Siamo troppo sexy per andare a lavorare
Scheda su PRECARI NATI
Il collettivo nasce 4 anni fa, e subisce varie modificazioni. Partito con una folta componente studentesca e una minoranza di lavoratori, vede il progressivo abbandono della componente studentesca. Tale abbandono derivò da svariati motivi, volendo affrontare la questione sotto un aspetto politico noi crediamo che questo sia imputato al seguente motivo. Gli studenti non essendo una classe, concepiscono l’aumento delle ricchezze sociali - a parte la precarietà, la disoccupazione, e il palese spreco di risorse produttive- ottenuto tramite un parallelo aumento dell’irrazionalità del capitale: militarismo, razzismo, spreco di risorse in un mondo ancora dominato dalla fame. La negazione del capitalismo, quindi per loro non sarebbe più da concepire con Marx come un prodotto del limite che il capitale costituisce per se stesso, ma come contrapposizione di razionalità e irrazionalità, di bisogni umani e successi economici, e il comunismo una scelta etica od un impegno intellettuale. Vi è quindi negli studenti la solita litania sull’imborghesimento della classe lavoratrice, critica che è del tutto estranea all’elaborazione marxiana, e che è stata sempre sbugiardata nel momento che il proletariato è ritornato ad essere una forza sociale attiva.
Il gruppo di lavoratori (precari del settore edile e metalmeccanico, cooperative sociali) si strutturano maggiormente come punto di collegamento tra gruppi o individui che intervengono sui posti di lavoro, provando ad ipotizzare forme di intervento che vanno al di la della forma sindacale (sia alternativa che ufficiale). Se in un primo momento si era spesa la carta di uno sportello legale (dentro un centro sociale C.S.O.A. RIVA RENO), si abbandona tale intervento visto l’inconsistenza di tale progetto, tale valutazione non scaturiva dal dato quantitativo ma dal livello di coinvolgimento e di delega che si creava tra gli attivisti e i lavoratori coinvolti. Mancava la ben che minima consapevolezza sugli spazi dove si esplica lo sfruttamento e la lotta di classe, dove si può ipotizzare la capacità di esercitare un reale potere collettivo di pressione nei confronti del padrone. Rispetto a questa tematica il collettivo si è strutturato per rete territoriale e favorisce l’intervento nelle singole aziende.
Fortunatamente si formarono, anche indipendentemente dalla vita di Precari Nati, alcuni gruppi indipendenti di lavoratori in alcune situazioni aziendali. Precari Nati si struttura come punto di raccordo e diffusione-confronto tra alcune situazioni lavorative. Si sfrutta la nostra “mobilità”, si cerca insomma di trarre profitto del continuo interscambio di aziende dove andiamo a lavorare.
Con il tempo abbiamo acquisito un maggiore livello di inchiesta in alcuni bacini produttivi di Bologna (edile, alimentare, metalmeccanico, telecomunicazioni) e si sono intensificati gli incontri intercategoriali, favoriti dal nostro bollettino.
Si da vita ad una serie di Quaderni che approfondiscono maggiormente alcune tematiche legate nello specifico al precariato e più in generale alla questione del conflitto capitale-lavoro.
La nostra età (età media 25 anni) e la nostra condizione (lavoratori precari) hanno fatto si che fosse possibile una identificazione comune di campi di intervento, tuttavia siamo sempre più predisposti a pensarci come gruppo autonomo di lavoratori (precari o non).
Riportiamo una breve spiegazione su quello che è il nostro bollettino comparsa sul n.3 di Precari Nati:
“Presentazione di Precari Nati: controinformazione periodica a Bologna
Invitiamo tutti i lavoratori interessati (indipendentemente dalla tipologia di contratto: tempo indeterminato, interinali, stagionali, cooperativa, in nero ecc..) a scrivere e a socializzare la propria esperienza di lavoro, le difficoltà nel difendere o chiedere miglioramenti della propria condizione di lavoro, le lotte anche se minime che si è riusciti a condurre, e tutti quei comportamenti che si hanno sul lavoro per contrastare i caporeparti, i padroni e le regole che ci vengono imposte.
