SENZA CENSURA N.34

marzo 2011

 

La sicurezza del mattone

Sullo stato di avanzamento del progetto di edilizia carceraria

 

Il 13 gennaio di quest’anno il Consiglio dei Ministri ha prorogato di un altro anno lo stato di crisi del sistema penitenziario: sarà emergenza anche per il 2011, dunque, con i poteri straordinari in mano al commissario Franco Ionta e le procedure sottoposte a secretazione d’ufficio.

Il 29 giugno 2010, il Comitato di sorveglianza (costituito dal ministro della Giustizia Angelino Alfano, dal ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli e dal Capo del Dipartimento della Protezione civile Guido Bertolaso) ha approvato il piano messo a punto da Ionta, e consegnato alla fine dello scorso aprile al ministro Alfano e prevede una spesa complessiva di 661 milioni di euro, di cui circa 500 milioni provenienti dallo stanziamento “ad hoc” della finanziaria (Fondo infrastrutture, Dl 185/2008) e i rimanenti dai capitoli di bilancio ordinario del Dap e dalla cassa delle Ammende.

Nel dettaglio le nuove 11 carceri (ciascuna con circa 450 posti) saranno costruite a Bolzano, Pordenone, Venezia, Torino, Camerino (MC), Nola (NA), Bari, Sciacca (AG), Catania, Marsala (TP) e Mistretta (ME). Tutte costeranno 40,5 milioni di euro l’una, tranne quella di Bolzano da 25 milioni di euro.

Ciascuno dei 20 nuovi padiglioni avrà circa 250 posti. Le strutture, per un costo complessivo di 231 milioni, saranno costruite nei penitenziari già esistenti di Alessandria, Milano, Bergamo, Reggio Emilia, Ferrara, Bologna, Piacenza, Parma, Vicenza, Sulmona (AQ), Roma, Napoli, Salerno, Trani, Taranto, Lecce, Trapani, Siracusa e Caltagirone (CT).

Tutte le strutture saranno edificate in tempi rapidi secondo le disposizioni urgenti per la realizzazione di istituti penitenziari stabilite per il Piano carceri (legge 26 febbraio 2010, n. 26).

La conclusione dei lavori è infatti fissata al dicembre 2012.

Questo è in sostanza il nuovo piano carceri presentato dal governo.

Diciamo “in sostanza” perché sono reperibili soltanto le note diffuse dal governo e dalla stampa e diciamo “nuovo” perché il piano presentato nel maggio 2009 prevedeva, dal punto di vista edilizio, la costruzione di 18 nuove carceri e 47 padiglioni in carceri già esistenti per un costo stimato di circa 1,5 miliardi di euro.

A dicembre il commissario delegato per il Piano Carceri Franco Ionta e i rappresentanti delle Regioni Veneto e Sicilia hanno firmato l’Intesa per la realizzazione delle nuove infrastrutture carcerarie.

In Veneto l’accordo prevede la realizzazione di un istituto penitenziario a Venezia, con una capienza di 450 detenuti, e di un padiglione detentivo di 200 posti a Vicenza.

Il nuovo carcere di Venezia, che costerà circa 40,5 milioni di euro, dovrebbe sorgere su un’area demaniale di oltre 9 ettari, in località Campalto (vicino a Mestre nella zona dell’aeroporto), al posto della caserma dove adesso ci sono tutti i mezzi militari in disuso. E la vecchia struttura di Santa Maria Maggiore verrebbe ceduta al Comune che si troverebbe così a ripensare tre aree tra centro storico e terraferma: l’Arsenale che il Demanio cederà al Comune, la caserma Matter frutto dell’accordo con il ministero della Difesa e adesso il carcere veneziano.

Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha annunciato che sorgerà un Centro di Identificazione e Espulsione in Veneto che verrà realizzato “nel compendio del nuovo carcere previsto in Veneto. L’area individuata è in provincia di Venezia. Realizzeremo il Cie vicino alla nuova struttura carceraria, saranno due strutture separate ma unificate nei sistemi di controllo e sicurezza in linea con il nuovo piano delle carceri approvato dal governo” (fonte: ANSA).

