1998,
giorni
di lotta di classe in Grecia
Questo
testo scritto sicuramente con passione emotiva notevole, tranne forzature
“belliche” ha il pregio di descrivere la trasformazione di classe che
avviene durante una lotta. La capacità di rompere gli schemi tradizionali del
conflitto: la lotta sindacale per arrivare ad un conflitto aperto contro il
padronato e le istituzioni senza il compromesso (recupero politico) delle
strutture di sinistra. Lo spirito dello scritto non è celebrativo rispetto ai
numeri dei lavoratori impegnati nel conflitto, cosa che differisce parecchio dal
comportamento iper-politico di molti compagni impegnati all’interno delle
strutture del sindacalismo di base-cobas nella scuola in Italia. Descrivere in
modo lucido l’unico terreno effettivo di classe rivoluzionario, quello che
rifiuta la politica-economica è un primo tentativo di codificare un agire
anticapitalista.
Il
testo in questione è scritto da alcuni compagni che hanno partecipato in prima
persona agli eventi. Alcuni di loro danno vita al TPTG (i ragazzi della
galleria), gruppo-rivista di area comunista radicale, attenta ai conflitti di
classe internazionali e alla critica serrata alle ideologie. Per chi volesse
avere ulteriore materiale PRECARI NATI può
fornire in inglese due testi scritti dai compagni greci: uno sulla critica dello
zapatismo e l’altro su una
cronologia delle sommosse albanesi dello scorso anno.
Precari
nati Bologna
Introduzione
Quando
il governo del Pasok (partito socialista) ha vinto le elezioni del 1996 il nuovo
Presidente del consiglio ha promesso ai capitalisti che sarebbe iniziato un
processo di ristrutturazione per portare i rapporti sociali e lavorativi più
vicino a quelli dei paesi avanzati dell’ Europa occidentale.
Nonostante il relativo sviluppo del capitalismo in Grecia durante gli
ultimi due decenni, i gestori dell’ economia si sono resi
conto della necessità di accelerare il processo del suo adattamento ai
parametri europei. Cercando di
prendere le distanze dalla precedente tattica del governo populista di Papandreu,
il primo ministro ha inaugurato una compagna di tipo thatcheriano contro la
classe operaia. Senza mostrare
nessun segno di debolezza il governo ha imposto le direttive dell’ Unione
Europea; ma ci è riuscito solo con l’ aiuto della polizia.
Quando,
due anni fa, ha attaccato gli agricoltori, con lo scopo di ridurre il loro
numero per rendere i loro prodotti più competitivi, il governo (con l’ aiuto
della federazione degli agricoltori che era guidata dal partito comunista) ha
potuto abbattere i loro massicci blocchi delle strade nazionali solo con l’
utilizzo delle squadre antisommossa della polizia.
Più
tardi, quando nuovi rapporti lavorativi stavano instaurandosi, il governo ha
iniziato il suo attacco da un settore della forza lavorativa (le Olympic Airways)
che era dominato da un sindacato socialista. Nello stesso momento ha cominciato
una campagna diffamatoria contro i lavoratori della Olympic dicendo che erano i
meglio pagati lavoratori del settore pubblico, sia per assicurarsi che non ci
sarebbe stato nessun movimento di solidarietà che per giustificare i tagli dei
loro salari e dei benefici di cui godevano.
La maggiorparte della classe operaia non ha potuto la vera messa in gioco
e non si è unita ai lavoratori della Olympic.
L’
irrefrenabile avanzata del governo sembrava di aver raggiunto la sua fine quando
è stata approvata dal parlamento la nuova legge sulla scuola pubblica.
Il
sistema educativo greco è stato strutturato sulla base dela politica populista.
Senza una vera pianificazione, e con lo scopo di soddisfare la massa dei
votanti, l’ ammissione all’ università era fino a un certo punto
egualitario. Le scuole pubbliche
assorbivano la maggiorparte della popolazione, mentre gli insegnanti venivano
nominati tramite la graduatoria la quale non permetteva nessun tipo di rapporto
clientelare (che sono dominanti nella società greca) e garantiva un’ impiego
permanente a un grande numero di persone.
Essendo
fedele all’ idea della flessibilità del lavoro il governo è venuto con un
piano principale che avrebbe cambiato radicalmente la natura del sistema
educativo. Ha proposto una nuova
legge sull’ educazione con lo scopo, dall’ una parte, di ridurre il numero
degli ammessi all’ università e, dall’ altra parte, di ridurre il numero
degli insegnanti, alterando il modo con cui vengono nominati.
Coscienti
del fatto che la struttura di classe delle scuole e delle università, come la
loro tradizione di occupazioni e di dimostrazioni, avrebbero portato a un
conflitto, il governo ha deciso di applicare per prima la parte che riguardava
il settore del sistema educativo da cui aspettavano meno problemi. Cioè dagli
insegnanti e dai professori.
