Contratto
nazionale delle cooperative di consumo:
le rivendicazioni disattese dei lavoratori
Nel mese di marzo si sono tenute le assemblee per il rinnovo del contratto
nazionale delle cooperative di consumo.
I tre sindacati (filcams-cgil, fisascat-cisl, uiltucs-uil) hanno
presentato una piattaforma che sembrerebbe tendere, almeno nei titoli, ad
un allargamento dei diritti dei lavoratori.
Nella realtà i diversi punti toccati dal documento rappresentano una
facciata priva di contenuto in quanto esso non entra nel merito della
necessità di vincolare i datori di lavoro alla diminuzione delle
flessibilità orarie, organizzative e retributive , in prospettiva di un
aumento reale dell'organico di fatto e dei livelli salariali.
In pratica la nuova piattaforma ribadisce lo status quo previsto dal
precedente contratto.
A fronte di ciò alcuni lavoratori e delegati RSU appartenenti sia ai
sindacati confederali che a quelli di base si sono collegati tra loro
autonomamente per redigere un ordine del giorno politico e 4 emendamenti
rivendicativi che riproduciamo integralmente a fine articolo.
Le modifiche sottoriportate sono state poste all'attenzione di diverse
centinaia di lavoratori che le hanno approvate a larga maggioranza durante
le assemblee dei punti vendita di Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza
e Mantova.
L'esito delle votazioni ha spaventato i vertici dei sindacati nazionali
che, in barba alla democrazia di mandato hanno deciso di insabbiare gli
emendamenti per offrire ai dirigenti COOP la piattaforma così
come era stata concepita (incontro a Montecatini di fine aprile 2003).
L'atteggiamento omertoso dei funzionari sindacali concertativi
mira ad affossare qualsiasi iniziativa autogestita dai lavoratori che
sfugge al loro controllo.
Questo atto di forza mostra l'incapacità del sindacato ufficiale di
formulare un programma credibile e consono ai bisogni materiali dei
lavoratori sul quale raccogliere consenso.
Esistono quindi gli spazi sufficienti perché forme di autorganizzazione
prendano piede e si stabilizzino anche nelle cooperative di consumo.
P.S.
Il coordinamento dei lavoratori delle coop.ve di consumo ringrazia tutti
quei compagni che durante l'assemblea dei soci Coop, tenutasi a Parma l'11
maggio 2003, sono intervenuti a sostegno dei lavoratori, criticando
in modo particolare l'adesione di Federcoop al famigerato "Patto per
l'Italia" sulla deregolamentazione del mercato del lavoro del
ministro leghista Maroni.
Sotto ad ogni punto il numero di adesioni all'emendamento.
ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO IL 17/3/03 ALL'ASSEMBLEA DEI LAVORATORI
IPERCOOP CENTROTORRI DI PARMA
Votanti 67 Favorevoli 56 Astenuti 11
Gli accordi nazionali dell'ultimo decennio hanno prodotto contratti basati
sul contenimento salariale e sull'introduzione di ulteriore flessibilità.
Il blocco dei salari che da tempo non coprono più nemmeno l'aumento del
costo della vita, l'elasticità dell'orario, le assunzioni a termine,
l'apprendistato e il part time con orari sempre più disparati, hanno
causato un continuo peggioramento delle condizioni lavorative ponendo le
basi per l'imminente applicazione del Libro Bianco del ministro Maroni.
In questo contesto la cooperazione di consumo, proprio per gli strumenti
contrattuali dei quali si è dotata abbandona le sue finalità sociali per
integrarsi pienamente nel regime di mercato..
All'interno di quest'ultimo le aziende cooperative si riproducono
in quanto imprese commerciali, rigettando completamente i valori
mutualistici ed alternativi che le caratterizzavano all'origine.
Ciò impone l'adozione di una strategia sindacale immune alle facili
concessioni figlie dei negoziati concertativi.
In coerenza con quanto detto sopra i lavoratori dell'Ipercoop di Parma
propongono e sostengono i seguenti emendamenti alla piattaforma per il
rinnovo contrattuale nazionale:
SULLA FLESSIBILITA' ORARIA (emendamento aggiuntivo)
Votanti 67 Favorevoli 58 Astenuti 9
Nel capitolo sull'orario di lavoro del CCNL vigente è previsto il
superamento dell'orario settimanale sino al limite delle 44 ore per 6 mesi
senza maggiorazione sulla busta paga.
Questa tipologia oraria è stata sperimentata in diversi punti vendita di
Coop Nord Est con esito negativo (come evidenziato nel verbale della RSU
di Coop Galleana in data 25/11/02).
Le modifiche orarie spesso venivano gestiti con un solo giorno di
preavviso senza alcun rispetto delle normative contrattuali e delle
esigenze dei lavoratori.
Con ciò si propone la strutturazione più rigida dell'organizzazione del
lavoro, partendo da una base oraria media settimanale e da una
calendarizzazione mensile dei turni onde evitare la completa
discrezionalità aziendale sulla distribuzione degli orari di lavoro.
SULLE COLLABORAZIONI OCCASIONALI COORDINATE CONTINUATIVE, MERCHANDISER,
PROMOTER (emendamento sostitutivo)
Votanti 67 Favorevoli 65 Astenuti 2
Alla riga n° 58 della piattaforma di Cgil-Cisl-Uil sostituire con:
"[Per i lavoratori co.co.co., precari, promoter impiegati all'interno
del punto vendita] si richiede un trattamento economico-normativo
corrispondente a quanto stabilito dai Contratti Nazionali del commercio
privato o della distribuzione cooperativa come passaggio utile ad una
futura conversione in organico di fatto delle figure sopra elencate."
SUL LAVORO DOMENICALE (emendamento sostitutivo)
Votanti 67 Favorevoli 67 Astenuti 0
In considerazione del fatto che la domenica è il 7° giorno della
settimana adibito al riposo in quanto giorno festivo, i lavoratori
ribadiscono che in questo contesto la prestazione lavorativa sarà
strettamente volontaria e la percentuale di maggiorazione dello stipendio
dovrà essere del 135%, salvo condizioni di maggior favore.
SUL SALARIO ( emendamento aggiuntivo)
Votanti 67 Favorevoli 67 Astenuti 0
In difesa dei livelli salariali, i lavoratori rigettano l'applicazione del
Protocollo sulla politica dei redditi del 31 luglio 1992 poiché vincola
gli aumenti retributivi al tasso d'inflazione programmata decretandone la
perdita del potere d'acquisto.
Lavoro Informazione-n.10 2003 Parma