Il padiglione che invece amplierà l’attuale struttura di Vicenza, invece, avrà un costo di circa 11 milioni di euro e insisterà su un’area di 3.900 metri quadrati.

Anche il nuovo carcere previsto a Bolzano sorgerà in un’area vicina all’aeroporto e per la costruzione e la gestione della struttura sono previsti schemi contrattuali di partnership tra pubblico e privato: l’opera sarà infatti finanziata con il ricorso a parte dei fondi messi a disposizione dalla Provincia nel quadro dell’Accordo di Milano, 100 milioni di euro utilizzabili per lavori pubblici di interesse sia locale che nazionale. A fronte del contributo provinciale lo Stato trasferisce alla Provincia l’area su cui attualmente sorge il carcere. L’accordo stabilisce la possibilità, in base alla disponibilità dei fondi assegnati negli anni dallo Stato alla Provincia, di applicare schemi contrattuali di partenariato pubblico-privato sia per la realizzazione dell’opera, nei tempi e nei costi preventivati, sia per una gestione più efficiente della struttura, la cui manutenzione sarà a carico del privato.

In Sicilia è invece prevista la costruzione di quattro nuovi istituti penitenziari, con una capienza di 450 detenuti ciascuno e tre padiglioni di 200 posti, per un investimento complessivo di quasi 200 milioni di euro.

In Sicilia non solo verranno costruite un terzo delle nuove strutture previste dal Piano carceri ma è anche la regione destinataria di quasi tutti i soldi della Cassa delle Ammende (vedi scheda). Inoltre, con le rivolte scoppiate in tutto il Maghreb, si profila all’orizzonte una nuova emergenza, quella degli emigranti da quei paesi che sbarcano sulle coste italiane, per i quali c’è in progetto di trasformare l’ex “residence degli aranci” di Mineo (Catania) di proprietà di Pizzarotti S.P.A. nel “villaggio della solidarietà” per rifugiati e immigrati (vedi “Arriva in Sicilia l’Emergenza Migranti S.p.A.” in antoniomazzeoblog.blogspot.com/

2011/02/arriva-in-sicilia-lemergenza-migranti.html).

Occorre anche tener presente che l’ultimo “pacchetto sicurezza” (Legge 15 luglio 2009, n. 94) dispone che “i detenuti sottoposti al regime carcerario speciale debbano essere ristretti all’interno di istituti a loro esclusivamente dedicati, collocati preferibilmente in aree insulari, ovvero comunque all’interno di sezioni speciali e logisticamente separate dal resto dell’istituto e custoditi da reparti specializzati della polizia penitenziaria”.

A tal proposito diamo uno sguardo anche allo sviluppo dell’edilizia penitenziaria in Sardegna.

Entro la fine di quest’anno dovrebbero essere completati i lavori di costruzione del nuovo carcere a Uta in provincia di Cagliari. Nel progetto sono previsti 750 posti per detenuti (500 comuni, 150 ad Alta Sicurezza, 50 riservati alle donne e 50 ai reclusi in semilibertà).

Ad aggiudicarsi la gara, inizialmente fissata su 72 milioni di euro, è stata la società Opere pubbliche. I lavori sono stati divisi in due fasi per un costo complessivo di 85 milioni di euro. Il primo gruppo da 42 milioni di euro è stato completato. Nella seconda fase da 43 milioni di euro il progetto è stato modificato in corso d’opera con un aumento di volumetrie: con 14 milioni di euro in più rispetto al prezzo di aggiudicazione la Opere Pubbliche ha realizzato un padiglione separato dal corpo centrale e con particolari misure di sorveglianza destinato a 150 detenuti sottoposti al regime 41-bis.

Il posto dove sorgerà la nuova struttura è a dir poco insalubre, a fianco di due estese e profonde vasche di discarica realizzate per raccogliere le ceneri dell’impianto del Tecnocasic di Macchiareddu. La fine dei lavori è prevista per quest’anno.

Il carcere di Uta fa parte del vasto programma di edilizia penitenziaria predisposto nel gennaio del 2001 dal Comitato paritetico di edilizia penitenziaria, presieduto dall’allora ministro Piero Fassino e composto da rappresentanti dei ministeri della Giustizia e dei Lavori pubblici e prevedeva la costruzione di 22 nuove carceri.