Avendo
appena lasciato alle spalle uno sciopero dominato dal sindacato e mediocre l’
anno scorso, gli insegnanti sembrava che accettassero in modo acritico la nuova
situazione. Anche se nel loro sindacato non c’ erano lacchè del
governo e della destra, la dinamica di questo settore era messa in questione.
Inoltre, il ruolo degli insegnanti nella scuola era tale che non
permetteva pensare che potrebbe esserci un collegamento con gli studenti su
scala massiccia.
In
ogni caso la realtà si è dimostrata molto diversa.
Nell’ arco di pochi giorni si è avuta una massiccia lotta di classe
che ha coinvolto migliaia di persona in tutta la Grecia.
Nelle strade e sulle barricate, gli insegnanti collegati con i loro
studenti hanno praticamente negato il
loro ruolo nella società, mentre la maggioranza dei proletari e degli anarchici
ha superato le sue iniziali esitazioni e si è a una lotta che non poteva più essere chiamata di categoria.
Il
governo è stato colto di sorpresa. Nel
suo tentativo di screditare la lotta e di dividere i partecipanti, l’ apparato
governativo è caduto in contraddizioni e ha perso la sua credibilità.
Così anche se all’ inizio hanno sostenuto che fosse solo una minoranza
di insegnanti con preminenti interessi a provocare i guai, subito hanno cambiato
parere e hanno accusato elementi fuori dalla scuola per le manifestazioni
violente. Comunque avevano ragione
su una cosa; la lotta aveva superato
gli stretti confini del mondo della scuola.
Il
testo che segue è una descrizione dei fatti come li
hanno vissuti alcuni compagni greci.
Quello
che segue non vuole autorappresentarsi come una completa analisi dei giorni del
concorso del ASEP ( consiglio supremo per la selezione del personale),
illuminati dalla molotov e segnati dall’odio di classe, per l’assunzione di
insegnati. Nè può essere arricchito con una cronaca di tutti gli eventi e di
tutti i conflitti nelle 20 città della Grecia nelle quali migliaia di persone
hanno partecipato durante quei giorni. Un tentativo del genere richiede una
calma che questi momenti pieni di emozioni non hanno, e anche uno sforzo
collettivo il quale non è ancora possibile. Quello che segue è una prima
valutazione dei momenti di cui abbiamo una diretta esperienza nei dintorni della
18° scuola media superiore di Patissia (Quartiere di Atene) il quale è stato
utilizzato come luogo del concorso. Non stiamo parlando nè di una vittoria nè
di una sconfitta. Dal nostro punto di vista proletario, noi vorremmo illuminare
quegli aspetti, teorici e pratici, che hanno portato a questa esplosione di
lotta, contribuendo alla sua continuazione.
Ciò
che è diventato ovvio a tutti, dal più conservatore degli insegnanti non di
ruolo fino al “leader più montato”, che ha sorpreso il primo come ha
impaurito il secondo, è il fatto che tutto ciò che è successo dall’ 11
giugno in poi può essere descritto solo come guerra di classe. L’ escalation
di questa lotta è stata rapida e non avrebbe potuto assumere altre
caratteristiche che quelle di un confronto militare.
La
lotta contro la legge sull’ educazione 2525 è cominciata prima che questo
decreto fosse approvato in sede parlamentare in Agosto, con le prime azioni
degli insegnanti precari, la distribuzione di volantini fuori dalle scuole
all’ inizio dell’ anno scolastico, e, già da allora, non ha avuto il
sostegno dell’ OLME/DOE (i sindacati degli insegnanti). Dal momento in cui i
soli provvedimenti che hanno completato il quadro normativo di questa legge
erano quelli che hanno abolito la Graduatoria degli insegnanti e hanno
introdotto il primo PSO (Programmi di Studi Opzionali) nelle università, la
lotta ha coinvolto solamente gli insegnanti precari, gli insegnanti di sostegno
e gli studenti universitari[1].
Il nuovo sistema educativo, un nuovo Panottico, nel quale tutto sarà soggetto a
un costante giudizio e a una continua sorveglianza è ancora allo stato
embrionale. Allora, la dimensione della tentata riforma non può essere
oggettivamente compresa da tutti - e sopratutto dagli studenti delle scuole
medie- superiori. La mobilitazione delle forze di polizia greca per la
realizzazione di una sola parte della riforma conferma la grande importanza che
il governo gli conferisce.