Il bollettino precari-nati vuole riuscire ad essere uno strumento per tutti quei lavoratori che individualmente o come gruppo sono disposti a fare emergere i problemi di chi lavora dal silenzio in cui li relegano la mancanza di strumenti adatti e di una anche minima socializzazione fra lavoratori. Ripartiamo quindi “dall’esperienza proletaria” svincolata dai modelli di partito o di sindacato, non abbiamo preclusioni rispetto alla collocazione individuale di un lavoratore, tuttavia in questo bollettino vogliamo valorizzare il punto di vista indipendente dei lavoratori anche se questo riguarda solo “piccoli problemi”. Non abbiamo brillanti parole d’ordine, partiamo dalle attuali condizioni dei lavoratori, cerchiamo di individuare gli spazi di conflitto sociale che si danno ora e, dove è possibile, ampliarli.
Pensiamo che partendo dalla socializzazione del proprio sfruttamento e dal modo di contrastarlo possiamo mettere in luce la autoidentificazione di classe la sola fonte di forza e idee per noi lavoratori.”
Pur impegnandoci in maniera militante nelle situazioni dove lavoriamo ( favoriamo un punto di vista di classe indipendente sulla varie situazioni che capitano sul lavoro: contratti, flessibilità , infortuni, crisi ecc..), non crediamo che un iper-attivismo risolva la questione dei rapporti fra le classi.
Crediamo sia importante analizzare la situazione economica e la relativa composizione di classe, ed agganciarsi o far emergere quelle manifestazioni spontanee del conflitto.
Abbiamo seguito ampiamente l’ultima tornata contrattuale dei metalmeccanici (fondamentale sia rispetto alla modificazione del fondo pensioni, sia rispetto alla questione della contrattualistica precaria), tuttavia non abbiamo proposto contropiattaforme, ma valorizzato qui comportamenti che sfuggono alla visuale dei confederali e cobas ossia l’utilizzo della mutua, sabotaggio, ecc. Abbiamo partecipato a tutte le ore di sciopero che la categoria ha organizzato e siamo intervenuti in quasi tutte le manifestazioni di zona (manifestazioni per distretto produttivo). Riportiamo il testo di un manifestino che è stato diffuso largamente qui a Bologna da Precari Nati:
Il contratto dei metalmeccanici è già passato!
Le recenti manovre e proposte padronali e sindacali rispetto al contratto dei metalmeccanici sono un ennesimo attacco alla qualità della vita di noi lavoratori. Lo sciopero indetto dai confederali, è stato interno solamente ad un gioco di rappresentanza teso a legittimare il sindacato rispetto al padronato.
Nello specifico le proposte dei confederali sono:
1) il limite massimo dello straordinario non viene ridotto, rimane quello contrattuale. Non c’è nessuna richiesta di riduzione di orario settimanale. E’ solo richiesto di poter usufruire dei premessi retributivi già ottenuti. Si propone insomma di rispettare il precedente contratto...
2)Vogliono l’istituzione della banca ore. Servirà al padrone a fare lavorare di più quando ne avrà bisogno e a tenere a casa quando ci sarà una richiesta di rallentamento della produzione e a eliminare la retribuzione degli straordinari...Si riuscirà a lavorare legalmente 9 ore.
3)Chiedono l’eliminazione degli scatti di anzianità. Ora vogliono sganciarli dal 5% della paga base e trasformarli in cifra fissa. Domani diventeranno irrilevanti a causa dell’inflazione reale e saranno eliminati.
4) Sul salario chiedono 80 mila lire di aumento al 4°livello, non facciamo commenti....
5) Non viene rispettata la normativa sulla formazione e si procede alla “rottamazione”, si facilitano i prepensionamenti e/o licenziamenti dei lavoratori con più anzianità.
Oltre a questo vi è la completa disattenzione rispetto a tutta una serie di contratti aziendali che stanno passando riguardo alla normativa del tempo, alla Ducati hanno introdotto il 6x6 (che non è una macchina con sei ruote motrici) ma la libidine di lavorare anche il sabato e la domenica.