Solo in Sardegna, oltre al menzionato carcere di Uta (Cagliari), sono in fase avanzata di costruzione anche le nuove carceri di Oristano, Sassari, Nuchis (Tempio Pausania).

L’appalto del nuovo carcere di Oristano è in mano alla società di costruzioni del “gruppo Intini” di Bari, per un importo di circa 40 milioni di euro,

L’area su cui il “gruppo Anemone” sta costruendo il nuovo carcere di Sassari si sviluppa su una superficie di circa 133 mila metri quadrati, nella borgata di Bancali, in prossimità della strada che collega Sassari con l’Argentiera. La struttura, secondo il progetto, risulterà composta in due blocchi. Il primo agglomerato accoglierà le strutture di detenzione vere e proprie: la sezione circondariale (250 posti in tutto), la divisione di Alta Sicurezza (100 posti), il blocco detenzione femminile (15 posti), il reparto infermeria, la chiesa, la sala polivalente, la palestra, la cucina, l’insieme dei laboratori e dei magazzini, la sezione dei prigionieri sotto protezione (50 posti).

Il carcere a Nuchis (Tempio Pausania) sarà consegnato dai responsabili della “Gia.Fi.” al dipartimento penitenziario entro il prossimo mese di aprile, “chiavi in mano” come previsto dalla progettista dell’imponente struttura, l’ingegner Mariella Mereu, del ministero delle infrastrutture.

E’ stato dato inoltre il via libera per la costruzione di nuovo padiglione nel carcere di Badu ‘e Carros a Nuoro. I lavori per realizzare l’opera, sono stati appaltati a marzo ad una cooperativa. Il nuovo braccio che si svilupperà su quattro livelli è destinato a un centinaio di detenuti. L’intervento, varato dal D.A.P. prevede un investimento di 9 milioni di euro.

Il progetto curato dall’ingegner Vanni Venezia dell’amministrazione penitenziaria prevede la realizzazione nel padiglione di trenta celle, ognuna delle quali destinata ad ospitare tre detenuti.  La struttura dovrebbe essere conclusa entro il 2012.

Dunque in Sardegna si apprestano ad aprire svariate nuove carceri nonostante la sanità penitenziaria per il 2011 sia stata finanziata solo con un milione e 300 mila euro avendo subito un taglio dalla stessa Giunta di 4 milioni e 500 mila euro, rispetto a quanto previsto inizialmente. In Sardegna tra l’altro non è ancora avvenuto il trasferimento della sanità penitenziaria dallo Stato alla Regione.

Per chiudere la panoramica sullo stato di avanzamento dell’edilizia penitenziaria, citiamo il carcere di Sulmona che in due anni dovrebbe diventare il penitenziario più grande del Centro sud Italia, con 850 detenuti. Due sono i nuovi padiglioni che saranno realizzati nell’area dove attualmente si trova il campo sportivo; tre piani per ogni blocco con 150 celle che potranno contenere circa trecento detenuti in più, dal numero attuale (460 reclusi a fronte dei 270 di capacità detentiva).

Entro il 2012 il carcere di Pavia passerà da una capienza teorica di 247 detenuti a 550 posti. I lavori sono iniziati nel febbraio dello scorso anno.

Il nuovo carcere di Forlì per un totale di 250 detenuti e per un costo di circa 60 milioni di euro ha completato la prima parte dei lavori nell’ottobre dello scorso anno mentre la seconda parte, al momento sospesa, viene prevista ultimata per la fine del 2013.

Infine, a gennaio è stato inaugurato il nuovo carcere di Spini di Gardolo (Trento). Il carcere di Spini, ha detto Alfano, rappresenterà, sia sotto il profilo infrastrutturale e tecnologico, sia sul piano gestionale, “un modello per le altre case circondariali che si andranno a realizzare in Italia in virtù del Piano straordinario delle carceri varato dal Governo”. Nella struttura, classificata di media sicurezza, vi sono ora circa 150 detenuti.



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