La
patricipazione attiva degli insegnanti delle elementari con le loro assemblee
generali nei primi giorni di maggio ha rafforzato, all’ ultimo momento, l’
unità degli insegnanti precari e degli studenti universitari. Due settimane
prima dallo scontro la forma organizzativa degli insegnanti in lotta era stata
“trovata”. Stiamo parlando dei “comitati di lotta aperti” che sono stati
creati da a) sindacalisti di sinistra che miravano alla capitalizzazione
politica della lotta per l’ interesse delle loro fazioni sindacali[2]
b) una minoranza di membri sindacali provenienti dalla base[3].
Lo scopo dei primi era quello di creare un “comitato centrale di
coordinamento” di tipo bolscevico,
cioè vale a dire un comitato di coordinamenti delle fazioni di sinistra dei
sindacati, uno specchietto per le allodole che avrebbe avuto il compito di
dirigere la lotta, camuffato spettacolarmente dalle decisioni prese
democraticamente. Il fine dei secondi era di “prendere il controllo della
lotta” realizzando le decisioni delle assemblee generali senza comprendere
realmente ciò che poteva scaturire solamente dal conflitto con la leadership
sindacale e le sue fazioni di sinistra.
Il
“ comitato centrale di coordinamento” che era stato creato prima dell’
apertura delle assemblee generali aperte al Politecnico il 5 giugno, ha preteso
davanti a mille persone, che erano ansiose di trovare un metodo di organizzare
la loro lotta, di essere stato
creato da loro stessi. Era l’ ultimo atto di un ridicolo processo di
manipolazione. L’esperienza di questi comitati è stata fittizzia con l’
importante eccezione di alcuni comitati di lotta che hanno organizzato l’
incontro di studenti e insegnanti alla scuola Ionidios di Pireo e hanno proposto
una delle relazioni con una chiara posizione favorevole all’ occupazione dei
centri in cui si sarebbe svolto il concorso. Ecco come la breve storia dei
comitati di lotta è terminata perchè i lavoratori che ne costituivano la base
non sono stati in grado di superare la logica della delega dei poteri agli
attivisti “di professione”.
Questo
incontro aperto non era atteso solo dagli insegnanti delle elementari, ma anche
da quelli delle medie inferiori e dai precari, dagli studenti universitari, dai
disoccupati e da alcuni lavoratori. La situazione era esplosiva. Nessuno era
soddisfatto di ciò che era stato deciso al Politecnico (solo un centinaio
scarso di persone hanno alzato le mani per votare le mozioni). Alcuni
sindacalisti di sinistra hanno parlato di occupazioni il Mercoledì mattina (11
giugno) senza spiegare minimamente in che modo dovevano essere svolte
concretamente. Hanno proclamato una manifestazione organizzata da OLME e DOE il
giovedì pomeriggio avendo come fine solamente il dispiegamento delle proprie
forze, senza essere capaci di convincere nessuno del suo effettivo valore.
Tutto
ciò ha portato un piccolo gruppo di comitati e di persone ad agire
autonomamente dal “comitato di coordinamento” cercando di occupare un centro
il mercoledì, in un’ ora che avrebbe sorpreso le forze di polizia. Comunque,
questo piano è fallito, e la responsabilità pesa sulla maggioranza di un
gruppo studentesco il quale ha deciso all’ ultimo momento che non
c’erano“le condizioni per un movimento di massa”. Nella sera di giovedì si è svolta la
manifestazione-passeggiata fuori dal parlamento, lontano dai centri degli esami.
Dopo la manifestazione un gruppo di insegnanti di sostegno ha deciso di occupare
il centro che si trovava in un quartiere ricco nel nord di Atene che si chiama
Pefki. Dopo un paio di ore il numero delle persone che voleva realizzare questa
occupazione era aumentato. l’occupazione è avvenuta alle due del mattino. A
Pefki si trovavano 80 persone, tra
di loro il “comitato centrale di cordinamento”- il quale è stato trascinato
dagli eventi - , le reti televisive che sono arrivate subito e un camion della
celere. L’occupazione è stata sgomberata alle 6.30 del mattino e ci sono
stati due arresti.
