Dichiarazione
del gruppo comunista di Sao Paulo
Nel
dicembre del 1967
il PCB organizza
il suo sesto congresso nel quale
conferma la linea di lotta politica per la ridemocratizzazione
come soluzione per il Brasile, e rende ufficiale l'espulsione dei
comunisti dissenzienti tra i quali Carlos Marighella.
A questa
dichiarazione del gruppo comunista di S. Paulo, divulgata nel febbraio 1968,
Marighella attribuisce soltanto un'importanza storica: questa
dichiarazione infatti caratterizza l'inizio
di una nuova fase nella storia della nazione brasiliana.
Con
la dichiarazione che rendiamo pubblica attraverso questo documento intendiamo
rendere noti i nostri punti di vista
sul modo in cui si deve condurre la lotta armata in Brasile.
Apparteniamo
a quel gruppo di comunisti di Sao Paulo
che, contrario alla linea pacifica, si è opposto al CC;
molti di noi
sono stati espulsi o costretti a subire interventi arbitrari senza possibilità
di difendersi, non essendo stati chiamati alle riunioni in cui furono puniti.
La
separazione fra noi e il CC ha
il carattere di una rottura
definitiva. Ma la rivoluzione non si fa con riunioni: è giunta l'ora che le
coscienze politiche si misurino nell'azione rivoluzionaria.
La nostra azione sta rendendo e renderà sempre più definitiva
la separazione tra noi e il CC;
e in
maniera molto più radicale che non siano espulsioni e altre misure che hanno
reso la
rivoluzione un mare di carta e il PC una disorganizzazione burocratica e
amministrativa.
Il
nostro movimento mira fra l'altro a raggiungere, nell'azione rivoluzionaria, una salutare definizione delle coscienze rivoluzionarie
e una definizione delle divergenze
del nostro sonnolento panorama
politico, in cui ogni evoluzione si riduce a una trasformazione. Siamo
convinti che la nostra azione aiuterà tutti
quelli che sono indecisi e confusi a trovare il sicuro cammino
dell'azione rivoluzionaria costruttiva e umile; è per questo
che noi ci presentiamo come gruppo aperto e dinamico, poichè la rivoluzione brasiliana non ha padroni nè dentro, nè tantomeno
fuori dal Brasile.
Questa
rottura cominciò e si rese evidente in tutta la sua ampiezza in occasione della conferenza dell'OLAS, quando il
CC giunse
all'esasperazione e adottò misure punitive di estrema
violenza contro chi discordava dalla linea pacifica. Tali misure
furono ratificate e perfino aggravate dalle decisioni del VI
Congresso, realizzato senza la
presenza dei dissidenti e trasformato
in una frode. Non furono convocati neppure i delegati di S. Paulo o i loro
supplenti.
La
nostra posizione di fronte all'OLAS
Per
ciò che riguarda la lotta armata, abbiamo già in molte occasioni
chiarito la nostra posizione affermando che siamo
per la via armata della rivoluzione. In quanto all'OLAS, appoggiano
la «Dichiarazione Generale» della Conferenza sottolineando
la necessità di leggere, studiare e seguire le direttrici dei
20 punti finali di tale documento.
La
linea politica della «Dichiarazione Generale» è quella da noi adottata.
La
guerriglia non è un «fuoco»
Consideriamo
la guerriglia secondo la linea della conferenza
dell'OLAS quando, al punto 10 della «Dichiarazione Generale» configura
la guerriglia come embrione degli Eserciti di Liberazione e come metodo più efficace per iniziare e sviluppare la
lotta rivoluzionaria nella maggioranza dei paesi latino-americani.
Non si tratta perciò di dare inizio alla guerriglia come
«fuoco»,
come vogliono insinuare i nostri nemici accusandoci di cose
che non abbiamo intenzione di fare.
Il
«fuoco» significherebbe lanciare un gruppo di uomini
armati in un punto qualsiasi del Brasile e aspettare che in conseguenza
di questo sorgessero altri «fuochi» in punti differenti
del paese. Se così facessimo adotteremmo una posizione tipicamente
spontaneista, e l'errore sarebbe fatale.
