PRESIDIO DAVANTI AL CARCERE DI SAN VITTORE

SABATO 30 GIUGNO

 

Sovraffollamento delle carceri significa sovraffollamento delle celle: impossibilità pressoché totale in cella di movimento fisico, d'intimità, di attenzione, rispetto proprio e di chi è concellino; un bagno, un rubinetto per sei o nove persone...

 

Sovraffollamento vuol dire anche sovraffollamento del cortile dell'aria, dove ginnastica e calcio sono difficili perchè in contrasto con la densità delle persone in piccoli spazi, con l'assenza d'acqua corrente, con i cessi intasati e puzzolenti.

 

Si è chiusi in cella 2 x 4 metri quadrati in 5/6 persone per 21 ore al giorno;

le ore d’aria sono ridotte dalle quattro previste a tre, a volte ancora meno perché in quelle ore è compreso il tempo della doccia.

 

Pestaggi e umiliazioni praticati dalle guardie contro chi non accetta di essere trattato come uno schiavo, come e meno di un animale.

Una condizione che spesso finisce nella tragedia del "suicidio" - com'è successo nel febbraio scorso anche in questo carcere ad Alessandro Gallelli di 22 anni.

 

Le persone immigrate mancano di sostegno diretto di famigliari… assenza della lettura poiché a San Vittore vengono venduti solo giornali e riviste in italiano e la tv diffonde solo programmi in italiano.

 

I prigionieri catalogati “malati psichici” sono costretti in una condizione di vero e duro isolamento, senza fornello, impossibilitati a scambiare cibo, parole...

 

Nonostante tutto questo e contro tutto questo c'è ancora chi si oppone, chi è disposto a perdere il “beneficio” della “liberazione anticipata” pur di conservare alta la propria dignità e non rassegnarsi alla durezza della propria condizione.

L’esempio della lotta contro l’Alta Velocità in Val di Susa sta lì a dimostrare che è possibile lottare uniti e in tanti contro la violenza di questo stato vigliacco ed assassino.

Le cose si possono e devono cambiare, sta a noi trovare insieme le forme di lotta più appropriate.

Insieme ai NO TAV imprigionati da gennaio nel carcere di San Vittore ci sono tanti altri che hanno uguale coraggio e determinazione, a tutti loro vogliamo portare la nostra solidarietà e il nostro sostegno.

In una parola: il carcere ammala, uccide… è tempo di liberarsene.

 

Per contatti: olga2005@autistici.org

 

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F.I.P. Via della Libertà, 5 – Milano, 2012



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