Il
giovedi mattina fuori dalla 18° scuola superiore di Patissia i due campi
avversari si sono dispiegati per la battaglia: da una parte c’era la polizia
antisommossa (MAT) la quale aveva già occupato la scuola e lo spazio che la
circondava e dall’altra parte gli studenti, gli insegnati precari, gli
insegnanti e vari altri lavoratori. L’attacco contro i MAT è stato così
violento e intenso che gli ha colti di sorpresa. Le barricate preparate
velocemente, le pietre, le spranghe e i sifoni(!) che sono stati gettati contro
la polizia non hanno spaventato in un primo momento solo quella, ma hanno anche
spaventato le forze riformiste interne al movimento che, è vero volevano un
confitto- che era inevitabile a causa delle intenzioni dei manifestanti- ma uno
confinato nelle ben note dimensioni civili e democratiche, un conflitto alla KKE
(Partito “Comunista” Greco). Le armi “primitive” dei manifestanti non
erano sufficienti a contrastare e a fermare l’attacco dei MAT, i quali, usando
i lacrimogeni, hanno potuto fare i primi tre arresti. La gente è stata capace
di raggrupparsi di nuovo ma le sue intenzioni erano cambiate. Alcuni volevano
continuare il conflitto, altri volevano calmare la situazione. Il risultato è
stato una manifestazione di 2500 persone che si sono dirette al locale
Commissariato di polizia; in ogni caso gli arrestati erano portati nella
Questura. Poco dopo la dimostrazione è tornata a via Patission e ha condotto
un’ assemblea generale nella quale lo spirito prevalente era quello di
rimanere là e cercare di bloccare la scuola, e naturalmente abbiamo sentito le
solite accuse contro “gli elementi esterni che entrano tra le file degli
insegnanti”, che hanno incontrato la disapprovazione della gente riunita.
Abbiamo fissato un incontro per le 5 di pomeriggio alla piazza Agios Elefterios
e mentre i manifestanti si disperdevano la polizia ha caricato di nuovo
arrestando altri tre manifestanti e raccogliendo le prove incriminatorie: caschi
e bandiere rosse e nere! Nello stesso giorno, due giovani manifestanti che
viaggiavano con un autobus cittadino, essendo probabilmente identificati e
marcati dalla polizia, sono stati notati da un camion della celere che passava
quando hanno gridato qualcosa contro di loro. La polizia ha fermato il veicolo e
ha costretto con le armi l’autista ad aprire la porta per arrestare i due
giovani.
Il
venerdi 12 giugno, il primo giorno del concorso nazionale, l’orario per il
raggruppamento era fissato per un ora mattutina, circa le 6. Il blocco della
scuola ha funzionato bene fino alle 9, e solo circa 30 candidati hanno potuto
entrare nella scuola. I primi confronti sono stati seguiti da un blocco ben
organizzato nel quale centinaia di persone fermavano con decisione i candidati e
i professori di commissione. I manifestanti gridavono e deridevono
i candidati e, in alcuni casi, c’è stato un vero e prorio scontro
fisico. Bisogna sottolineare che molti di noi non sono stati aggressivi nelle
prefetture durante la compilazione dei moduli
di ammissione agli esami verso i condidati, perchè abbiamo pensato che nel
momento in cui avremmo incontrato la grande maggioranza degli insegnati là e non nelle semi vuote sale dell’assemblea generale, avevamo
una buona occasione di avvicinarli e non per combatterli. La grande maggioranza
dei candidati erano disoccupati o lavoratori precari e potevano diventare facilmente vittime dell’ideologia
capitalista della meritocrazia. In ogni caso, il venerdi, in tutta la Grecia si
conosceva già gli scontri, i pestaggi della polizia e gli arresti del giorno
precedente, ma nonostante ciò molti di loro stavano arrivando, alcuni di loro
chiedevano senza pudore di entrare, mentre la maggioranza lo chiedeva
scaltramente. In quel momento abbiamo perso la pazienza. Il loro modo di agire
ha rivelato lo spessore della stupidità sociale e della mentalità piccolo
borghese che ci affrontava. Molti di loro erano accompagnati dai loro parenti e
o facevono finta di essere indifferenti o ancora aspettavono che i MAT
rompessero il blocco con le manganellate e i lacrimogeni per passare
pacificamente. Persino candidate incinte hanno fatto di tutto per partecipare al
concorso, “per il bene dei loro bambini”. L’ “avanguardia delle
meritocrazia” -come gli ha chiamati il vice ministro di pubblica istruzione-
l’avanguardia dell’egoismo, meritava di essere pubblicamente ridicolizzata a
la EAS[4]
e il fatto che qualcosa del genere non è avvenuto probabilmente è dovuto sia
al fatto che i manifestanti erano pieni di tatto o esitazione o semplicemente
perchè non avevano abbastanza immaginazione. Abbiamo comunque sentito degli
insegnati che rimandavano l’appuntamento con questi “avanguardisti” per
settembre.
Dopo
che sono state erette le barricate il venerdi si sono manifestati alcuni
conflitti interni i quali erano concentrati sull’argomento del nostro
atteggiamento più o meno aggressivo verso i MAT. Alcuni insegnati disoccupati
che erano conservatori e non avevano nessuna precedente esperienza di scontri
con la polizia avevano pensato che si trovavano la, “solo per circondare la
scuola pacificamente” e conseguentemente avevano inerpretato il lancio di
pietre, le barricate e le auto bruciate della polizia come segni di
“teppismo” o “insensate provocazioni”. Ma se la mancanza di esperienza
può essere perdonata non c’è assolutamente nessuna scusa per i “leader”
di sinistra, che hanno trascinato dal fondo della storia del KKE l’accusa di
“provocatori”, un’ accusa la quale in molte fasi della guerra di classe è
stata usata con lo scopo di manipolare e di reprimere i tumulti.
