01/01/2003: Sul presidio di capodanno sotto il carcere di Marassi (GE)
Circa 150 compagni si sono ritrovati al presidio indetto da varie realtā ed individualitā, genovesi e non, sotto il carcere di Marassi per esprimere ancora una volta la propria solidarietā nei confronti dei detenuti ed essere vicini ai compagni arrestati per le vicende relative al G8. Ricordiamo che Vincenzo č tuttora detenuto proprio a Marassi.
Giā nel pomeriggio un gruppo di compagni si era recato al carcere femminile di Pontedecimo per salutare tutte le detenute e Marina, l'altra compagna arrestata il giorno 4 e ancora trattenuta in carcere a Genova.
Come per tutti gli altri presidi la partecipazione dei detenuti all'iniziativa č stata particolarmente sentita. Con loro, assieme a parenti ed amici di alcuni detenuti, abbiamo ascoltato musica, sparato botti, lanciato slogan e dialogato per il possibile per qualche ora.
Anche i vigili del fuoco in servizio in quella zona si sono fermati a brindare benchč qualcuno abbia voluto, il tg3 in particolare, collegare la presenza dei vigili del fuoco stessi ad improbabili incendi provocati dai partecipanti al presidio. Il tg locale infatti ha mandato come "sfondo" del servizio un furgone bruciato in una zona qualsiasi della cittā.
Verso la fine del presidio abbiamo deciso di salutare anche i detenuti delle celle che sono collocate dall'altra parte del carcere. A questo punto (nel frattempo erano arrivati due mezzi della polizia mentre fino a quel momento erano presenti solo agenti in borghese) gli sbirri hanno iniziato ad insultare e provocare i compagni scatenando una reazione con due conseguenti cariche con pestaggi particolarmente violenti. Infatti alcune persone sono state ferite, una in modo abbastanza grave.
In seguito qualcuno č stato identificato e due compagne, che volevano ripartire con il loro furgone, sono state bloccate dalla Digos che si č accanita all'interno del mezzo.
Ancora una volta avrebbero voluto creare un clima di tensione e di isolamento attorno al carcere, hanno solo potuto approfittare della nostra impossibilitā di difenderci adeguatamente in una sera come quella. Hanno cercato di farci pagare in qualche modo la continuitā con la quale abbiamo espresso non solo la nostra solidarietā nei confronti dei detenuti ma anche la nostra volontā di distruggere tutte le galere e vedere tutte e tutti liberi.
Comitato spontaneo d'appoggio ai detenuti
http://www.autprol.org/