lotta ha invece svelato un'altra verità, che riguarda tutti gli operai e i lavoratori del gruppo Siemens: che le esternalizzazioni sono realmente dei licenziamenti mascherati.

La vicenda della Flextronics, che all'improvviso cessa l'attività lasciando sul lastrico tutti i suoi dipendenti già ex Siemens, è emblematica, così come quella simile di Lares Tecno e di Cofathec Servizi e quindi dell'indotto aquilano, così come i licenziamenti dichiarati da Celestica, in procinto di acquisire la produzione di Marcianise e parte di Cassina de' Pecchi. Celestica aveva rilevato la produzione di IBM, ma molto prima della scadenza degli accordi con IBM, tenta di licenziare questi operai per acquisire l'attività produttiva di Siemens per poi tentare la stessa operazione con gli operai Siemens.

Un'ulteriore aggravante proviene dalla minaccia di Finmek,che subentra a Flextronics, di non voler riconoscere gli attuali livelli salariali e normativi.

La strada della guerra per stabilimenti non paga, anzi ci penalizza ancora di più.

La strada dell'unità, anche se appare difficoltosa, è l'unica reale possibilità di difesa.



Un gruppo di delegati e di operai della Siemens MC di Cassina de' Pecchi (mi).



Solidarietà ai nostri colleghi aquilani



In occasione della manifestazione del 23 maggio a Roma dei lavoratori aquilani, contro il pericolo di smantellamento del Polo industriale aquilano, ribadiamo la nostra solidarietà coi nostri colleghi dell'Aquila: della Flextronics (ex Siemens), della Lares Tecno (ex Italtel), della Cofathec Servizi (ex Siemens-Italtel) e con tutti i lavoratori dell'indotto, nella difficile vertenza con il governo e gli industriali, venutasi a creare dopo il fallimento dei rispettivi processi di esternalizzazione.

Ci preoccupa, come dipendenti, la mancanza di un piano industriale della Finmek, che subentra a Flextronics, e la mancanza totale di prospettive per le altre realtà industriali di L'Aquila.

Ci preoccupa la minaccia di Finmek di non voler riconoscere gli attuali livelli salariali e normativi, a dimostrazione che le esternalizzazioni non si trasformano soltanto in licenziamenti mascherati, ma anche in peggiori condizioni di lavoro.

Vi terremo informati sugli esiti della lotta.

RSU Siemens Cassina de' Pecchi (MI)


http://www.autprol.org/