Comunque
la grande differenza in confronto con altre situazioni è stato il fatto che in
questi particolari giorni, in questi particolari posti, tutte le armi usate
avevano solo uno scopo: la
continuazione del blocco delle scuole tramite l’ autoprotezione. I MAT avevano
ordini di disperderci con ogni mezzo necessario e a ogni costo, così tutto ciò
che è stato usato da noi non era solo utile ma anche necessario. Inoltre una
delle componenti all’interno del movimento era quella pacifista, la
contradditoria e pericolosa natura di questo atteggiamento è stata rivelata
subito: non é conciliabile possibile il mantenimento di un picchetto dove era
inevitabile lo scontro con la polizia a mani nude con le intenzioni pacifiste, dal momento che é evidente la
superiorità del nemico; altrimenti puoi anche darti fuoco in segno di protesta!
Nello
stesso giorno ci sono stati ancora due arresti da poliziotti in borghese e dai
MAT. Nonostante il ministro avesse prorogato di nuovo l’inizio del conocorso
alle 10 di mattina e secondo tutti gli indizi i MAT avrebbero cercato di
disperderci, i “Leader” usando i loro megafoni trasmettevano ondate di
entusiasmo e di “vittoria” chiamando la gente ad abbandonare il posto e a
manifestare nelle strade verso il tribunale dove i sei arrestati veivano
processati. I MAT hanno caricato la maggior parte della gente che si era riunita
a via Patission, dove uno spezzone della manifestazione ha continuato gli
scontri e l’altro spezzone si domandava perchè abbandonava il posto. Alla
fine i due spezzoni si sono uniti e hanno marciato verso il tribunale.
Dopo
tutto questo, il “comitato centrale di cordinamento” ha deciso di scaricare
la tensione richiamando i manifestanti per costituire un blocco al centro del
concorso che si trovava a Pefki il sabato mattina. Nonostante la situazione
svantaggiosa, la gente ha cercato di bloccare la scuola. Ma un grande numero di
candidati ha potuto entrare. L’apparizione per la prima volta di un
procuratore della repubblica fuori dalla scuola è stata per i sindacalisti una
ragione sufficiente per cercare di disperdere i manifestanti che si erano
riuniti dalle 9.30 del mattino. Verso le 11 gli ultimi manifestanti avevano
lasciato la scuola.
La
domenica è esplosa la rabbia contro il tentativo dei sindacalisti di fermare la
lotta. La mattina presto la gente ha cominciato a rinursi di nuovo vicino alla
scola media superiore di Patissia. Verso le 6 i MAT hanno attaccato con
lacrimogeni vicino alla fermata della metropolitana che si trova a 200 m dalla
scuola e hanno arrestato un muratore, il quale è stato pestato. La stragrande
maggioranza delle persone si è riunita nuovamente e ha deciso di separarsi in
tre blocchi, ognuno in una barricata diversa: due blocchi si sono collocati
nelle fermate della metropolitana adiacenti la scuola e uno a via Patission la
quale si trova a 300m dalla scuola. Nella fermata di Agios Elefterios, dove
eravamo noi, nessun cameramen della TV ha potuto avvicinarsi e conseguentemente
abbiamo avuto la “gioia” di non avere servizi televisivi su quello che è
successo. Questo blocco era costituito da gente di sinistra, insegnanti
disoccupati, giovani proletari e anarchici. C’ erono due barricate e il lancio
di sassi e di molotov ha
contrastato la polizia per più di tre ore. Due poliziotti hanno subito ustioni
a causa delle molotov, cosa che i media hanno celato. Una cosa che dobbimo
sottolineare è la perfetta cooperazione di tutti noi che ci siamo trovati a
lottare nella stessa barricata. Anche se le persone che hanno rischiato molto
erano quelle che attacavano la polizia in prima linea , le persone che stavano
dietro non hanno abbandonato le barricate se non per pochi istanti, l’armonia
tra la gente era incredibile. “I picchetti volanti” non si sono rotti
nonostante i lacrimogeni, hanno dato copertura a queli che si trovavano in prima
linea con la loro determinazione e si sono dispersi solo quando quelli della
prima linea si sono temporaneamente ritirati. Fu emozionante la solidarietà
della gente che vive nella zona. Ci hanno dato da mangiare limoni per i
lacrimogeni, acqua, medicinali e solidarietà, ci hanno fatto sentire che non
eravamo soli (solidarietà operaia di questo tipo é stata espressa durante
tutto il giorno dagli operai della metropolitana che ci hanno dato pietre e
barre di ferro dalla metropolitana). E’ sopravvenuta la stanchezza e all’ora
cruciale delle 9 di mattina, ognuno avvertiva il pericolo che si avvicinava.
