Le forme di
controllo
La
rete oparaia di Precari nati, è un punto di collegamento tra operai e
lavoratori che si muovono indipendetemente dai partiti e sindacati nello scontro
di classe, valorizzando e partecipando allo sviluppo della autonomia operaia.
Produce
un bollettino territoriale, vari fogli aziendali, e una serie di quaderni. Non
è una organizzazione di tipo classico, ma è un punto dove i lavoratori possono
valorizzare la loro “esperienza proletaria” e socializzare letture, ed
apporfondimenti sulla situazione di crisi del capitale. E’ al di fuori delle
strutture sindacali e partitiche, perchè crede che sia il movimento di classe
che deteriminerà la sua forma organizzata, e quindi non si presenta come
struttura immodificabile.
In
questo intervento analizzeremo il rapporto tra lavoro e repressione,
focalizzando la nostra indagine sul comparto metalmeccanico di Bologna.
Il
comparto metalmeccanico di Bologna vede una presenza numerica di circa 60.000
addetti. Non vede la presenza di grandi concentramenti industriali se si esclude
le seguenti fabbriche: Magneti Marelli, Ducati-Motor, GD, che superano i 1000
adetti, la maggior parte delle ditte sono tra i 50 e 100 addetti[1].
Vi è all’interno del comparto metalmeccanico bolognese un alto grado di
collegamanto tra ditte, per quanto riguarda la rete produttiva.
All’interno
del comparto metalmeccanico esiste un sindacalizzazione (CGIL-CISL-UIL),
sopratutto tra i lavoratori bolognesi, tra gli immigrati (italiani e non)
crollano i tassi di sindacalizzazione, lo stesso dato si può constatare per i
giovani operai. Esiste ancora tra la classe operaia bolognese una dimensione
“a sinistra” dove si innestano tradizione stalino-berlingueriana e
americanismo-veltroniano. I partiti di sinistra non hanno tuttavia nessun
intervento specifico nelle fabbriche, e lo stesso sindacato rimane in un fase di
difesa della quantità di tesserati, più che un allargamento.
Vi
è una presenza massiccia della contratualistica precaria (cfl, stagionali,
interinali, e le cooperative), che si lega ad un processo di svecchiamento della
classe operaia locale, esce la figura dell’operaio anziano assunto a tempo
indietrrminato, ed entra la figura del giovane operaio precario. Di solito le
mansioni per i lavoratori precari nelle industrie, sono le basse qualifiche (
specialmente in catena di montaggio). Per questi lavoratori il sindacato non
esiste, per di più a Bologna si hanno casi dove il sindacato è lo stesso
padrone (vedi rapporto tra l’agenzia di lavoro interinale: Obiettivo
Lavoro-CGIL). Le strutture sindacali, non riescono a inseguire una realtà che
hanno esplicitamente favorito. Tuttavia non è nostra intenzione piangere a
sinistra per la scarsa combattività del sindacato, essendo tale struttura
completamente reazionaria e strumento padronale per affievolire i contrasti di
classe. La stessa proposta dei sindacti di base per la nuova composizione di
classe industriale latita parecchio con generici slogan contro il lavoro
precario, e rimane comunque sotto un livello economico-garantista, impossibile
da utilizzare in un periodo dove il rapporto è precarietà-abassamneto delle
condizioni di vita-crisi della produzione.
I
livelli di repressione controllo che il padronato esercità sulla forza lavoro
industriale sono tre:
livello
politico
livello
contrattuale
livello
organizzazione del lavoro
Prima
di sviluppare i tre livelli che abbiamo indicato, dobbiamo comunque rimarcare
che il principale ricatto-repressione che un operaio si trova a dover subire è
la minaccia della disoccupazione, che in una fase di crisi che investe la
produzione assume aspetti sempre più di massa.
L’incapacità
degli operai è di utilizzare questa crisi del capitale per ribaltare la
situazione sociale.
E’
evidente che ogni gruppo o individuo che alzi la testa in fabbrica subisce la
repressione. Vi sono evidenti difficoltà a portare del materiale in fabbrica
che propagandi l’autonomia operaia, visto che ogni materiale deve essere
firmato dalla direzione dell’azieda. E’ difficle quando si è sindacalizzati
avere dei problemi, differente è per chi prova a creare collettivi politici
operai... Non si ha la copertura per indire scioperi o assemblee, che i
sindacati possono fare dando la loro approvazione ad una forma di
consociativismo con il padrone, come è il sistema delle RSU ora. La stessa
critica si potrebbe applicare alla vulgata “mitologica” dei consigli di
fabbrica.
