NOTE SULLO STALINISMO

 

La grande sorpresa della fine degli anni '70 fu che i compagni del PCI, arrivati al dunque, non sapessero fare politica. Nei confronti del gruppo dirigente del PCI era stata mossa ogni possibile critica o invettiva, ma non si era mai dubitato del professionismo dei dirigenti comunisti. Invece è stato proprio il professionismo a far loro difetto nel momento in cui si sono andati a confrontare con i raggiri e le provocazioni di Cossiga e di Pannella, rivelatisi successivamente due agenti americani. In realtà non si è trattato di inettitudine assoluta, ma di un eccesso di specializzazione: la mangusta è abile nella caccia ai cobra, ma non si sa difendere dagli attacchi di un serpente a sonagli. Allo stesso modo, il personale politico stalinista si era specializzato nella eliminazione degli avversari a sinistra, ma si è sempre rivelato ingenuo e sprovveduto nei confronti delle manovre della destra. Per influenza del trotskismo, lo stalinismo è stato erroneamente identificato con due tesi: · la possibilità di costruire il socialismo anche in un solo paese, · la necessità della vigilanza nei confronti delle possibili infiltrazioni di agenti nemici. Entrambe le tesi fanno parte del mero buon senso, in quanto: · si deve fare ciò che si può, dove e quando lo si può fare, con le forze che si hanno effettivamente a disposizione; · l'infiltrazione è una delle tattiche di guerra più frequenti ed efficaci, e non tenerne conto sarebbe suicida. Il trotskismo ha fatto quindi un favore allo stalinismo, facendo in modo che venisse identificato con il buon senso, e non facendo comprendere quanto fosse pretestuosa e incongruente l'adozione di queste due tesi da parte dello stalinismo stesso. La definizione storica dello stalinismo è invece questa:  è stalinismo ogni teoria/pratica che assegni la priorità alla lotta all'avversario interno, piuttosto che a quello esterno.  Questa caccia al nemico a sinistra, questa pretestuosità nel lanciare l'accusa di essere un infiltrato o un provocatore, è sempre stata per lo stalinismo solo un'arma contro gli avversari di sinistra , e infatti non ha mai funzionato contro i veri agenti provocatori, ma solo nei confronti dei compagni in buona fede ingiustamente colpiti dal sospetto.  Il vero agente provocatore ha infatti mezzi, relazioni, agganci, ribalta, cose che gli consentono di star sempre a galla, e di poter comunque far la parte della vittima senza mai subire veri danni. È stato il caso di Pannella e, ancor prima, di Ignazio Silone, protagonista di decenni di propaganda vittimistica, la cui appartenenza ai servizi segreti fascisti è stata alla fine documentata.  Del resto il gruppo dirigente del PCI, sempre pronto a perseguitare gli innocenti, ha scoperto i suoi veri infiltrati solo a cose fatte, quando il nemico, per suoi assestamenti interni, ha ritenuto di sputtanarli. Siamo di fronte ad un rovesciamento della logica amico/nemico, per cui il nemico viene cercato e individuato all'interno, mentre il nemico di classe viene percepito come potenziale alleato. Ai toni brutali e sprezzanti adoperati contro il nemico interno, corrisponde perciò una critica del nemico di classe formulata nei termini del lirismo e della blandizie. Di volta in volta, fascisti, nazisti, clericali, qualunquisti, leghisti, ecc., sono stati tutti percepiti dal gruppo dirigente comunista come potenziali alleati; e non solo questo, poichè la conseguenza successiva è stata anche un appiattimento nei confronti degli alleati di turno, tanto da perdere completamente il senso delle distinzioni e divenendo vulnerabili alle provocazioni. Ora, nel 1978 il gruppo dirigente del PCI poteva mai immaginare che Cossiga fosse divenuto il principale amico e collaboratore di Moro solo per tradirlo al momento opportuno? Poteva immaginare che Cossiga e Pannella, apparentemente avversari, lavorassero per lo stesso padrone e si facessero reciprocamente da sponda? La vera risposta a tali domande è una constatazione: anche la scoperta dei rapporti fra Cossiga e "Gladio" non ha impedito, nel 1999, a D'Alema di accettare i voti dello stesso Cossiga per formare un governo ad hoc, solo per consentire agli aerei americani di bombardare la Serbia. Settarismo, scissionismo, epurazionismo sono forme che predispongono allo stalinismo. Occorre ricordarsi che il congresso di Saint-Imier fu la risposta all'espulsione dei bakuninisti avvenuta poco prima al congresso dell'Aja ad opera dei marxisti; allo stesso modo, furono i socialisti di Turati, e non gli anarchici, a volere la scissione di Genova del 1892. La visione anarchica dell'organizzazione è, storicamente, pluralistica e unitaria, di sintesi. Ciò significa che lo stalinismo va contrastato denunciandone sistematicamente la logica che è quella di vedere il nemico a sinistra e l'alleato a destra; NON cadendo nella sua logica, altrimenti la ovvia conseguenza sarà quella di cercare alleati a destra pur di battere lo stalinismo. Ad esempio, ciò vuol dire che sui luoghi di lavoro occorre mettere in evidenza la forma mentis del sindacalista CGIL, per il quale il lavoratore costituisce un effettivo nemico, mentre il padrone è considerato invece un potenziale amico; d'altro canto, per quanto possa apparire assurdo (ma non lo è), NON se ne deve trarre la conseguenza che il battere la CGIL costituisca per noi l'obiettivo prioritario. In altre parole, il nemico di classe non è soltanto un nemico, ma è anche un prezioso referente, perciò la nozione della sua ostilità è ciò che ci consente di non disperdere la nostra ostilità su altri obiettivi.

COMIDAD, febbraio 2003