10/03/2003: Comunicato dal centro di sterminio di Cordoba - Spagna


20 dicembre 2002: mi dirigo a tutte le anarchiche di tutto lo Stato spagnolo e del resto del mondo in cui si trovi un anarkista. Voglio mettere a conoscenza, su quello che mi è successo quando sono uscito dal Centro Penitenciario di Jaen, per essere portato al CP di Cordoba, il 5 novembre 2002. Al mio arrivo al centro per motivi medici, per farmi un'operazione al setto nasale, mi stavano aspettando tutti i carcerieri (dato che hanno saputo dai mass media (TV, radio e altro) dell'ultimo casino di Jean per aver distrutto la cella e la parete che dà all'ingresso della galleria, fatti che come già sapete, sono stati denunciati al Giudice di Vigilanza, e di Guardia, alla radice di questi fatti, mi stavano aspettando a Cordoba per questo motivo, per vendicarsi.
Durante il trasferimento nel modulo di isolamento, le guardie carcerarie iniziarono a contestarmi i fatti di Jaen, perché era uscito sui mezzi di comunicazione; io risposi che non sapevo niente di questi fatti e, se volevano maggiori informazioni al riguardo, potevano rivolgersi al Juzgado de Gurdia [una sorta di GIP], perché al vedermi circondato da così tante guardie, mi sembrava un interrogatorio in un commissariato. Il brutto fu quando arrivai al bunker per la perquisizione, quando mi denudarono completamente, intorno a me, c'erano 13-14 guardie presenti, aspettarono che fossi nudo e una guardia, dietro di me, mi diede una manganellata sulla testa, chiamandomi "moro de mierda", mentre tutti gli altri mi pestavano, facendomi male alle spalle, le costole, la testa e la faccia, allo stesso tempo mi apostrofavano (qui non stai a Jean, stai a Cordoba e ti ammazzeremo di botte) mi misero in una cella che tengono pronta per torturare la gente e mi ammanettarono mani e piedi, nudo; quando venne il medico, che avevo reclamato con le grida! Questo all'una di notte, stavo lì dalle tre del pomeriggio, ammanettato in quella maniera, che mi sono gonfiate le mani e i piedi, non potendo circolare il sangue, non sentivo più nè i piedi, nè le mani per quanto erano strette le manette. Le mani sembravano dei guantoni di boxe e io stavo supino, dicendo al medico di dire alle guardie che mi allentassero le manette, lui rispose "vediamo come ti comporti". Io risposi che non sapevo i motivi di questo trattamento, visto che ero appena arrivato, il medico disse che io sapevo quello che avevo fatto, io risposi che non sapevo cosa avevo fatto. Lui di rimando fece un'allusione sui fatti di Jaen e se ne andò circondato dalle guardie e non lo rividi più. Dopo un po' arrivarono 6 guardie con dei secchi d'acqua, mi colpirono sulla spalla e mi tirarono 3-4 secchiate d'acqua fredda, con le due finestre aperte, entrava un freddo insopportabile, ero congelato e avevo il corpo livido per le botte.

In seguito una guardia, che non avevo mai visto durante i pestaggi, mi mise una coperta sopra, e alle 9 del mattino, mi isolarono in un'altra cella, senza poter vedere, nè contattare nessuno. Nei 6 giorni che sono rimasto isolato nella cella non ha mai mangiato, fino a quando sono stato trasferito al carcere di Valladolid, sono rimasto senza comunicazione nè telefonate, non ho neanche potuto scrivere una lettera. Solo a Valladolid, ho potuto contattare la gente e fare telefonate. A tutte le persone che lottano, mando un cordiale saluto e un abbraccio libertario di questo guerriero che lotta giorno e notte fino alla fine.

Salud, Fuerza, Libertad y Anarkia

HAMED-HAMED-BELAID

C.P. VILLANUBLA

cra.Adanero-Gijon Km94

47071 VALLADOLID

SPAGNA

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