Quelli che erano sopra il ponte della ferrovia lanciando pietre avevano una
visuale migliore del campo “della battaglia” e ci hanno avvertiti della
attacco della polizia che veniva alla nostra destra. L’attacco era coordinato
ed è arrivato da due direzioni contemporaneamente, davanti a noi e dalla parte
di destra. Le prime linee non hanno potuto fermare la carica della celere, la
gente colpita dal panico, soffocata dai lacrimogeni, ha cominciato a ritirarsi
in quel momento una terza unità dei MAT ha attaccato dietro e ci accerchiati,
mentre lanciava lacrimogeni tra di noi. Quelli che non hanno potuto scappare dal
ponte della ferrovia hanno saltato sopra l’arruginita rete metallica della
ferrovia e sono passati dentro nuvole di fumo verso il più vicino viale. Molti
sono entrati in vari palazzi e sono stati protetti dagli abitanti che si sono
rifiutati di aprire i portoni alla polizia. Circa trenta persone sono state
ospitate da un vecchio che le ha nascoste nella sua casa aspettando che passasse
il pericolo, e 8 sfortunati sono stati arrestati in un giardino. I MAT ci hanno
seguito fino al viale, dove alcuni di noi si sono raggruppati e sono tornati
nelle barricate con la speranza di aiutare i feriti. La polizia antisommossa,
che nel frattempo aveva occupato il ponte ci guardava con disprezzo, e alcuni
insegnanti di mezza età hanno insultato i poliziotti, cosa che non si
aspettavano da “rispettabili” lavoratori. Più tardi, dalla via Patission,
dove la barricata era stata distrutta, ha avuto inizio una manifestazione verso
il tribunale.
Il
lunedì solo poca gente si è riunita intorno alla scuola. I MAT sono venuti
molto agguerrita e con intenzioni intimidatorie parlando di arresti, di gente
che era stata videoregistrata nei giorni precedenti, mentre indicavano alcuni.
Più tardi, quando i 9 arrestati sono stati portati al tribunale, i MAT erano
così accaniti che hanno arrestato un giovane studente sul luogo.
Nella
stessa notte, durante una massiccia assemblea di insegnanti, Tsoulias, il
segrettario dell’ OLME (il sindacato dei professori delle medie e delle
superiori) è stato attacato con yougurt, sedie e cestini della spazzatura
lanciati contro di lui da insegnanti disoccupati e arrabbiati antiburocratici e
si è salvato dal linciaggio grazie all’ intervento di alcuni militanti di
sinistra. E’ ovvio che nessuna organizzazione e nessun gruppuscolo poteva
controllare la rabbia e la vendetta di quelli che hanno partecipato attivamente
alla guerriglia urbana intorno ai centri del concorso e che hanno individuato il
potere e la repressione dello stato, la burocrazia e i “pompieri” della
lotta di classe nella persona del funzionario statale Tsoulias. Nello stesso
giorno, le fazioni di sinistra dei sindacati, sostanzialmente un pugno di
persone appartenenti a organizzazioni di sinistra, hanno denunciato Tsoulias
facendo appello ai “principii”, una denuncia che può essere concepita solo
come un’ “auto de fè”, un tentativo di politicizzare fobie verso la
burocrazia sindacale. Spieghiamoci meglio. Noi, personalmente, non abbiamo
partecipato al tentato linciaggio e non siamo a favore di attentati contro la
vita di individui che non possono difendersi. Sarebbero stati più efficacci
altri modi di pubblica ridicolizzazione (dovremmo imparare qualcosa dai nostri
compagni albanesi, i quali durante la loro rivolta dell’ anno scorso hanno
denudato Tritan Sehou, il vice-presidente del Partito Democratico, e lo hanno
portato in giro con un porro nel sedere). Comunque, la cosa più importante è
stata il fatto che l’ attaco stesso, senza badare come questo è avvenuto, era
una continuazione della lotta di classe che si è maniestata in tutta la Grecia
fuori dai centri del concorso. Nessuna denuncia può fermare sia la rabbia
proletaria che la repressione dello Stato che arriva come risposta violenta e
immediata. La sera del martedì fuori dai tribunali 2 studenti e un’
insegnante disoccupato sono stati brutalmente pestati da 9 criminali. Mentre uno
di loro stava lottando per la vita in ospedale e gli altri due erano stati
feriti, chi può dubitare che indipendentemente da chi fossero gli aggressori,
fascisti o poliziotti in borghese, questi animali erano in una missione ordinata
dall’ alto per vendetta contro l’ intensità della guerra di classe che si
è svolta gli ultimi giorni, come anche per l’ attaco contro Tsoulias?