Ma
la cosa non investe solo gli operai rivoluzionari, ma tutti i lavoratori
ribelli, che per uno scatto di dignità rispondono al caporeparto, o si mettono
a parlare troppo dei ritmi defaticanti, oppure magari invitano i loro colleghi
precari a partecipare ad una assemblea in azieda... Le forme poi esplicite di
questa repressione sono per un precario il non rinnovo del contratto, o in
generale una lavorazione faticosa, o un attenzione particolare, cose.che ti
invitano ad andartene presto. Non ci dilunghiamo a raccontare le forme classiche
di controllo repressive che risulterebbe noiso ricordiamo comunque che tuttora
esistono le intercettazioni telefoniche in azienda, organizzate dalla dirigenza,
e le ispezioni agli armadietti...
Vi
è, pur in una fase di estrema debolezza rispetto alle risposte dell’autonomia
operaia, da parte padronale una profonda attenzione a debellare in modo
scentifico ogni voce dissenziente. La crisi fa paura... inasprisce il controllo
dei padroni.
E’
evidente che con la presenza di una massiccia parte di lavoratori precari, le
forme di ricatto contrattuale aumentano. E sono un deterrente per i lavoratori
fissi che vedono il loro futuro, se usciti dall’azieda. La contrattualistica
che si può trovare in fabbrica sono differenti ma rimane una costante la loro
temporalità limitata. La forma dove si vede maggiormente questo livello è
quella del lavoro interinale, dove oltre ad aver due padroni l’agenzia e
l’azienda dove vai a lavorare, ti possono fare contratti rinnovabili anche di
una settimana. E’ vietato quindi informalmete ammalarsi o fare sciopero...
Vi
è adirittura una selezione nelle aziende e in special modo nelle agenzie di
lavoro interinale la presenza di quiz, test psicologici, tesi a selezionare il
personale prima dell’assunzione. Le agenzie per ogni esperienza scrivono un
profilo sul comportamento del lavoratore, da dare utilizzare per vagliare la tua
cosidetta “voglia di lavorare”, cosa che ti permette di trovare nuovi lavori
per l‘agenzia medesima.
Livello
organizzazione del lavoro
Per
come è strutturata l’organizzazione del lavoro, sia in un ufficio, sia in una
officina, lo schema di controllo e repressione che può esercitare un capo
uffcio od un capo reparto sono inferiori a quello che riesce a fare la
razionalizzazione e automazione dell’attuale processo di produzione
all’interno delle industrie “La stessa facilità del lavoro diventa un mezzo
di tortura, giacchè la macchina non libera dal lavoro l’operaio, ma toglie il
contenuto al suo lavoro. E’ un fenomeno comune a tutta la produzione
capitalistica in quanto non è soltanto processo lavorativo, ma anche processo
di valorizzazione del capitale, che non è l’operaio ad adoperare la
condizione del lavoro ma, viceversa, la condizione del lavoro ad adoperare
l’operaio; ma questo capovolgimento viene ad avere soltanto con le macchine
una realtà tecnicamente evidente. Mediante la sua trasformazione in
macchina automatica, il mezzo di lavoro si contrappone all’operaio durante lo
stesso processo lavorativo quale capitale, quale lavoro morto che domina e
succhia la forza lavoro vivente”[2]. Tale
automazione-impersonale stabilisce un livello di cotrollo che supera lo schema
poliziesco di un guardione o capo in azieda. Vi è una quantità infinità di
procedure per il controllo qualità, fino in alcuni casi si arriva a dover
firmare tutti i pezzi prodotti. Lo sviluppo scentifico delle macchine
automatiche e delle catene di montaggio hanno aumentato il livello di controllo
a danno dei lavoratori “la scienza, le immani forze naturali e il lavoro
sociale di massa...sono incarnati nel sistema delle macchine e...con esso
costituiscono il potere del padronato”[3].
Questo
elemento impersonale, riesce a manifestarsi in maniera evidente nei livelli di
burocrazia interna alle aziende, che pur diminuendo il personale addetto al
controllo diretto degli operai, hanno aumentato le figure professionali tese ad
ottimizzare l’automazione, il controllo delle mansioni e la qualità del
lavoro operaio. Cosi avviene che non è un capo reparto particolarmente stronzo,
ma una innocentissima scheda di produzione che ti ricatta, che ti fa
autodichiarare i minuiti delle mansioni svolte, e i pezzi montati. Tale forma di
controllo repressione, non è da pensarsi come un immensa macchina orweliana
verticale, ma è stratificata, in ogni reparto o ufficio, con uno schema
multireticolare.
L’organizzazionje
del lavoro è la forma di repressione padronale più alta che il padronato
esercita contro i proletari, ed è il terreno su cui la classe si deve
scontrare, per invertire gli attuali rapporti di forza tra le classi.
Precari
Nati-Bologna