Per
noi la guerriglia brasiliana non avrà possibilità di vittoria se non come parte di un piano strategico e tattico globale.
Ciò
significa che la guerriglia esige una preparazione e che
il suo inizio dipende da questa preparazione. La preparazione
della guerriglia è una cosa molto complessa e molto seria e
non può essere vista con leggerezza. Tale preparazione esige l'addestramento
del combattente, la raccolta di armi, la scelta del
terreno, la fissazione di una strategia e delle tattiche da seguire
e, infine, la stesura di un piano di appoggio logistico.
Appoggio
logistico e struttura globale della guerriglia
Il
piano di appoggio logistico deve essere messo in esecuzione
immediatamente. Per questo merita una importanza decisiva il lavoro
nell'area urbana, dato che è impossibile la vittoria
della guerriglia brasiliana senza l'appoggio della città. D'altra
parte i contadini sono l'ago della bilancia della rivoluzione brasiliana,
e la guerriglia non riuscirà ad impiantarsi senza il lavoro fra i
contadini e se non sarà strettamente vincolata ad essi e non conterà sul loro
appoggio.
Infine,
ciò che vogliamo è costruire la struttura globale necessaria
allo scatenamento e al
radicamento della guerriglia, con il suo
nucleo armato operaio e contadino, con lo scopo di trasformarla
in esercito rivoluzionario di liberazione.
Per
noi la guerriglia è l'avanguardia rivoluzionaria, il suo nucleo fondamentale, ed è il centro del lavoro dei comunisti
e degli altri patrioti.
Il
Comitato Statale non ha più ragione d'essere, nè gli organi subordinati
Per
un nuovo tipo d'azione come la guerriglia abbiamo bisogno di uno
strumento nuovo, che non può più essere il vecchio
CE (Comité
Estadual). Pensiamo perciò che non vi è più
ragione di mantenere il vecchio CE,
la sua segreteria e gli organi
subordinati.
Comitati
intermedi, come quelli municipali e distrettuali,
il Comitato Universitaro e vari altri settori professionali non hanno
più ragione di esistere, dato che fanno parte di una struttura
superata.
La
struttura di partito di cui facevano parte il CE
e gli altri
organi, era frutto dell'organizzazione stabilita dal vi
congresso, e essenzialmente
in contraddizione con gli obiettivi rivoluzionari.
Commissioni,
sezioni ausiliarie come la sezione sindacale, la
sezione del TE,
assistenti ecc., sono forme di
organizzazione che danno alla
struttura del partito la configurazione di un vertice
pesante e inefficiente. Oltre a ciò sono destinate a complicare la
burocrazia, a rallentare l'azione rivoluzionaria e ad impedire
l'iniziativa dei militanti di base. Non devono quindi continuare
ad esistere.
Il
professionalismo politico
Il
professionalismo politico della vecchia organizzazione deve finire, poichè
è servito solo al CC per
corrompere molti compagni attraverso
il potere economico.
I
cosiddetti funzionari di partito sono sempre soggetti a
perdere il sostegno del CC
o degli altri organi dirigenti se manifestano
opinioni contrarie alla direzione. Il rivoluzionario professionista deve
esistere, ma i suoi rapporti con l'organizzazione
devono essere stabiliti secondo
criteri rivoluzionari e d'accordo con gli interessi della rivoluzione, mai per
soddisfare la volontà di un gruppo di
potere.
È
necessaria una organizzazione
rivoluzionaria
Una
organizzazione come il vecchio CE
e i suoi organi subordinati,
modellata sul CC, con sezioni
ausiliarie, assistenti, apparati ecc. non può
ingaggiare la lotta armata e meno che mai la
guerriglia, che è una forma di guerra rivoluzionaria. Ci serve una organizzazione rivoluzionaria, clandestina, piccola, ben strutturata,
flessibile, mobile. Una organizzazione di avanguardia per agire,
per praticare azioni rivoluzionarie, costantemente e quotidianamente,
e non per limitarsi ad interminabili riunioni e discussioni.