Qualsiasi passo indietro, in questo momento, non solo distruggerebbe
il movimento, ma potrebbe rivelarsi molto pericoloso dal momento che
lascerebbe il terreno aperto allo Stato per lanciare la sua contro-offensiva sia
su un piano politico che di vita quotidiana[5].
***
Cercheremo
di trarre alcune conclusioni anche se il nostro giudizio può essere influenzato
dalle nostre esperienze personali di questi giorni. Senza dubbio, lo scontro di
classe con la forma della guerriglia urbana era il risultato del superamento non
solo delle burocrazie sindacali, ma anche delle “leadership” di sinistra.
Gli scontri spontanei con la polizia hanno portato a una guerriglia urbana
all’interno della metropoli, a un clima di guerra “civile” che può essere
paragonata solo al movimento delle occupazioni delle scuole del 90-91.
Politicamente questo movimento è andato oltre il parziale rifiuto del concorso
e alcuni provvedimenti della legge 2525. E’
stata la prima grande battaglia contro l’ educazione “produttiva” che dura
quanto la vita, la continua
valutazione dell’ efficienza degli insegnanti e la miseria della
disoccupazione e del lavoro temporoneo in Grecia. Il campo della battaglia
-in termini materiali - è stato offerto come un campo di espressione della
totalità dell’ odio e della rabbia di classe. Le strade, durante i tumulti,
sono state il punto d’ incontro di insegnanti precari e di insegnanti
permanenti, di intellettuali e di manovali, di studenti e dei loro vecchi
professori, di “elementi estranei al mondo dell’ educazione” e di
militanti di base di sindacati. La classe si era “riunita” così
violentemente che ha reso qualsiasi appello dei sindacati alla legalità o agli
interessi del settore inoperante. Sebbene sia cominciata come una mobilitazione
del mondo dell’ educazione, presto, sia con i diretti inviti ai lavoratori o
alla “gente” in generale, che con la spontanea partecipazione del giovane
proletariato metropilatano, la lotta e la sua composizione hanno assunto più
generiche caratteristiche di classe. L’ esplosione d’ odio ha dato al
conflitto la chiarezza di un confronto militare contro i MAT che hanno
rappresentato la forza dello Stato. Giovani proletari sono entrati in contatto
con insegnanti disoccupati, precari o permanenti, i quali, fino a poco tempo fà,
venivano chiamati da questi giovani “piccoli borghesi” o “controllori
della mente”. Gli insegnanti hanno avuto l’ occasione di incontrare i “200
teppisti”[6],
ammirare il loro coraggio, familiarizzare con persone col volto coperto e
coprire il proprio volto. Continuiamo senza dire che tutto ciò non è successo
in modo ideale, ma dopo conflitti e confronti. Molti degli insegnanti, sia che
fossero di sinistra o meno, che hanno reagito violentemente contro il lancio
delle pietre e “gli atti
tepistici che diffamano la lotta degli insegnanti” il venerdì aiutavano alla
preparazione delle molotov e coprivano quelli che le lanciavano la domenica.
Molti erano presenti nelle lezioni delle barricate e l’uno ha imparato
qualcosa dall’altro. I giovani proletari metropolitani hanno imparato che la
“sottomissione” dei lavoratori durante i periodi “calmi” può facilmente
trasformarsi in rabbia proletaria. In una lotta proletaria collettiva identità
e ruoli possono confondersi e l’
insegnante disoccupato non può essere facilmente distinto dal “giovane
caotico”. Durante quei giorni è stato possibile, anche se temporeanamente,
dimostrare non solo la vanità suicida dei tumulti rituali del Politecnico[7]
ma anche il conservatorismo e la via senza uscita delle noiose manifestazioni
dei sindacati. Il soggetto di quelli scontri, sia politico che sociale, ha
potuto rompere il proprio
isolamento e i propri ristretti e precostituiti ruoli e unire le diversi
componenti della classe, forse temporaneamente ma sicuramente in modo
indimentacabile.
La
comunità della lotta, questa
resistenza collettiva contro i MAT, cioè contro i difensori dell’ ordine
esistente e contro la soppravivenza inumana sotto il capitalismo è andata oltre
la questione del concorso e l’ opposizione alla legge 2525 come aveva una
“cosciente” minoranza di sinistra. Per questo la cooperazione a un livello militare
ha potuto essere, finalmente, soddisfaciente e si sono resi inutili “gli
uffici politici” e gli incontri segreti. Le organizzazioni di sinistra seguono
sempre gli eventi - dimostrando la loro irrazionalità: nessun piano politico o
nessuna direttiva politica avrebbero potuto limitare e controllare la lotta di
classe, e nessuna lotta di classe di tanta intensità e rabbia avrebbe potuto
seguire le decisioni prese dal “comitato centrale” di un gruppuscolo.
