03/04/2003: solidarietà ai compagni di bologna
No alla repressione! Solidarietà ai compagni e alle compagne inquisite!
Nei giorni scorsi la magistratura di Ferrara ha notificato 4 provvedimenti restrittivi ad altrettanti compagne e compagni di Bologna, accusati addirittura di rapina perché sospettati di aver sottratto, durante il corteo antimperialista svoltosi il 22 febbraio scorso a Ferrara, la cinepresa ad un poliziotto che filmava i partecipanti alla manifestazione, allontanandolo poi con decisione. A fianco della rapina, altre accuse contestate sono le lesioni (le pacche ai poliziotti) e il danneggiamento (per delle scritte fatte durante il corteo).
Attualmente a 3 dei 4 compagni il provvedimento è stato notificato, e si tratta di una vera e propria assurdità: i compagni, infatti, sono obbligati alla firma quotidiana in questura, alla dimora presso il proprio domicilio durante le ore pomeridiane, a non lasciare il comune e a comunicare tempestivamente ogni spostamento nel restante periodo della giornata. Di fatto l'obiettivo concreto è quello di impedire a questi compagni la partecipazione ad eventuali scadenze o iniziative future.
Come organizzatori della manifestazione antimperialista del 22 febbraio 2003 a Ferrara non possiamo fare a meno di esprimere alcune considerazioni sulla vicenda:
1) La pesantezza delle imputazioni e dei provvedimenti non può essere spiegata che con la precisa volontà di dare una risposta politica, al di là dei singoli compagni colpiti, più in generale ad un'esperienza come quella del corteo di Ferrara, che ha espresso con chiarezza sia nei contenuti che nella pratica il proprio carattere anticapitalista ed antimperialista. E' evidente infatti che ciò che determina in questo caso la "gravità" dell'azione (pensare alla rapina è assolutamente ridicolo!!!) non è tanto l'azione in se stessa, ma il contesto politico dentro cui questa è avvenuta.
2) Riteniamo legittimo e politicamente corretto porsi il problema, all'interno delle iniziative politiche del movimento, di tenere il più
distanti possibile sbirri e spioni di varia natura, almeno quando possibile.
La pratica del chiacchiericcio, dell'intrallazzo, della cogestione va lasciata ai politicanti di carriera, e questo non per un semplice problema di "purezza morale", ma piuttosto per una questione più generale di agibilità politica. Se noi facciamo politica, infatti, è perché vogliamo costruire, anche con le nostre piccole forze, dei percorsi di ricomposizione che facciano dell'anticapitalismo e dell'antimperialismo non delle semplici parole d'ordine etiche o morali bensì una identità politica che esprima concretamente la propria inimicizia totale con questo sistema e con chi lo difende e lo rappresenta. Rimandare, come fanno molti, a "tempi migliori" queste riflessioni significa mettere concretamente un'ipoteca sulla possibilità che si sviluppino oggi percorsi radicali di antagonismo politico.
E allora: fuori gli sbirri e gli spioni dai cortei! Sbirri e spioni non sono dalla nostra parte: rendiamogli più difficile possibile il loro lavoro!
3) Esprimiamo la massima solidarietà ai compagni e alle compagne colpite da questo attacco giudiziario. Invitiamo ogni situazione di lotta, a cominciare da quelle che hanno partecipato all'organizzazione della manifestazione di Ferrara, a promuovere nel proprio territorio iniziative di dibattito e di agitazione su questo episodio repressivo con l'obiettivo sia di non far passare sotto silenzio questa provocazione, sia di garantire a questi compagni l'agibilità fisica e politica alle prossime iniziative, sia di sostenere materialmente la difesa degli inquisiti stessi.
Rete Regionale
Anticapitalista ed Antimperialista
(Emilia Romagna)
Bologna 30 marzo 2003
http://www.autprol.org/