La stessa mutazione dei contratti nelle aziende, vi sono sempre più lavoratori a tempo determinato, interinali, stagionali ecc.., non viene neanche presa in considerazione, forse ci dimentichiamo che sono stati proprio i sindacati a favorire il pacchetto Treu rispetto al lavoro precario.
Siamo sicuri che il contratto -è già passato- e vi sia stata una netta diminuzione dei salari reali e una flessibilità dei tempi di lavoro, tuttavia pensiamo che sia utile iniziare a ragionare come lavoratori metalmeccanici, ed operai e tecnici di altre categorie, per formare una rete di rapporti extra aziendali e extracategoriali, la nostre continue tipologie di contratti e settori diversi come precari ci danno una conferma in questo senso, per socializzare la nostra “esperienza proletaria”: descrivere le forme di resistenza che avvengono sui posti di lavoro e ipotizzare un possibile allargamento di queste. Non pensiamo che in questa fase ci siano “lotte”, ma una miriade di vertenze, resistenze (assenteismo, sabotaggi, “malattie” ecc..) che imprigionate nella forma individuale, non riescono a prendere forma collettiva e implicitamente a darci forza come lavoratori.
Invitiamo tutti i lavoratori alle nostre riunioni e discussioni, scambio di materiale e informazioni tra i posti di lavoro, ogni mercoledì alle 21.30 in via Cuccoli 1/c Bologna.
Collettivo Precari-Nati
Più semplicemente crediamo che i proletari non devono adottare religiosamente le parole d’ordine di un gruppo qualsiasi- e neppure del nostro- ma devono pensare da soli, decidere e agire loro stessi, e questo ci permette di riprendere una delle più feconde interpretazioni di un certo K.M.: “non ha importanza ciò che il proletariato pensa di se stesso ma ciò che il suo essere lo costringe a fare”.
Riteniamo che l’attuale forza lavoro sia dispersa tuttavia sarà proprio nella figura del lavoratore precario che si ripotrà partire rispetto a lotte e forme organizzative di base.
Il precariato subisce la fine della mediazione politica e conseguentemente ha come forma di difesa(attacco) la lotta. Tale processo non è ovviamente lineare, tuttavia questa è la nostra scommessa(con questo non riprendiamo la delirante ipotesi di lotta tra garantiti e non, ovviamente favoriremo le forme di unione ma non nascondiamo le differenti situazioni e modalità di azione). Tuttavia riteniamo che le prossime lotte che arriveranno a settembre (pensioni) riguarderanno ancora una volta la vecchia figura del lavoratore a tempo indeterminato e sarà difficile riuscire a proporre forme di unità tra lavoratori a tempo determinato e indeterminato.
A livello produttivo Bologna presenta una ripartizione produttiva di questo tipo (cifre per migliaia):
-Agricoltura: 1339 (7%)
-Industria: 6467 (32%)
di cui nelle Costruzioni 1557
-Terziario: 12391 (61%)
di cui nel Commercio 3350
Il tasso di disoccupazione nella regione Emilia Romagna è sul 5,7, le percentuali nel bolognese sono di 4,6
Siamo la regione del sistema cooperativo, che ha di fatto anticipato quello che sono ora le agenzie di lavoro Interinale (quelle più attive nel bolognese: Adecco, Menpawer, Interiman. In tale tipologia contrattuale la categoria più richiesta è quella dell’operaio generico).
Le caratteristiche del precariato bolognose, se si considera gli strati meno agiati (immigrati extracomunitari, italiani e la fascia di proletariato giovanile locale, spesso con una formazione scolastica che arriva alle medie inferiori) è quella di essere inserita nella produzione ai livelli più bassi (sia come mansioni da eseguire, sia come retribuzione).
Le comunità di immigrati sono molteplici, tra le più sviluppate vi sono : la comunità magrebina e quella cinese.