Ciò
che rimane da comunicare è il logos
della classe. Tutti quelli che si sono uniti dietro le barricate per ragioni
apparentemente diverse devono
rendere pubbliche le ragioni della loro lotta,
dimostrare la verità che le loro azioni richiedono.
Atene,
18-6-98
BEN NOTI PROLETARI
Indirizzo: TPTG, P.O. BOX 76149, NEA SMIRNI 17110, ATHENS, GREECE.
[1]Secondo la graduatoria, la quale è basata sull’anzianità, ci sono 130000 insegnati disoccupati e solo 18000 di loro lavorano come insegnati di sotegno gli ultimi si sono opposti alla legge 2525 (particolarmente all’abolizione della graduatoria e alla assunzione alle scuole tramite il “sucesso” agli esami introdotti ultimamente) nel nome del “diritto di anzianità”. Gli insegnanti disoccupati e gli studenti, dall’altra parte, si sono opposti alla legge perchè, secondo le loro parole, “la meritocrazia è la maschera della disoccupazione”. I PSO sono corsi universitari legati alla trasformazione dell’Universita in un impresa.
[2]Le componenti di sinistra dei sindacati in gracia sono composte da militanti del KKE, dalla Coalizione della Sinistra e di Progresso composto da dissidenti di sinistra e da vecchi membri del KKE (socialdemocratici di sinistra), e vari piccoli gruppi dell’estrema sinistra ndr.
[3]Nelle ultime lotte degli insegnati sono sorti comitati di base spontanei che hanno messo in discussione il ruolo dei sindacati senza dotarsi di una struttura organizzativa stabile. ndr.
[4]Durante uno sciopero selvaggio nella EAS (la Compagnia dei trasporti pubblici) nel 1992, gli scioperanti hanno denudato i crumiri.
[5]Nel momento in cui l’articolo è stato tradotto il giovane studente si è salvato. Il pomeriggio del martedi 18 giugno, alcuni partiti della sinistra hanno organizzato una manifestazione “contro la repressione dello stato” in una piazza centrale ad Atene. La menifestazione ha avuto un inizio violento. Trenta anarchici hanno attaccato la polizia antisommossa con molotof. Due furgoni di reti televisive, una auto della polizia e alcuni poliziotti hanno preso fuoco. Il poliziotto che guidava la macchina ha sparato contro la folla e un insegnate disoccupato è stato ferito gravemente. Solo perchè il conflitto non è cominciato da tutti i manifestanti i partiti di sinistra hanno cercato di promuovere tra la gente nei giorni seguenti la fobia per gli anarchici. L’insegnate colpito è stato ricoverato all’ospedale e si è salvato. (Il movimento anarchico in Grecia è presente con diverse riviste, c’è il settimanale anarchico ALFA che vuole funzionare come tribuna di tutte le corrente anarchiche anche se le correnti anarchiche-insurrezionaliste rifiutano di parteciparvi. Esistono per queste correnti altre riviste come: il cerchio del fuoco, Bollettino Anarchico, Rivolta. Esiste una area comunista radicale-consigliare che fa riferimento alla rivista: I ragazzi della galleria. Esiste un area autonoma libertaria che si esprime in una rivista chiamata: Terza Generazione. Ad Atene esistono due case occupate, una funziona anche come Centro Sociale, a Salonicco esiste un Centro Sociale e tra i vari gruppi anche il Comitato di solidarietà al Chiapas. In varie città esitono diversi posti autogestiti che presentano caratteristiche simili a quelle italiani. Esistono piccoli gruppi trotskisti, leninisti, maoisti. Esiste una rete per i Diritti Civili e Sociali in cui partecipano vari gruppi di sinistra e un giornale della sinistra Extra parlamentare legato storicamente ai dissidenti di sinistra che hanno abbandonato il KKE nel 68. Ci sono inltre diverse formazioni armate la più importante è: 17 novembre, marxista-leninista che ha compiuto gli attentati più importanti dal 1974 in poi. ndr)
[6]Cosi vengono chiamati dalla stampa gli anarchici ogni volta che ci sono scontri
[7]Durante la celebrazione della rivolta studentesca del 1973 contro il regime dei colonelli, si verificavano quasi ogni anno scontri che hanno assunto anche quelli un carattere “celebrativo” e “ritualistico” paragonabile in Italia alla commemorazione con “marce funebri” dei militanti morti negli anni 60-70. ndr.