Una
organizzazione vigilante, severa contro i delatori, che applichi metodi
di sicurezza efficienti per impedire di essere colpita
dalla polizia e infiltrata dal nemico. I membri di questa organizzazione sono
uomini e donne decisi a fare la rivoluzione. I
comunisti di tale organizzazione sono compagni e compagne con
capacità di iniziativa, liberi da spirito burocratico e di «routine»,
che non aspettano i «superiori» e non restano con le mani in mano ad aspettare
ordini.
Nessuno
è obbligato ad appartenere a questa organizzazione. Quelli che l'accettano così
com'è e vengono a farne parte, lo
fanno volontariamente, perchè vogliono impegnarsi nella
rivoluzione.
La
democrazia rivoluzionaria
La
democrazia di questa organizzazione è la democrazia
rivoluzionaria, in cui ciò che vale è l'azione, in cui ciò che conta
sono gli interessi della rivoluzione, in cui l'iniziativa concreta
è il dovere fondamentale. I principi su cui si regge questa organizzazione
sono tre; il dovere di ogni rivoluzionario è fare la rivoluzione; non chiediamo
il permesso per praticare atti rivoluzionari;
il nostro unico obbligo è con la rivoluzione.
I
punti di partenza della organizzazione rivoluzionaria
Questa
organizzazione sta cominciando a costituirsi, per volontà dei rivoluzionari e
senza chiedere autorizzazione a nessuno,
partendo dai comunisti dissidenti e dalle organizzazioni e raggruppamenti
che si sono opposti al CC e non si sono sottomessi alle sue decisioni
arbitrarie.
Da
questa dissidenza e da questa opposizione è sorto un
piccolo centro di coordinamento che esiste già in funzione della
guerriglia. Da questa dissidenza e da questa opposizione stanno sorgendo
i gruppi rivoluzionari.
Pensiamo
che sia ora di porre fine alle interminabili discussioni interne e che non si
debba più perdere tempo nella lotta contro
il CC.
Ma
non vogliamo fare un altro partito comunista o qualcosa
di simile. Quello che vogliamo con la nostra decisione di
lottare
adesso, è contribuire
a liberare le forze finora represse e
portarle al limite massimo di tensione.
Cosa
sono i gruppi rivoluzionari
È
fondamentale per la lotta contare sui gruppi rivoluzionari.
Chi
s'impegna nella lotta armata deve sapere che si scontrerà con la furia sempre
crescente della reazione e deve prepararcisi.
Le organizzazioni grandi e
pesanti sono la morte per i rivoluzionari.
Questo è il rischio che corrono i comitati municipali e
le organizzazioni provenenti
dalla vecchia struttura.
I
gruppi rivoluzionari costituiscono le basi della organizzazione
rivoluzionaria. Sono gruppi piccoli, composti dai rivoluzionari di
maggior iniziativa e di maggior capacità di lotta. Ogni gruppo rivoluzionario non deve aver più di quattro componenti.
Questo garantisce la mobilità e la rapidità del gruppo e serve
ad evitare l'infiltrazione del nemico.
Vi
sono gruppi rivoluzionari che costituiscono il primo gradino della
organizzazione rivoluzionaria, il gradino che ha la responsabilità decisiva in
funzione della lotta armata e dell'impianto
della struttura globale della guerriglia.
Non
importa il nome che hanno questi gruppi. Ciò che importa è
che passino
immediatamente all'azione rivoluzionaria.
Tutti
noi, senza eccezione, dobbiamo organizzare e appartenere ai gruppi rivoluzionari.
Oltre
ai gruppi del primo gradino, devono essere organizzati altri gruppi o
formazioni che costituiscano un secondo e
un terzo gradino.
I
gruppi rivoluzionari dei
tre gradini costituiscono in realtà
una rete rivoluzionaria le
cui maglie si saldano con tutto
il popolo e sono fattore decisivo per la mobilitazione delle masse per la lotta.