Vi è una differenziazione salariale spesso per comunità che riguarda alcune categorie dove è alta la percentuale di lavoro nero. Nell’edilizia vi è un tariffario per i lavoratori in nero che è suddiviso in questo modo(dalla paga più alta alla più bassa): italiani, magrebini, paesi dell’est, albanesi (alcuni compagni di Precari Nati, che lavorano come edili, hanno scritto un inchiesta su tale settore che è comparsa sulla rivista DI BASE, nel n.8, del gennaio 99).
A livello prettamente quantitativo il collettivo Precari Nati è composto da una decina di militanti (con contratti che vanno dall’interinale, allo stagionale, al CFL) e sommando i vari gruppi aziendali arriva a raggruppare una cinquantina di lavoratori.
Il bollettino viene tirato in 5oo copie(con un numero di pagine che va dalle 6 alle 10, suddiviso in alcuni articoli che portano la firma del collettivo e il resto del materiale è opera di lavoratori non facenti parte del collettivo, spesso favoriamo le lettere o gli interventi di lavoratori indipendenti visto che in tali materiali vi è una maggiore valorizzazione dell’esperienza proletaria), i quaderni in 2oo copie.
Il primo quaderno è stato dedicato al lavoro interinale, ne seguiranno due prossimamente, uno riguarderà un inchiesta-documento sulla Magneti Marelli di Bologna, un secondo quaderno verterà sui “colletti bianchi” a Bologna, le loro forme di organizzazione e il loro rapporto con le macchine e la relativa organizzazione produttiva. Attualmente stiamo discutendo se fare uscire dopo i materiali già programmati e in parte scritti un quaderno sul rapporto crisi petrolifera-inflazione-salari (cosa che ovviamente riguarderà anche la prossima manovra contro le pensioni) e un secondo sul rapporto tra composizione di classe-organizzazione di lotta- ciclo economico che riguarderà l’esperienza delle correnti che si sono richiamate all’autonomia proletaria e operaia (sindacalismo d’azione diretta, comunismo dei consigli-consiliarismo, e i comitati di lotta-assemblee autonome nei primi anni 70).
Dal prossimo numero il bollettino sarà di 8 pagine con un formato di 35x50 tirato in 1000 copie e verrà stampato in una tipografia.
Utilizziamo la sede dello SLAI-COBAS di Bologna tuttavia nessun compagno di Precari Nati è iscritto a nessun sindacato.
Una caratteristica del nostro metodo di lavoro (analitico, di inchiesta e d’azione) è quella di non essere perfettamente riconducibile a nessuna “scuola” del vecchio movimento operaio. Ciò non tolgie che esista la possibilità di collegarsi ad un lavoro precedente e contemporaneo di analisi e difinizione teorica. Sostanzialmente i modelli analitici utilizzati sono tre:
- uno anarco-consiliarismo che si ricollega sia all’esperienza sindacalista rivoluzionaria e wobbly che al comunismo dei consigli, in maniera critica e non apologetica.
- uno operaista italiano (Quaderni Rossi) che si riconnette all’elaborazione di alcune categorie analitiche (composizione strutturale di classe, fabbrica e territorio, ecc..) più che alle conclusioni, o meglio ai pregiudizi, “politici” di questa scuola.
- uno all’esperienza proletaria nell’elaborazione dei compagni di (Socialismo ou Barbarie) e (Information Correspendence Ouvriere) per la Francia e (Corresepondance) per gli USA, rispetto alla definizione di inchiesta operaia e di autoformazione proletaria. In Italia anche se in maniera più ridotta questa elaborazione verrà portata avanti da D.Montaldi.
Riteniamo di non avere nulla in comune con il leninismo, ossia non riteniamo che la coscienza di classe sia da portare agli operai, perchè questi nelle loro lotte nella loro tipologia di inquadramento nell’organizzazione del lavoro, hanno strumenti energie per definire e praticare, sopratutto, la lotta di classe. Insomma per noi rimane di vitale importanza il motto della I Internazionale: L’emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi.
PRECARI NATI Bologna