Per il
tribunale di Milano, Udienza del 26 marzo 2003
Abbiamo
il dolore e l’orgoglio di rendere onore al nostro compagno Mario Galesi,
caduto il 2 marzo 2003 combattendo per il comunismo.
Nella
guerriglia si mette a disposizione se stessi, si combatte e si può cadere, come
è accaduto nella nostra storia a tanti compagni. Mario Galesi ha fatto questa
scelta di militanza con la responsabilità che ne è connessa e con la coerenza
di cui è stato capace, cosciente di quanto ciò sia necessario per
l’avanzamento del processo di liberazione del proletariato, nella lotta per il
potere, la distruzione dello Stato e dell’imperialismo, per l’abolizione di
lavoro salariato e capitale, per il superamento rivoluzionario dell’attuale
società divisa in classi.
La
sua vita e la sua storia dimostrano come, nel processo di costruzione del
partito comunista combattente, la militanza rivoluzionaria si misura con una
profonda frattura politica soggettiva, necessaria alle avanguardie cresciute
nelle lotte del proletariato per trasformare un ruolo politico che si forma e
matura nel contesto del movimento di classe in un ruolo indispensabile e più
avanzato: un ruolo che determina il proprio rapporto con la classe in quanto
combattente contro lo Stato e l’imperialismo. E’ questo un mutamento
complessivo del punto di vista formatosi nella storia di una militanza e nella
mobilitazione della lotta armata per il potere come propria finalità
soggettiva.
La
concezione della costruzione del partito combattente nel vivo dello scontro,
come condizione e risultato dello sviluppo del processo rivoluzionario, è
infatti una conquista cruciale dell’esperienza delle Brigate Rosse. Nella
concezione guerrigliera della lotta armata il definirsi di questo carattere si
è precisato con la necessità di unificare sempre il piano politico con quelle
militare, e assieme alla linea politico militare di attacco al cuore dello Stato
secondo i criteri di centralità, selezione e calibramento sedimentati e
verificati in più di trent’anni di attività, dimostratasi nella storia
valida, vincente, propositiva. E’ basandosi su questo impianto, è applicando
questa linea politica militare che le Brigate Rosse-partito comunista
combattente hanno rilanciato la lotta armata, individuando e colpendo il
progetto neocorporativo come aspetto dominante della contraddizione
classe/stato.
Il
compagno caduto ha messo a disposizione senza limiti le proprie forze nel
programma rivoluzionario delle Brigate Rosse. Il suo impegno, lo studio e il
lavoro politico-militare, la sua vita sono ricchezze collettive del partito
combattente e del proletariato rivoluzionario. Vivono, come la storia di cui è
parte, nelle finalità, nella strategia, nella linea, nel programma, nella
prassi combattente delle Brigate Rosse, che egli ha contribuito a sviluppare,
entro cui operava quando è caduto; e che oggi l’organizzazione porta avanti
nella conduzione dello scontro, adesso e domani.
Perché
lo scontro continua. E le BR-PCC proseguiranno nella linea di attacco al cuore
dello Stato, oggi che, anche confidando nel vantaggio militare momentaneamente
conseguito contro la guerriglia, il governo Berlusconi si prepara all’avvio
dell’applicazione della riforma Biagi del mercato del lavoro,nel quadro dello
scontro di potere fra classe e Stato sulla rimodellazione economico-sociale e
istituzionale delle forma di dominio statale, condizione interna imprescindibile
per il ridefinirsi del ruolo dell’Italia nelle politiche centrali
dell’imperialismo.
E’la
crisi capitalista che genera la guerra imperialista, necessariamente. Nel rapido
precipitare attuale degli assetti internazionali e nella conseguente
ridefinizione generale in corso, l’attacco all’Iraq è finalizzato ad
abbattere il principale ostacolo all’egemonia dell’entità sionista,
bastione dell’imperialismo nell’area, per conseguire il ridisegno
geopolitica del medio Oriente anche con l’obiettivo di imporre la soluzione
finale di Sharon al problema palestinese nell’illusione di annientare la
resistenza, punto di riferimento e di forza per tutte le masse arabe e islamiche
espropriate e umiliate dall’imperialismo; che nel complesso costituiscono il
naturale alleato del proletariato metropolitano dei paesi europei.
Lo
scontro continua. E le avanguardie rivoluzionarie sapranno fare del contrasto
contro le mire israelo-anglo-statunitensi di ridefinizione a proprio vantaggio
degli equilibri in Medio oriente un punto di programma su cui aprire la
prospettiva storica della costruzione del fronte combattente antimperialista;
promovendo i termini politico-militari necessari per affrontate gli impegnativi
e decisivi compiti legati alla trasformazione della guerra imperialista in
avanzamento della guerra di classe.
Come
militanti prigionieri, coscienti dell’importanza dei compiti che ha saputo
affrontare, abbracciamo fraternamente, con amore rivoluzionario, il combattente
comunista caduto, nella memoria di tutti i compagni caduti nella lotta armata
per il comunismo.
Ai
tribunali dello stato Imperialista non riconosciamo il diritto di giudicarci:
siamo combattenti nemici prigionieri, nel quadro di un conflitto concreto oggi,
marzo 2003, più chiaro che mai. Di fronte al nemico, e di fronte alla nostra
classe, rivendichiamo la nostra piena responsabilità per la sua storia, per il
programma, per la linea-militare, per prassi e condotta combattente della nostra
organizzazione;integralmente, dal 1970 ad oggi.
Saprà
la nostra organizzazione in attività valutare adeguatamente anche
l’esperienza del 2 marzo, e farne tesoro nel proseguimento della lotta: meglio
di noi prigionieri, dunque, parlerà la guerriglia, le Brigate Rosse.
-attaccare
e disarticolare il progetto antiproletario e controrivoluzionario di
rimodellazione economico-sociale neocorporativa e di riforma dello Stato.
-organizzare
i termini politico-militari per ricostruire i livelli necessari allo sviluppo
della guerra di classe di lunga durata.
-attaccare
le politiche centrali dell’imperialismo, dalla linea di coesione europea ai
progetti e alle strategie di guerra e controrivoluzionari diretti dagli USA e
dalla Nato.
-promuovere
la costruzione del fronte combattente antimperialista
-trasformare
la guerra imperialista in avanzamento della guerra di classe
Onore
al compagno Mario Galesi! Onore ai martiri della rivoluzione palestinese!
Onore
a tutti i combattenti comunisti e a tutti i combattenti che cadono in tutto il
mondo nella guerra contro l’imperialismo, oggi!
Rivoluzione
fino alla vittoria!
I
militanti delle Brigate Rosse per la costruzione del partito comunista
combattente
Francesco
Aiosa
Cesare
Di Lenardo
Stefano
Minguzzi
Ario
Pizzarelli
Milano
26 marzo 2003