L'organizzazione
rivoluzionaria, in pratica, sono i gruppi
del primo scaglione, con i loro coordinatori e il centro di coordinamento,
legati al secondo e al terzo scaglione e ai punti d'appoggio. I punti di appoggio sono le persone che danno la loro collaborazione
o aiutano la guerriglia con i mezzi per loro possibili ma che non sono in condizioni di appartenere ai gruppi.
Il
coordinamento dei gruppi rivoluzionari
Tra
i gruppi del primo scaglione deve essere stabilita una
coordinazione effettiva attraverso i coordinatori. Questi sono i compagni
con maggior iniziativa e capacità di lotta, provenienti sempre dal basso, dai
gruppi ai quali appartengono.
Non
ci devono essere regole fisse per la coordinazione dei gruppi. Una
coordinazione efficiente dipende dalla capacità
inventiva e dallo spirito di
iniziativa dei compagni rivoluzionari.
Ogni
coordinazione ha un centro.
Il centro conta su uno o
più compagni, ma mai più di quattro. Il
centro è, in pratica, una piccola
direzione.
La
coordinazione, vale a dire l'insieme dei coordinatori, si
riunisce tutta o in parte con il centro di coordinazione, secondo
le necessità.
Il
comando generale di tutta la organizzazione è
la guerriglia,
in qualsiasi punto si trovi. È per essa che dobbiamo lavorare,
ad essa sono subordinati tutti i compiti da eseguire.
I
compiti rivoluzionari
Non
può esistere un comunista o un patriota che non abbia
un compito da eseguire. I gruppi rivoluzionari del primo scaglione
realizzano qualsiasi tipo di compiti, soprattutto i più difficili.
I
compiti prioritari sono quelli che sono in più stretto rapporto
con la guerriglia, o quelli che essa esige nei vari momenti. Nella fase attuale
sono i compiti di preparazione della guerriglia
e quelli relativi all'appoggio logistico.
Tra
le azioni necessarie alla preparazione della guerriglia
si contano l'organizzazione dell'addestramento al
tiro, la selezione e l'addestramento
del combattente. Si può allenarsi marciando
a piedi e accampandosi nella foresta, praticando la
difesa personale. È necessario catturare o fabbricare o comprare armi,
munizioni e cartucciere. Raccogliere vestiario, scarpe, medicinali.
Si devono creare depositi di armi. Servono nascondigli nelle
città e in campagna. Si deve organizzare
una rete di informazione
fra i contadini. È importante fare viaggi e raggiungere ogni possibile
luogo dell'interno per stabilire i punti d'appoggio. Tutti
i gruppi possono fare questo.
Professori
e maestri, soprattutto quelli che lavorano nell'area
rurale, religiosi, agronomi, medici, avvocati trabalhisti, studenti,
sono un elemento importantissimo per la penetrazione nei municipi
dell'interno del paese alla ricerca di punti d'appoggio. Gli operai
possono svolgere molto bene questo compito perchè in
generale sono figli di contadini e
sono venuti in città dalle campagne dell'interno.
Il
materiale clandestino deve essere distribuito e anche stampato
dai gruppi rivoluzionari. Il problema delle comunicazioni merita una grande
attenzione; in questo campo una responsabilità
speciale spetta ai tecnici elettronici e di radio comunicazioni, ai
ferrovieri e autisti di camion, agli impiegati dell'aviazione,
ai marittimi ecc.
È
necessario organizzare immediatamente gruppi di appoggio finanziario
per il reperimento dei fondi per la
cassa della guerriglia.
Devono
essere creati gruppi di sabotaggio nelle città; i gruppi armati compresi
quelli composti da operai e contadini, devono addestrarsi per proprio conto e
unirsi alla guerriglia non appena questa sia scatenata. I militari
rivoluzionari, a tale momento, devono
disertare e entrare nella guerriglia. Per il momento è necessario
mantenere contatti segreti con i militari rivoluzionari.
Si
devono organizzare gruppi di guerriglia urbana. Comitati
volanti, senza sede fissa, e franchi tiratori sono necessari per
mantenere le città in un clima di ribellione quando la guerriglia
si sviluppa nell'area rurale.
