presentazione di Prospettiva Internazionalista
"Prospettiva
Internazionalista" è un gruppo rivoluzionario rivendicante il marxismo
come teoria vivente capace di tornare alle proprie origini, di produrre la sua
stessa critica e di svilupparsi in funzione dell'evoluzione sociale storica. In
questo, se riprendiamo la maggior parte delle esperienze teoriche delle Sinistre
Comuniste, noi consideriamo che il nostro compito principale è di oltrepassare
le debolezze e le insufficienze delle Sinistre in uno sforzo di sviluppo teorico
incessante. Non concepiamo questo compito come nostro, ma piuttosto come il
frutto di un dibattito e di uno scambio con l'insieme dei rivoluzionari. Tale
dinamica condiziona la chiarezza del nostro contributo alla lotta e allo
sviluppo della coscienza di classe del proletariato. Il nostro gruppo non
intende portare alla classe un programma politico conchiuso, ma partecipare al
processo generale di chiarificazione che si svolge in seno alla classe operaia.
Il modo di
produzione capitalista, nella sua fase ascendente, ha sviluppato le forze
produttive in maniera considerevole. Il proletariato poteva strapparci, grazie
alle sue lotte, dei miglioramenti durevoli delle sue condizioni d'esistenza, e
le organizzazioni di massa come i partiti operai o i sindacati, rappresentavano
questa possibilità di lotta in seno al sistema.
In quanto sistema
vivente, il modo di produzione capitalista, dopo la sua fase ascendente, è
progressivamente entrato in una fase di declino, portatrice della sua
sostituzione da parte di un'altra società. La decadenza del capitalismo fa
apparire le sue stesse contraddizioni alla luce del sole, e il sistema è
diventato un ostacolo allo sviluppo della società. Oggi, mentre le forze
produttive non sono mai state così sviluppate, il capitalismo caccia
popolazioni intere nella precarietà, nella miseria e nella violenza.
Il passaggio
progressivo dal dominio formale del capitale (contrassegnato dall'allungamento
della giornata di lavoro) al dominio reale (caratterizzato dall'incorporazione
generalizzata della tecnologia nel processo produttivo) ha incrementato la
produttività del lavoro, ha accelerato lo sviluppo del capitale, ma anche i
fattori che lo spingono nella crisi, e profondamente modificato la composizione
delle classi e le condizioni del loro antagonismo. La lotta permanente
all'interno del sistema è diventata illusoria e le organizzazioni di massa si
sono totalmente integrate allo Stato, garante del controllo e della coesione
sociale.
Il proletariato, per
via della sua condizione all'interno del capitalismo, è spinto ad emanciparsi
dall'alienazione nella quale lo costringe il capitalismo come rapporto sociale,
ed è dunque portatore di un progetto di società affrancata dalla
valorizzazione, dal denaro e dalla divisione della società in classi.
Tale progetto non è ancora esistito nella storia. Se la rivoluzione russa del 1917 era proletaria, essa non è sboccata nell'emergenza di una società comunista. Il sedicente "comunismo" dei paesi dell'Est, proprio come quello di Cuba o della Cina, non è altro che una manifestazione del capitalismo di Stato. Al contrario, l'emergenza, su scala storica, di una nuova società, non può realizzarsi che attraverso la negazione totale del capitalismo e attraverso l'abolizione delle leggi che presiedono al movimento del capitale. Tale società nuova implica una trasformazione profonda del rapporto dell'uomo con sè stesso e i suoi simili, dell'individuo con la produzione, con il consumo, con la natura e con la comunità umana al servizio del rigoglio di tutti, e con la soddisfazione dei bisogni umani.
traduzione a cura del CRAC