Si
deve porre in pratica l'agitazione politica di massa, con distribuzione di volantini ai cancelli e all'interno delle fabbriche,
e con scritte murali eseguite con la difesa di uomini armati.
Deve
continuare la propaganda di massa antiamericana, con
la punizione degli americani che agiscono in Brasile, sia nelle città
che all'interno. La difesa dell'Amazonia esige che si passi
ad
azioni concrete.
Il
movimento sindacale deve cominciare a lavorare
dal basso verso l'alto, abolendo il lavoro di vertice, e mirando alla radicalizzazione,
per mascherare il governo e risvegliare lo spirito di
lotta rivoluzionaria degli operai.
È
necessario stimolare l'occupazione di terre, penetrare nel lavoro di organizzazione dei sindacati rurali per scatenare la lotta
di classe nelle campagne e ottenere appoggio rivoluzionario alla guerriglia,
anche nuovi punti di appoggio e armando i contadini
con le armi prese ai latifondisti.
Le
donne e i giovani, soprattutto gli studenti, devono essere organizzati in gruppi
specifici che possano eseguire, oltre ai
compiti generali, anche missioni particolari. La donna rivoluzionaria
può essere infermiera, messaggera, coordinatrice di punti d'appoggio,
oltre ad addestrarsi come combattente. Il giovane può
essere l'elemento di avanguardia nell'istruzione e nell'addestramento del
combattente, così come nell'esecuzione di compiti d'urto; a lui spetta il ruolo più importante nel rinnovamento della dirigenza
rivoluzionaria.
Questione
decisiva è che l'alleanza operai-contadini cominci a concretizzarsi nel nucleo
fondamentale della guerriglia, il che si
ottiene lavorando in modo rivoluzionario con gli operai nelle fabbriche e
svolgendo il lavoro fra i contadini. Il senso di questo lavoro deve essere che gli operai e i contadini venuti dai gruppi
armati in azione nelle aree urbane e rurali si uniscano nella lotta di guerriglia e nei gruppi guerriglieri.
La
realizzazione di questo complesso di compiti, che mira a dare alla
guerriglia l'appoggio logistico indispensabile, sarà la
motivazione che permetterà di formare attorno ai gruppi rivoluzionari una rete
estesa e profonda, sostenuta dal popolo, che sarà
la base definitiva della guerriglia.
Perchè
non organizziamo un partito comunista
Il
gruppo comunista di S. Paolo è contrario all'organizzazione di un altro partito comunista. Non vogliamo fare un altro
partito che significherebbe un ritorno alle vecchie discussioni e
persino la ripetizione della vecchia struttura di partito, a pregiudizio
dell'azione rivoluzionaria immediata. La
nostra strategia è partire
immediatamente per l'azione, per la lotta armata. Il concetto teorico che ci
guida è che l'azione fa l'avanguardia. Sarebbe
imperdonabile per noi perdere tempo a organizzare un nuovo vertice, lanciare i
cosiddetti documenti programmatici e «tattici»,
fare nuove conferenze da cui
sorgerebbe il nuovo Comitato
Centrale, con i difetti e le deformazioni già anche troppo noti.
Il
tavolo delle discussioni non è più
capace oggi di unire i rivoluzionari.
Quello che unisce i rivoluzionari brasiliani è il passare
all'azione; e l'azione è la guerriglia.
Lavorando
per la guerriglia, senza disputarci porzioni di
comando, senza immischiarci nei problemi delle varie organizzazioni
rivoluzionarie e senza tentare di mescolarle, vogliamo solo
unire gli sforzi perchè la guerriglia possa cominciare, dato che il nostro
dovere è fare la rivoluzione.
Dalla
guerriglia, infine, sorgerà l'avanguardia rivoluzionaria brasiliana. Per il
momento quello che ci interessa è lavorare a fondo per questa guerriglia. Essa
sorgerà come, quando e dove i gorilla e gli imperialisti degli USA meno se lo
aspettano.
Quello
che vale per noi è l'esempio di «guerrigliero eroico»
di Che Guevara.
1967,
diffuso nell'aprile del 1968
Il
gruppo comunista di S. Paulo